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Materazzi sicuro: “Pioli farà le scelte giuste per il derby. Chi sarà decisivo? Sicuramente…”

Stringono i tempi per domenica, il derby si avvicina sempre più velocemente e aumenta la pressione su entrambe le squadre, soprattutto sulla Lazio. Ottava in classifica e senza obiettivi da perseguire in questo finale di stagione, ai biancocelesti si presenta l’occasione della stracittadina per allontanare le critiche subite nell’ultimo periodo.

Sono iniziati da un pezzo i confronti a colpi di parole tra i diversi giocatori delle squadre rivali. Il portiere della Roma, Szczęsny ha affermato che la sua squadra si trova nelle migliori condizioni possibili. A rincuorare la Lazio oggi è intervenuto ai microfoni di radio incontro Olympia l’ex allenatore biancoceleste, Giuseppe Materazzi, papà di Marco. Giuseppe, che ha allenato la squadra negli anni 88-90, si è detto fiducioso per le speranze della Lazio: “Nonostante le difficoltà registrate dalla Lazio in questa stagione, sono convinto che la squadra biancoceleste disputerà un grande derby. La Lazio ripartirà dalla stracittadina, Pioli la starà preparando al meglio non caricando i suoi giocatori di eccessive pressioni e responsabilità. Come spesso accade in questo tipo di partite, può vincerle chi si trova in maggiori difficoltà, trasformando gli ostacoli in energia positiva. L’emergenza difensiva? Non mi preoccupa. Gli uomini che il tecnico laziale sceglierà di schierare in campo saranno preparati e collaudati, forti del lavoro svolto in settimana agli ordini del mister. Candreva? Sarà lui l’uomo decisivo. Con la sua qualità unita alla quantità di gioco, può rappresentare l’arma letale che alla Roma può fare male…”.

Non ci resta che aspettare e verificare se le parole del mister si avvereranno.

Gabrielli: “Le barriere? Si possono togliere, ma anche rimettere…dipende solo dai tifosi”

Sarà un derby decisamente anomalo e sottotono quello che ci attende domenica pomeriggio. Lo spettacolo che la tifoserie di entrambe le squadre di solito garantiscono in queste occasioni purtroppo non ci sarà, a causa della decisione di entrambe le tifoserie organizzate di continuare nella loro protesta (ormai da diversi mesi) contro la presenza di barriere divisorie all’interno delle curve. Il risultato? Uno stadio dagli ampi spazi vuoti e un’atmosfera non proprio da stracittadina. Proprio di questa situazione delicata ha parlato a margine della visita alla mostra ‘Antiquorum Habet’, il prefetto di Roma Franco Gabrielli. Ecco le sue parole: “Il derby sarà un appuntamento importante per questa città. Mi auguro che tutto si svolga nella massima tranquillità e noi, siccome siamo deputati anche a svolgere questa funzione, gestiremo tutto quello che dovrà essere gestito”. Inevitabile, che il discorso ricada poi sulle barriere: “Nel momento in cui, chi ha la responsabilità della sicurezza, prenderà coscienza che le barriere non servono più si toglieranno. Siamo arrivati a questa soluzione perché non si sono applicate le regole correttamente: gli steward erano alla mercé di chi stava nelle curve e non si rispettavano minimamente gli spazi vitali di chi ci stava. Per noi c’è una sola via d’uscita, cioè che i tifosi tornino nella curve e rispettino le regole. A quel punto si potranno togliere le barriere che però si possono anche rimettere”.

 

Fair Play Finanziario, si muove la FIGC: a rischio le grandi

Questa volta la Figc sembra essersi decisa a fare sul serio per quanto riguarda il Fair Play Finanziario. La Federazione ha presentato alla Lega le norme che regoleranno l’iscrizione alla Serie A. In un fascicolo di ben 38 pagine in cui è stato riassunto quanto già previsto dalla norma sulle Licenze Nazionali decise lo scorso anno e contenenti anche le sanzioni previste a partire dal campionato 2018/2019, prima fra tutte, il blocco della campagna trasferimenti. A quanto riportato da Tuttosport, dalla stagione 2018/2019 per avere la licenza nazionale che concede il benestare all’iscrizone al torneo nazionale sarà vincolante il pareggio di bilancio. Ma sin dalla prossima stagione verranno effettuati dei controlli sui conti delle società, e sono diversi i club che rischiano sanzioni che si rifletteranno sulla possibilità di effettuare la campagna acquisti. Come più volte sottolineato anche da Tavecchio, in questo momento sono molte le società non in regola con i parametri per l’iscrizione al campionato. A quanto pare i club che non rispettano i parametri richiesti sarebbero addirittura dieci. L’Inter risulterebbe quella messa peggio, ma anche Genoa, Lazio, Milan e Roma corrono un grande rischio. Tra l’altro le squadre che non riusciranno a raggiungere la qualificazione alla prossima Champions League andranno incontro a un notevole abbassamento dei loro introiti e, inoltre, vedranno aumentare negativamente la differenza tra spese e ricavi. Per questa stagione non verrà preso nessun provvedimento ma verrà presentata solo la richiesta di rientrare nei parametri consentiti tramite un “piano dettagliato” che la Federazione dichiara essere già stato depositato da tutte le società coinvolte. Dalla stagione successiva però le cose cambieranno e le squadre correranno seri rischi. Bisognerà inserire il “pagamento dei debiti nei confronti di società affiliate a Federazioni estere” e dimostrare il pagamento dei dipendenti e delle buonuscite fino a maggio e, inoltre, rispettare parametri più stringenti su indicatori di liquidità, indebitamento e costo del lavoro. In caso contrario l’anno prossimo scatteranno le prime multe e sanzioni, compreso il blocco della campagna trasferimenti. La sanzione più pesante è la mancata concessione della licenza e dell’iscrizione al campionato, ma questo potrà verificarsi solo a partire dalla stagione 2018/19, quando il requisito del pareggio di bilancio sarà vincolante e verranno presi in considerazione i risultati ottenuti dalla stagione 2015/16 a quella 2017/18.

