Secondo approfondimento dedicato al pagellone di fine anno. Dopo i portieri, è il turno della difesa, per la precisione i centrali. Buona lettura e se l’articolo vi piace condividetelo sui social network.
DE VRIJ (8) – Nonostante quasi la totalità dell’anno passata in infermeria e qualche sbavatura l’olandese, come rendimento, stacca tutti i suoi compagni. Si è conquistato il ruolo di colonna portante del reparto difensivo con la
media punti che raddoppia quando gioca e con una personalità che matura di giorno in giorno. Solo con queste considerazioni sarebbe arrivato oltre la sufficienza ma un voto in più gli va dato per la grande professionalità mantenuta durante il suo lungo stop: seguito da mezza Europa non ha lasciato trapelare trattative nascoste o voci che avrebbero destabilizzato l’ambiente, non ha espresso malumori e si è sempre concentrato al massimo sulla Lazio, basti ricordare che approdò a Roma dopo un mondiale giocato benissimo all’età di 22 anni. Se la sua strada e quella della Lazio si divideranno, e nel caso quando, non si può dire ora ma sicuramente merita tutto il nostro rispetto.
BASTOS (7) – Bartolomeu Jacinto Quissanga meglio noto come Bastos, può essere sicuramente definito come una delle sorprese piacevoli del 2016. Ha dimostrato che troppo spesso nel calcio si giudica prima ancora di conoscere un giocatore e alla fine tutti hanno finito per innamorarsene. Si è presentato subito alla grande nella sua prima da titolare:
Lazio-Juventus. Il difensore angolano in quell’occasione fu protagonista di una partita sublime: non fece toccare un solo pallone a Gonzalo Higuain e fu epico ciò che accadde nell’unica volta in cui il campione argentino riuscì ad immolarsi verso la porta di Marchetti. Bastos in quell’occasione fu protagonista di una rimonta epica, caratterizzata da forza e velocità, ma anche classe ed eleganza che ha ricordato tanto i difensori dei tempi d’oro cragnottiani. Insomma un intervento che valse da solo il prezzo del biglietto. Bastos con de Vrij ha formato, per un breve periodo, una della coppie più forti del campionato, purtroppo il suo infortunio ne ha rallentato l’ascesa. Il suo lungo stop ha sicuramente spaventato tutti i tifosi biancocelesti. Per un po’ si è temuto di rivivere l’incubo già visto 2 stagioni fa con Gentiletti. Fortunatamente una volta tanto la sfortuna non si è accanita sulla Lazio.
WALLACE (7-) – Wallace Fortuna dos Santos è anch’esso una delle sorprese più belle di questo 2016. Anche lui come il collega Bastos rappresenta la vittoria sui pregiudizi. In realtà come voto per quello che ci ha fatto vedere fino ad ora (la classe, l’eleganza, l’agilità nonostante la stazza, la sicurezza che ha trasmesso alla difesa, etc) meriterebbe un 8, ma
pesa come un macigno quella “pazzia” (per usare un eufemismo) fatta durante il derby con la Roma che di fatto è costata la partita ai biancocelesti. Lui non si è demoralizzato, anzi è ripartito più determinato che mai. Dimostrando, oltre alle qualità tecniche e tattiche, anche una grande personalità. Lo conferma anche il fatto che ha scelto un numero pesantissimo sulla sua maglia: il 13 dell’immenso Alessandro Nesta. E’ un difensore sicuro di sé, padrone delle palle alte, dotato di un buon senso dell’anticipo ed un’ottima capacità di leggere prima le situazioni di gioco. A parte l’episodio del derby quindi la sua stagione resta eccellente. E’ molto giovane (22 anni), ha ancora tantissimi margini di miglioramento. Se evita altre “pazzie” il futuro è suo e noi non vediamo l’ora di godercelo. Insomma si può dire che a differenza della stagione passata la Lazio ha 4 difensori centrali di grande livello.
HOEDT (6) – Guadagna la piena sufficienza per essere riuscito ripartire dopo l’inizio disastroso della scorsa stagione. Giovane di belle speranze si è ritagliato un posto in squadra nel momento peggiore della Lazio ed è cresciuto moltissimo
sotto l’ala del suo compagno di nazionale de Vrij. Quest anno dove avrebbe meritato più spazio se non fossero subentrati in rosa due giocatori come Bastos e Wallace, ufficialmente in competizione per il ruolo affianco a de Vrij, che di fatto lo hanno scalzato. Nonostante questo ha avuto le sue occasione per mettersi in mostra in questa stagione ed ha confermato la sua crescita. In dubbio ora la sua permanenza alla Lazio ma non le sue qualità.
