A Modena non si è passata una Pasqua tranquilla. Sabatao è avvenuto l’esonero di Hernan Crespo, a cui sono seguite polemiche con le forti dichiarazioni della moglie dell’argentino (LEGGI QUI). I canarini, con il ds Taibi, hanno deciso di affidare la squadra ad un altro ex laziale. Il prescelto è stato Cristiano Bergodi. L’ex biancoceleste si è detto entusiasta di questa nuova avventura, ma in sala stampa ha così dichiarato: “Nutro affetto e rispetto verso questa piazza e questo club, ma sono consapevole che la situazione è difficile, ma non impossibile. Abbiamo 9 match per decidere il nostro destino“. Buona fortuna mister.
CONFERENZA – Conte: “Germania? Rispetto, ma nessuna paura. Domani cerco conferme”
Domani a Monaco di Baviera ci sarà la classica Germania – Italia, una partita che non può essere considerata una semplice amichevole. Infatti, le due Nazionali, sono nemiche storiche per essersi contese il dominio in Europa e nel Mondo. Indimenticabili sfide nel passato che sono ancora negli occhi di tutti i tifosi. ma domani non ci sarà spazio per i ricordi e per il sentimentalismo e il CT Antonio Conte vuole una vittoria. In conferenza stampa l’ex bianconero è stato chiaro: “Non abbiamo nessuna paura della Germania. Domani voglio una grande prestazione e cerco conferme da molti giocatori. Ho già in mente la formazione., Rivoluzionerò l’attacco con Insigne – Zaza – Bernardeschi. Anche a centrocampo ci sarà spazio per Jorginho“. Poi sul suo futuro: “Ho già scelto di lasciare l’Italia dopo l’Europeo, poi vedremo se arriverà la chiamata di un club. Ora voglio solo essere concentrato sull’Italia“. Il match si disputerà domani sera (martedi’ 29 marzo) alle ore 20.45 all’Allianz Arena, casa del Bayern Monaco.
VIAREGGIO CUP – Finale a sorpresa
Si sono svolte quest’oggi le semifinali della Viareggio Cup, il prestigioso torneo giovanile. Oggi si sono disputate Palermo – Inter e Juventus – La Spezia. Due match dalle mille emozioni. La sorpresa arriva dal Palermo. I rosanero, con un grandissimo La Gumina, sconfiggono per 3-2 i più quotati dell’Inter. Partita tesissima con ben 5 espulsi tra giocatori e dirigenti. Il Palermo parte forte e si trova già sul 3-0. I nerazzurri riescono ad accorciare sul finale del primo tempo e poi nella ripresa. Finale con un episodio dubbio in area di rigore rosanero: l’Inter protesta ma il rigore non viene concesso. Finale storia per il Palermo. Nell’altro incontro invece è la Juventus a spuntarla. I bianconeri si impongono su La Spezia solamente ai calci di rigore, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sul 2-2. La finalissima quindi sarà Palermo – Juventus.
Stankovic amarcord, tra Lazio ed Eriksson
E’ stato uno dei pilastri dei maggiori trionfi della Lazio. Aquistato da Sergio Cragnotti, Dejan Stankovic approdò giovanissimo alla corte di Sven Goran Eriksson. La sua crescita e la sua carriera da big è iniziata con l’aquila sul petto. Ed è proprio per questo motivo che il serbo si sente ancora legato al club biancoceleste. In un’intervista rilasciata a Mediaset Premium, Stankovic si è così espresso: “Devo tutto alla Lazio e a Eriksson se sono diventato un grande calciatore. Loro hanno costruito la mia carriera e non smetterò mai di ringraziarli“. Soprattutto il tecnico svedese è rimasto nel cuore di Dejan: “Con lui ho imparatao tantissimo, molto più rispetto agli altri allenatori che ho avuto, perchè ha avuto molta pazienza spiegandomi nei dettagli ogni cosa del calcio italiano“.
Il “giallo” del teschio di Shakespeare…
Un nuovo mistero aleggia su William Shakespeare (1564-1616): “Sia beato colui che risparmia queste pietre, e maledetto chi sposta le mie ossa”. L’incisione sulla lapide del grande romanziere inglese sembra però non essere stata rispettata: secondo un gruppo di archeologi mancherebbe il teschio del Bardo e forse sarebbe stato rubato. Sono giunti a questa conclusione gli studiosi della Staffordshire University che per la prima volta hanno analizzato, con un ‘georadar’, la tomba del grande autore, che riposa nella Holy Trinity Church di Stratford-upon-Avon, sua città natale nell’Inghilterra centrale, e ne è così scaturito un giallo storico. L’archeologo Kevin Colls in un documentario che andrà in onda su Channel 4 ha dichiarato: ”Abbiamo notato una strana irregolarità con gli strumenti all’altezza della testa e abbiamo un racconto secondo cui in un certo momento della storia qualcuno è venuto e ha preso il teschio di Shakespeare. E sono convinto che non si trovi nemmeno nella Holy Trinity Church”. Lo studioso si riferisce a quella che era considerata come una leggenda: dei cacciatori di trofei avrebbero prelevato il teschio nel 1794.
Era circolata alla fine dell’800 ma gli storici non le avevano mai attribuito una qualche attendibilità. Del resto del Bardo si è detto tutto e il contrario di tutto e restano ancora da chiarire tutta una serie di interrogativi. L’archeologo che ha guidato le ricerche, ammette che le sue ipotesi possano scatenare controversie. Ancor di più se si pensa che c’è grande attenzione attorno al Bardo di cui si celebrano quest’anno i 400 anni dalla morte, avvenuta il 23 aprile 1616. Michael Dobson, direttore dello Shakespeare Institute all’Università di Birmingham, è invece convinto che la storia del teschio sottratto resti una leggenda anche di fronte ai rilevamenti e perchè alla fine del 18esimo secolo era piuttosto inusuale la ricerca di ‘trofei’ nelle tombe dei grandi autori. Dubbi sono stati espressi anche dal vicario della Holy Trinity, Patrick Taylor, il quale ha così commentato: ”Non ci sono prove sufficienti per affermare che il teschio sia stato preso”. Di sicuro ossa e teschi si possono trovare in grande quantità nelle opere di Shakespeare, a partire dall’Amleto. Che sia stata una sorta di premonizione?
