Chiamatela “la strana coppia”, anche se di strano in fondo non c’è proprio nulla. O forse sì: di fatto sono due centravanti, due prime punte seppur con caratteristiche, diciamo così, morfologiche, abbastanza diverse. Eppure Simone Palombi ed Alessandro Rossi potrebbero diventare presto i gemelli del gol in maglia biancoceleste.
Questo perché la fine del 2016 è stata particolarmente interessante per due ragazzi che si sono passati il testimone di bomber della Primavera, ma che potrebbero trovarsi fianco a fianco nel calcio che conta con la maglia che hanno sempre sognato. Bomber inarrestabile, frenato finora solamente da qualche limite caratteriale che gli è costato due espulsioni nelle ultime settimane, Alessandro Rossi è il “baby” della situazione, classe ’97 capace di realizzare già diciassette gol nel campionato Primavera. Un predestinato che due anni fa aveva già deciso il derby nella final eight, e che se eviterà gli eccessi come nell’altro derby, stavolta disastroso, di mercoledì scorso al Tre Fontane, allora sarà già pronto per una Serie A che mai come quest’anno ha accolto tanti nuovi talenti.
Appena di un anno più giovane, Simone Palombi ha iniziato faticando a Terni, ed ha trovato invece nuova linfa nella gestione rossoverde del tecnico Benny Carbone, che l’ha visto andare con più costanza in gol non appena ha iniziato a vestire con continuità la maglia da titolare. Più rapace d’area Palombi, più capace di sfruttare potenza ed “inventarsi” gol Rossi, le qualità dei due potrebbero combaciare perfettamente. Ed avere una coppia da crescere in casa, magari all’ombra di Ciro Immobile, potrebbe essere la sorpresa più bella per una Lazio che come nessuno sta sfruttando i gioielli del suo settore giovanile negli ultimi anni.
Fabio Belli


Roma innalza il livello di allerta contro il terrorismo dopo la strage di Berlino e dopo l’uccisione a Milano di Anis Amri, l’attentatore che ha colpito in Germania. Doppiamente blindati i Fori Imperiali, militari con il mitra fissi davanti al Colosseo.
purtroppo però quando il Dio calcio decide di metterci lo zampino c’è poco da fare. Grazie alla prodezza del suo centrocampista i neroazzurri si sono ritrovati improvvisamente in vantaggio e si sono poi rivelati abili ad approfittare, con un rapido 1-2, del disorientamento in cui purtroppo si sono ritrovati i ragazzi di Inzaghi. Peccato, perché se fosse entrato il nostro eurogol (quello di Felipe Anderson) o almeno una delle azioni create nel corso della prima frazione di gara, adesso molto probabilmente staremo parlando di un’altra partita. Invece è arrivata la sconfitta e con essa i soliti disfattismi che d’incanto riemergono dal lungo letargo a cui Inzaghi li aveva indotti. E’ il bello del calcio dicono. È vero che questa città è da sempre umorale, in grado di creare e bruciare idoli con la stessa rapidità con cui si beve un caffè, ma c’è un limite a tutto e, soprattutto, non si può scaricare sempre rabbia e frustrazione su chi sta in panchina.
girone d’andata. Deve migliorare sicuramente, non è perfetta, anzi…Purtroppo il fatto di avere una delle squadre più giovani della serie A ha tanti pro ma anche tanti contro. Inzaghi ha fatto debuttare ragazzi come Murgia e Lombardi che lo hanno ripagato segnando all’esordio, ma non può fare miracoli e non può trasformare il piombo in oro. E’ facile riempirsi la bocca di frasi fatte come “dobbiamo puntare sui giovani” se poi non si la pazienza di saperli aspettare neanche dopo la consapevolezza che sono forti. Signori mettetevelo in testa, gli Ibrahimovic qui sono utopia quindi cerchiamo di apprezzare quel tesoro che la rosa della Lazio (nonostante strategie dirigenziali lascino speso e volentieri a desiderare). Bisogna lavorare e a questo non può che pensarci Inzaghi, se poi il presidente e il ds Tare (almeno questa volta) si decidessero a supportare il proprio mister come merita diciamo che la cosa non ci dispiacerebbe affatto. “Dobbiamo accompagnare l’entusiasmo del nostro tecnico“,
