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6 anni senza Giorgio. Laziochannel intervista a George Chinaglia

Nel giorno del sesto anniversario dalla scomparsa di Giorgio Chinaglia, la redazione di laziochannel.it ha contattato suo figlio George Chinaglia per un’intervista su suo papà e su tanti altri aspetti del mondo Lazio: dagli impegni lavorativi di George, alle differenze fra l’America e l’Italia; al giudizio sui tifosi della roma, alla Lazio di Lotito.

Innanzitutto buongiorno e buona Pasqua. Grazie per la disponibilità e visto che sei molto impegnato, cosa fa nella vita George Chinaglia?

 Trascorro le mie giornate lavorando per un’azienda che si prende cura dei cani. Di notte, lavoro come barista o suono musica con il mio gruppo – Pop Into The Chemist. Abbiamo uno spettacolo il 21 Aprile. Tutto questo, insieme alla gestione del GCF (Giorgio Chinaglia Foundation ndr), mi prende tutto il tempo.

Papà stava molto avanti coi tempi, era (se non sbaglio) un visionario, che differenza ci sono fra l’America e L’Italia? 

Hai ragione. Mio padre era un visionario. Questo e ciò che lo ha portato in America. Lui era una parte importante per riportare in vita il calcio negli Stati Uniti. La più grande differenza fra le due nazioni è come le persone vedono calcio. L’America ha bisogno di più giocatori come mio padre per riportare l’eccitazione negli stadi. Ma adesso mancano giocatori di rango internazionale, anche se proprio adesso è arrivato Zlatan Ibrahimovic che vestirà la maglia dei Los Angeles Galaxy. Non ci sono più giocatori come papà e sarebbe bello averli.

Papà è stato il primo mito di massa per noi laziali e non solo, un icona dell’uomo forte e ribelle. Papà era amato dal popolo laziale. Lui quanto amava la sua gente?

 Mio padre ha assolutamente amato e rispettato la sua gente laziale. Tutto quello che ha fatto sul campo lo ha fatto per loro. Non avrebbe mai avuto tutto questo successo senza di loro. 

Un nostro collega (Danilo Tramontana) vorrebbe sapere la cosa che ti scioccò (o ti colpì) di più di papà, riguardo la fede biancoceleste? Una frase, un motto, un’espressione. Papà era un eroe, nel 1983, da presidente venne addirittura in curva Capisci…

 Per me è incredibile che l’amore e il rispetto verso per mio padre siano cresciuti col tempo e a distanza di anni. Ogni volta che sento il coro “Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia”, provo un grande sentimento di orgoglio e appartenenza. In quegli anni lui era il migliore. 

Quanto gli stavano antipatici i romanisti?

 Hahaha tanto. I romanisti non sono come la nostra gente, e io anche mi sento uguale a tutti i tifosi della Lazio. 

Papà, da giocatore ci ha regalato lo scudetto, secondo te, con Lotito possiamo arrivarci? 

 Penso che sia possibile. Se manteniamo i giocatori più bravi, possiamo essere molto competitivi. Comunque nel calcio di oggi, si tratta di quanti soldi spendi, o no?

Ultima domanda George, segui la Lazio, se sì, come la vedi in Europa League e in Campionato? 

 Ora stiamo andando bene, sia in campionato che in Europa. Spero che questo percorso continui. Mi farebbe molto piacere rivedere la Lazio in Champions League.

Tutto qua George, grazie mille, e buona Pasqua.

 Ciao Davide, buona Pasqua a te e a tutta la grande Famiglia Laziale.

​Davide Sperati

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