Il Prof risolve il teorema irrisolvibile: ecco la sua ricompensa

Che fine hanno fatto le scommesse di Tare? – Parte 2
Prosegue la nostra analisi sulle scommesse portate in maglia biancoseleste dal Ds Igli Tare in questa seconda e (si spera) ultima parte:
CISSE’ – Il francese è il grande colpo dell’estate del 2011 insieme a Miroslav Klose, tant’è che al suo arrivo a Fiumicino viene accolto da centinaia di tifosi biancocelesti. Viene acquistato per 5,8 milioni. L’inizio della sua avventura laziale inizia nel migliore dei modi: segna due reti il 18 agosto 2011, all’esordio con la maglia biancoceleste, nella partita di andata di Europa League contro il Rabotnički, terminata 6-0 per le Aquile. Il 9 settembre 2011, prima giornata del campionato di Serie A, segna il suo primo gol italiano (insieme al compagno di reparto Klose) nella partita fuori casa contro i campioni in carica del Milan (2-2). A questa rete segue tuttavia un lungo periodo senza riuscire ad andare a segno in campionato, che si prolunga fino alla fine del 2011. Se volessimo raffigurare la sua stagione in un episodio potremmo scegliere sicuramente il clamoroso palo preso durante il derby con la Roma. Chissà come sarebbe cambiata la sua stagione se quel tiro meraviglioso fosse entrato in rete…Nei sei mesi a Roma viene spesso relegato al ruolo di esterno sinistro offensivo del 4-2-3-1 per lasciare spazio a Klose, ruolo non consono alle sue caratteristiche finalizzative. La poco felice esperienza in Italia si conclude il 31 gennaio 2012, quando torna in Premier League, firmando un contratto di due anni e mezzo con il Queens Park Rangers. Al termine della stagione totalizza 6 marcature in 8 presenze, aiutando i londinesi a salvarsi dalla retrocessione. Nella sua seconda annata a Londra si sblocca alla decima giornata contro il Reading (1-1). Gioca anche la FA Cup e la coppa di lega ma l’esperienza del QPR nelle due competizioni è breve. Nel gennaio del 2013, dopo 21 presenze e 4 reti, la squadra inglese lo cede in prestito ai qatarioti dell’Al-Gharafa. Realizza una sola rete in campionato contro l’Al-Arabi(1-1), siglando quattro reti nell’AFC Champions League, inclusa una doppietta al Sepahan (3-1). Il 28 giugno successivo, terminato il prestito, rescinde il contratto che lo legava al QPR. Il 4 luglio 2013 firma un contratto di un anno con opzione per il secondo con il Kuban‘, club russo militante in prima divisione. Il 31 dicembre 2013, dopo aver rescisso il contratto con il Kuban‘, firma un contratto con il Bastia della durata di diciotto mesi. Dopo essersi svincolato dal club corso, e aver firmato per il JS Saint-Pierroise, club del Campionato reunionista di calcio, il 19 ottobre 2015 annuncia il ritiro dal calcio giocato.
SAHA – Il francese è uno dei protagonisti del “cimitero degli elefanti” messo in atto dal direttore sportivo. Grandi nomi del passato che vengono portati a Roma in memoria del tempo che fu. Avendo concluso il contratto con il Sunderland entro le ore 19:00 del 31 gennaio, è stato possibile tesserarlo, come giocatore svincolato, da parte della società italiana della Lazio nonostante il calciomercato fosse concluso; l’ingaggio, infatti, è stato perfezionato il 6 febbraio 2013. Saha ha firmato un contratto semestrale a 500.000 euro ma non è stato possibile inserirlo nella lista UEFA data la scadenza ormai sopraggiunta. Esordisce in maglia biancoceleste e nel campionato italiano il 9 febbraio, entrando al 90′ al posto di Álvaro González nella partita Lazio-Napoli finita 1-1. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Anche se non fu protagonista di questa partita storica, Saha ricorderà con piacere questo giorno per il bel gesto dei suoi compagni che lo invitarono ad andare a prendere con loro la medaglia nonostante non avesse giocato neanche un secondo in quella competizione. A fine stagione, scaduto il contratto, lascia la Lazio e l’8 agosto 2013, giorno del suo trentacinquesimo compleanno, annuncia il ritiro dal calcio giocato, tramite Twitter.
PEREIRINHA – Il giocatore portoghese è un’altra delle meteore portate a Roma dal Ds Tare. Viene acquistato 30 gennaio 2013 viene tesserato dalla società italiana della Lazio, che gli fa firmare un contratto triennale una volta che il calciatore portoghese si era svincolato dallo Sporting Lisbona. Il 3 febbraio seguente esordisce con la maglia biancoceleste, sostituendo Cristian Brocchi al 71′, nella sconfitta per 3-2 contro il Genoa. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Il 20 maggio 2015 perde la finale di Coppa Italia dove la Lazio viene sopraffatta dalla Juventus per 2-1. Il 15 luglio 2015, dopo 2 stagioni e mezzo, rescinde il proprio contratto che lo legava alla società romana; il centrocampista lascia la Lazio con un totale di 27 presenze. Se n’è andato come è arrivato. Sempre in punta di piedi Bruno Pereirinha. Mai una parola fuori posto, mai un eccesso. Professionista esemplare, nonostante il poco spazio e gli infortuni che ne hanno condizionato il rendimento. Dal gennaio del 2013, ha collezionato 27 presenze in due anni e mezzo di Lazio. L’esordio da incubo alla Scala del calcio (3-0 contro il Milan) episodio sfortunato di una carriera in biancoceleste mai decollata. Dopo aver rescisso con la società italiana della Lazio, vola in Brasile per firmare con l’Atlético Paranaense. Fa il suo esordio, con la nuova maglia, il 25 luglio 2015 nella partita vinta, per 1-2, contro l’Avaí. Il 15 ottobre successivo mette a segno il suo primo gol in terra brasiliana, in occasione della partita casalinga pareggiata, per 2-2, contro il Cruzeiro; non andava in gol dal 18 dicembre 2010 quando vestiva la maglia del Vitória Guimarães.
