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L’ERBA DEL VICINO – Dimissioni a sorpresa in casa Roma

In casa giallorossa si sta vivendo un periodo delicato. L’inizio stagionale non è stato tra i più rosei. Brucia ancora l’eliminazione nel preliminare di Champions League, unito a prestazioni discutibili in campionato. Nonostante i 13 punti, terzo posto come la Lazio, a Trigoria non si respira un’aria di festa.

Ed oggi sono arrivate anche le dimissioni di Walter Sabatini. Di seguito il comunicato ufficiale della società:

L’AS Roma e Walter Sabatini annunciano di aver deciso di terminare consensualmente il loro rapporto lavorativo con effetto a partire da domani, 7 ottobre 2016. L’AS Roma ringrazia Walter Sabatini per il lavoro svolto in questi cinque anni e gli augura il meglio per il futuro. La direzione sportiva verrà affidata a Frederic Massara“.

FORMELLO – Lavoro atletico e partitella in famiglia 4 contro 4

Proseguono le sessioni di allenamento in casa Lazio. La seduta odierna è scattata alle 16 con i sedici giocatori rimasti a Roma: Morrison, Minala, Patric, Wallace, Djordjevic, Radu, Prce, Murgia, Tounkara, Gonzalez, Leitner, Hoedt, Felipe, Lombardi, Vinicius e Luis Alberto. Nuovamente prestati al  gruppo, quindi, anche i quattro elementi ai margini del progetto tecnico: Morrison, Minala, Gonzalez e Tounkara. Quando torneranno i nazionali dovrebbero riprendere ad allenarsi insieme alla Primavera di Bonatti.

La rosa viene divisa in due gruppi da otto: da una parte i calciatori svolgono un lavoro atletico agli ordini dei preparatori Ripert e Fonte, dall’altra vanno in scene delle partitella a campo ridotto 4 contro 4. Ancora fermi gli infortunati Biglia (potrebbe tornare in Argentina e proseguire le cure in patria), Bastos, Basta e Marchetti (oggi accertamenti al polpaccio intorno all’ora di pranzo). Gli undici nazionali (Strakosha, Vargic, de Vrij, Lukaku, Lulic, Parolo, Immobile, Cataldi, Kishna, Milinkovic e Keita) torneranno a partire dalla prossima settimana. Soltanto a quel punto si potrà cominciare preparare la sfida dell’Olimpico con il Bologna.

Boksic: “Grazie a Cragnotti ho vissuto momenti fantastici. Della Lazio di oggi mi piace…”

Due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Supercoppa Europea, una Coppa delle Coppe e uno Scudetto nel 2000, questi i trofei conquistati dall’attaccante croato Alen Boksic nei suoi anni trascorsi all’ombra del Cupolone. L’ex giocatore biancoceleste, portato a Roma nel 1993 dal Presidente Cragnotti, intervendo ai microfoni di Fantagazzetta.com ha parlato del suo presente e, soprattutto, del passato in maglia biancoceleste.

Sul presente: “Vivo a Mariaska, un’isola della Croazia che ho comprato diversi anni fa. Trascorro le giornate con la mia famiglia dedicandomi alle mie passioni, tra cui lo sci nautico. Ogni tanto faccio il commentatore in televisione, ma non parlo di calcio tutto il giorno… (risata, ndr)”.

Sul passato: “Durante la mia carriera ho vinto tanto giocando in squadre importanti. In Francia con il Marsiglia ho conquistato la Champions provando un’emozione indescrivibile, alla Lazio ho vinto diversi trofei e con la Juve ho vinto di tutto. Difficile sceglierne una in particolare. Come allenatori mi piace ricordare Goethals, Lippi ed Eriksson. Con qualche ex compagno ancora ci sentiamo, in particolare con quelli della Nazionale, Davor Suker su tutti. Come presidente non posso che citare Cragnotti, mi voleva a tutti i costi ed è riuscito a portarmi a Roma, poi dopo l’esperienza con i bianconeri mi ha ripreso di nuovo”.

Ricordi in biancoceleste: “Avrei tanti aneddoti da raccontare, ne abbiamo viste davvero tante. Ricordo che alla fine di una gara, dopo che avevo segnato un gran gol con un tiro sotto l’incrocio, negli spogliatoi Zeman mi rimproverò fortemente perchè secondo lui avrei dovuto passare la palla a un compagno. Discutemmo duramente e la situazione tornò alla normalità solo dopo l’intervento dei compagni di squadra”.

Su de Vrj: “L’olandese è un giocatore sul quale si può puntare, un vero leader della difesa”.