Rizzolo: “Il derby è una gara particolare, difficile fare pronostici”

Per parlare della stracittadina romana in programma domenica prossima alle 15 è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio l’ex biancoceleste Antonio Rizzolo: “Il derby di solito è una gara che può cambiare le sorti della stagione. Conquistare il successo nella stracittadina per la Lazio sarebbe importantissimo, non tanto per la classifica quanto per migliorare lo spirito della squadra e quello dei tifosi. Mi auguro che possa diventare una grande iniezione di fiducia per terminare al meglio il campionato. I giorni che precedono la gara sono diversi da quelli in cui ci si prepara per le altre partite, perchè i giocatori hanno la consapevolezza che è la gara più importante della stagione. Ricordo benissimo quello vinto grazie al gol di Di Canio, dove Paolo si esibì in quell’esultanza alla Chinaglia. Eravamo giovani e venivamo dal settore giovanile biancoceleste, quindi era un incontro che sentivamo in maniera particolare. Scendere in campo e affrontare i giallorossi per noi fu il coronamento di un sogno. In questo genere di partite tutto ciò che è stato fatto fino a questo momento passa in secondo piano e ci si concentra solo sulla gara da affrontare, cercando di pensare solamente a far bene. I giallorossi sono in un ottimo periodo, sia per lo stato di forma che emotivamente, ma la voglia di rivincita dei biancocelesti potrebbe risultare un’arma fondamentale per avere la meglio sui rivali. La Lazio arriva al derby da sfavorita ma in partite come questa tutti i discorsi sono relativi. Scendendo in campo con gli stimoli giusti gli uomini di Pioli credo possano regalarsi una soddisfazione che per la città di Roma resterà per sempre nella memoria di tutti, spero davvero che possa arrivare la vittoria. Il tecnico biancoceleste è consapevole di quanto vale questa gara e ha la situazione sotto controllo, credo che punterà sulla sicurezza senza pensarci tanto sopra, credo che i giocatori che scenderanno in campo saranno i più affidabili. Il calcio è una questione di motivazioni e voglia di sacrificarsi, bisognerà approcciare la gara nella giusta maniera, non è questione di moduli. Spero che i biancocelesti affrontino la gara con il piglio giusto dando in campo il 100% delle loro possibilità. In una partita del genere punterei su Klose.

Novità in vista contro le “frodi sull’olio” italiano

Negli ultimi tempi sono molte le frodi sull’olio che si acquista dai rivenditori. Olio che arriva dall’estero ma che poi viene spacciato per italiano. Per garantire e tutelare i consumatori però finalmente qualcuno e qualcosa si sta finalmente dando da fare. E’ il caso della Coop che, per tutelare i propri clienti e i propri marchi, sta ultimamente utilizzando un naso elettronico anticontraffazioni in grado di riconoscere, attraverso un’impronta digitale aromatica, l’olio 100% prodotto nel nostro paese. Come spiegato da Chiara Faenza, Responsabile Sostenibilità e Innovazione Valori Direzione Qualità-Coop Italia, all’Adnkronos: “Stiamo utilizzando uno strumento che è un gas-cromatografo a doppia colonna in grado di individuare, con certezza, se si tratta di olio italiano, utilizzato come naso elettronico”.

Dopo un anno di analisi effettuate dal laboratorio di Coop Italia, Heracles II“, questo il nome dello strumento, si è dimostrato in grado di poter verificare l’origine dell’olio extravergine di oliva a marchio Coop, “100% italiano”. Una verifica importantissima a fronte di una stagione complicata in cui la produzione di olio italiano è stata al di sotto dei soliti standard a causa della stagionalità e della mosca dell’olivo, l’emergenza Xylella, che ha colpito gli ulivi del Salento.

Ma come funziona questo strumento? Il naso elettronico viene “addestrato” ad annusare oli italiani di provenienza certa attraverso l’identificazione delle sostanze volatili assegnando un profilo aromatico utile alla classificazione dei prodotti. Il gascromatografo viene abbinato inoltre a un potente software che analizzando statisticamente i risultati ottenuti riesce a discriminare i vari tipi di olio.

Come spiegato ancora dalla Faenza: “Si è costruita così una banca dati, con validità scientifica, che è stata realizzata in collaborazione con le Università di Udine, Bologna e Barcellona”. Lo strumento rivela l’impronta aromatica di un determinato olio standard che, insieme ad altri campioni con le stesse caratteristiche, costruisce un modello di riferimento. I campioni immessi sul mercato, di cui l’origine è incerta, possono essere confrontati con questo modello per vedere se ci sono o meno corrispondenze. La Coop Italia, grazie all’avanguardia del suo laboratorio scientifico di Casalecchio di Reno, utilizza sin dal 2013 questo strumento per l’olio e ora lo sta estendendo anche ad altri prodotti che corrono il rischio di contraffazioni, come per esempio il miele, sul quale si stanno conducendo indagini simili. Ma le frodi e le sofisticazioni possono riguardare anche altri prodotti e per individuare l’eventuale presenza di ogm, esclusi in maniera assoluta dai prodotti a marchio Coop, gli esperti hanno affinato una tecnica che si basa sull’analisi del Dna che viene utilizzata soprattutto per il riconoscimento di specie ittiche e che si rese molto utile quando ci fu lo scandalo delle lasagne con il ragù di carne equina. Questa tecnica è capace anche di individuare il latte vaccino nelle mozzarelle di bufala o nelle ricotte di pecora e capra.