CIANI – Il 27 agosto 2012 viene acquistato dalla Lazio firmando un contratto triennale con scadenza nel 2015. L’esordio in maglia biancazzurra arriva il 20 settembre, nella partita di Europa League contro il Tottenham, sostituendo al 93º minuto il brasiliano Hernanes, la partita finirà 0-0. Segna il suo primo gol con la maglia biancoceleste il 19 dicembre 2012 nella partita di Coppa Italia Lazio-Siena, pareggiata dalla squadra biancoceleste per 1-1 al 95′ proprio grazie alla rete del francese, con la Lazio che passerà il turno dopo i calci di rigore. Il 26 maggio 2013 vince la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0. Buon difensore, la cui arma vincente era sicuramente il fisico possente che gli permetteva di vincere molti duelli aerei, ma inevitabilmente perdeva molto sotto il profilo della velocità e infatti puntualmente la Lazio andava in difficoltà quando si trovava di fronte attaccanti rapidi e brevilinei. Non sarà stato un fenomeno ma i laziali lo ricorderanno sempre con tanto affetto, se non altro per riconoscenza visto che se non era per quel colpo di testa in Coppa Italia la Lazio non avrebbe mai fatto quella bellissima cavalcata fino al trionfo del 26 Maggio. E quel pallone sparato lontano al triplice fischio dell’Arbitro è stato un senso di liberazione in cui tutti i laziali si sono sicuramente rispecchiati. Il 3 giugno 2015, in scadenza di contratto, annuncia l’addio alla Lazio, dopo tre anni in cui ha collezionato 72 presenze totali con 2 reti segnate. Il 18 luglio 2015 firma un contratto biennale, con opzione di un anno aggiuntivo, con il club portoghese dello Sporting Lisbona; nel contratto è anche presente una clausola rescissoria pari a 45 milioni di euro. Ma dopo soli 29 giorni, il francese richiede la cessione a causa del mancato ambientamento suo e della sua famiglia. Il 18 agosto 2015, dopo aver lasciato lo Sporting Lisbona dopo sole quattro settimane di permanenza e nessuna presenza, firma un biennale con il club spagnolo dell‘Espanyol. L’esordio arriva il 12 settembre successivo nella sconfitta interna, per 0-6, contro il Real Madrid.
KAKUTA – L’ex baby fenomeno del Chelsea viene acquistato dalla Lazio al termine dell’ennesima deludente campagna di “rafforzamento”, precisamente il 31 gennaio 2014 a titolo temporaneo con diritto di riscatto fissato a 3,5 milioni di euro. Il 20 febbraio successivo fa il suo esordio con la maglia del club capitolino, subentrando a Senad Lulić al minuto 68 in occasione della sconfitta casalinga per 1-0, nei sedicesimi di finale di Europa League, contro i bulgari del Ludogorets. Il 9 marzo successivo, arriva anche l’esordio nel Campionato italiano, subentrando all’86’ a Miroslav Klose nella sconfitta casalinga per 1-0 contro l’Atalanta. Il 1º luglio 2014 la Lazio decide di non riscattare il cartellino del giocatore che torna di nuovo al Chelsea. Il 31 luglio 2014 viene acquisito, a titolo temporaneo, dal club spagnolo del Rayo Vallecano. Esordisce il 25 agosto successivo nel pareggio interno, per 0-0, contro i campioni in carica dell’Atlético Madrid. Il 14 settembre 2014 mette a segno la prima rete con la nuova maglia in occasione della sconfitta casalinga, per 2-3, contro l’Elche. Conclude la stagione con un totale di 35 presenze e 5 reti. Il 18 giugno 2015 viene acquistato dal Siviglia per una cifra vicina ai 4 milioni di euro. Attualmente gioca in Cina nell’Hebei China Fortune: come tanti altri giocatori che hanno giocato in Europa e che non hanno più nulla da chiedere alla loro carriera infatti, anche lui ha deciso di pensare esclusivamente ai soldi.
NOVARETTI – Nell’estate del 2013, Novaretti lascia il nuovo continente per giocare nel vecchio, raggiungendo un accordo quadriennale con la Lazio, sulla base di un trasferimento gratuito per scadenza del precedente contratto. Esordisce in serie A e con la maglia bianco-celeste da titolare il 25 agosto 2013 nella partita Lazio-Udinese (2-1). Il centrale argentino si dimostra fin da subito un pesce fuor d’acqua nel campionato italiano, mostrando spesso e volentieri lacune difensive che in Serie A non puoi assolutamente permetterti. Mentre il 19 settembre 2013 fa il suo esordio in campo internazionale, in occasione della vittoria casalinga per 1-0, di Europa League, contro il Legia Varsavia. Il centrale argentino si dimostra fin da subito un pesce fuor d’acqua nel campionato italiano, mostrando spesso e volentieri lacune difensive che in Serie A non puoi assolutamente permetterti. Così a fine stagione rescinde il proprio contratto con la società biancoceleste concludendo l’esperienza italiana totalizzando 24 presenze. Il 26 giugno, torna nel campionato che nella sua carriera gli ha dato le maggiori soddisfazioni, quello messicano. Il club del León, ufficializza l’ingaggio del difensore argentino. Esordisce il 29 luglio successivo in occasione della partita di Coppa del Messico vinta, per 1-2, contro il San Luis. Il 26 agosto 2015, sempre in Coppa del Messico, mette a segno la sua prima marcatura nella vittoria, per 2-1, contro il Correcaminos UAT. Il 5 novembre successivo, seppur giocando per soli 9 minuti prima di essere sostituito per infortunio, perde la finale di Copa MX poiché la sua squadra viene battuta, per 0-1, dal Chivas de Guadalajara.