Maestrelli: “Seguo sempre la Lazio. Mi stupisco sempre per l’affetto dei tifosi nei…”

Questa mattina ai microfoni di RadioSei è intervenuto il figlio di Tommaso Maestrelli, Massimo. Queste le sue parole:

“Mio figlio Tommaso Jr. gioca con il Racing, la squadra di Giannichedda, grande professionista e persona umile. Oggi giocheranno un’amichevole con l’Under 21 di Di Biagio. Spero che Tommaso possa crescere bene anche come uomo. La Lazio è nel mio cuore, la seguo sempre. Con il Pescara ero in tribuna, mi è piaciuta la caparbietà messa in campo dai biancocelesti nell’intento di raggiungere la vittoria. Poste Italiane il prossimo 2 dicembre, in occasione del quarantennale della morte di papà, emetterà un francobollo commemorativo. Dopo tanti anni ancora resto stupito nel vedere tanto affetto nei suoi confronti. Forse perché non me lo sono goduto molto, quando ci lasciò avevo appena 13 anni. Ma grazie anche ai suoi giocatori, i suoi figli putativi, ho avuto modo di conoscerlo meglio”.

Farris: “Inzaghi mette tutti sullo stesso piano, è un grande trascinatore. De Vrij? Uomo eccezionale”

Il vice di Simone Inzaghi, Massimiliano Farris, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio per analizzare il momento biancoceleste dopo la bella vittoria esterna sul campo dell’Udinese.

L’incontro con Simone Inzaghi: “Con Inzaghi ci siamo conosciuti in maniera casuale. Affrontai il fratello Pippo quando giocava con la Primavera del Piacenza. Con Simone ci incorciammo in tribuna in una partita che stavamo guardando insieme e ci presentarono. Ci fu subito feeling, ci siamo incrociati a Formello ed è stato un attimo cominciare a lavorare insieme. Abbiamo tante idee in comune, viviamo il calcio in maniera simile e questo ci ha portato ad una collaborazione proficua“. Sul momento della Lazio: “Si può sempre fare meglio, ma siamo in linea con le nostre aspettative dello spogliatoio, ossia quello che noi abbiamo chiesto ai ragazzi ad Auronzo. C’è grande voglia ed entusiasmo, oltre che tanta umiltà. Simone è un trascinatore e noi vogliamo fare bene. Ciò che abbiamo chiesto ai ragazzi si è visto, in termini di disponibilità e collaborazione“. Contro Juve e Milan c’è qualche rammarico: “Credo questo faccia parte di un processo di consapevolezza per la squadra. Contro la Juve ci siamo resi conto di essercela giocata, così come contro il Milan. Ti rendi anche conto però che con queste grandi squadre se sbagli paghi. Abbiamo capito che possiamo giocarcela su qualsiasi campo. Come squadra siamo rimasti un po’ scossi da tutto ciò che è seguito alla vittoria contro l’Empoli, certamente non una delle nostre migliori partite, ma che ha portato punti. Preferisco una vittoria come quella con l’Empoli comunque che una bella partita ma senza punti come contro il Milan. Forse qualcuno oggi potrebbe essere sorpreso della nostra posizione in campionato. Stiamo diventando forti nella testa“. Sull’esordio in panchina in Serie A: “Una cosa pazzesca. Ero stato a vedere il Derby e la sera stessa avviene questo cambio di panchina. Siamo stati travolti dagli eventi, ci sono tante responsabilità in più, rispetto alla Primavera cambia tutto. La prima settimana in ritiro a Norcia tra me e Simone avremo dormito 30 ore…Già da quella prima settimana comunque si era capito che la squadra si fidava di Simone come uomo, prima che come allenatore. All’esordio vincemmo giocando bene ed ho un bel ricordo“. Sulla differenza tra esordio come giocatore che come allenatore: “Quando esordii da giocatore ero molto giovane, forse non riesco a paragonare le due cose“. Su Lombardi: “E’ la dimostrazione che il ragazzo si sta allenando bene, possiamo contare su di lui. Si è ampiamente meritato l’esordio in Serie A, Inzaghi non regala niente a nessuno“. Le caratteristiche di Inzaghi: “Simone ha un pregio, ha una grande educazione e questo lo porta a trattare le persone tutte allo stesso modo e a comportarsi con i giocatori alla stessa maniera, a prescindere che siano dei giovani o dei veterani. C’è grande rispetto tra Simone ed i giocatori. Come staff siamo un gruppo molto affiatato e siamo riusciti a creare un ottimo sistema di lavoro. Questo ci aiuta a superare anche momenti difficili, sul campo abbiamo tanta fame e voglia di ottenere risultati e questo i ragazzi lo sentono“. Il discorso si sposta poi sul modulo: “La partita con la Juventus è stata lo spartiacque. Abbiamo preparato bene la partita e la squadra ha risposto bene a questo nuovo input (difesa a 3 ndr). Abbiamo provato e valutato e secondo noi era il modulo giusto. Lo abbiamo riproposto ad esempio anche contro il Pescara: fu una scelta ponderata, studiando le partite degli abbruzzesi abbiamo capito che attaccavano bene le difese a 4 quindi abbiamo optato per il modulo a 3. Questo modulo non è difensivista, basti pensare che gli esterni erano Felipe Anderson e Lulic, due giocatori portati ad attaccare. Felipe deve essere sereno quando interpreta tutta la fascia, anche se gioca in un ruolo non suo. Per noi come modulo comunque è anche molto importante il 4-3-3.”. Su De Vrij: “Innanzitutto è importante come uomo nello spogliatoio. Stefan è un ragazzo eccezionale, ha sofferto tantissimo per l’infortunio. Si allena sempre al massimo, è un grande professionista e sul campo questo si vede. Avrà un grande avvenire, quando sei in campo c’è molto da imparare da lui. Ha rischiato di chiudere la carriera, ma lui con grande determinazione si è ripreso ciò che era suo. Grazie a lui crescono anche i compagni, basti vedere Hoedt o Bastos“. Sui suoi inizi come allenatore: “Ho iniziato ad allenare quasi per caso. Giocavo a Civita Castellana e l’allenatore fu allontanato. Avevo 37 anni e decisi di provare questa nuova esperienza. La mia famiglia ormai si era ambientata a Viterbo ed ho deciso di rimanere qui. Con la Lazio sono entrato in un mondo nuovo, ho iniziato ad apprezzare tutto, dai colori all’appartenenza. sono diventato un vero tifoso. Poi la presenza di Simone rende tutto più facile. Gli sarò sempre riconoscente per avermi portato in prima squadra con lui“. La più bella soddisfazione da quando è alla Lazio: “Il Derby Primavera, vinto all’Olimpico in rimonta. Fu una partita straordinaria, c’era anche tutta la mia famiglia allo stadio. Il grande orgoglio fu vedere la gioia dei ragazzi, fu molto emozionante, quella vittoria se la sono guadagnata alla grande“.