POLISPORTIVA – Ciclismo, De Nicola nel Ranking Federale della FCI

Luca De Nicola, Under 23 della S.S. Lazio Ciclismo, per il quarto anno consecutivo è stato inserito nel “Ranking Federale” della Federazione Ciclistica Italiana. Il Ranking Federale è la lista di ciclisti per i quali è previsto un protocollo di monitoraggio clinico da effettuare durante la stagione agonistica. Ogni iscritto mette a disposizione il proprio “passaporto biologico” alle autorità preposte al controllo antidoping facilitandone il lavoro, il CONI-NADO, il Ministero della Salute e il Reparto NAS dei Carabinieri. Il Direttore Generale della S.S. Lazio Ciclismo, Felice De Nicola, ha commentato: «Il “Ranking Federale” garantisce l’integrità e il rispetto delle norme antodoping degli atleti iscritti al suo interno. Pertanto la presenza da oltre quattro anni in questo elenco del nostro ciclista Luca De Nicola, non può che renderci orgogliosi! La Lazio anche in questa circostanza ha di nuovo confermato il suo ruolo di “Ente Morale” che ricopre dal 1926. L’auspicio è che il “Ranking Federale” venga esteso al maggior numero possibile di atleti, anche amatori! Solo in questo modo si potrà garantire l’estrema regolarità di tutte le competizioni».

Che lite tra il Napoli e Mediaset! ecco i comunicati…

Durissimi battibecchi a colpi di comunicati quelli tra il Napoli e il giornalista di Mediaset Premium Paolo Bargiggia. Dopo un servizio andato in onda sulla piattaforma televisiva commerciale italiana, in cui lo stesso giornalista lanciava alcune indiscrezioni sul futuro dell’attaccante argentino Gonzalo Higuain, è arrivato il comunicato della società di Aurelio De Laurentiis che attraverso un duro attacco a Paolo Bargiggia smentisce il tutto. Di seguito il comunicato.

Il Napoli è esterrefatto per il servizio di Paolo Bargiggia andato in onda su Mediaset che racconta una serie di falsità riguardanti il rapporto di lavoro tra Gonzalo Higuain e la SSCN. Un servizio privo di veridicità e confezionato senza rispettare alcuna regola giornalistica, su tutte il controllo delle fonti. Non esiste, infatti, alcuna fonte che possa confermare  quello che Bargiggia dice, e cioè il falso. In particolare che Higuain ha comunicato al Napoli di non voler rinnovare il contratto, che Aurelio De Laurentiis ne ha preso atto con rammarico, che il Napoli sta già cercando un suo sostituto e che si accontenterà di una cifra nettamente inferiore alla clausola, cioè lo svenderà. Mediaset è stata un’azienda importante e rivoluzionaria nel contesto giornalistico italiano: tempi, purtroppo, lontani. Tale approssimazione obbliga, pertanto, il Napoli a interrompere, a partire da subito, i rapporti  giornalistici con le  reti sportive Mediaset, alle quali, perciò, i nostri tesserati non rilasceranno più interviste, nemmeno allo stadio, a prescindere da qualsiasi accordo commerciale.Il Napoli e i suoi tifosi non temono i poteri forti e chi voglia destabilizzare un ambiente carico e sereno. Pretendono rispetto.La Società Sportiva Calcio Napoli Spa si riserva ogni azione in tutte le sedi a tutela dei propri diritti.

Dopo l’attacco del Napoli nei confronti del giornalista, è arrivata puntuale la risposta altrettanto decisa di Mediaset Premium, attraverso questo comunicato.

In relazione all’annuncio del Napoli Calcio di interrompere i rapporti giornalistici con le testate Mediaset a causa di un servizio giornalistico sgradito relativo al calciomercato, ricordiamo che il contratto sottoscritto dal Napoli con Lega Calcio Serie A garantisce ai broadcaster titolari dei diritti interviste ad allenatori e calciatori nel pre e post-partita. E, nel caso di Mediaset, anche durante la gara.
Siamo increduli sia per le minacce di violazione contrattuale contenute nel comunicato diramato il 30 marzo 2016 dalla Società Sportiva sia per le inaccettabili accuse di scarsa professionalità lanciate contro i nostri giornalisti. Entrambe le prese di posizione verranno valutate nelle sedi opportune.

Complimenti alla lettera della curva nord

Negli ultimi tempi, si è sentito parlare troppo spesso delle motivazioni dei tifosi che hanno deciso di lasciar vuoto lo stadio, senza che chi ne parlasse abbia mai vissuto le problematiche che i tifosi affrontano da tempo nei settori popolari. Samo d’accordo nell’affermare che tifosi che per decenni hanno dato il fritto per questa tifoseria,  non decidono tutto d’un tratto, per futili motivi, di non presenziare più la loro “casa”. La sensazione degli stessi tifosi, è quella che i mezzi di comunicazione fino ad oggi, non sembra abbiano avuto la benché minima intenzione di andare a fondo di questi problemi che hanno portato alla protesta. Questa mattina sul quotidiano Il Corriere dello Sport, è stata pubblicata una bellissima lettera scritta da alcuni esponenti della curva nord della Lazio, dove viene reso ancor più comprensibile il malcontento dei tifosi, che ha portato lo stadio Olimpico a presentarsi come un vero e proprio deserto nelle partite casalinghe. La lettera scritta in maniera inequivocabile dai massimi esponenti della curva laziale rende chiara la situazione che stanno vivendo tutti quei ragazzi che, vorrebbero tornare a tifare com’era un tempo e come accade ancora in altri lidi, e per questo che da mesi nonostante le mille difficoltà cercano di far sentire la propria voce attraverso una protesta civile. Di seguito la lettera redatta e pubblicata poche ore fa sul Corriere dello Sport.

