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Un uomo, un perché: Luis Alberto

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Alcuni o molti dei nostri lettori si ricorderanno l’esilarante rubrica del programma cult della Gialappa’s Band, Mai Dire Gol, in cui il trio comico milanese prendeva in giro personaggi più o meno opinabili che nel corso delle settimane si erano resi protagonisti di fatti insoliti. La rubrica si chiamava “Un uomo, un perché“.

Il nostro uomo oggi è Luis Alberto Romero Alconchel, classe ’92, nativo di San Josè del Valle, paesino di 5mila abitanti dell’Andalusia, estremo sud della Spagna.
Il mancino andaluso, dopo i primi calci al pallone nelle piazze suo paese, approda allo Jerez, comune famoso per l’omonimo circuito di Formula 1 e Moto Gp, dove trascorre i primi anni del suo settore giovanile, mettendosi in mostra come talento prodigio dai 6 ai 12 anni. Un talento che non passa inosservato ai maggiori club di Spagna, tanto che su di lui si posano gli occhi del Siviglia, che lo strappa alla terra natìa parcheggiandolo nella sua squadra B, dove il giovane Luis colleziona 74 presenze condite da 24 gol, innumerevoli assist, e giocate da stropicciarsi gli occhi. Un predestinato. Tanto predestinato che il salto in prima squadra non tarda ad arrivare: il 10 novembre 2010 disputa la sua prima partita con la maglia della squadra maggiore in occasione dei sedicesimi di finale contro il Real Unión, partita che verrà vinta 6-1. Mentre il 16 aprile 2011 gioca il suo primo match in Primera División in occasione della trasferta persa, per 1-0, contro il Getafe. “Che sinistro quel Luis!” “Che dribbling, che agilità!“. Gli opinionisti e i media locali cominciano a pregustare quello che, secondo loro, sarebbe diventato il nuovo asso del calcio spagnolo.

Ecco infatti spuntare il Barcellona, club in cui Luis Alberto approda nel 2012, (in prestito) appena ventenne. Nella squadra B dei blaugrana il fantasista gioca 38 partite, segna 11 gol. Ma questo non basta a convincere il club a confermarlo, e il buon Luis torna mestamente a Siviglia, ma solo per poco. Su di lui infatti piomba nientepopodimenoche sua maestà il Liverpool che lo strappa agli andalusi per la cifra monstre di 8 milioni di euro. Il talento di San Josè è pronto a consacrarsi proprio lì dove il calcio venne inventato. Pronti per l’esplosione? No, affatto. La stagione inglese si rivela un fallimento, Luis non si adatta al calcio inglese e colleziona appena 12 presenze, 0 gol. “Forse è meglio rimandarlo a giocare in Spagna“.

Detto, fatto. Prestito secco al Malaga e strepitoso esordio contro l’Athletic Bilbao: è suo infatti il gol partita che consente al club andaluso di sconfiggere i baschi. Luis ha trovato la sua dimensione, finalmente! O forse no, decisamente no. A fine stagione i gol infatti saranno appena 2, troppo poco per i dirigenti del Malaga, che rispediscono il mancino ai Reds, con tanti ringraziamenti e la promessa di non rivedersi mai più. Ma il Liverpool non ha alcuna intenzione di tenerlo in rosa, e lo spedisce nuovamente in Spagna, stavolta al Deportivo La Coruna: è la miglior stagione di Luis Alberto, 31 presenze e ben 6 gol, oltre a numerosi assist e mirabili giocate.

Se pensate che questo basti per una conferma state sbagliando. Il Depor infatti non esercita il diritto di riscatto e Luis torna mestamente nella città dei Beatles, in attesa di collocazione. Ed ecco spuntare la Lazio ed Igli Tare: un ammicamento, un breve corteggiamento ed il Ds biancoceleste piazza il colpo dell’ultim’ora strappandolo agli inglesi per una cifra vicina ai 5 milioni di euro. “Abbiamo scelto lui perché dà la possibilità di giocare anche dietro le punte oltre che da esterno (…) è un giocatore di ottime qualità, che ha nel suo bagaglio anche l’ultimo passaggio…“. Il post Candreva è qui, e viene dall’Andalusia.
In ritardo di condizione, si dice di lui, tanto che l’esordio tarda ad arrivare ed avviene solo nella trasferta (persa) di San Siro contro il Milan: pochi minuti con il risultato già compromesso. Poi una serie di noie muscolari e le difficoltà di adattamento ne rallentano l’inserimento in squadra, tanto che ad oggi il mancino classe ’92 ha collezionato appena 2 presenze. Ma (forse) sta per arrivare il suo momento: Keita Balde Diao partirà a breve per disputare la Coppa d’Africa con il Senegal, competizione che terrà il talento di Arbuciès lontano da Roma per almeno un mese. “Keita in Coppa d’Africa? Non dimentichiamoci che abbiamo ancora un Luis Alberto da scoprire“, ha dichiarato sornione Tare non meno di un mese fa. Il Ds ci crede, i tifosi un po’ meno, memori di tutte le meteore che negli anni di gestione Lotito hanno indossato la gloriosa casacca biancoceleste.