 

 

 

Mandelli: “Lazio, buona partenza. Immobile ha tanti gol nei piedi”

Paolo Mandelli, ex attaccante biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio per dire la sua sul momento Lazio.

La squadra ha avuto una buona partenza: “La Lazio ha dato dei segnali positivi soprattutto per quanto riguarda la tifoseria e l’ambiente. La squadra ha bisogno di creare entusiasmo intorno a se’. In questo campionato le grandi stanno facendo fatica e la Lazio può inserirsi tra queste. I biancocelesti sono partiti senza pretese e senza sentirsi obbligati a vincere. Ora si trova in una posizione di classifica buona e può continuare su questa strada per raggiungere traguardi importanti“. E’ ancora presto però per dare giudizi: “Le statistiche per ora si basano su poche partite. Andare a Bergamo e vincere in quel modo è un segnale di forza che crea consapevolezza dei propri mezzi nella squadra. Il Napoli contro l’Atalanta ad esempio ci ha lasciato le penne. Per dare entusiasmo ai tifosi bisogna continuare a raccogliere tanti punti in questo campionato come sta facendo, la squadra ha la possibilità di farlo“. La Lazio deve migliorare nelle sfide contro le grandi: “E’ una squadra che è partita in sordina e con turbolenze riguardo l’allenatore. Creare positività e consapevolezza di poter raggiungere risultati importanti è fondamentale. Quando si vince così tanto in trasferta si creano dei meccanismi che in futuro permetteranno ai giocatori di approcciarsi nel miglior modo alle trasferte. Se la Lazio riuscisse a fare punti anche negli scontri diretti, si potrebbero raggiungere obiettivi importanti. Contro la Juventus ci sta non fare punti mentre con il Milan si poteva fare di più“. Sul modulo e le soluzioni offensive: “Il modulo Inzaghi lo avrà sicuramente in testa, ma ancora più importante è infondere nella squadra un’idea di gioco. Quando si riesce ad instaurare questo nei giocatori, poi c’è la possibilità di cambiare modulo in base agli avversari che si incontrano. E’ quello che sta facendo Inzaghi in questo momento. Penso che le soluzioni offensive ci siano per Inzaghi e penso che siano agevolate dall’avere un centravanti come Immobile che crea molti spazi lavorando per la squadra. In più ha dei compagni intelligenti e di qualità come Felipe Anderson, che trovano dei varchi in più in fase offensiva“. Poi su Ciro Immobile: “Immobile secondo me ha tanti gol nei piedi. Zeman quando aveva Immobile al Pescara mi disse: “Se non si mette in testa di fare il regista, è un bomber”.  E’ un giocatore che ha dimostrato d’avere il gol nel sangue“.

 

La Lazio vuole accontentare Morrison, ma ad una condizione…

Separati in casa. Da due anni. L’amore tra Ravel Morrison e la Lazio non è mai sbocciato. Simone Inzaghi, nonostante il buon precampionato dell’inglese, non lo vede nello scacchiere biancoceleste, e le continue fughe dell’ex Manchester Utd non fanno che incrinare un rapporto mai decollato.