Si sono dette e scritte tante cose in merito alla decisione della tifoseria di disertare la Curva Nord in questa stagione. Per noi una scelta, operata a malincuore, sulla quale vogliamo fare definitiva chiarezza. Le barriere rappresentano solo l’ultimo dei problemi e non certo “il problema”. Si è trattato, a nostro avviso, dell’ennesimo provvedimento casuale, dettato da eventi non necessariamente legati alla Nord e dalla pressione mediatica. Per noi, semplicemente una goccia che ha fatto traboccare un vaso già ricolmo. I provvedimenti di questi anni dimostrano come sia difficile per chi prende talune decisioni farlo in assenza del coinvolgimento di tutte quelle componenti che gravitano all’interno del pianeta calcio, compresi i tifosi che non sono scevri da errori ma che tanto potrebbero insegnare poiché certe norme le subiscono sulla propria pelle. Con questa lettera aperta è nostro desiderio, oltre che dare testimonianza del nostro pensiero, anche mettere al corrente tutti di ciò che domenicalmente è costretta a vivere la gente, soprattutto dei settori popolari. Cosa accade oggi nelle curve? Ecco alcuni esempi legati agli ultimi provvedimenti. Viene multato chi cambia posto. Viene da pensare che chi ha studiato questa “norma” a tavolino, probabilmente in una curva non ci sia mai stato. Le norme non si dovrebbero studiare senza… studiare. Chi intorno a un tavolo decide (da un giorno all’altro sulla spinta mediatica) sa che il posto viene spesso cambiato anche solo perché sporco? O perché il numero del seggiolino è assente o cancellato dal tempo? O perché davanti ci sono barriere (cemento, vetro…) che limitano la visuale di uno stadio in cui è stato sfruttato ogni centimetro disponibile per motivi economici (PS. anche nella costosa Monte Mario i posti sono troppo vicini l’uno con l’altro e le file strette. Scomodità intollerabili, immaginiamo, per chi spende tanti soldi per un biglietto o un abbonamento)? O anche solo per pioggia visto che in questo stadio così moderno, salire di dieci o venti file non impedisce minimamente allo “spettatore pagante” di bagnarsi? Ma spesso si può cambiare posto, come da sempre avviene, anche solo per stare vicino a un amico. O per vivere più da vicino il tifo organizzato, fiore all’occhiello e cuore pulsante del sistema calcio… Da sempre è così e nessuno mai si è lamentato.

IL DURO ATTACCO DELLA NORD

Altro giro, altra corsa. È proibito avvicinarsi alle vetrate o appoggiare striscioni sulle stessa. Quelle vetrate che rappresentano il motore del tifo, oggi, al posto di tanti ragazzi vedono tanti fratini gialli e deserto.Da quando è nato il calcio mai avevamo assistito a un provvedimento più “singolare” che cancella, in un colpo solo, anni e anni di consuetudini, anni e anni di “normalità” con la “scusa” della sicurezza all’interno della curva. Ma chi lo stadio lo frequenta da anni rimane basito e ricorda che, la mancanza di sicurezza avviene, casomai, per la voglia di sfruttare la passione. Come nel caso delle uscite di sicurezza sul campo che vennero montate nella curva solo dopo una raccolta firme dei tifosi. I maghi della sicurezza se le erano semplicemente… scordate. Possibile? Questa è la storia in breve: quando lo stadio venne ristrutturato per i Mondiali del 1990, esistevano due uscite ai lati della curva ma… non esistevano i distinti. Una volta montate le prime barriere, allo scopo di creare settori più remunerativi, la parte centrale della gradinata, l’attuale curva, rimase senza l’uscita di sicurezza. Queste furono garantite solo dopo migliaia di firme raccolte, iniziativa popolare del gruppo organizzato “Irriducibili”. In questo, come in tanti altri casi, è stata la gente ad essere più lungimirante e attenta a certe garanzie minime. Ma chi frequenta la curva sa che sono fondamentali anche i percorsi orizzontali (il vecchio Olimpico ne era pieno) e tante uscite verso l’esterno immediatamente raggiungibili (il vecchio Olimpico ne era pieno) affinché i tifosi non debbano essere costretti a lunghe file su scale strette, buone per entrambi i “sensi di marcia”. Verrebbe spontanea la domanda: perché è stato distrutto uno stadio così sicuro, peraltro monumento in marmo e travertino? I cittadini, che ormai certe cose le hanno cominciate a capire, possono darsi una risposta…

RIDATECI IL VERO DERBY!