Non ci resta che aspettare, sperando che l’attesa non sia interminabile e soprattutto vana.

Luis Alberto Romero Alconchel, un uomo, un perché.

Giulio Piras

 

 

La Lazio poteva avere il giocatore più forte del mondo. L’incredibile rivelazione di Di Marzio

Quante volte nella Lazio ideale di tutti i tempi abbiamo inserito Diego Armando Maradona? Il campione argentino che negli anni ’80 portò l’Argentina a vincere la sua seconda coppa del Mondo e il Napoli a diventare una delle squadre più forti d’Italia e d’Europa poteva vestire la maglia della Lazio. A rivelarlo è l’ex tecnico campano Gianni Di Marzio a Sky Sport: “Ero in Argentina nel 1978, andammo a casa di Maradona a Villa Fiorito per convincerlo a fare un provino, dopo dieci minuti capimmo già tutto, fece tre gol fantastici. Era presente anche un osservatore della Lazio e per paura che loro ci anticipassero con una scusa andai in bagno e chiamai subito Ferlaino dicendogli che se fosse stato d’accordo gli avrei subito fatto firmare un pre-contratto. Con Diego poi passai due settimane, eravamo nello stesso albergo e andavamo a spasso per la città”. Davvero un peccato, anche la Lazio sarebbe potuta diventare grande con El pibe de oro.

Hai VHS Disney? Potresti diventare ricco

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Mancano poche ore al Natale e, tra alberi, regali e presepi che adornano le nostre case, potrebbero spuntare delle gradite sorprese. Sì perché in molti potrebbero essere sorpresi nello scoprire di possedere un vero e proprio tesoretto, di cui avevano sempre ignorato l’esistenza e che potrebbe servire per realizzare i propri sogni delle feste. Un modo per essere “Babbo Natale di sé stessi”. Stiamo parlando dei vecchi film Disney, che giacciono in qualche angolo in soffitta, in garage o in cantina, ma anche sotto il letto. Ebbene, se ricordate di possederne almeno una copia, iniziate a rovistare e a recuperarla perché il suo valore, dal punto di vista economico, potrebbe essere non di poco conto. A confermarlo il portale Pretty52.com, che, spulciando su Ebay, ha scoperto un piccolo gruppo di VHS Disney venduto a prezzi, per così dire, ‘importanti”. Ecco qualche esempio.

Da una copia di La Bella e la Bestia si possono ricavare fino a 4800 euro circa, a patto però che la confezione sia ancora integra e mai stata aperta. Una di Cenerentola, inoltre, può essere valutata intorno ai 4300 euro. Meno ‘remunerativi’ (si fa per dire) sono invece Red e Toby nemici-amici La Sirenetta, dai quali si può sperare di incassare rispettivamente 430 e 480 euro. Insomma, se questo articolo fosse uno spot pubblicitario, probabilmente reciterebbe “Se milionario vuoi diventare, un film della Disney una mano ti può dare“.

E se la Nord creasse una squadra? Gli ultrà del Porto lo hanno fatto…

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Una squadra “da paura”, e non per modo di dire. Si tratta del “Canelas 2010“, formazione che milita nella quarta categoria portoghese, tutta composta da ultras del Porto e che sta dominando il proprio campionato grazie alle ultime 12 partite, vinte tutte per 3-0 a tavolino. Il motivo? L’estrema aggressività dei suoi calciatori, che ha spinto le squadre avversarie a non presentarsi, perdendo dunque senza scendere in campo e pagando oltretutto una multa di 750 euro.

Vincono grazie alle minacce rivolte a ragazzi di 20 anni e gli arbitri e le forze dell’ordine non fanno nulla per evitarlo“, il racconto di una fonte anonima ai microfoni del quotidiano spagnolo “El País”. “I direttori di gara sono intimiditi e non hanno il coraggio di mettere a referto quello che succede, quindi nessuno fa niente“, il commento sconsolato di Manuel Gomes, presidente del Grijó (una delle 12 squadre che hanno rinunciato a giocare), al termine di una riunione segreta, che ha avuto luogo alla fine di ottobre e in cui si discuteva di una possibile radiazione del Canelas.