Ecco quindi che a Gennaio, secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, la società biancoceleste sarebbe pronta ad accontentare Morrison, cedendolo in Premier League, dove ha tanti estimatori. Ad una condizione però: la cessione non sarà a titolo definitivo, ma solamente in prestito. Intanto, in assenza dei nazionali, l’inglese è tornato ad allenarsi con il gruppo, ma questo non sembra un reintegro bensì una semplice soluzione “tappabuchi”…

ITALIA SPAGNA – Reina avverte: “Occhio a Parolo, con la Lazio sta facendo bene”

Pepe Reina, portiere spagnolo del Napoli, è intervenuto ai microfoni del quotidiano sportivo Marca per presentare la sfida che stasera vedrà impegnata la sua nazionale a Torino contro l’Italia di Ventura.

Il portiere è consapevole della competitività degli Azzurri e della forza della loro difesa: “Con tutto il rispetto l’Italia non è mai stata una Nazionale di talento. E’, però, sempre stata molto competitiva, vincendo molti titoli. In porta non c’è nulla da scoprire. Buffon, nonostante i 38 anni, rimane uno dei portieri migliori in circolazione. In difesa giocano a memoria, grazie al trio juventino. A me personalmente piace molto Bonucci, che difende in modo molto aggressivo ma che, con il pallone tra i piedi, sembra quasi un centrocampista”. Reina teme l’estro di Candreva: “Mi piace molto l’ex calciatore della Lazio, anche con l’Inter sta facendo bene”. Poi sul centrocampo e su Marco Parolo: “Vedremo chi sceglierà Ventura. Occhio a Parolo, che sta facendo molto bene con la Lazio“. Infine sulla coppia d’attacco: “Attenzione a Pellè, che agli Europei ci ha fatto venire il mal di testa, ed a Eder. Una coppia che di sicuro ci darà problemi anche questa sera“.

Bizzotto: “Udine come punto di partenza. Immobile finalizzatore di razza”. E su De Vrij…

Giornalista Rai tra i maggiori esperti di calcio internazionale, Stefano Bizzotto è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per fare il punto sull’avvio di stagione della squadra di Simone Inzaghi, ma anche per gettare lo sguardo sull’importante impegno della Nazionale di Ventura. L’Italia infatti questa sera affronterà la Spagna a Torino per le qualificazioni ai Mondiali che si svolgeranno in Russia nel 2018.
Ci si poteva aspettare un avvio di stagione del genere da parte della Lazio, con un debuttante in panchina come Simone Inzaghi? “La Lazio viene da un’estate travagliata a causa dell’incertezza sulla scelta della guida tecnica. Ci si è rifugiati in Inzaghi che ha una grande conoscenza dell’ambiente e questo può averlo aiutato nell’approccio. C’è da considerare che un elemento chiave come Felipe Anderson, ha dovuto migliorare la condizione dopo l’Olimpiade. C’era da attendersi dunque un inizio altalenante, ma la vittoria di Udine, anche in base al gioco espresso, può rappresentare sicuramente un punto di partenza per questa Lazio. Anche risolvere i problemi di Keita potrebbe aiutare a vivere un campionato d’alta classifica“.
Tra le note maggiormente positive di inizio anno, Stefan De Vrij è tornato ad esprimersi in campo ad alti livelli: “Ho negli occhi ancora il suo straordinario Mondiale del 2014, quando è stato uno dei migliori tre difensori della rassegna iridata. Riaverlo a disposizione dopo un anno è stato come un nuovo acquisto, che fa salire non poco il livello della difesa della Lazio. Inzaghi deve essere bravo ad affiancargli giocatori adatti al suo modo di esprimersi, il rendimento di tutta la retroguardia ne trarrà giovamento di conseguenza“.
Immobile può avere le qualità per raccogliere l’eredità di Klose? “Sicuramente a livello anagrafico la situazione è dalla sua parte, è arrivato alla Lazio molto più giovane rispetto a Klose. Il tedesco era un giocatore che lavorava molto per la squadra facendo salire la squadra, Immobile è più un finalizzatore di razza e al Torino era arrivato ai massimi livelli in Serie A, poi è incappato in alcune scelte forse sbagliate. A Dortmund si era trovato ad essere un pesce fuor d’acqua e anche a Siviglia aveva giocato poco. La sua qualità però non è in discussione ed anche Ventura ne tiene conto per la sua Nazionale“.
Tra i tanti giovani nella rosa della Lazio, Milinkovic-Savic e Cataldi sembrano avere grandi prospettive: “Per il serbo parla anche il suo passato nelle Nazionali giovanili, è stato Pallone d’Oro nel Mondiale Under 20 vinto proprio con la Serbia. A tratti fa vedere di avere una marcia in più, il nodo da sciogliere per lui potrebbe essere quello della sua collocazione tattica, ma è un giocatore che vorrei sempre avere nella mia squadra. Cataldi è un giocatore che nonostante la giovane età si sta prendendo il suo spazio nel calcio italiano, anche in controtendenza rispetto a una Serie A che non offre grandi chance ai giovani talenti“.
Biglia è in procinto di rinnovare con la Lazio, ma qualcuno sta obiettando su questa scelta in riferimento alla sua fragilità fisica: “Biglia è indispensabile per la Nazionale argentina, per cui non può non esserlo anche per la Lazio. L’Argentina al momento è la Nazionale con la più alta concentrazione di fuoriclasse al mondo e se Biglia è sempre titolare è una certificazione della sua qualità. Forse i suoi infortuni sono dovuti al fatto che negli ultimi tre anni, fra Coppa America e Mondiali, non è mai riuscito a riposare“.
Che partita sarà Italia-Spagna? “Non mi aspetto un incontro spettacolare, credo sarà una partita molto tattica che sarà importante non perdere, più che vincere. Il primo posto le due squadre se lo giocheranno contro le altre formazioni, nelle sfide contro Albania, Israele e Macedonia si decideranno i giochi. Un pareggio non sarebbe comunque un risultato da disprezzare“.
Ventura è l’uomo giusto per aprire un nuovo ciclo in Nazionale? Oggi giocheranno Eder e Pellé, con Immobile e Belotti in panchina: “La coppia offensiva che giocherà stasera ha fatto le fortune dell’Italia agli Europei ed è giusto dar loro fiducia. Sarà importantissimo fra tre giorni vincere in Macedonia e chi non giocherà stasera potrà avere spazio a Skopje. Ventura è un allenatore di grandissima esperienza, è vero che non ha mai lottato per un titolo, ma il tecnico di una Nazionale deve essere soprattutto un selezionatore“.
Che valori stanno emergendo in questa nuova Serie A? “E’ ancora troppo presto per immaginare una gerarchia certa. Il mio auspicio è che possa rimanere un campionato aperto per la lotta al titolo fino alla fine. Se la Juventus dovesse fare subito il vuoto subentrerebbe la monotonia. Una variabile molto importante sarà quella delle coppe europee, chi a febbraio sarà ancora in gioco dovrà sostenere un dispendio di energie che rischierebbe di ripercuotersi in campionato“.