Una seconda domanda sorge spontanea: cosa succederebbe oggi se accadesse un altro caso-Paparelli in questo stadio monumento alla modernità e dai costi di costruzione stellari? Uno stadio in cui si sono investiti tanti tanti soldi e che nemmeno è stato terminato, visto che la Tevere è parte in marmo, memoria del tempo passato, parte in legno e parte in un materiale che tanto assomiglia a lamiera…Insicurezza, quindi. Ed anche disagi. Ed ancora… Il tifoso che va allo stadio è soggetto a interminabili file all’ingresso dove vi sono non solo ultras ma famiglie, bambini, disabili. File generate da tornelli, pochi, controlli molti dove, ai tifosi, viene chiesto talvolta anche di togliere le scarpe. Tutto ciò, statistiche alla mano, in un periodo in cui situazioni pericolose, all’interno degli im, sono da tempo in diminuzione. Un sistema che allontana dagli stadi. I tifosi lo scrissero già alla fine degli Anni ’80 con i propri mezzi, gli striscioni e i volantini. Sfruttare questo calcio fino all’esasperazione, sottolinearono, condurrà all’esaurimento un fenomeno popolare unico al mondo. Voler massimizzare un profitto fino all’esasperazione porterà all’implosione di tutto il sistema. Oggi andare allo stadio è complicato. Eccone solo alcuni esempi. Orari improbabili: partite di Coppa giocate al pomeriggio o alle 19 di un giorno feriale. Con prezzi che non permettono una continuità di accesso ai più e, comunque, non alle famiglie che, di fatto, rappresentano il nucleo primo in cui si coccola la lazialità. E che dire della difficoltà, aumentata in tempi recenti, di arrivare con la macchina nei pressi dell’impianto? Anche i parcheggi creati ad hoc ed utilizzati da sempre, sono stati proibiti. I tifosi sono costretti a parcheggiare dall’altra parte del Tevere e questo i giornalisti che hanno accessi privilegiati forse non lo vivono domenicalmente. Gli autobus non ci sono come una volta e ci si chiede perché i modelli più meritori non siano stati ricopiati nel tempo. I meno giovani ricordano oltre alla presenza delle linee storiche, la fila di autobus, la linea 121, fuori dallo stadio in attesa dei tifosi. Decine e decine di mezzi pronti alla partenza direzione Stazione Termini con tante fermate intermedie… A questo aggiungiamo la difficoltà di acquistare il tagliando ed ancor più nel giorno della partita. Un solo punto vendita per i biglietti popolari, vicino allo stadio (…il Flaminio, però), con file lunghe anche in questo. Senza affrontare in questa sede il tema di una presidenza, sul quale tutti sanno cosa pensiamo… Un salto a ostacoli del quale i tifosi sono saturi. Ma tutto questo a chi conviene? Quelli che oggi guadagnano in questo sistema sono proprio così sicuri di voler minare le sue storiche tradizioni? Siamo tutti concordi con il fatto che il calcio abbia raggiunto questi livelli anche grazie al calore e al calore della gente? Degli ultras e delle famiglie che tra prezzi, parcheggi, difficoltà di prendere un biglietto (alzi la mano chi, tra coloro che stanno leggendo, non hanno vissuto un momento come quello in cui il papà, durante il pranzo della domenica, dice «c’è il sole, andiamo allo stadio…». Oggi non è quasi più possibile…) si stanno ormai allontanando. È normale che anche ai giocatori sia ormai vietato di venire a salutare i propri tifosi in casa o in trasferta alla fine di una partita? Tifosi che si sono magari accollati migliaia di chilometri per una trasferta europea?

DI PADRE IN FIGLIO, QUANTI BIGLIETTI VENDUTI! ALTRA SCONFITTA DI LOTITO

Oggi anche il divieto di utilizzo di megafoni (peraltro presenti in altre piazze italiane ed europee), di mezzi di diffusione sonora, di fumogeni, le difficoltà sopra esposte nell’andare allo stadio e tanto altro stanno rompendo un giocattolo. Sono ancora una volta i tifosi a dare l’allarme. “Uomo libero? No tifoso”: anche questo era uno striscione di tanti anni fa. Ed insieme un grido d’allarme. Il tifoso non è considerato un normale cittadino ma semplicemente, nell’accezione meno nobile del termine, un… tifoso. Un recente esempio, solo un esempio tra i tanti, è la trasferta di Bologna che è stata vietata dopo che i tifosi avevano già acquistato il biglietto della partita (regolarmente messo in vendita), del treno e qualcuno aveva programmato anche un week end con prenotazioni alberghiere. Tutto questo per un atto addebitato a 21 persone, nella precedente trasferta di Firenze, già identificate e diffidate e quindi impossibilitate a seguire la Lazio nella trasferta successiva. Nessun giornale, nessuna associazione e tantomeno la società sono intervenuti con forza in un caso in cui in gioco c’erano diritti dei cittadini e non di “semplici” tifosi. I laziali vengono trattati così, in Italia come in Europa, da Bologna a Varsavia. Molti altri no. La Barcaccia, silenziosa vittima, ringrazia.

La Curva Nord

Arbitri, designata la sestina per Lazio-Roma

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Sarà Luca Banti a dirigere il derby Lazio-Roma, in programma domenica alle 15. Il fischietto livornese sarà coadiuvato dagli assistenti Costanzo e Passeri, dal IV uomo Di Liberatore e dagli addizionali Damato e Russo. Negativo il bilancio con la Lazio, che, nelle 12 gare da lui arbitrate, ha rimediato solo tre vittorie, unitamente a due pareggi e a ben sette sconfitte.

ULTIMA ORA – Lazio, lo scudetto 1914-15 è ad un passo!!

Ormai ci siamo, il terzo scudetto che la Lazio vuole vedersi assegnare da tempo è quantomai vicino. Dopo che la petizione on-line promossa dall’Avv. Gianluca Mignogna ha raggiunto e superato di gran lunga l’obbiettivo iniziale delle 30.000 sottoscrizioni, ormai si è ad un passo dal veder accontentati tutte queste persone che ponendo la propria firma, avevano il desiderio che si rendesse merito  a quei ragazzi caduti in guerra per difendere l’Italia e poi scippati di un titolo che dal punto di vista morale spettava loro di diritto. Come riportato da Il Tempo nell’edizione odierna, lo scudetto del 1914-1915 è a portata di mano, quel tricolore che i tifosi vogliono vedersi assegnare in ex-aequo con il Genoa, squadra che beneficia di tale riconoscimento da cento anni senza aver mai giocato quella finale. Come riportano i giornali dell’epoca ed essendo stati recapitati gli stessi in Figc,  risulta chiaro che non esisteva altra partita da disputare, la società biancoceleste era la finalista. Insomma le prove ci sono tutte e assieme a queste testimonianze sul tavolo della Figc è arrivata tale richiesta: “C’è bisogno di un provvedimento riparatorio, equanime, etico e morale, in ossequio alla ratio del Regio Decreto n° 907/1921, che riconobbe l’ideale sportivo laziale come esempio di rettitudine per tutti gli atleti dell’epoca”. Gli ultimi documenti presentati hanno dato quell’accelerazione che si sperava da tempo ed ora è questione di giorni e dopo cento anni tutto sarà più chiaro.