Che, via social, si difende così dalle accuse: “Chi ha paura si compri un cane“. “Tutto questo è un’esagerazione e ci intristisce, ma noi pensiamo solo ad allenarci bene e a ottenere la promozione“, la replica di Fernando Madureira, capitano della squadra e leader del gruppo ultrà dei “Super Dragões”, sostenuto da circa 5mila tifosi e grande amico di Jorge Nuno Pinto da Costa, presidente del Porto sin dal 1982. “Noi giochiamo con il cuore e il calcio in queste categorie è stato sempre duro e caratterizzato dall’aspetto fisico e dai contrasti, non stiamo parliamo della danza o del nuoto“.

MERCATO – Attenta Lazio, hai altri 60 milioni di motivi per temere Conte

Una cessione (con tutto il rispetto) esagerata ma comunque importante, purtroppo o per fortuna il mercato cinese è anche questo. Il Chelsea ha chiuso la cessione del trequartista brasiliano Oscar allo Shanghai SIPG per la cifra a dir poco importante: 60 milioni di euro. Introiti fondamentali per la squadra allenata da Antonio Conte e che si vanno ad aggiungere al già ricco budget a disposizione sul mercato.

Soldi che il club di Abramovich non vede l’ora di spendere sul mercato per rendere il suo Chelsea “trita tutti” ancor più forte. Innanzitutto Conte vuole un difensore centrale di assoluto livello. Il sogno è sempre stato Leonardo Bonucci, ma il muro eretto dalla Juventus, arrivato fino al rinnovo da poco sottoscritto fino al 2021, ha frenato il sogno di mercato del grande ex. Conte negli ultimi giorni di mercato estivo è stato costretto a virare sul brasiliano David Luiz, ma ora, anche grazie ad una ritrovata potenza economica, investirà pesantemente per portare a Londra un rinforzo che cementi la corsa del Chelsea al titolo di Premier League. Il nome più caldo secondo quanto riportato da calciomercato.com è sicuramente quello di Kostas Manolas, centrale greco della Roma. Il club giallorosso ha bisogno di fondi per fare mercato e per coprire parte die debiti che ancora detiene. Reallizzare una plusvalenza importante con la cessione di Manolas aiuterebbe anche in ottica Fair Play Finanziario. L’alternativa maggiormente gradita da Conte resta quell’Alessio Romagnoli già corteggiato in estate e che sta crescendo nel Milan di Montella fresco vincitore della Supercoppa Italiana. Il mancato closing con Sino Europe Sport agevolerebbe la trattativa di fronte ad un’offerta monstre. Fantino di coda restano i profili di Kalidou Koulibaly e Stefan de Vrij: per il primo però c’è il problema Coppa D’Africa, per quanto riguarda l’olandese, invece, non convince appieno il rientro da un lungo infortunio. Insomma se i tifosi biancocelesti si erano tranquillizzati con il fatto che lo United sta prendendo Lindelof del Benfica, ora hanno 60 milioni di motivi in più per temere i Blues.

CALCIOMERCATO – Tentazione Cholito per la Lazio. Ma dalla Spagna rilanciano…

Ormai è assodato: serve un “vero” vice-Immobile. Djordjcevic purtroppo non è più sufficiente da un pezzo. Inzaghi ha provato a rinvigorito ma ormai c’è poco da fare, il ragazzo è bloccato a livello psicologico e c’è sempre la più ferma convinzione che una nuova avventura in un’altra squadra sarebbe sicuramente rigenerante per lui. L’uscita del serbo porterebbe inevitabilmente i biancocelesti a tornare sul mercato per regalare ad Inzaghi un attaccante in grado di supportare e scambiarsi con Ciro Immobile, visibilmente a corto di fiato.

UN ALTRO SIMEONE A ROMA? – Il Cholito è la grande tentazione di LotitoSimeone Jr fa gola alla Lazio, come riporta il Corriere dello Sport, il figlio del grande Diego Pablo Simeone sembra essere diventato il grande obiettivo per l’attacco biancoceleste. Giovane e bravo, un attaccante di grande prospettiva che sta facendo benissimo sotto la Lanterna. Ad oggi 16 presenze e 6 gol. Il patron biancoceleste avrebbe già chiesto notizie al suo “amico”Preziosi, numero uno del Genoa. Un nome, quello del Cholito, che fa ricordare le gesta del padre, mai dimenticato tra i tifosi della Lazio. A Roma sarebbe un ‘ritorno’, perché viveva all’Olgiata quando suo padre vinceva con la banda di Ericsson. Difficilmente, però, Preziosi lo cederà a Gennaio. I grifoni, infatti, hanno da poco ceduto l’ex obiettivo dei biancocelesti di questa estate, Leonardo Pavoletti (ceduto al Napoli), difficilmente si priverebbe anche del suo secondo bomber più forte una una sola volta. Più probabile che l’operazione si faccia in estate. Il padre non molto tempo fa aveva dichiarato che un giorno sarebbe tornato a Roma per allenare la Lazio. Sarebbe bello, se un giorno, padre e figlio si rincontrassero sotto il simbolo della maglia più bella…quella della Lazio.