ITALIA SPAGNA – La presenza “ingombrante” di Lotito

Poco partecipe a meno di vittorie roboanti qundo si tratta di Lazio. Onnipresente quando c’è da seguire la Nazionale italiana.

Claudio Lotito è una presenza costante, a volte “ingombrante” quando l’Italia si appresta a giocare una partita. Ieri il patron biancoceleste ha partecipato alla conferenza stampa del Ct Ventura e del capitano azzurro Buffon, come al successivo sopralluogo della vigilia del match Italia-Spagna, valevole per le qualificazioni al mondiale di Russia 2018, allo Juventus Stadium. Nonostante le polemiche degli anni scorsi circa una presenza fin troppo assidua dunque, Lotito, in qualità di Consigliere Federale, non sembra voler mollare la Nazionale. Fino alla prossima polemica…

Kishna: “Sono in forma dopo l’infortunio, ma devo ancora abituarmi a Inzaghi”

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A poche ore dalla sfida che lo vedrà impegnato con la sua Olanda U21 contro la Turchia (per le qualificazioni agli Europei in Polonia), Ricardo Kishna, ai microfoni dei media del suo paese, ha parlato della sua esperienza alla Lazio : “Ci vuole sempre un po’ per abituarsi ad un nuovo allenatore. Simone Inzaghi gioca in maniera diversa, per cui devo ancora trovare la mia dimensione. Nella passata stagione, con il vecchio mister, ho giocato molto, ma poi c’è stato l’infortunio e il recupero è durato parecchio. Ora però sono perfettamente in forma e ne sono felice“.

Sulla partita di oggi, l’esterno classe ’95 è molto ottimista : “Dobbiamo pensare solo a prenderci i tre punti. Siamo l’Olanda e abbiamo più possibilità di vincere piuttosto che di perdere“. Anche perché, dopo il pareggio per 2-2 contro la Bielorussia, non si può più sbagliare se si vuole centrare la qualificazione agli Europei: “Abbiamo rivisto le immagini di quella gara. Abbiamo avuto un sacco di occasioni, ma abbiamo anche subito due gol sciocchi che non avremmo dovuto prendere“. Infine, sul nuovo commissario tecnico, subentrato a Fred Grim: “E’ molto simile a lui. Interagisce con noi giocatori, ci parla molto e predica un gioco molto offensivo. Dà l’impressione che ognuno sia davvero importante per il gruppo, e questo mi piace“.