Derby, la carica di Szczęsny: “Noi nelle migliori condizioni possibili”

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Mancano solo tre giorni al derby, la partita più attesa dell’anno dai tifosi capitolini, e in casa della Roma si respira un’aria intrisa di serenità e carica agonistica, diametralmente opposta a quella che circola sulla sponda biancoceleste del Tevere. A confermarlo, ai microfoni di ‘Radio Roma’, il portiere giallorosso Wojciech Szczęsny: “Si sente che il derby è una partita speciale. Affronteremo una buona squadra, ma siamo nelle migliori condizioni possibili. Nelle ultime settimane abbiamo fatto molto bene, quindi la fiducia e il morale sono alti. In testa abbiamo una sola cosa ed è la vittoria. Dobbiamo considerarla una partita come le altre perché vale tre punti, anche se sappiamo che per i tifosi non è così“.

‘Dalla scuola allo stadio’, le parole di Mauri e Matri all’Istituto ‘Nelson Mandela’

Ritorna l’iniziativa ‘Dalla scuola allo stadio: il modo giusto per sostenere lo sport‘, il tour della Lazio nelle scuole di Roma e provincia. Oggi, a far tappa presso l’Istituto Comprensivo ‘Nelson Mandela’, accompagnati dal team manager Manzini e dell’aquila Olimpia, sono stati Stefano Mauri Alessandro Matri, che prima hanno assistito ad uno spettacolo teatrale messo in scena dagli studenti e poi hanno risposto alle loro domande.

MAURI – Il derby? Io rispetto ad Alessandro ne ho giocati di più. A Roma è una sfida particolare, molto sentita, difficile da spiegare. Per poterla capire bisogna viverla e ciò si inizia a farlo già dall’estate. È una partita unica, perché in gioco c’è un’intera città. Quello più bello resta quello del 26 maggio (standing ovation dei bambini ndr), che rimarrà unico nella storia, soprattutto per me che ho alzato la Coppa da capitano, un’emozione indescrivibile. Com’è nata la mia passione per il calcio? Mio padre giocava nella squadra del paese e mi ha trasmesso la passione, che poi per fortuna è diventata un lavoro. Segnare un gol è sempre una gioia, a prescindere da chi lo fa. Più di una volta mi è capitato di segnare ad una mia ex squadra: è una sensazione strana, anche se sei comunque contento per il gol fatto. Il calciatore più forte che ho affrontato? Direi Pirlo: quando non avevo palla dovevo seguirlo, perché corre davvero tanto. Il gol più importante che ho realizzato? Ne ho fatti tanti, ma il più bello è quello in rovesciata al Napoli. Anche se i tre nei derby li ricordo più spesso. Come si prepara il derby? Come una partita qualunque, studiando l’avversario e poi cercando di metterci qualcosa in più, visto che i tifosi ci tengono molto. Per recuperare dagli infortuni bisogna innanzitutto curarsi e poi andare più spesso al campo. Quindi, paradossalmente, quando sei infortunato hai meno tempo a disposizione. Chi è il migliore tra Ronaldo e Messi? Vanno bene entrambi: forse Messi è più forte, ma Ronaldo lo sta raggiungendo. Il mio gol del vantaggio nel derby dell’anno scorso? Felipe aveva fatto una bella azione, io mi sono inserito e con quell’assist non ho potuto proprio sbagliare. Totti? È un grandissimo giocatore, simbolo dei romanisti. Però, siccome è il capitano dell’altra squadra, preferiamo altri giocatori (i ragazzi applaudono ndr). Cosa significa giocare in uno stadio pieno? Ricordo lo stadio del 26 maggio. E poi il Bernabeu, dove ho giocato con la Lazio, un’emozione fantastica. Il mio idolo? Evani, che giocava nel Milan ed era un centrocampista esterno mancino. Anche io ricoprivo quel ruolo a inizio carriera e lo apprezzavo molto sia tecnicamente che tatticamente. Gli attacchi terroristici? Non è una bella situazione, ma noi cerchiamo di non pensarci. Il nostro obiettivo è quello di andare in campo e giocare, poi è chiaro che la testa va a quello che ti succede intorno, ma noi cerchiamo di concentrarci sul nostro lavoro. L’allenatore preferito? Ne ho avuto tanti e tutti mi hanno insegnato qualcosa dal punto di vista tattico, tecnico e umano. Bisogna essere bravi a trarre gli insegnamenti migliori da ogni mister e sfruttarli nella propria carriera“.