IN SPAGNA SONO SICURI – Secondo il portale spagnolo As.com, invece, l’obiettivo invernale dei biancocelesti è Mariano Diaz. Attaccante del Real Madrid classe 1993, salito dal Castilla. Zidane lo vede come terza punta, davanti ha mostri sacri come Cristiano Ronaldo, Bale, Benzema. 6 presenze totali in questa stagione tra Liga, Copa del Rey e Champions League, condite condite pure da 5 gol e 1 assist in appena 157’. Il giocatore di origini domenicane vorrebbe giocare di più, lo stesso tecnico francese avrebbe avallato ad una sua cessione, magari in prestito. Sempre secondo il portale spagnolo, oltre alla Lazio, però, ci sono anche il Siviglia di Sampaoli e l’Eintracht Francoforte interessate al giocatore.

Multa striscione per Gabbo. Il fratello Cristiano: “Si è pensato più ai cavilli che alla sensibilità…”

AGGIORNAMENTO DEL 24/12 ORE 09:30 – Una decisione che ha lasciato perplessi – per non dire indegnati – i tifosi della Lazio ma (quasi sicuramente) anche quelli di tutta Italia. Addirittura anche l’informazione giallorossa si è interrogata in merito a questo provvedimento. Per approfondire la vicenda, ai microfoni di Radiosei ha parlato il fratello di Gabriele Sandri, Cristiano, per chiedergli un commento a caldo: “Secondo me era una multa da evitare. Perché, indipendentemente da richieste burocratico/amministrative, era uno striscione in memoria di un amico scomparso. Non recava offese a qualcuno o a chicchessia. A volte l’elasticità e la praticità premiano di più, invece i cavilli rischiano di essere interpretati malamente e utilizzati per andare contro. Bastava usare il buon senso. Questa multa stride con il comportamento che si richiede ai tifosi che stanno manifestando tutta la loro intelligenza e civiltà nel sostenere la propria squadra e poi invece si cede a questi cavilli in occasioni del genere in cui si potrebbe dimostrare sensibilità. Altrimenti sembra che ogni occasione sia buona per creare un ‘casus belli’. A mio avviso si trattava di una multa inappropriata“.

 

“11-07/11-11-16 Gabriele presente!“, questo lo striscione comparso in Curva Nord durante Lazio Genoa per ricorda Gabriele Sandri. Striscione che è costato caro ad alcuni laziali che si sono visti recapitare a casa una multa. “In occasione della partita Lazio-Genoa, in data 20.11.2016, venivano ripresi dal sistema di video sorveglianza nella parte centrale della Curva Nord, due striscioni, con sfondo bianco e scritta nera, riportanti le date 11/11/2007 e 11/11/2016 non autorizzati dal GOS”, si legge sul provvedimento. “Per la violazione di cui sopra è prevista la sanzione amministrativa da 100 euro a 500 euro…”. Un provvedimento che rasenta l’assurdo e che nulla ha a che vedere con la prevenzione alla violenza negli stadi. A riportare la notizia è lultimaribattuta.it.

Palombi-Rossi, la strana coppia: e se il futuro dell’attacco della Lazio fosse…

Chiamatela “la strana coppia”, anche se di strano in fondo non c’è proprio nulla. O forse sì: di fatto sono due centravanti, due prime punte seppur con caratteristiche, diciamo così, morfologiche, abbastanza diverse. Eppure Simone Palombi ed Alessandro Rossi potrebbero diventare presto i gemelli del gol in maglia biancoceleste.

Questo perché la fine del 2016 è stata particolarmente interessante per due ragazzi che si sono passati il testimone di bomber della Primavera, ma che potrebbero trovarsi fianco a fianco nel calcio che conta con la maglia che hanno sempre sognato. Bomber inarrestabile, frenato finora solamente da qualche limite caratteriale che gli è costato due espulsioni nelle ultime settimane, Alessandro Rossi è il “baby” della situazione, classe ’97 capace di realizzare già diciassette gol nel campionato Primavera. Un predestinato che due anni fa aveva già deciso il derby nella final eight, e che se eviterà gli eccessi come nell’altro derby, stavolta disastroso, di mercoledì scorso al Tre Fontane, allora sarà già pronto per una Serie A che mai come quest’anno ha accolto tanti nuovi talenti.

Appena di un anno più giovane, Simone Palombi ha iniziato faticando a Terni, ed ha trovato invece nuova linfa nella gestione rossoverde del tecnico Benny Carbone, che l’ha visto andare con più costanza in gol non appena ha iniziato a vestire con continuità la maglia da titolare. Più rapace d’area Palombi, più capace di sfruttare potenza ed “inventarsi” gol Rossi, le qualità dei due potrebbero combaciare perfettamente. Ed avere una coppia da crescere in casa, magari all’ombra di Ciro Immobile, potrebbe essere la sorpresa più bella per una Lazio che come nessuno sta sfruttando i gioielli del suo settore giovanile negli ultimi anni.

