giovedì, Marzo 14, 2024

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STADIO ROMA Lotito: “Serve un assenso tecnico e contabile. Chi fa impresa ha bisogno di certezze”

STADIO ROMA Lotito — Nel corso della conferenza a margine della presentazione di Pitagora, la relazione annuale sulla pubblica amministrazione, il patron biancoceleste è intervenuto a proposito dell’impianto giallorosso

STADIO ROMA Lotito: ­L’imprenditore ha bisogno di tempi certi, la famosa certezza del diritto, e non quello che è successo fino a oggi, con norme che dicono tutto e il contrario di tutto e devono essere interpretate. Mi torna in mente il detto ‘la legge per gli amici si interpreta, per i nemici si applica’.  Oltre ad avere ragione devi trovare chi la pensa come te. Questo non è possibile perché poi si scoraggiano le iniziative e si creano responsabilità nei confronti della classe atta ad assumere determinati provvedimenti, che vengono puntualmente bocciati da chi è meno coraggioso e non vuole assumersi eventuali responsabilità. L’esempio lampante, in questo senso, è ciò che sta succedendo con lo stadio della Roma. Senza entrare nel merito, quell’intervento della magistratura è nato in mancanza di preventivo assenso. Non so se ci sono state violazioni, non spetta a me dirlo.

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Probabilmente chi ha agito lo avrà fatto in buona fede, ma il problema è la mancanza preventiva degli atti: serve un assenso che non è politico, ma tecnico, giuridico, amministrativo e contabile. Una volta ottenuto l’assenso preventivo, si devono rispettare delle scadenze che non possono essere dilatate. Per esempio, nel 2004 applicai una legge del 2002, ai fini della possibilità di poter fare la transazione col fisco. Nessuno voleva farlo perché la legge non era mai stata applicata. Ma se c’è perché non si può fare? ‘Se l’applichiamo una volta va applicata a tutti’. Ma allora perché l’avete fatta, questa legge? Chi fa impresa ha bisogno di certezze. Com’è possibile che società che non pagano l’Iva e non pagano l’Inps partecipino alle gare d’appalto, e che solo una volta vinto il bando ci si renda conto che non disponevano dei requisiti necessari?

Il vero problema è che questo Paese produce debiti, nessuno lo dice ma è così. Quando ho acquistato la Lazio la situazione era la seguente: 84 milioni di ricavi, 86,5 di perdite, 500 milioni di debiti. Io la considerai una sfida al limite, e la prima cosa di cui mi sono preoccupato è stato di bloccare le perdite. Bisogna cercare di contenere la spesa: alla fine ci vuole buon senso in tutte le cose. Urgono norme certe, applicate non in forma discrezionalità. Serve la verifica sull’applicazione in fase preventiva e consultiva”.

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