MATRI – Il razzismo? Non deve esserci, perché in campo e fuori siamo tutti uguali. L’importante è divertirsi e cercare di raggiungere gli obiettivi in serenità. I cori razzisti non dovrebbero proprio esistere, sono cose da ignoranti. Contro i giocatori i cori si accettano per come si gioca, non per il colore della pelle. Ma è una situazione che esiste in tutte le tifoserie, non solo in quella della Lazio. Un consiglio per i giovani? Certamente conciliare studio e calcio, perché l’istruzione è la base di tutto, anche della convivenza con le altre persone, in quanto ti insegna i comportamenti e a vivere in gruppo. Come ho iniziato? A 9 anni, prima andavo in bicicletta. Non c’è un posto o un’età in cui iniziare, lo si può fare sempre e dovunque, anche sui marciapiedi. Ho iniziato col ciclismo perché in famiglia lo praticavano molti, ma poi ho scelto il calcio perché c’erano gli amici e mi divertivo di più. L’avversario più forte? Nesta. Messi o Ronaldo? L’argentino è più forte, ma il portoghese è più completo. Tra i due comunque scelgo Messi. Cosa si prova ad essere in svantaggio? Si cerca di mettere in campo ancora più forze. In realtà bisognerebbe farlo già dall’inizio, per cercare di non subirlo. L’emozione dell’Olimpico pieno non l’ho mai provata, purtroppo sono capitato in una stagione sfortunata. L’emozione dei tifosi però l’ho sentita maggiormente a San Siro, durante una partita di Champions. Il mio idolo? Van Basten: non poteva essere altrimenti visto che sono cresciuto come tifoso milanista e per quello che ha fatto come calciatore. L’allenatore preferito? Quello che mi fa giocare di più (scherza ndr). Con Conte e Allegri mi sono trovato meglio, soprattutto con Allegri, che ho avuto al Cagliari, al Milan e alla Juve e con cui ho un bellissimo rapporto anche fuori dal campo. Anche Conte però mi ha insegnato tanto sotto il profilo tecnico e tattico, mi ha fatto vincere tanti scudetti“.

Alessandro Calori: “Vedere l’Olimpico vuoto è triste. Il derby? Per la Lazio è una..”

Ospite illustre nella trasmissione radiofonica ‘I laziali sono qua‘ condotta da Danilo Galdino, sugli 88.100 fm di Elleradio, Alessandro Calori, eroe in parallelo dello scudetto della Lazio il 14 Maggio del 2000, ha commentato riguardo l’anomalia di questo derby, semi deserto e avulso di sentimenti, per le già conosciute contestazioni nei confronti della società: “Vedere l’Olimpico vuoto è triste. Il calcio dovrebbe essere della gente, del popolo. Bisognerebbe fare un passo indietro, rivedere le due curve piene di passione, quello è il vero derby. Il calcio trasmette l’amore per quello che fai, rappresenta una città i colori, quando indossi la maglia. Non è la stessa cosa. Negli spalti la passione della gente viene a mancare, è una sconfitta e tutti dovrebbero domandarsi perché”.

Alla domanda ‘che derby ti aspetti’, Calori ha risposto così: “Per la Lazio è una partita importantissima, il resoconto di una stagione programmata in un modo e purtroppo per tanti eventi, infortuni etc, non è andata bene. Viene vissuto a Roma in modo passionale, come una rivincita, quasi cancella la stagione negativa. La Lazio potrebbe riscattarsi, una partita dalle emozioni molto forti”.

Il mister Pioli, dato ormai per partente a fine stagione. Quali sono le cause di questo fallimento o i motivi?: “Vedendo giocare la Lazio vedevo una squadra che giocava un calcio fresco, giovane. Sono arrivati giocatori importanti Milinkovic, Cataldi e Biglia. La continuità porta a dei risultati. Il perché non lo so, una cosa che mi ha colpito leggendo, già l’idea della fascia di capitano da decidere che sono dei segnali, non è una causa, però sono delle aspettative che per raggiungere dei traguardi importanti servono. Se punti su De Vrij e poco dopo s’infortuna, e con lui altri giocatori, si sommano delle cose e poi diventa tutto difficile da recuperare. Visto da fuori e il mio è solo un giudizio, Pioli ha creato un gruppo di lavoro di squadra che poteva crescere e migliorare. Sono venuto ad Auronzo a vedere la squadra perché mi incuriosiva. Dopo si sono perse un po’ le certezze, io cercherei di risolvere la situazione”.

Tre giocatori da cui la Lazio della prossima stagione dovrebbe ripartire?: “Uno come Biglia è un giocatore di livello mondiale, un regista che dopo Pirlo è il più forte, non vedo altri giocatori con le sue qualità. Poi c’è Milinkovic che è un giocatore straordinario. C’è Cataldi, potrebbe essere un grande capitale che potenzialmente può diventare un giocatore come Nesta, però deve essere in grado di capire, di interpretare la Lazio, la lazialità. E’ giovane, certe cose spesso non riesci a percepirle. Felipe Anderson è uno che potenzialmente è inesploso ma ha grandi qualità. Infine Candreva non so cosa farà a fine stagione, è un altro che potrebbe essere determinante. Parolo è un altro ragazzo che mi sembra giusto. C’è il materiale da cui ripartire, poi ci vogliono quei campioni ‘veri’, e in Italia ce ne sono pochi. Fai fatica a prenderli, ma non solo nella Lazio. Prima i più grandi venivano qui, adesso arrivano e non appena esplodono e se ne vanno. Se hai uno stadio tuo, ci fai un museo e fai la tua casa. Delle finanze con cui investire, nel calcio bisogna avere delle idee al giorno d’oggi”.

Sulla nazionale e la recente batosta contro la Germania: “Se non provi Bernardeschi e Insigne contro le grandi squadre quando crescono?, Poi magari perdi 4-1 e c’è il dramma totale. C’è un passaggio, dobbiamo fa sì che questi qui nei prossimi quattro anni inizino a vincere. Ci vogliono degli anni, fino a che non diventi un gruppo, sennò difficilmente riesci a vincere. Nel campionato trionfa sempre chi fa un lavoro di fondo, chi è abituato ad arrivare alla vittoria.