Fabio Belli

Scudetto 1915, Mignogna: “Chiederò al Consiglio Federale di decidere senza condizionamenti”

L’avvocato Gian Luca Mignogna, per fare il punto sull’uscita del libro “Lo Scudetto Spezzato” scritto assieme ad Emiliano Foglia, che riassume le vere vicende del Campionato 1914/15, e lo stato della rivendicazione ex aequo del tricolore 1915 da parte della Lazio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio.

Abbiamo vissuto mesi convulsi,ha spiegato Mignogna, “ma la battaglia per lo scudetto spezzato, quello del 1915, sta per giungere al suo momento decisivo. Il libro si chiama così proprio per un’intuizione che ho avuto, per far capire che quello scudetto non può più essere ad appannaggio esclusivo dei soli genoani. Il lavoro storiografico e legale attorno alla rivendicazione è stato enorme. Molti dei documenti emersi sono dei veri e propri elementi probatori, nuovi e sconosciuti fino a poco tempo fa, che la FIGC certamente non potrà ignorare, così come non li ha potuti ignorare la Commissione dei Saggi che ha già espresso un parere molto chiaro in merito.

Questi elementi sono stati riportati in gran parte nel volume “Lo Scudetto Spezzato”, che depositerò in forma telematica in FIGC. Sono intenzionato a scrivere a breve anche al Presidente Federale Carlo Tavecchio e chiedere un’eventuale udienza presso lo stesso. I laziali chiedono giustizia, gli elementi emersi ormai sono fin troppo evidenti: comprendiamo perfettamente la delicatezza del momento, gli articolati meccanismi delle dinamiche federali e la fase particolare che si sta vivendo con il rinnovo delle cariche FIGC all’orizzonte. Tuttavia per la Federazione Italiana Giuoco Calcio credo sia arrivato il momento di prendere il coraggio a due mani ed assumersi la responsabilità di una decisione che sarebbe di portata storica, che rappresenterebbe a tutti gli effetti un atto di limpida giustizia verso i valori dello sport ed il rispetto dei principi giuridico/sportivi. E’ ora di rendere omaggio ai caduti laziali della Grande Guerra onde consacrarne i diritti che avevano acquisito sul campo: la conquista della finalissima nazionale! Il mio auspicio è che i Consiglieri Federali si determinino a decidere senza condizionamenti di alcun tipo, né di carattere personale o sportivo, né tantomeno politico. E’ la storia che lo richiede, il senso di responsabilità a suggerirlo.

Non è solo un proverbio, tutte le strade portano veramente a Roma (FOTO)

“Tutte le strade portano a Roma è un proverbio della cultura popolare italiana. Il proverbio trae origine dall’efficiente sistema di strade dell’antica Roma, su cui in buona parte si basa l’attuale sistema viario italiano. Molte strade consolari partivano da Roma e quindi, se prese in senso contrario, “portavano a Roma” ed oggi sono identificate con: Aurelia, Cassia, Flaminia, Salaria, Tiburtina, Casilina, Appia, Ostiense.

Il gruppo di ricerca del Moovel Lab (con sede a Stoccarda, in Germania) però, ha dimostrato che il proverbio dice il vero: veramente tutte le strade portano a Roma. Il gruppo tedesco (che si occupa di studiare, con dati e algoritmi, la mobilità e i trasporti) ha provato infatti a rispondere alla domanda: “Tutte le strade portano a Roma?”. Sul sito del progetto è spiegato che la domanda – appunto una sorta di modo di dire, derivato dai tempi in cui Roma era capitale di un impero – tormentava da un po’ di tempo Benedikt Groß, uno dei membri di Moovel Lab, specializzato in scienza computazionale, cioè la materia attraverso il quale si cerca – in estrema sintesi – di usare la potenza di calcolo ed elaborazione dei computer per rispondere a domande altrimenti impossibili. Sfruttando software di calcolo, mappe e programmi di elaborazione grafica è riuscito a visualizzare tutte le principali strade che da circa 500mila punti di partenza in Europa portano a Roma.

Per realizzare le mappe Moovel Lab ha racchiuso l’Europa in una griglia di circa 26 milioni di chilometri quadrati e ha individuato in quel reticolo circa 486mila punti di partenza. Usando dei software ha poi calcolato la migliore strada che da ognuno di questi punti permette di raggiungere Roma. Il risultato sta in una mappa in cui le strade sono rappresentate con un tratto più o meno marcato: più è marcato più sono i percorsi che confluiscono in quel tatto.

