Una cessione (con tutto il rispetto) esagerata ma comunque importante, purtroppo o per fortuna il mercato cinese è anche questo. Il Chelsea ha chiuso la cessione del trequartista brasiliano Oscar allo Shanghai SIPG per la cifra a dir poco importante: 60 milioni di euro. Introiti fondamentali per la squadra allenata da Antonio Conte e che si vanno ad aggiungere al già ricco budget a disposizione sul mercato.
Soldi che il club di Abramovich non vede l’ora di spendere sul mercato per rendere il suo Chelsea “trita tutti” ancor più forte. Innanzitutto Conte vuole un difensore centrale di assoluto livello. Il sogno è sempre stato Leonardo Bonucci, ma il muro eretto dalla Juventus, arrivato fino al rinnovo da poco sottoscritto fino al 2021, ha frenato il sogno di mercato del grande ex. Conte negli ultimi giorni di mercato estivo è stato costretto a virare sul brasiliano David Luiz, ma ora, anche grazie ad una ritrovata potenza economica, investirà pesantemente per portare a Londra un rinforzo che cementi la corsa del Chelsea al titolo di Premier League. Il nome più caldo secondo quanto riportato da calciomercato.com è sicuramente quello di Kostas Manolas, centrale greco della Roma. Il club giallorosso ha bisogno di fondi per fare mercato e per coprire parte die debiti che ancora detiene. Reallizzare una plusvalenza importante con la cessione di Manolas aiuterebbe anche in ottica Fair Play Finanziario. L’alternativa maggiormente gradita da Conte resta quell’Alessio Romagnoli già corteggiato in estate e che sta crescendo nel Milan di Montella fresco vincitore della Supercoppa Italiana. Il mancato closing con Sino Europe Sport agevolerebbe la trattativa di fronte ad un’offerta monstre. Fantino di coda restano i profili di Kalidou Koulibaly e Stefan de Vrij: per il primo però c’è il problema Coppa D’Africa, per quanto riguarda l’olandese, invece, non convince appieno il rientro da un lungo infortunio. Insomma se i tifosi biancocelesti si erano tranquillizzati con il fatto che lo United sta prendendo Lindelof del Benfica, ora hanno 60 milioni di motivi in più per temere i Blues.



Roma innalza il livello di allerta contro il terrorismo dopo la strage di Berlino e dopo l’uccisione a Milano di Anis Amri, l’attentatore che ha colpito in Germania. Doppiamente blindati i Fori Imperiali, militari con il mitra fissi davanti al Colosseo.
purtroppo però quando il Dio calcio decide di metterci lo zampino c’è poco da fare. Grazie alla prodezza del suo centrocampista i neroazzurri si sono ritrovati improvvisamente in vantaggio e si sono poi rivelati abili ad approfittare, con un rapido 1-2, del disorientamento in cui purtroppo si sono ritrovati i ragazzi di Inzaghi. Peccato, perché se fosse entrato il nostro eurogol (quello di Felipe Anderson) o almeno una delle azioni create nel corso della prima frazione di gara, adesso molto probabilmente staremo parlando di un’altra partita. Invece è arrivata la sconfitta e con essa i soliti disfattismi che d’incanto riemergono dal lungo letargo a cui Inzaghi li aveva indotti. E’ il bello del calcio dicono. È vero che questa città è da sempre umorale, in grado di creare e bruciare idoli con la stessa rapidità con cui si beve un caffè, ma c’è un limite a tutto e, soprattutto, non si può scaricare sempre rabbia e frustrazione su chi sta in panchina.
girone d’andata. Deve migliorare sicuramente, non è perfetta, anzi…Purtroppo il fatto di avere una delle squadre più giovani della serie A ha tanti pro ma anche tanti contro. Inzaghi ha fatto debuttare ragazzi come Murgia e Lombardi che lo hanno ripagato segnando all’esordio, ma non può fare miracoli e non può trasformare il piombo in oro. E’ facile riempirsi la bocca di frasi fatte come “dobbiamo puntare sui giovani” se poi non si la pazienza di saperli aspettare neanche dopo la consapevolezza che sono forti. Signori mettetevelo in testa, gli Ibrahimovic qui sono utopia quindi cerchiamo di apprezzare quel tesoro che la rosa della Lazio (nonostante strategie dirigenziali lascino speso e volentieri a desiderare). Bisogna lavorare e a questo non può che pensarci Inzaghi, se poi il presidente e il ds Tare (almeno questa volta) si decidessero a supportare il proprio mister come merita diciamo che la cosa non ci dispiacerebbe affatto. “Dobbiamo accompagnare l’entusiasmo del nostro tecnico“,
