Oggi è l’11 novembre e per tutti i tifosi della Lazio, ma anche per tutti i tifosi d’Italia e d’Europa, non può essere un giorno normale. Nove anni fa infatti veniva ucciso Gabriele Sandri. Suo padre Giorgio e suo fratello Cristiano sono intervenuti sugli 88.100 FM di Elleradio, all’interno della trasmissione “Laziali On Air”, per ricordarlo.
Papà Giorgio su Gabriele
“Nove anni dopo quel maledetto 11 novembre, il vuoto, la ferita, il dolore, la rabbia, non sono passati e credo che non passeranno mai. Stamattina sono uscito prima di casa appositamente per vedere i manifesti e gli striscioni in giro per la città. Ci tengo a ringraziare tutto il popolo di Gabriele. Grazie a loro il ricordo di mio figlio Gabbo è sempre vivo. Sono tante le persone che ci sono state vicine negli anni, sempre. In tutta Italia, addirittura anche in Europa, le manifestazioni di affetto e di solidarietà nei nostri confronti sono state numerosissime. Nonostante tutto il dolore, cerchiamo di andare avanti in nome di Gabriele, dei suoi nipotini Gabriele e Greta e nel nome della Fondazione che porta il suo nome”.
Cristiano sulla “Fondazione Gabriele Sandri”
“Sono giorni di estrema riflessione. Il 2017 sarà il decimo anno dalla morte di Gabriele, il consiglio d’amministrazione della Fondazione è in scadenza e, proprio in questi giorni, stiamo cercando di decidere il da farsi. Il percorso della Fondazione a mio avviso poteva e doveva essere accompagnato in maniera differente. Come ho detto anche qualche giorno fa andava “spersonalizzata” dalla nostra famiglia. Abbiamo fatto tante cose belle nel nome di Gabriele. Penso al gruppo donatori di sangue e ai vari premi letterari assegnati. Ora però è tempo di capire il passo più giusto da compiere. La Fondazione non può dipendere essenzialmente da sole due persone, anche perché, come era facilmente ipotizzabile, dopo l’emotività seguita alla morte di Gabriele, l’attenzione è lentamente scemata”.
Giorgio e Cristiano su Gabrielino, rispettivamente da nonno e papà
“Caratterialmente assomiglia molto allo zio. E’ una birba, un bambino estremamente vivace. E’ stato importantissimo per tutta la nostra famiglia. Avere nuovamente un Gabriele Sandri è un’emozione per tutti noi”.

mascherato da tigre: finto il personaggio, reale il contesto sportivo in cui era inserito. I rapporti tra la federazione nipponica e la Toei Animation, produttrice della serie, hanno portato il fantasy nella realtà. E così ecco la comparsa sui ring di Tiger Mask, lottatore acrobatico al pari di quello del cartone animato (vedi video sotto). Sotto la maschera c’è la faccia di Kota Ibushi, lottatore giramondo con esperienze anche nella WWE americana. Il resto è l’euforia che ha accompagnato non solo in Giappone il ritorno di un personaggio che negli Anni ’80 era diventato un autentico mito della lotta e che, al pari di Inoki, Hulk Hogan e André The Giant, ha contribuito al boom dall’altra parte del globo del wresling. Star, ancora, per una notte. Ma sui social è già riesplosa la Tiger-mania. I fan sperano che il ritorno dell’Uomo Tigre non sia stata la trovata pubblicitaria di una notte appena.