PRIMAVERA – Squalifica Bari, l’ag: “Madiu chiede scusa a tutti, ma la sua squalifica…”

E’ stato un week-end da incubo per la Lazio calcio. Non solo per i grandi che hanno subito un netto 3 a 0 a Milano contro l’Inter, ma anche i giovani aquilotti della primavera che hanno subito l’umiliazione di perdere 5-0 nel derby contro la Roma in Coppa Italia. Partita da dimenticare per i ragazzi di Bonatti. Non solo per il risultato ma anche per gli episodi spiacevoli che si sono manifestati in corso di gara e che hanno portato: alla squalifica di Rossi, l’infortunio di Rezzi e per finire, non per importanza ma solo in ordine di tempo, ai cori razzisti rivolti dalla tribuna giallorossa a Madiu Bari. Il quale reagendo si è beccato il rosso e pure quattro giornate di squalifica. Una stangata non indifferente, di cui ha parlato ai microfoni di ‘Mondo Primavera’, Gabriele La Manna agente del ragazzo. Ecco le sue parole:

Madiu è davvero dispiaciuto per la sua reazione, porgiamo le nostre scuse nei confronti della società Lazio e nei confronti di quella parte dei tifosi della Roma che hanno semplicemente visto la partita senza partecipare ai messaggi razzisti di cui però nel referto, attraverso cui viene ufficializzata la squalifica del ragazzo che reputiamo inoltre sovrastimata, non viene fatto alcun riferimento. Ci saremmo aspettati maggiore attenzione da parte dell’arbitro che ha solo punito la reazione, ingiustificata ma motivata, del ragazzo. Ci aspettiamo anche un segnale dalla Roma in seguito alla presa di coscienza di quanto accaduto”.

Terrorismo, massima allerta a Roma: Fori imperiali sempre più blindati

Roma innalza il livello di allerta contro il terrorismo dopo la strage di Berlino e dopo l’uccisione  a Milano di Anis Amri, l’attentatore che ha colpito in Germania.  Doppiamente blindati i Fori Imperiali, militari con il mitra fissi davanti al Colosseo.
Anche le zone attorno al Vaticano sono normalmente interdette al traffico e verranno rafforzati i servizi così come saranno regolamentati anche gli orari delle operazioni di carico e scarico merci.

Rambaudi, “bastone e carota” nei confronti della Lazio e di Inzaghi

Roberto Rambaudi, è tornato sulla sconfitta a Milano contro l’Inter dei ragazzi di Inzaghi. Per il tecnico e per i suoi giocatori l’ex giocatore biancoceleste ha speso parole di elogio ma anche forti critiche nei confronti sia del tecnico ma sopratutto di rosa e (indirettamente) della società. Ecco le sue parole rilasciate a Radiosei nella trasmissione “9 Gennaio 1900”:

“La Lazio è un’ottima squadra ma ha dei limiti mentali, non ha ancora nel DNA quella mentali vincente. La squadra rispecchia la società, i numeri generali della Lazio degli ultimi anni. Quando c’è da fare il salto di qualità anche mentale, non lo fa. E’ il limite che abbiamo da tempo. Nel Milan, nonostante sia in costruzione, si respira l’aria di vittorie cosa che qui purtroppo non accade. Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro, ma se in conferenza stampa alzi l’asticella degli obiettivi quando vai a Milano contro l’Inter non puoi lasciare fuori Keita. A Gennaio è mercato di riparazione, giocatori che non giocano da altre parti o che arrivano dopo infortuni a meno che non si vada dalle grandi a chiedere giocatori come Bacca o altri…”

Supercoppa Italiana: la roulette dei rigori premia il Milan

Spettacolo puro a Doha. Per quello che hanno espresso in campo Juventus e Milan nessuno avrebbe obiettato se la partita fosse durata un’altra ora e mezza. Il verdetto è arrivato, ancora una volta la terra araba non porta bene ai bianconeri: la Supercoppa italiana è del Milan. I rossoneri vincono ai rigori per 5-4: la partita era terminata 1-1 dopo 12o minuti: reti nel primo tempo di Chiellini e Bonaventura. Decisivi gli errori dal dischetto di Mandzukic (traversa) e sopratutto di Dybala (parato in modo spettacolare da Donnarumma). Serata No per il talento argentino che al 118′ si divora il gol vittoria.

Riprese da incubo: il secondo tempo è ancora una volta nemico dei biancocelesti

Ancora una volta i secondi tempi hanno un effetto deleterio sulla Lazio. Purtroppo però questa volta il calo di concentrazione ha portato non solo a subire gol (dopo un primo tempo perfetto a livello difensivo) ma ha portato sopratutto ad una sonora sconfitta. Insomma ancora una volta la ripresa è da incubo. Una tendenza che era già stata evidenziata in questo girone di andata: 18 dei 21 gol subiti sono arrivati nei secondi tempi. Cifre da studiare. Il mister ci penserà molto durante la sosta natalizia: la sua Lazio è pronta per recuperare energie e evitare nuovi cali.