HELDER POSTIGA – Altro grande nome venuto a occupare un posto nell’allettante “Cimitero degli Elefanti” biancoceleste creato dalla dirigenza biancoceleste durante le ormai inutili sessioni invernali. Il portoghese, l’8 agosto 2013 viene acquistato dal Valencia, a cui serve una nuova punta dopo la partenza di Roberto Soldado. Nel Valencia rimane fino a gennaio, quando viene ceduto in prestito con diritto di riscatto al club italiano della Lazio. Lascia il club spagnolo dopo 23 presenze e 4 gol. Il 30 gennaio 2014 si trasferisce in prestito alla Lazio, non potendo esordire subito con la società italiana a causa di una contrattura al polpaccio subita il giorno successivo. Dopo circa due mesi passati in infermeria, il 26 marzo 2014 fa il suo esordio in Serie A, in occasione della sconfitta per 2-0 contro il Genoa. Il 1º luglio successivo la Lazio decide di non riscattare il cartellino del giocatore, concludendo così l’esperienza in Italia con appena 5 presenze.
Fine della seconda puntata di questa lunga analisi sulle meteore che hanno vestito la maglia biancoceleste. La sensazione è che purtroppo non si dovrà attendere molto per le 3° puntata, il Ds Tare sta preparando già nuovi sostituti: Perea, Djordjevic, Mauricio, Bisevac, Braafheid, ecc…
POLISPORTIVA – Giorgio Regni, l’allenatore più vincente nel settore Juniores del Calcio a 5 femminile
Con gli scudetti vinti negli ultimi due anni alla guida della Lazio femminile, Giorgio Regni, ora allenatore della SS Lazio calcio a 5, è il tecnico più vincente nel settore Juniores di calcio a 5 femminile. Un ambiente spesso sottovalutato ma al centro di una svolta epocale: la costituzione di una Nazionale Under 17, fortemente voluta dalla UEFA, che il prossimo giugno potrebbe svolgere un quadrangolare a Oliveira de Azemeis (Portogallo). “Se la voce venisse confermata – ha dichiarato Regni – sarebbe una grandissima notizia che stimolerà tantissime ragazze ad entrare nel mondo del futsal. Ma, alla base della crescita di questa disciplina, ci deve essere la volontà da parte delle società di Serie A d’elite di investire nei settori giovanili”. Sono infatti ancora pochissime le giovani realtà di questo sport. Le uniche regioni ad aver disputato un campionato regolare, iniziato ad ottobre, sono Lazio e Umbria (per un totale di 9 squadre e 16 vittorie consecutive), per il resto del paese la situazione è in notevole ritardo. Basta pensare che alle fasi nazionali di Montecatini Terme (dal 21 al 23 maggio 2016) potrebbero partecipare – oltre alle due regioni citate – soltanto Abruzzo, Campania, Marche e Piemonte. Forse in extremis entrerà anche la Puglia, mentre spicca l’assenza del Veneto che pur vanta un ottimo bacino di giovani talenti locali. Però per accedere al torneo toscano le aquilotte tricolori devono ancora superare lo scoglio della finale regionale in programma per il 17 aprile contro la vincente tra FB5 e Lazio femminile.
Nel frattempo però la notizia di una possibile selezione azzurra ha acceso l’entusiasmo delle calcettiste: “Sono molto emozionate, è un grande stimolo perchè iniziano a credere che il futuro del quale parliamo esista davvero. Erano stanche delle chiacchiere ma a quanto pare finalmente arrivano i fatti”. Ed ecco allora che potrebbero aprirsi nuovi sbocchi per atlete come Grieco e Barca che hanno già calcato il palcoscenico Nazionale con la convocazione nella S.S. Lazio di Chilelli: “Loro hanno già vissuto questa esperienza, ma altre tante ragazze interessanti devono soltanto essere notate. Anche la Vis Lanciano, ad esempio, ha una bella fucina di promesse, ma ci sono giocatrici da tenere d’occhio anche nei campionati regionali di categorie minori. Praticamente c’è tanto su cui lavorare, ma chi avrà il compito di allenare la selezione minore dovrà tenere conto del fatto che tante non conoscono ancora l’agonismo delle competizioni ufficiali”.
Roma: torna una grande iniziativa per gli amanti del cinema…
Bella notizia per tutti gli amanti dei film, infatti grazie alla Direzione generale del Cinama (Mibact) torna a Roma il Cinema Days 2016. Dall’11 al 14 aprile tutti i cittadini avranno la possibilità di gustarsi i film, in programma nelle sale che aderiscono all’evento, allo scontatissimo prezzo di 3 euro mentre per le pellicole in 3d il costo sarà di 5 euro. Un’offerta irrinunciabile, saranno 4 giorni in cui si avrà l’occasione di ammirare i migliori film a prezzi quanto mai vantaggiosi. Grazie all’hashtag #cinemadays su Twitter sarete informati sulle ultime notizie riguardanti questo evento. Di seguito la lista dei cinema presenti a Roma che aderiranno a tale iniziativa.
ADMIRAL
ADRIANO
ALHAMBRA
AMBASSADE
ANDROMEDA
ANTARES
ATLANTIC
BARBERINI
BROADWAY
CINEMA DEI PICCOLI
DORIA
EDEN MULTISALA
EURCINE
EUROPA
FIAMMA
GALAXY
GIULIO CESARE
INTRASTEVERE
KING
LUX
MAESTOSO
MIGNON
NUOVO OLIMPIA
NUOVO SACHER
ODEON
QUATTRO FONTANE
REALE
ROXY MULTISALA
ROYAL
SAVOY
STARDUST VILLAGE
THE SPACE – ROMA CENTRO
THE SPACE – ROMA MAGLIANA
TIBUR
TRIANON
UCI-CINEMAS LUNGHEZZA
UCI-CINEMAS MARCONI
UCI-CINEMAS PORTA DI ROMA“
Candreva lo sa, il salto di qualità con Lotito non si fa…
Se due indizi fanno un sospetto, tre indizi fanno una prova. Quello che si sta vivendo con Antonio Candreva, per i tifosi della Lazio è un film già visto non una, ma più volte. Sembra di rivivere gli ultimi giorni a Roma di: Lichtsteiner, Kolarov ed Hernanes. Tutti, al loro arrivo, dichiararono di voler fare bene, crescere insieme a questa squadra, vestire questi colori per tanti anni e magari vincere qualcosa a Roma.
