giovedì, Marzo 14, 2024

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LA LAZIO NELLE SCUOLE Parolo: “Il gruppo sta bene, ora vogliamo…”

LA LAZIO NELLE SCUOLE Parolo, centrocampista biancoceleste, ha risposto quest’oggi alle domande degli studenti dell’Istituto Comprensivo Nino Rota – Scuola Primaria L. Sciascia di Roma.

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LA LAZIO NELLE SCUOLE Parolo: “Seguiamo un’alimentazione controllata, un nutrizionista ci consiglia il cibo. Il giorno della partita mangiamo tre ore prima del fischio d’inizio, solitamente pasta e bresaola, in generale comunque carboidrati per correre ed avere le necessarie energie in campo.

Quando non gioco a calcio mi piace guardare tutti gli sport, tranne il calcio. Ogni attività va praticata, quando si è bambini va provato ogni sport perché sono tutti belli e poi è possibile capire qual è quello che piace maggiormente.

Quando si perde non è mai facile accettarlo, ma poi si impara. L’importante è capire i motivi della sconfitta per poi migliorare e prendere le cose buone per far si che la volta successiva si riesca a migliorarsi. Ci saranno tante sconfitte nella vita ma poi arriveranno ancora più vittorie; è come un compito in classe che va male, se poi studi il test successivo avrà un risultato migliore.

Comportarsi in modo violento in campo è sempre sbagliato, l’adrenalina porta a questo. L’importante è chiedere subito scusa e cercare di non ripeterlo più. Casi simili, però, si verificano ogni tanto.

Insegnare la vita non è semplice, noi nel nostro piccolo siamo un esempio di persone che vivono in un gruppo composto da uomini di diverse etnie: questo è il modo migliore per combattere questi brutti fenomeni che non devono far parte del mondo, ancor di più in quello dei bambini. Tutti devono aiutare l’altro a tirare fuori il meglio di sé per diventare grandi uomini.

Non si nasce imparati, sto capendo piano piano come il genitore ed il rispetto dei tempi di ognuno: il primo anno di mia vita di mio figlio ero spesso fuori per le partite tra Lazio e Nazionale ora però abbiamo recuperato tanti momenti insieme.

Nello sport si gioca con tutti, ci aiutiamo. Noi formiamo gruppi omogenei in cui tutti si sostengono. Personalmente non ho mai assistito ad episodi di violenza, sin da piccolo ho sempre provato a vivere in gruppo con tutti, mi sono formato all’oratorio, ho fatto anche l’educatore: il bullismo è brutto, quando si prende di mira una persona, occorre aiutarla a metterla a proprio agio. Invece del bullismo, occorre fare il contrario, ovvero aiutarla a tirare fuori il meglio.

Accettare le decisione del mister è necessario, se non ci fosse una maestra in classe ognuno farebbe ciò che vuole e lo stesso è l’allenatore per noi, il lavoro di gruppo aiuta a far crescere ciascuno. Seguite sempre i vostri insegnanti, come noi dobbiamo fare con il tecnico.

Gioire con i compagni è bello, si è felici perché è sempre merito di tutti. Allo stesso modo, quando viene commesso un errore da parte di un compagno, anche gli altri avevano sicuramente sbagliato prima. L’importante è incitare sempre a fare di più.

Ognuno di noi, in privato, sostiene progetti per le persone meno fortunate ma tutto in modo anonimo perché non è bello pavoneggiarsi di questo.

Ad inizio partita stringiamo sempre la mano dell’avversario: è un patto silente di rispetto e stima. Quando il calciatore di un’altra squadra non gioca lealmente si prova sempre a farglielo notare”.

Al termine dell’evento, Marco Parolo ha poi rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di ‘LSC’: 

“Gli alunni hanno posto tante belle domande, molte sul tema del bullismo: i ragazzi hanno appreso molto dai loro maestri in merito, speriamo di essere stati anche noi di buon insegnamento. I quesiti dei bambini sono quelli che mi porrà mio figlio tra qualche anno, almeno così sono già preparato.

Il gruppo sta bene, lo abbiamo dimostrato in campo, abbiamo recuperato gli infortunati e vogliamo continuare a spingere tutti insieme per centrare il bellissimo obiettivo che ci siamo prefissati. In casa dell’Inter servirà una grande prestazione. Fino a qualche settimana fa la condizione fisica di alcuni elementi non era delle migliori e questo ha inciso sulla qualità del gioco. Il calore dei tifosi più piccoli è ancora più bello, anche io quando ero bambino vedevo i calciatori con occhi sognanti”.

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