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Inzaghi non ha tradito. Semmai è stato tradito da chi non credeva in lui

Inzaghi non ha tradito non è il titolo di una serie su Netflix, ma è il pensiero di un semplice giornalista tifoso.

E’ finita nel peggior modo possibile il rapporto fra la Lazio e Simone Inzaghi, in questo momento a Milano, per definire il contratto con la sua nuova squadra, l’Inter campione d’Italia in carica. Un contratto quasi il doppio rispetto a quello proposto, con eccessivo ritardo da Lotito, ancora una volta sul banco degli imputati, per la cattiva gestione del rinnovo contrattuale del nostro Inzaghino.

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Dopo aver scritto ieri notte che Inzaghi aveva firmato (sbagliandoci e per questo vi chiediamo scusa), seguendo tutto il giorno in prima persona, l’incontro fra la Lazio e il tecnico, soltanto adesso siamo veramente certi che Inzaghi invece se ne è andato a Milano. Ieri ci siamo fidati di qualche giornalista più autorevole di noi (Sky, La Repubblica, Il Messaggero), perché noi – come nessuno del resto – può entrare a Formello, e anche la cena nel centro sportivo sembrava dovesse essere una parte di un discorso già ampliamente concluso nella villa sull’Appia. Così pensavamo tutti i giornalisti.

Inzaghi non ha tradito

Certo che, quando ho visto inzaghi dire davanti ai miei occhi “Adesso andiamo a cena“, non mi ero fidato molto, Simone non mi sembrava appagato, non mi sembrava soddisfatto. Però tutti gli altri colleghi, tranne un altro tifoso lì presente (Carmine ndr), erano felici che si concludeva la giornata insieme a cena.

Stamattina addirittura, abbiamo fatto i complimenti anche al vero responsabile di questa commedia grottesca. Perché trattenere “Simoncino” sarebbe stato un grande colpo, con l’Inter alle costole, e invece no. Già verso le dieci, uscivano le prime voci che Inzaghi non aveva firmato un bel nulla, ma stava solo riflettendo su una proposta fatta dalla società.

Ma anche lui però ha le sue colpe, perché sapeva che l’Inter lo corteggiava, e infatti ieri Tinti (procuratore di Inzaghi), stava a Milano.

Allora il dubbio che si sia creata una “tarantella” appositamente per sdeviare – ingannando il popolo della Lazio – e spartire in (quasi) egual misura le responsabilità di questo mancato accordo fra le parti, diventa più che un’ipotesi.

Ma lasciateci dire che comunque Inzaghi è stato trattato malissimo dalla Lazio, intesa come dirigenza sia ben chiaro, e lo dimostra anche la dichiarazione che il mister ha fatto dopo Sassuolo: “Sono l’unico tecnico che è andato agli ottavi di Champions, senza rinnovo che aspetto da 16 mesi.” Ma ci rendiamo conto? Ma ieri Lotito che proposta avrà fatto a Simoncino, “Due noccioline e una fusaia?” Se il presidente sapeva, e lo sapeva che l’Inter poteva farsi sotto, perché non ha alzato ancora di più l’offerta per il nostro grande mister-tifoso?

Il comunicato della Lazio

Il comunicato con cui la Lazio ufficializza l’addio di Simone è proprio una pugnalata al cuore. “Rispettiamo il ripensamento di un allenatore e, prima, di un giocatore che per lunghi anni ha legato il suo nome alla famiglia della Lazio e ai tanti successi biancocelesti.” Come si fa a rispettare un ripensamento? La verità è che Inzaghi non ci ha ripensato. Inzaghi già sapeva che il suo futuro sarebbe stato lontano da Roma.

Inzaghi non ha tradito

Già ieri pomeriggio, quando è uscito da Villa San Sebastiano. La verità, come spesso accade nelle dinamiche sportive o anche politiche, non è chiara e mai nessuno, tranne pochi, sapranno veramente come sono andate le discussioni fra Inzaghi, Lotito e il dirigente albanese.

Ma una cosa è certa: Inzaghi è stato tradito, non certo dai suoi tifosi, ma dal suo presidente che evidentemente non credeva molto in lui. E i laziali, quelli veri, le sanno queste cose. Perché le persone si vedono da come si comportano, non da come parlano.

Davide Sperati

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