Questi calciatori negli anni si sono visti negare una storia a lieto fine dall’attuale Società Sportiva Lazio, o più semplicemente dalla gestione del presidente Claudio Lotito. Nel mondo del calcio si sa, per un presidente non è semplice far crescere il proprio club e portarlo alla vittoria di trofei, ma certo il modus operandi di questa Lazio, si è capito non è quello che porterà a vincere. Il problema è che costantemente ogni 3 o 4 anni i giocatori che arrivano alla Lazio se ne rendono conto e chiedono di cambiare aria, come biasimarli. Il fatto che siano stati gli stessi calciatori a chiedere la cessione per vincere lontano da Roma, questo non mette a riparo da critiche la società che si cela dietro un dito e allarga le braccia dichiarando di non poter trattenere i giocatori che chiedono d’andar via, e no cari Lotito e Tare, non è affatto così perché se un calciatore chiede espressamente di essere ceduto per andare a vincere in altri lidi, la colpa è di chi non ha saputo mettere in piedi un progetto, di chi non ha mostrato di avere ambizione, trasmettendo allo stesso tempo rassegnazione a giocatori e tifosi. Questo è quello che è accaduto con Lichtsteiner che cambiando maglia è riuscito a vincere, lo stesso dicasi per Kolarov ed il meno vincente Hernanes è comunque in procinto di vincere il suo primo scudetto italiano.
Sulla stessa strada sta camminando Antonio Candreva che nel tragitto si è puntualmente ritrovato al famoso bivio, dove il calciatore dovrà scegliere se restare in una società in cui regna da dodici anni la mediocrità e dove una coppa Italia è considerato il punto più alto della gestione, oppure scegliere la seconda via che lo porta in una squadra come ad esempio l’Inter che seppur non abbia vinto in questi ultimi anni sta mostrando sicuramente quello che vuol vedere un calciatore e cioè la voglia di crescere e vincere, o ancor meglio per lui questo bivio potrebbe portarlo alla Juventus, società agli antipodi di quella biancoceleste, una società che ha nel proprio DNA la voglia di vincere sempre e continua a trionfare da anni. Per Candreva, come per altri sarà quasi scontata la decisione, che forse ha già preso, ma la decisione di perderlo la prese ancor prima la società quando dopo un’annata fantastica per la Lazio e per lo stesso centrocampista romano decise di non dare seguito a tutto ciò, demoralizzando giocatori e ambiente. Candreva non può essere colpevolizzato per questo, Candreva si è visto troppe volte, questa stagione, additato come male della squadra o come spacca-spogliatoio, è stato relegato in panchina a volte ingiustamente, certo tra partite giocate con sufficienza e polemiche sterili di sbagli ne ha fatti, ma crediamo che, dati alla mano, il goleador attuale della Lazio non possa sedere in panchina, soprattutto per far posto ad un Felipe Anderson che in 3 anni di Lazio ha preso per mano la squadra in non più di 10 partite, e che adesso è tornato ad essere quello che tutti hanno visto nei primi due anni, o meglio che non hanno visto. Candreva il 24 settembre 2014 rinnovò con la Lazio sino al 2019, dichiarando di voler diventare un giocatore importante per questa squadra e Antonio solo 4 mesi prima del rinnovo, grazie ad una doppietta, era riuscito a realizzare in una stagione la bellezza di 11 reti, che nella storia della Lazio è un record assoluto per un centrocampista, record condiviso con Nedved ed Hernanes, le storie del numero 87 e quella del brasiliano si somigliano sempre più e sembra che un giocattolo più diventi grande e più ha la possibilità di rompersi tra le mani di Lotito e che questo accada appositamente o meno, il risultato è sempre lo stesso.
Candreva sappiamo quanto tenesse a far bene con questa maglia e lo ha sempre dimostrato, aveva chiesto invano la fascia di capitano questa estate ma a quanto pare dopo 4 anni, secondo qualcuno all’interno dello spogliatoio, non era ancora giunto il suo momento e questo ha fatto adirare non poco Candreva che in mancanza del neo capitano Biglia, ha visto indossare la fascia a Klose, ma nelle occasioni in cui sia l’argentino che il tedesco hanno dato forfait la fascia era stretta sul braccio di Stefan Radu e quando dal campo si è assentato anche il romeno e tra loro l’unico in campo era Candreva – come in quell’Udinese-Lazio del 31 gennaio 2016 – l’esterno di Tor de’ Cenci si è visto scavalcare nelle gerarchie da Abdoulay Konko, che con tutto il rispetto è lo stesso calciatore che solo pochi mesi prima era l’indiziato numero uno a lasciare il quartier generale di Formello. Scelta del tecnico? Decisione dello spogliatoio? O magari non sappiamo se Candreva, dopo tali accadimenti, da quel giorno ha deciso di non vedersi più affibbiato il ruolo che aveva tanto desiderato in estate. La verità forse non la sapremo mai, ma quel che è certo, è che ancora una volta la Società Sportiva Lazio non ha saputo gestire un suo patrimonio come già capitato in passato e se Candreva davanti al famoso bivio ha già deciso di seguire la strada percorsa dai suoi colleghi non può essere condannato per questo. Lichsteiner, Kolarov, Hernanes: tre indizi fanno una prova, ma la Lazio vuole andare oltre, offrendo per l’ennesima volta il salto di qualità, ad altre società…
Alessio Allegrucci
Tommaso Paradiso si racconta a So Foot: “Felipe Anderson? Non ha il coraggio di vivere”
Tra le nuove leve della musica italiana, quella dei Thegiornalisti è sicuramente una delle voci più autorevoli. Il progetto creativo della band si posa sulle spalle di Tommaso Paradiso, che oltre ad essere un cantautore di talento è anche un grande tifoso laziale. In molti hanno potuto seguirlo come inviato di “Quelli che il Calcio” per i colori biancocelesti. Tommaso ha rilasciato un’interessante intervista al mensile sportivo francese “So Foot” in cui parla a trecentosessanta gradi della sua lazialità, e di cui vi proponiamo alcuni estratti:
C’è un sacco di calcio nelle tue canzoni. Nell’ultimo album, su 11 canzoni in 5 compare il pallone, a un certo punto.