Ntep e Grosicki alla Lazio a gennaio? Ecco la risposta del ds del Rennes

C’era anche lui tra gli obiettivi della Lazio per sostituire Antonio Candreva. Alla fine però Paul Georges Ntep decise di restare al Rennes, almeno fino al prossimo giugno, quando scadrà il suo contratto con il club transalpino. Il quale, tuttavia, non vuole correre il rischio di perderlo gratis al termine della stagione e per questo, viste le difficoltà riscontrate nella trattativa per il rinnovo, starebbe pensando di cederlo nella prossima sessione di mercato di gennaio.

Favorito per assicurarsene le prestazioni sarebbe al momento il Lione, ma, secondo quanto riporta ‘Le10Sport, anche la Lazio sarebbe pronta ad un ritorno di fiamma per l’ala di origini camerunense. In casa biancoceleste, però, l’operazione sarebbe, almeno per il momento, ostacolata dal fatto di non avere caselle per extracomunitari libere, ma, in caso di esito sfavorevole nella trattativa legata al rinnovo di Keita, non è escluso che la pista possa riaccendersi. Proprio a questo proposito, è intervenuto, ai microfoni de ‘Lalaziosiamonoi’ il direttore sportivo del Rennes, Jean Luc Buisine: “Ntep e Grosicki alla Lazio? Dipende dai biancocelesti. Noi abbiamo già un accordo con questi due giocatori per quanto riguarda il trasferimento. Se da Roma ci fanno un’offerta interessante…“.

L’ex Tare: “La retrocessione del Bologna colpa mia”. E su Donadoni svela…

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Ci sarà anche lui tra gli ex della sfida tra Lazio Bologna in programma alla ripresa del campionato. Prima di arrivare in biancoceleste, infatti, Igli Tare aveva indossato la divisa rossoblu, per due stagioni, fino al 2005. E proprio di quell’avventura l’ex attaccante e attuale ds capitolino ha parlato ai microfoni de ‘Il Corriere di Bologna’: Il popolo di Bologna non mi è mai stato ostile, nonostante avessi contribuito anche io alla retrocessione. Non fui l’unico responsabile, ovviamente, ma anche Mazzone ha avuto le sue colpe, come Nervo ci ha confessato e io confermo in pieno. Secondo me in quel caso è intervenuto il destino, perché nessuno meglio di me conosceva Mazzone, un grande maestro e un grandissimo condottiero con cui avevo lavorato già a Brescia, ma negli ultimi mesi di Bologna non lo riconoscevo più. Inoltre, nel secondo anno si ruppe qualcosa anche nello staff tecnico“. 

Qualche parola poi sul mercato, con un retroscena riguardante il tecnico bolognese Donadoni: “Siamo stati vicini a portarlo alla Lazio due anni fa. Ci abbiamo parlato a lungo, è un uomo di poche parole ma molto concreto. Ci fece una buona impressione, ma poi alla fine siamo andati su altri. In realtà, abbiamo parlato anche con Allegri, che ritengo il miglior allenatore italiano, ma poi scegliemmo Pioli, che sposò subito la nostra idea di calcio“.

FIFA – Calcio no stop: in arrivo altre due grandi competizioni nel periodo estivo

Stanno per aggiungersi altre due competizioni alle tante manifestazioni che popolano le serate estive dei tifosi di calcio: nei prossimi anni arriveranno la Nations League e il Mondiale per Club.

La prima edizione della Nations League dovrebbe partire dopo il Mondiale di Russia. Verrà disputata ogni due anni e vi prenderanno parte tutte le squadre nazionali di calcio affiliate alla Confederazione europea. Le cinquantacinque nazionali saranno divise in quattro fasce in base al ranking UEFA e, come voluto dall’ex presidente Platini, andrà a sostituire le amichevoli estive.

Il Mondiale per Club, voluto da Infantino, sostituirà la Confederations Cup, la cui ultima edizione dovrebbe essere nel 2017. La formula della competizione prevede ventiquattro squadre con fase a gruppi ed eliminazione diretta. Mancano ancora alcuni dettagli da ultimare ma il progetto vedrà partecipare minimo 8 squadre europee, 8 sudamericane, 4 campioni degli altri continenti (Asia, Africa, Nordamerica e Oceania) e altre 4 squadre in base a meriti ancora da stabilire.

 

Oddi: “Sabato la partita migliore della Lazio. Peccato che ora c’è la sosta. Parolo? Può giocare ovunque…”

Giancarlo Oddi è intervenuto ai microfoni di Radiosei durante la trasmissione ‘Nove Gennaio Millenovecento’ per parlare della bellissima vittoria dei ragazzi di Inzaghi ad Udine. Ecco le sue parole:

“In questo momento direi tutto troppo bene. Ad Udine da promuovere prestazione, singoli e l’aspetto tattico con il nuovo modulo. Mi è piaciuto molto Parolo, ha dimostrato che può giocare dappertutto, anche se il suo ruolo è sempre quello di mezzala. Nell’arco di una settimana c’è stato un grosso miglioramento, dall”Empoli ad Udine c’è stata una trasformazione di squadra. Non credo che dipenda dal cambio di modulo, non è quello che ti fa vincere o perdere. E’ anche vero che abbiamo incontrato una squadra dimessa, ma la Lazio ha giocato e meritato. Sabato è stata la partita migliore della Lazio in questa stagione. E’ un peccato che ora c’è la sosta, perchè ho visto una squadra in palla. Adesso con le nazionali si spezza un po’ la tensione. Comunque c’è poco da dire, oltre ai punti c’è stato anche un risveglio atletico e tecnico”.