GENTILETTI (5) – Un 2016 decisamente amaro quello dell’ex San Lorenzo. Da quando è tornato dal brutto infortunio non si è più ripreso. Vuoi perché non gli è stato dato il tempo di poter recuperare con calma, vuoi il fatto che ha avvertito intorno a se una sfiducia sempre più crescente, sta di fatto che il giocatore che aveva conquistato i laziali si è dissolto
completamente. Questa estate ha chiesto di essere ceduto ed ora cerca di ritagliarsi delle soddisfazioni con il Genoa di Juric. Si proprio in quel campo dove suoì quel terribile infortunio che ne sta condizionando la carriera. Purtroppo per lui però lì che non sta vivendo un momento idilliaco. Oscilla spesso tra campo e panchina. Purtroppo è il calcio. Auguriamo comunque a Santiago di tornare a splendere come faceva prima di quel terribile giorno. Buena Suerte.
MAURICIO (5) – Il voto non completamente negativo è dato da dalla difficoltà del ruolo coperto nella seconda parte della scorsa stagione: ultimo uomo di una difesa che faceva acqua da tutte le parti, in un campionato
veramente poco entusiasmante per tutta la Lazio. Mauricio si è trovato a dover risolvere situazioni intricate, riuscendoci poche volte ma mantenendo per quanto ha potuto un ruolo di riferimento per tutto il campionato. Le sue scarse qualità non potevano assicurare la copertura di cui la Lazio aveva bisogno nelle 3 competizioni ed è partito verso lo Spartak Mosca dove ha collezionato 8 presenze e anche un gol.
BISEVAC (4,5) – Per lui valgono le stesse considerazioni fatte per Mauricio: è venuto alla Lazio appena uscito da un gravissimo infortunio per
sostituire de Vrij senza avere neanche una possibilità di riuscirci. Ma diversamente dall’ex 33 laziale le sue prestazioni sufficienti si contano sulle dita di una mano ed è stato protagonista del disastroso 3 a 0 di Europa League contro lo Sparta Praga che è costato ai biancocelesti l’eliminazione della competizione. La fine del 2016 lo ha visto tornare in Francia alla volta del Metz dove non è ancora mai sceso in campo.
A breve uscirà la seconda parte inerente la difesa: i terzini (CLICCA QUI)
Marco Lanari (Bastos – Wallace- Gentiletti)
Alberto Cicolani (de Vrij – Mauricio – Bisevac – Hoedt)

Un portiere in crisi di prestazioni, in un anno che lo ha visto più volte ai box a causa di problemi soprattutto muscolari. Vinta la rivalità con Berisha, spedito in prestito a Bergamo, adesso alle sua spalle scalpita il giovane connazionale dell’ex collega, Thomas Strakosha. Un dualismo che non sembra aver giovato a Marchetti, che nelle ultime uscite stagionali ha confermato i problemi passati, nonostante il rigore parato contro la Fiorentina nell’ultima partita casalinga del 2016. Si dice che Lotito abbia provato in tutti i modi a cederlo al miglior offerente, ma il numero 22 abbia rifiutato ogni offerta pervenuta. Probabilmente il presidente biancoceleste continuerà nel tentativo di cedere il giocatore, Marchetti vorrebbe guadagnarsi sul campo la conferma, lasciandosi alle spalle un 2016 non proprio da ricordare. VOLTIAMO PAGINA. VOTO: 5,5
Poi la conferma di Marchetti, i mugugni di Etrit, e la decisione di spedirlo in prestito all’Atalanta di Gasperini. Mai scelta fu più azzeccata. L’Atalanta volta, Berisha si conferma portiere di grande affidabilità scalzando nel ruolo di titolare il giovane e quotato Sportiello. A Bergamo il portiere albanese sembra aver trovato la sua dimensione, lontano dalle pressioni di Roma e della Lazio, lontano dalle grandi responsabilità che una piazza come quella biancoceleste pretende dal suo portiere. Solo un infortunio al ginocchio ha frenato la sua ascesa, un infortunio che lo sta tenendo lontano dai campi di gioco da circ un mese. Con il nuovo anno Berisha tornerà di nuovo tra i pali della Dea, per riprendere il cammino intrapreso ad inizio stagione e con grandi risultati. E in casa nerazzurra si parla già di riscatto a fine anno. BERGAMO IS BETTER THAN ROME… VOTO: 7