“Il calcio è per me una liturgia. Quando arriva il fine settimana, mi tolgo le scarpe, mi metto sul divano di casa. E guardo ogni partita. Assolutamente ogni partita. Sono un fan del pallone. Quando la mia squadra perde, sto male. Tra calcio, “Fantacalcio” e Lazio, è una vera ossessione. Mi fa sentire bene. Quando i miei amici mi propongono il venerdì: “Passiamo tutto il fine settimana a guardare le partite” per me è una grande gioia.“
Sul divano invece che allo stadio?
“Sono stato un abbonato in Tribuna Tevere all’Olimpico fino al 2011. Poi ho iniziato ad andare in tour con l’uscita del disco, e non ho potuto andare allo stadio come prima. Allora ho comprato un iPad e ogni volta che facciamo un concerto e Lazio o Roma stavano giocando – perché nel gruppo ci sono due tifosi della Roma – le seguiamo.”
Perché la Lazio?
“Perché mio zio mi ha portato allo stadio quando ero piccolo, con mio cugino, ed erano della Lazio. Non sono mai stato un tifoso da Curva. Io sono un tifoso sentimentale. Sono appassionato. Tuttavia, ho scritto per la fanzine degli ultras della Curva Nord, “La voce della Nord”. Affrontavo il tema principale della giornata. A volte me la prendevo con i giornalisti nel Nord Italia. Ero polemico. Scrivevo di un po’ di tutto, ma mai di aspetti tecnici o tattici.”
La storia del Lazio è romantica, ci sono molti morti, grandi vittorie, grandi sconfitte.
“Cerco di vivere la Lazio nel modo più moderno possibile. Il tifoso della Lazio è sempre molto nostalgico, e tende sempre a privilegiare i ricordi. Chinaglia, lo scudetto nel 1974, Re Cecconi, lo scandalo delle scommesse nel 1980: io invece voglio vedere la squadra vincere oggi. Purtroppo, con il presidente Lotito è un dramma. E’ desolante vivere la squadra così come la si vive oggi. Perché questo presidente ha distrutto i tifosi, ha portato uno spirito negativo in ogni parte del club.”
Anche l’inno della Lazio ricorda il passato e il 1974, parlando del Maestro, l’allora allenatore, Tommaso Maestrelli.
“Non ho vissuto quel momento, ma tutti coloro che c’erano ne parlano ancora, ancora e ancora. Sulla radio romane, quelli che parlano di Lazio, i padroni di casa sono ancora igiocatori della Lazio del 1974, come il Capitano Pino Wilson.“
Chi è il tuo punto di riferimento oggi?
“E’ difficile rispondere, perché non abbiamo alcun riferimento, non vi è alcun capitano: è un momento triste. Siamo molto depressi, per ora. Guardiamo le partite senza emozione. Niente. Nulla sembra rimanere del mondo del Lazio così come abbiamo imparato ad amarlo. Tranne, forse, le radio. E dico sul serio. Uomini come Guido De Angelis. Ci è rimasto questo.”
Qual è la differenza tra il Romanista e il Laziale?
“C’è solo una grande differenza. Il Romanista ama autocompiacersi, si sopravvaluta. Il Laziale si affonda da solo. Noi siamo più piagnucolosi, ci lamentiamo di più. I Romanisti sono più “fregnoni”, come si usa dire: più noi ci buttiamo giù, più loro si infiammano. Ogni anno, i Romanisti dicono : “Vinceremo lo scudetto”. Ogni anno, lo ripetono e non vincono mai. Il Laziale, anche se dovesse arrivare Cristiano Ronaldo, direbbe: “E’ a fine carriera, non si adatterà mai…”
C’è anche una grande attenzione alla moda: gli ultras della Lazio sono vengono invitati a vestirsi in un certo modo in Curva, e di non presentarsi coi pantaloni della tuta…
“Sì, come gli Arcade Fire che chiedono al loro pubblico di andare ai loro concerti vestiti eleganti. Questo è un modo per distinguersi dal Romanista tipico, che gira in tuta sportiva. Il Laziale cercare di essere un po’ più borghese. Paradossalmente. Perché si pensa che il Laziale proviene da fuori Roma, ma è sbagliato. La Lazio è il club del centro di Roma, fondato a Piazza della Libertà.”
Come Laziale, qual è il tuo parere su Totti?
“Lo trovo molto simpatico. Mi fa morire. Sinceramente. È un vero e proprio fenomeno. Il più grande giocatore italiano degli ultimi dieci anni, se non di più. L’unica cosa che non sopporto di lui è che, nonostante la sua posizione di grande campione, continua a fare uscite sulla Lazio. Ci si può ridere su, senza problemi, ma non lo fa mai a caso. Odia veramente Lazio e certe volte non aveva bisogno di dimostrarlo come poi ha fatto. Ma io lo preferisco a molti altri giocatori. E’ spontaneo.”
Al momento c’è qualcuno nella Lazio che ti irrita?
“Felipe Anderson. Si tratta di un bluff. Un bluff totale. Non ha il coraggio di vivere. Evita la palla.”