I SECONDI TEMPI – Gli ultimi 4 secondi tempi della squadra di Inzaghi, inoltre, riportano un dato chiaro:

Lazio-Roma 0-2
Samp-Lazio 1-0
Lazio-Fiorentina 1-1
Inter-Lazio 3-0

Numeri che confermano come l’eliminazione di questi difetti è uno dei grandi obiettivi del 2017

This is football, quando una serata nasce storta c’è poco da fare…

E’ terribilmente fastidioso perdere quando non lo meriti e per di più con un netto 3-0. La Lazio esce ferita dalla sconfitta del Meazza contro l’Inter degli ex Pioli e Candreva ma assolutamente non ridimensionata (lo ribadisce anche l’inviato di Mediaset Premium, Pietro Pinelli). Peccato, fino all’eurogol di Banega la Lazio stava giocando una splendida partita al pari dei neroazzurri. Il pareggio era più giusto, purtroppo però quando il Dio calcio decide di metterci lo zampino c’è poco da fare. Grazie alla prodezza del suo centrocampista i neroazzurri si sono  ritrovati improvvisamente in vantaggio e si sono poi rivelati abili ad approfittare, con un rapido 1-2, del disorientamento in cui purtroppo si sono ritrovati i ragazzi di Inzaghi. Peccato, perché se fosse entrato il nostro eurogol (quello di Felipe Anderson) o almeno una delle azioni create nel corso della prima frazione di gara, adesso molto probabilmente staremo parlando di un’altra partita. Invece è arrivata la sconfitta e con essa i soliti disfattismi che d’incanto riemergono dal lungo letargo a cui Inzaghi li aveva indotti. E’ il bello del calcio dicono. È vero che questa città è da sempre umorale, in grado di creare e bruciare idoli con la stessa rapidità con cui si beve un caffè, ma c’è un limite a tutto e, soprattutto, non si può scaricare sempre rabbia e frustrazione su chi sta in panchina.

Ora è importante mettere da parte tutte le sensazioni negative dettate solo dal rammarico e ripartire. Fortunatamente l’anno nuovo inizia con un calendario favorevole (Juve a parte). E’ giusto restare delusi del risultato di mercoledì sera, ma ciò su cui invece dobbiamo concentrarci è sulla consapevolezza di avere una bella squadra che ha fatto un ottimo girone d’andata. Deve migliorare sicuramente, non è perfetta, anzi…Purtroppo il fatto di avere una delle squadre più giovani della serie A ha tanti pro ma anche tanti contro. Inzaghi ha fatto debuttare ragazzi come Murgia e Lombardi che lo hanno ripagato segnando all’esordio, ma non può fare miracoli e non può trasformare il piombo in oro. E’ facile riempirsi la bocca di frasi fatte come “dobbiamo puntare sui giovani” se poi non si la pazienza di saperli aspettare neanche dopo la consapevolezza che sono forti. Signori mettetevelo in testa, gli Ibrahimovic qui sono utopia quindi cerchiamo di apprezzare quel tesoro che la rosa della Lazio (nonostante strategie dirigenziali lascino speso e volentieri a desiderare). Bisogna lavorare e a questo non può che pensarci Inzaghi, se poi il presidente e il ds Tare (almeno questa volta) si decidessero a supportare il proprio mister come merita diciamo che la cosa non ci dispiacerebbe affatto. “Dobbiamo accompagnare l’entusiasmo del nostro tecnico“, ha dichiarato il diesse. Allora faccia qualcosa anche sul mercato. Insomma, Lazio non ridimensionata da quest’ultimo turno di campionato ma sicuramente ancora incompleta. In ogni caso basta piangere sul latte versato, aspettiamo con impazienza l’8 Gennaio per riprendere il cammino insieme alla nostra Lazio.

Marco Lanari

L’ex arbitro Chiesa: “Mazzoleni? L’arbitro peggiore della giornata”

Come vi avevamo illustrato ieri, la direzione di gare dell’arbitro Mazzoleni in Inter-Lazio ha lasciato molto a desiderare. Dello stesso parere è  l’ex direttore di gara internazionale Massimo Chiesa che ai microfoni di Calciomercato.com, ha definito Mazzoleni tra i peggiori arbitri della giornata:

Mazzoleni 4,5 – Serata da dimenticare: non concede tre rigori evidenti. Due alla squadra nerazzurra e uno alla Lazio. Il primo per l’Inter la trattenuta di Basta su Icardi e il secondo per l’entrata fallosa di Biglia sempre sul centravanti nerazzurro. Quello ai biancocelesti per un fallo di D’Ambrosio su Parolo: l’interista travolge il centrocampista della Lazio, c’era il rigore”.

