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TEMPI BELLI – SOS Tata

Immobile, fortissimamente Immobile: anzi, siccome Immobile si potrebbe dire, se non ci fosse un “ei fu” alle spalle che probabilmente calza male col super momento del bomber laziale. Sette gol in dieci partite ufficiali, in una valle di lacrime e lamentele, fa quasi specie vedere come la Lazio possa fare affidamento su un “crack” come quello che ha letteralmente salvato il deretano del suo mentore, Ventura, resuscitando in Macedonia una squadra arrivata alla frutta.

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L’Italia c’è, la Lazio si spera ci sarà. sempre nel segno di Ciruzzo, ovviamente. Considerando le notizie arrivate dal Senegal, anche Keita sembra vivere un momento niente male, e allora c’è da credere che domenica contro il Bologna si possa arrivare concentrati e al massimo delle rispettive motivazioni. Certo per qualcuno non ci voleva proprio, tra il caso Zarate e l’infortunio di Lukaku, si prospettava un weekend niente male per chi si diverte a gettare sulla Lazio sempre un’ombra macabra.

L’ideona in realtà era già arrivata, prima dei gol di Immobile: tornare a parlare di un possibile reintegro di Gonzalez, il “Tata” uruguaiano che pur restando una colonna della sua Nazionale è finito progressivamente ai margini con i biancocelesti. Scelte tattiche, tecniche o altre stranezze? Di sicuro il “Tata” era perfetto per venire in soccorso di chi poteva sciorinare articoli su quanto costano gli “esuberi” di una rosa che è sempre troppo corta in un periodo dell’anno, e che invece diventa “extralarge” ogni volta che salta una cessione.

SOS Tata” hanno gridato Soloni di ogni risma annoiati dalla sosta di campionato, del buon Alvaro non si parlava così neanche quando segnò quel gol alla Juventus che spianò la strada verso il 26 maggio. E invece i soccorsi si sono inceppati: prima Keita e poi Ciruzzo hanno fatto parlare di nuovo di Lazio nel mondo per l’unica cosa che davvero conta, il campo. E domani a Roma toccherà di nuovo parlare di gol: i lacrimatoi restano in funzione, anche se Milik e Montolivo hanno fatto saltare pure il mantra “solo i giocatori della Lazio si fanno male in Nazionale“.

Non c’è più religione, Tata pensaci tu.

Fabio Belli

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