Strakosha ci ha creduto fortemente, è tornato a Roma fiducioso, lavorando sodo sotto lo sguardo attento di un maestro formidabile come Grigioni, e deciso a giocarsi le sue chance con la maglia biancoceleste. Alle spalle di un super titolare come Marchetti, sapeva che avrebbe dovuto attendere il suo momento con pazienza. E quel momento è arrivato il 20 Settembre 2016, alla Scala del calcio, San Siro, in un Milan-Lazio terminato 2-0 per i rossoneri, ma in cui il giovane albanese ha dimostrato di avere buone doti e grande personalità. Da quel momento sono 6 le presenze messe insieme da Strakosha, chiamato in causa solo quando il titolare Marchetti è fuori per infortunio. Ma forse il vento sta per cambiare: il rinnovo con ingaggio triplicato sta arrivando, Marchetti sembra essere sempre più in bilico, e Thomas, sicuro della fiducia che Inzaghi ripone in lui, è pronto a blindare i pali biancocelesti. Stavolta da titolare. CREDICI ANCORA THOMAS! VOTO: 7
Scelta numero 1: sbagliata! Il classe ’96 nella scorsa stagione non ha mai visto il campo, cosa fondamentale per un giocatore così giovane e per un ruolo delicato come quello di estremo difensore. Scelta numero 2: sbagliata! Trapani si è rivelata una piazza in crisi dopo l’exploit della scorsa stagione in cui i siciliani hanno sfiorato la promozione in Serie A. Guerrieri si sta perdendo nelle prestazioni negative di tutta la squadra. La sicurezza dimostrata negli anni del settore giovanile sta svanendo, gli errori individuali stanno aumentando e nelle ultime giornate sono anche arrivati i fischi dela tifoseria. Si parlava di lui come di un predestinato, gli addetti ai lavori lo hanno più volte descritto come il futuro dei pali della Lazio, squadra in cui è nato e cresciuto. Adesso le chiacchiere stanno a zero, c’è solo bisogno di lavorare a testa bassa e ritrovare quelle certezze che lo avevano portato addirittura a rappresentare l’Italia al First Elite Goalkeeper Summit di Doha. UN NUOVO SCUFFET? NO, GRAZIE. FORZA GUIDO! VOTO: 5
perché è impossibile rinunciarvi: “Io credo che non lo toglie perché è quel giocatore che ti può dare la rete in qualsiasi momento. Forse è più la voglia di Inzaghi, più che di Immobile, di fargli ritrovare il gol e questo lo ha portato a tenerlo fino al 90′ per cercare di sbloccarlo. Io lo leggo così. I compagni lo cercato spesso, anche contro la Fiorentina è successo. Biglia voleva addirittura lasciargli il rigore. Il fatto che lo ha rifiutato significa che sta vivendo con una certa serenità questa situazione“. Immobile non segna da 7 gare ma nonostante ciò la Lazio ha vinto 4 volte pareggiata una e perse 2. Uno “score” positivo che dimostra come la Lazio ormai è una cooperativa di gol. Il problema è il tridente, Anderson è il miglior assist man ma ha fatto solo 3 gol. Il fatto di giocare come 5 di destra lo ha limitato: “Anderson è un giocatore che a volte inconsciamente viene penalizzato dal modulo, ma dobbiamo vedere quante volte la Lazio ha giocato con il 433 e il 352. Sicuramente avere un giocatore che fa tanti assist è importante. Nel tridente a differenza di Immobile e Felipe Anderson ce né un terzo come Keita che: o fa gol o difficilmente risulta determinante in fase offensiva per fare segnare gli altri. Avrà fatto 2-3 assist non di più…Comunque i numeri della Lazio sono importanti. 14 gol da giocatori diversi, ha segnato anche Parolo, mancano i suoi 10 gol. Tutto sommato questa astinenza di Immobile viene ben coperta dagli altri. E’ anche un momento di sfortuna: vedi al traversa di Palermo e quel rigore in movimento con la Fiorentina o al parata di Puggioni a Genoa. Io credo che all’inizio del campionato queste azioni erano gol sicuri. Meglio questo Anderson o quello di 2 anni fa? Questo. Quello di 2 anni fa spaccava le partite sì, ma lo ha fatto per 10 partite. Io preferisco quello più continuo di queste 19 giornate