De Cosmi: “Per restare ai vertici la Lazio deve fare un salto di qualità”

Per parlare della squadra biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel il tecnico della Lazio Women Roberto De Cosmi:

“Il primo tempo contro l’Inter è stato positivo, è mancato il guizzo decisivo e Handanovic si è reso protagonista di parate importanti. Inzaghi con Lulic in campo ha scelto una formazione più conservativa. Keita poteva fare la differenza a partita in corso. Il senegalese ha dimostrato che tipo di giocatore è, cerca sempre di fare il guizzo vincente. C’è stato un black-out che ha reso la partita irrecuperabile. Andare a riposo in vantaggio avrebbe cambiato l’inerzia della partita, ma l’Inter è stata cinica e ha portato a casa il match. Bisogna lavorare sull’atteggiamento mentale, la squadra quando va sotto deve trovare le giuste sinergie e il giusto carattere per riagguantare la sfida. La Lazio è sempre stata consapevole dei propri mezzi, ma quando le sfide non si mettono per il verso giusto bisogna essere pronti mentalmente per reagire. Sicuramente sarà oggetto di lavoro. Per restare tra i vertici del campionato, bisogna fare un salto di qualità. Dopo il derby la squadra biancoceleste ha fatto due prestazioni di assoluto valore. Ora c’è la sosta e, nonostante tutti ci auspicassimo un buon risultato contro l’Inter, la Lazio si preparerà al meglio, ricaricandosi mentalmente, per affrontare al meglio la ripresa contro il Crotone. Gli episodi sono determinanti contro alcune squadre. Le prime squadre della classifica danno sempre un’impronta alla partita sin dai primi minuti, spendono molto nella prima frazione di gioco. Trovarsi sotto in alcune partite genera un contraccolpo psicologico che compromette l’andamento della sfida. La Lazio, si è visto, prova sempre a fare la gara. C’è sempre da migliorarsi, soprattutto negli scontri diretti. Nel girone di ritorno ci aspettano tante partite importanti in casa. La Lazio parte sempre forte, in maniera propositiva. Abbiamo preso qualche gol, ma quando siamo andati in vantaggio abbiamo sempre portato a casa la vittoria. E’ una squadra che ha una classifica importante in questo momento. Gli scontri diretti decideranno, alla fine, il posizionamento dei biancocelesti”.

Pinelli (Mediaset) a difesa della Lazio: “Non è giusto tornare a sentire certi discorsi…”

Il 3 a 0 subito contro l’Inter degli ex Pioli e Candreva ha fatto riemergere dal levargli mugugni e lamenta da un bel po’ sopite. Per difendere i biancocelesti di Inzaghi contro queste critiche fine a se stesse, è intervenuto ai microfoni di Radiosei nella trasmissione “Non mollare mai” l’inviato di Mediaset Premium Pietro Pinelli. Ecco le sue parole:

Ricordo che ad agosto si parlava di una squadra che sarebbe stata condannata a lottare per il settimo posto, ora invece la situazione in classifica dimostra che già un grande passo in avanti è stato fatto. Detto questo mi dispiace tornare ad ascoltare dei discorsi che riportano ad argomenti antichi circa, per esempio, la poca efficienza di questo organico. La realtà è che la Lazio ha perso a San Siro ma non è stata dominata, ha dimostrato di potersela giocare. Fino al 94′ di Fiorentina-Napoli era ancora terza. La cosa su cui mi interrogherei è perchè la Lazio perchè i secondi tempi subisce 18 dei 21 gol complessivi. Difficile dire se si tratta di condizione fisica, credo sia una questione di testa, incoscienza di gioventù”

CALCIOMERCATO – Nome “nuovo” per l’attacco

CALCIOMERCATO LAZIO – Nota ormai a tutti è la necessità della Lazio di comprare un nuovo attaccante, non solo per far rifiatare Immobile, ma anche in grado di sostituire Keita che è in procinto di partire per la Coppa d’Africa con il Senegal. Un nome nuovo (ma non troppo) è quello di Simone Zaza, l’ex Sassuolo, ora in prestito al West Ham, non ha impressionato la squadra londinese, che non ha intenzione di riscattarlo, come ha dichiarato anche l’allenatore Bilic: “Perché non gioca? Se scende in campo 14 volte, siamo obbligati a riscattarlo. Per questo non ha fatto parte del gruppo negli ultmi match. Parlerò con lui del suo futuro e troveremo la soluzione giusta per tutti“. Si prospetta un’asta di mercato che vede coinvolta anche la società biancoceleste, che però parte un po’ svantaggiata a causa dell’alto ingaggio dell’attaccante.