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Alessandro Rossi, un poker per sognare: sarà lui la terza punta?

Quattro gol all’esordio in campionato sono senza ombra di dubbio un biglietto da visita importante. Alessandro Rossi è così, prendere o lasciare, senza mezze misure. O uomo della provvidenza o figura potenzialmente anonima, ma difficilmente nelle partite che contano il suo contributo si fa impalpabile.

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Si era già tolto lo sfizio nella final eight 2015, quella chiusa con la sconfitta ai rigori in finale contro il Torino, di realizzare il gol ammazza-Roma in semifinale. Poi l’anno scorso, complice anche qualche problema fisico, le prestazioni non sono state sempre all’altezza, ma la qualità era quella, senza ombra di dubbio. E l’uragano Rossi si è riscatenato a Perugia, sabato scorso, con Andrea Bonatti che gli ha consegnato le chiavi dell’attacco. Senza dubbio, questo deve essere l’anno della sua consacrazione in Primavera, e il Perugia se ne è accorto di prepotenza, subendo quattro reti in una partita peraltro trasformatasi dopo l’uscita di Rossi dal campo.

Sorvoliamo sul 4-5 finale: l’importante è che questo attaccante tecnico e potente, ma capace al tempo stesso di calarsi nei panni del classico rapinatore d’area, potrebbe trasformarsi in un’alternativa inaspettata per Simone Inzaghi, che i giovani biancocelesti li conosce come nessun altro. Lui che ha lanciato senza remore Cristiano Lombardi alla prima di campionato e che sta facendo studiare Alessandro Murgia da vice Biglia, chissà che non decida di tenere in considerazione Rossi in un reparto offensivo che vanta due soli centravanti, Immobile e Djordjevic, con quest’ultimo da tempo in crisi di identità.

Nel frattempo la Primavera biancoceleste vive il suo sogno. Un bomber che possa raccogliere l’eredità di un reparto che, da Keita a Tounkara, da Rozzi a Palombi, negli ultimi anni ha visto il suo firmamento attraversato da astri luminosissimi.

Fabio Belli

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