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Partita per cuori forti quella di domenica a Torino dove si affrontano due squadre che non disdegnano il gioco e che ben si stanno comportando in campionato. Quella fra granata e biancocelesti è una di quelle sfide che promettono scintille, da loro ci si aspetta una gara ricca di emozioni, reti e spettacolo. Ma allo stesso tempo è anche una gara speciale per alcuni dei protagonisti. Da una parte, ad esempio, il tecnico del Toro Sinisa Mihajlovic che si ritroverà di fronte il collega Simone Inzaghi, ex compagno di tanti successi in biancoceleste ai tempi del presidente Cragnotti; dall’altra Ciro Immobile che ritrova i suoi vecchi compagni. Per parlare della sfida di domenica Laziopolis.it ha intervistato il doppio ex Giancarlo Camolese.

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Che gara si aspetta? “Sarà una sfida molto interessante tra due squadre in ottima forma che giocheranno per vincere. Il Toro vuole proseguire il momento positivo dopo il poker della Favorita, mentre la Lazio vorrà dimostrare che il pari interno contro il Bologna è stato solo un piccolo incidente di percorso”.

Alla luce di questo inizio di campionato cosa pensa della squadra di Inzaghi? “La Lazio è una buona formazione e credo ci siano tutte le premesse affinchè faccia un grande torneo. Non mi meraviglierei certo se i biancocelesti arrivassero tra le prime tre, la squadra ha qualità specie davanti dove il tridente giovane può mettere in difficoltà qualsiasi avversario. In difesa poi è stato importante il ritorno di de Vrij, così come in mezzo al campo lo sarà quello di Biglia. Ho visto la Lazio di recente contro il Pescara e mi ha fatto un’impressione notevole. L’unico neo una rosa non proprio numerosissima”.

Quindi un Inzaghi promosso: “Certamente sì. Simone ha preso in mano una situazione delicata al termine del tormentone Bielsa. Il giovane tecnico si è rimboccato le maniche e sta lavorando bene in un contesto difficile come quello di Roma, dove la pressione è sempre alta. Inzaghi conosce bene l’ambiente, ha allenato per diversi anni la Primavera e ha fiducia nei giovani. Credo che la società alla fine abbia fatto bene ad affidarsi a lui”.

E su Mihajlovic: Sinisa è l’allenatore giusto per il Toro. Ha di colpo ricreato entusiasmo in una piazza affamata di grande calcio. E’ tignoso, determinato, sa il fatto suo e ha voluto fortemente dei giocatori che in questo momento si stanno rivelando decisivi. Il Toro è una squadra interessante, ha battuto nettamente la Roma, può fare leva su gente come Belotti, Falque e Ljajc, si toglierà belle soddisfazioni”.

Cosa ricorda del suo passato in biancoceleste: “Fu un’esperienza straordinaria sotto tutti i punti di vista. Ai nastri di partenza eravamo spacciati, nove punti di penalizzazione avrebbero potuto abbattere chiunque ma non quel gruppo cui ho avuto la fortuna di appartenere. Fu una stagione incredibile, unica, conclusasi addirittura a luglio, una cosa senza precedenti nel calcio italiano”.

Lei quale tipo di giocatore è stato? “Il classico mediano tutto muscoli e polmoni. Ringhiavo e correvo per gli altri, magari non rubavo l’occhio dal punto di vista tecnico, ma uscivo dal campo con la maglia bagnata, consapevole di avere dato tutto per quei colori che ancora oggi porto nel cuore”.

Ha mai pensato di allenare la Lazio? “A dire il vero fui il primo tecnico a essere contattato da Lotito. Era il luglio del 2004 e il patron aveva appena rilevato il club. Il clima era caldo e non solo dal punto di vista climatico. Il presidente mi parlò, fu un colloquio lungo e interessante, lui era molto deciso ma alla fine non se ne fece nulla. Poi arrivò Caso.

Ora cosa fa Camolese? “La mia vita è molto movimentata, non mi lamento. Faccio l’opinionista televisivo, sono docente alla SUISM di Torino e insegno anche a Coverciano. L’ultima esperienza sulla panchina risale a pochi mesi fa a Chiasso (seconda divisione svizzera), una parentesi molto positiva culminata in una tranquilla salvezza. Il calcio mi appassiona ancora molto e se qualche società dovesse presentarsi con un bel progetto non esiterei a dire di sì”.

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