Lazio-Keita: ecco il sostituto in caso di addio…

Continua la pace tra la Lazio e Keita, ma si ha tanto la sensazione che questo amore ritrovato e questa improvvisa professionalità del senegalese sia molto precaria. Il rinnovo non è affatto un caso chiuso: in campo sorrisi, assist, abbracci e gol. Ma per quanto riguarda il prolungamento contrattuale, Keita Balde e la Lazio non hanno ancora trovato un’intesa. Il senegalese sta dimostrando sul campo di essere fondamentale per questa squadra per questo potrebbe sfruttare la situazione per avere più forza nella trattativa per il rinnovo. La trattativa per ora è ferma, se non si troveràGabbiadini una soluzione sarà inevitabile un addio a Gennaio. Tante le corteggiatrici: c’è il Monaco, l’Atletico Madrid, in serie A il Milan e la Juventus. Ma non solo: secondo quanto riportato da Il Corriere dello Sport, il Napoli ci sta pensando. L’ipotesi è quella di uno scambio a gennaio con Manolo Gabbiadini, un vecchio pallino per la dirigenza laziale. I due club dovrebbero accordarsi sulle cifre: Keita viene infattivalutato da Lotito intorno ai 30 milioni, De Laurentiis ne ha rifiutati 28 per il classe ’91 – e per ora si tratta solo di un’ipotesi. Ma se l’interesse dei partenopei dovesse evolversi in una vera e propria volontà di acquisto non è escluso che l’operazione possa svilupparsi. Lotito attende il momento giusto per capire cosa fare.

Edmundo: “La Lazio di Inzaghi mi ricorda il Corinthians di Tite di quattro anni fa”

Il fan che non ti aspetti: Edmundo “O Animal”. L’ex attaccante di Fiorentina e Napoli è rimasto particolarmente colpito dalla Lazio di Inzaghi tanto da farvi un paragone illustre: “Inzaghi, il tecnico della Lazio, sta giocando come faceva il Corinthians di Tite di quattro anni fa”, ha dichiarato l’attuale cronista di Fox Sports durante una diretta televisiva. Un paragone per nulla scontato quello tra la Lazio di Inzaghino e il club brasiliano, soprattutto perché, proprio quattro anni fa, il Timão vinse la Copa Libertadores e successivamente la Coppa del mondo per club contro il Chelsea. Trionfi che portarono in auge lo stesso Tite (al secolo Adenor Leonardo Bacchi, ndr), oggi ct del Brasile dopo l’esonero di Dunga in estate. Un auspicio niente male per l’allenatore piacentino, determinato più che mai già da quest’anno a riportare l’aquila nei cieli d’Europa.

Tifosi in calo, stadi sempre più vuoti in tutta Italia

Il calcio resta ancora lo sport più seguito nel nostro Paese ma le percentuali di coloro che lo seguono sono sempre più in calo. Secondo un sondaggio condotto da Demos per Repubblica 4 italiani su 10 si definiscono “tifosi” di calcio. Dato poco superiore rispetto agli altri sport, su tutti motociclismo e Formula 1.

Quando si tratta di motori, Valentino Rossi o la Ferrari, il tifo unisce, mentre nel calcio divide gli italiani. Il tifo nel calcio suscita appartenenza e, dunque, divisione. Da qualche tempo, inoltre, è attraversato da dubbi crescenti. Il 38% degli italiani intervistati si dichiara “tifoso di calcio”. Un po’ meno rispetto agli ultimi anni ma ben 14 punti al di sotto del 2010 (e 20 meno del 2009). Parallelamente sono cresciuti i sentimenti e i risentimenti più accesi. Oltre la metà dei tifosi (per la precisione il 53%) è, infatti, costituita da “militanti”. Ultra-tifosi, anche se non necessariamente ultrà: 10 punti più del 2010 di cui ben 6 rispetto a un anno fa. Un ulteriore 31% è composto da tifosi che si definiscono “caldi”. Così, quasi l’85% del tifo esprime un forte grado di coinvolgimento. In assoluto il livello più elevato dal 2005.