Questione Stadi di proprietà: “L’Udinese, ad esempio è l’unica squadra che ha fatto uno stadio di proprietà tra le piccole, non le milanesi o le romane, è la seconda o la terza che ha privatizzato l’impianto”.

Parole d’amore per Miro Klose, faro per tutti i più giovani. Un ‘ragazzo’ non più giovanissimo che dovrebbe essere clonato in fatto di professionalità: “E’ un campione del mondo, una leggenda. Come immagine che dà, io l’ho visto in ritiro, come si allena. E’ un esempio che riesce a dare, che fa capire al giovane come si deve fare. Per prendere tanti come lui bisognerebbe investire”.

Infine sulla società: “Nell’idea di un società ci dovrebbe essere la possibilità di migliorare. Avevano la possibilità di vendere Anderson, Biglia chi volevano”. 

 

 

 

 

Zoff, la carica del ‘vecchio’ leone: “La Lazio può far male alla Roma”

Ai microfoni de ‘Il Tempo‘ Dino Zoff, che sente particolarmente tutte le attese pre derby ha parlato: “Il segreto per vincere? Non bisogna caricare ulteriormente la squadra, già stressata dalla città e dall’ambiente. La Lazio può far male, ha giocatori pericolosi in avanti, con questa qualità può mettere in difficoltà la Roma, che parte però favorita. Derby senza tifosi? Non è derby, manca una componente importante e determinante“.

Zoff ha concluso con un monito: “Una vittoria risolleverebbe un po’ l’ambiente, ma non basta per salvare la stagione”. 

SERIE A – Turno serale per la Lazio il 1 Maggio

La Lazio di Pioli, come da comunicato della Lega Calcio, giocherà contro l’Inter la giornata n°36 del campionato. E’ stato divulgato e deciso l’orario: 20:45.

Turno serale quindi per i biancocelesti che affronteranno la squadra di Roberto Mancini al termine della giornata denominata ‘festa dei lavoratori’, per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale.

Conte fa fuori Lotito. Messo alla porta dal ct della nazionale

RASSEGNA STAMPA – Lazio 23 maggio, “Di padre in figlio”: già venduti 16 mila biglietti. Un’altra sconfitta di Lotito

Leggi i dati sconfortanti della prevendita di Lazio-Roma (tagliandi acquistati: 8 mila scarsi che, aggiunti ai 14 mila abbonati, non raggiungono al momento quota 22 mila presenze). Ricordi che, all’andata, sugli spalti erano in 28 mila, un altro record negativo e il pensiero corre a ”Di padre in figlio”, stadio Olimpico, 23 maggio 2016, omaggio agli Eroi dello scudetto ’74 e a quelli del -9. Biglietti già venduti: 16 mila. Affluenza prevista, secondo un calcolo per difetto: almeno 40 mila spettatori. Ma potrebbero essere anche molti di più. All’evento mancano meno di due mesi, però una considerazione balza evidente: questa è già un’altra sconfitta di Lotito, della sua gestione societaria, della desertificazione del rapporto con il primo, autentico e più grande patrimonio della Lazio: i suoi tifosi.

Fonte: Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Lazio, rispunta l’idea Huntelaar. Per la difesa obbiettivo Tonelli

Verso il derby, ma pensando alla prossima stagione. Lazio al lavoro sul mercato: almeno due i difensori centrali che dovranno essere acquistati, uno di questi può essere Lorenzo Tonelli dell’Empoli. La società lo segue da tempo e nell’ultimo periodo ha intensificato i contatti con l’entourage del ragazzo, che ha già dato il suo consenso al trasferimento nella Capitale. Per lui è già pronto un quinquennale da oltre un milione all’anno, ora resta da trovare l’accordo con l’Empoli. Dalla Germania invece rimbalza forte la nuova candidatura per l’attacco di Klaas-Jan Huntelaar. La Bild è convinta: i biancocelesti sono tornati alla carica per l’attaccante tedesco, profilo ritenuto ideale come futuro sostituto del connazionale Miro Klose.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – La verità dei tifosi: “Ecco perché non andiamo più allo stadio”

Si sono dette e scritte tante cose in merito alla decisione della tifoseria di disertare la Curva Nord in questa stagione. Per noi una scelta, operata a malincuore, sulla quale vogliamo fare definitiva chiarezza. Le “barriere” rappresentano solo l’ultimo dei problemi e non certo “Il problema”. Si è trattato, a nostro avviso, dell’ennesimo provvedimento casuale, dettato da eventi non necessariamente legati alla Nord e dalla pressione mediatica. Per noi, semplicemente una goccia che ha fatto traboccare un vaso già ricolmo. I provvedimenti di questi anni dimostrano come sia difficile per chi prende talune decisioni farlo in assenza del coinvolgimento di tutte quelle componenti che gravitano all’interno del pianeta calcio, compresi i tifosi che non sono scevri da errori ma che tanto potrebbero insegnare poiché certe norme le subiscono sulla propria pelle.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Felipe e Parolo tornano a Formello, ancora differenziato per Milinkovic e Basta

Seduta pomeridiana per la Lazio di Stefano Pioli a quattro giorni dal derby. Dopo gli impegni con le rispettive nazionali, Felipe Anderson, Parolo e Hoedt sono tornati ad allenarsi nel centro sportivo di Formello. I primi due hanno faticato con il resto del gruppo, mentre l’olandese, insieme a Patric, non ha partecipato alla partitella finale, dedicandosi ad esercizi di scarico. Basta e Milinkovic, invece, per il secondo giorno consecutivo, hanno svolto un lavoro differenziato e personalizzato. Il recupero dei serbi dall’infortunio al polpaccio dello scorso 10 marzo procede positivamente, ma solo il centrocampista ha chance di giocare contro la Roma.

Fonte : Il Messaggero