Fabio Belli
CHI L’HA (RI)VISTO – Riccardo Capogna, bomber per natura, laziale per scelta
Ci sono giocatori la cui carriera e il cui nome si lega indissolubilmente alla Lazio, pur non avendone mai indossato la maglia. Si tratta molto spesso di talenti del settore giovanile che l’aquila sul petto l’hanno onorata magari per anni, ma senza riuscire a fare il salto in prima squadra. Ma la vita va avanti e la carriera anche, spesso in maniera più che dignitosa. E’ il caso di Riccardo Capogna, che la Lazio l’ha scelta anche se la Lazio poi non ha scelto lui. Di essere bomber, invece, l’ha capito probabilmente senza pensarci, continuando a segnare come ai bei tempi del vivaio biancoceleste, una volta trovata la propria dimensione nel mondo del calcio.
Nato il 30 marzo del 1988, fisico modellato dallo sport e plasmatosi sempre più in quello di un vero centravanti, Capogna si è fatto tutta la trafila a Formello. Dai Giovanissimi agli Allievi Nazionali fino alla Primavera di Roberto Sesena, si percepiva subito che era uno di quelli che sentiva maggiormente la maglia e ciò che essa significava. Lo si capiva soprattutto nei derby giovanili, spesso vinti anche grazie alle sue prodezze, come un suo gol storico in una stracittadina degli Allievi Nazionali. In Primavera, dopo anni di oblio conseguenti allo scudetto biancoceleste del 2001, fa parte del gruppo che, con De Silvestri e Diakité, riporta la Lazio a giocarsi i play off scudetto dopo quattro anni di assenza. In attacco fa coppia con Merini, una stagione inaspettata da gemelli del gol.
Poi, il salto nel grande calcio. E’ titolare inamovibile nel Carpenedolo, gioca e segna ad intermittenza al Fondi, poi una stagione con poche soddisfazioni a metà tra Renate e Pro Patria. Si rilancia a Chieti: cinque anni in Lega Pro, prima della definitiva esplosione. Passa infatti a Lecco, in Serie D, e vive due stagioni da grande protagonista. 30 presenze e 11 gol per Capogna nella stagione 2013/14, 34 presenze e ben 16 reti l’anno successivo. Pur affermandosi tra i migliori attaccanti in assoluto di tutta la Serie D, a Lecco non diventa un idolo. Colpa della sua “testa da romano”, come da lui stesso affermato in un’intervista. La Lazio e la Capitale non le puoi lasciare fuori, quando ce le hai sottopelle, e nel freddo Nord non sempre questo viene capito.
Quest’anno il cambio di casacca, al Seregno sempre in Serie D. Sempre titolare, 8 i gol messi a segno a conferma di una qualità che ormai da tre stagioni lo rendono un top player di categoria. La natura del bomber e il cuore laziale sono le due cose che alla fine in Capogna usciranno sempre fuori di prepotenza.
Fabio Belli
Lucas Biglia: “Italia? Altri due anni”. E Lotito pensa all’adeguamento del contratto
AGGIORNAMENTO ORE 20.03 – Secondo il portale repubblica.it, dopo le dichiarazioni di Biglia, Lotito avrebbe in mente di adeguargli lo stipendo a 2,5 milioni l’anno, per convincere l’argentino a restare con la casacca biancoceleste.
Sono otto i punti in classifica dell’Argentina, che vincendo ieri contro il Cile si è portata saldamente al comando. Dal ritiro della nazionale ha parlato Lucas Biglia dei prossimi impegni: “Non dobbiamo basarci sulla carta, anche se è vero che nelle ultime due partite abbiamo ottenuto sei punti. Bisogna sempre cercare di dare il meglio. Dobbiamo pensare che ogni partita è la più importante e scendere in campo per vincerla. Se ragioniamo in questo modo raggiungeremo grandi risultati”.
Poi un commento riguardo alla Coppa America Centenario che si terrà negli Stati Uniti il prossimo 3 Giugno ha detto: “Per adesso pensiamo solo alla Bolivia. Una volta terminati gli impegni anche di campionato la testa inizierà a concentrarsi sulla Coppa America Centenario, e cominceremo a pensare di vincere pure in quell’occasione per ottenere un’altra finale. Prima di allora ci attendono tante partite e quel momento ci appare ancora lontano”.
Infine un commento sul suo futuro: “La mia intenzione al momento è quella di giocare un altro paio di anni in Europa e di proseguire la mia carriera in Italia. Mi trovo molto bene lì”
Il Pakistan piange 72 morti. Kamikaze colpisce in un parco a Lahore
Non c’è un attimo di tregua, nemmeno per le feste pasquali. No i ‘kamikaze’ lavorano e terrorizzano h24. Questa volta, purtroppo è il turno del Pakistan, dove ‘grazie’ alle gesta di un folle scellerato che si è fatto esplodere nel ben mezzo di un parco pieno di bambini, ha collezionato vite a ripetizione: 72 le vittime e più di 320 feriti.
I FATTI – In un parco di Lahore, nel Pakistan centrale, si erano raccolte molte persone di religione cristiana per celebrare all’aperto e in famiglia la festività pasquale. Il kamikaze si è fatto esplodere vicino a delle altalene in mezzo alla folla. E’ stata una carneficina con oltre 300 feriti, rivendicata dai talebani del gruppo Jamatul Ahrar. Confermando il bilancio, un responsabile del governo della provincia del Punjab ha detto alla tv Express News che “le operazioni di soccorso sono ancora in pieno svolgimento”. Fra le vittime una trentina sono bambini, che nel momento dello scoppio utilizzavano i giochi e le attrezzature sportive del Gulshan-e-Iqbal Park. Le autorità hanno indetto tre giorni di lutto, mentre si cerca di risalire ai responsabili del movimento Jamat ul Ahrar che ha rivendicato l’attentato.