Nel calcio italiano la bandiera maggiormente seguita è sempre quella bianconera. Infatti sono più di un terzo i tifosi che sostengono la Juventus. A distanza Inter e Milan, entrambe intorno al 14%, avvicinate dal Napoli al 13% e ancora dietro la Roma. Le altre, Lazio e Fiorentina per prime, hanno sostenitori limitati su base nazionale, di cui la maggior parte concentrate in ambito locale. L’altra faccia dell’appartenenza è l’antagonismo. La Juve è si la squadra più amata ma, per lo stesso motivo, anche la più “odiata”. Da tutti ma in particolare da napoletani, romanisti e interisti. La rivalità con i nerazzurri è nota, amplificata anche dalle vicende di Calciopoli. Una novità è l’ostilità dei tifosi napoletani verso i bianconeri, riflesso evidente del passaggio di Higuain alla Juventus.

Il tifo italiano sta, dunque, restringendo i propri confini mentre al suo interno aumentano le componenti militanti. E’ anche per questo motivo, forse, che gli stadi si svuotano. Il calcio è diventato uno spettacolo da guardare in tv o tramite pay per view, a pagamento o, sempre di più, su internet. Ma anche l’audience delle pay per view appare in costante calo negli ultimi tempi. Una ragione su tutte: la credibilità. O meglio: la non credibilità. Perché il campionato è ritenuto sempre più condizionato dalla corruzione, dalla criminalità organizzata e dalle scommesse. Solo due tifosi su dieci credono che il calcio sia più pulito rispetto a dieci anni fa. Mentre la fiducia nella Lega e nel presidente della Federcalcio, Tavecchio, è circoscritta a una minoranza di tifosi non superiore a un terzo. Così non sorprende che nove tifosi su dieci chiedano il ricorso alle tecnologie in campo. Come la moviola. Non solo per fiducia nella scienza ma più per sfiducia nel sistema del calcio. Perché dopo Calciopoli, secondo la maggioranza dei tifosi, non è cambiato niente, anzi semmai la situazione è peggiorata.

 

POLISPORTIVA – Grande colpo della Lazio Calcio a 5 Femminile: in arrivo una delle migliori calciatrici spagnole

La Lazio Calcio a 5 Femminile ha messo a segno un ottimo colpo di mercato, portando alla sua corte una delle migliori calciatrici spagnole. Questo il comunicato ufficiale della società biancoceleste:

“La S.S. Lazio Calcio a 5 annuncia di aver acquisito le prestazioni sportive della giocatrice Rebeca Hermida Montoro. Classe ’86, nel giro della Selección spagnola, rappresenta un colpo di primissimo livello per la squadra biancoceleste. Arrivata per la prima volta in Italia con la maglia de L’Acquedotto nel 2013, nel giro di due anni in biancoceleste si è trasformata da giocatrice di talento ad assoluta top-player. Il suo passaggio alle Lupe nella scorsa stagione, dove si è riuscita ad imporre immediatamente come leader del gruppo veneto, non ha fatto altro che accrescerne il valore. Il suo legame con il mondo de L’Acquedotto, trasformatosi poi in S.S. Lazio, non è mai venuto meno. Dopo una stagione di lontananza, la squadra riabbraccia la fuoriclasse di La Coruña, consapevole di essersi assicurata la pedina mancante e conclusiva del suo scacchiere tattico”.

Amarcord Marchegiani: “Indimenticabile lo scudetto del 2000. Mio figlio? Ha fatto la sua scelta…”

Luca Marchegiani è intervenuto a Radio Incontro Olympia:

Inevitabile il riferimento alla “discutibile” scelta del figlio di giocare per i cugini giallorossi invece che per la  Lazio: “Mio figlio lasciatelo stare dai (ride ndr). Lui ha fatto la sua scelta”.

AMARCORD – Dieci anni con l’aquila sul petto, Luca Marchegiani ha collezionato 239 presenze con i biancocelesti, prima di salutare la Capitale e sbarcare a Verona. Undici anni fa, l’ex portiere si è sfilato i guantoni dalle mani per intraprendere nuove avventure.  “Ho smesso di giocare da diversi anni, adesso sto facendo altro ma il calcio giocato è stato la passione più grande della mia vita. Indimenticabile lo scudetto vinto con la Lazio nel 2000. Il rigore parato a Giannini? Me lo ricordo bene, io mi ricordo tutto. Sono orgoglioso di essere entrato nella storia della Lazio, mi sento molto partecipe di quel cammino trionfante. Abbiamo vinto dopo che sono arrivati grandi calciatori, ma abbiamo costruito già prima una grande squadra anche con gente che non ha vinto lo scudetto, come Beppe Signori. Grazie ad ottime annate prima del 2000 siamo riusciti ad arrivare allo scudetto. Tra me e Zeman c’è stata una profonda stima, io mi sono confrontato tante volte con lui e ho imparato tanto. Non ero bravo con i piedi e non avevo attitudine con il suo tipo di gioco, ma cercavo di interpretarlo. Presi dei gol per colpa di miei errori, ma non è vero che la Lazio di Zeman subiva tanti gol. Se si vedono i numeri questa leggenda metropolitana viene smentita subito. La sconfitta in finale di Coppa Uefa non è stata un dispiacere per me, ma una grande avventura”.