Lukaku Sr: “Ecco la squadra giusta per mio figlio…”
E’ l’attaccante del momento, con i suoi 25 gol in 36 presenze sta attirando le attenzioni di tutte le big europee, compresa il Chelsea: la futura squadra di Antonio Conte. L’attuale CT della nazionale italiana lo ha messo in cima alla lista dei desideri, lo ritiene l’uomo ideale per ricostruire l’attacco dei “Blues” e anche il proprietario Roman Abramovich è convinto che Jose Mourinho fece un grosso errore a venderlo all’Everton 2 anni fa. Stiamo parlando del 22enne belga Romelu Lukaku. C’è un problema però che potrebbe impedire il ritorno dell’attaccante belga allo Stamford Bridge, ed è di carattere familiare. Il padre di Lukaku in un’intervista al “The Sun” ha dichiarato che vuole vedere in una delle due squadre che possono esaltare al meglio le sue caratteristiche: il Manchester United o il Bayern Monaco. Queste le sue parole: “Mio figlio è pronto per andare in una grande squadra. Vedo che c’è interesse da parte di Atletico Madrid, Bayern Monaco, Juventus, Chelsea e Manchester United ma penso che dovrebbe scegliere una tra Manchester United e Bayern Monaco. Lo United è una squadra in costruzione, senza un reale obiettivo. Mentre i bavaresi sono già una macchina da gol in cui può trovarsi molto bene. L’unica condizione è che Robert Lewandowski vada via. So che il suo agente (Mino Raiola, ndr) preferirebbe portarlo in Italia, ma penso che dovremo scegliere tra Manchester United e Bayern“.
Roma, si apre una voragine tra due palazzi

Nuova comunicazione della Curva Nord per il derby
LA CURVA NORD NON SI DIVIDE!!!
In riferimento al derby S.S.Lazio – A.S.Roma che si giocherà il 3 aprile 2016, la Curva Nord 12 e il gruppo Irriducibili hanno confermato – come riportato nella pagina ufficiale Facebook della trasmissione “I Laziali Sono Qua” – il raduno per vedere la partita sul maxischermo e tifare tutti insieme. La struttura presa per tale evento può contenere solo 1.500 persone, ecco il motivo per cui gli interessati devono al più presto rivolgersi ai punti vendita sotto indicati, prima che finiscano le prenotazioni:
Lazio Fan Shop: Via Scipioni 84 tel 0639737890
Lazio Fan Shop: via Gesù e Maria 23 tel 0660678996
Lazio MCM: via sestio Calvino 14 tel 0671510395
9 Gennaio 1900: Via Portuense 544 tel 066572455
Curva Nord 12 Official Store: via vetruria 77 tel 0697618869
Taverna del Sercio: Via Nocera Umbra 200 tel 338 3278414
Curva Nord 12 Official Store: Via Nomentana 66 (Monterotondo) tel 3392168434
Curva Nord 12 Official Store: Via Roma 69/B – Nepi (VT) tel 334 9242554
AVANTI LAZIALI… AVANTI CURVA NORD!!!
FOTO – Smithsonian Contest: scelti gli scatti fotografici più belli al mondo
E’ considerato il contest fotografico più importante al mondo. Stiamo parlando dello Smithsonian Photo Contest, competizione organizzata dall’istituto di istruzione e ricerca statunitense. Il contest vuole premiare gli scatti fotografici più belli e particolari provenienti da tutto il mondo. La 13esima edizione ha visto la partecipazione di più 46000 persone che hanno scattato le più svariate fotografie. Dopo una scelta accurata, è stata decretata la classifica finale. Il vincitore è stato Albert Ivan Damanik con la sua spettacolare foto raffigurante le ceneri del vulcano Sinabung viste dal villaggio di Jeraya, Nord Sumatra. Di seguito, in ordine di classifica, le 9 foto vincitrici:









C’era una volta Lazio – Roma, c’era una volta Roma – Lazio
Provate a chiedere ad un tifoso biancoceleste o ad un tifoso giallorosso cosa rappresenta per loro il derby capitolino. Le risposte che riceverete saranno le più svariate, ma tutte unite da un filo comune: E’ LA PARTITA DELLA STAGIONE!
IL PASSATO – Ebbene si quando a Roma c’è il derby la città è praticamente “chiusa”. Tutti sono concentrati verso la partita, con il cuore in gola, con tanta ansia e tanta passione, per vivere appieno quei 90 minuti di follia, agonia e festa. Lazio – Roma è stato inserito nella lista dei derby più sentiti al mondo ed anche in quella di maggior spettacolo sotto il profilo coreografico. Le due curve, la Curva Nord e la Curva Sud, nei decenni passati si sono date battaglia a suon di coreografie che sono passate alla storia. Come dimenticare (dal fronte laziale) quella dello scorso anno, raffigurante l’aquila stilizzata. Uno spettacolo che è ancora negli occhi di tutti noi tifosi. La stracittadina è capace di attirare l’attenzione mediatica e l’attenzione degli amanti del calcio e di tifosi di altre squadre. Impossibile resistere al fascino della Capitale e del suo derby. Ma tutto ciò il 3 aprile 2016 alle ore 15.00, ci sarà?
IL PRESENTE – La risposta alla precedente domanda è la seguente: NO! Bastano due lettere, una parola per far cadere e far scomparire tutta la magia di Lazio – Roma. Infatti, come già è accaduto (seppur in parte) all’andata durante Roma – Lazio, dove una buona fetta di tifosi delle due Curve disertarono la stracittadina, le tifoserie hanno deciso di abbandonare le due squadre, lasciandole sole nello Stadio Olimpico. La Curva Nord ha deciso di non entrare e sta decidendo dove “incontrarsi” per seguire in maniera alternativa il derby, mentre la Sud ha già deciso di seguirlo a Testaccio. Il motivo è sempre lo stesso: LE BARRIERE. Purtroppo la contestazione delle due curve per il momento non ha prodotto gli effetti sperati. Forse potrebbero esserci spiragli per la prossima stagione, ma è tutto al vaglio della Prefettura.
SPETTACOLO… DESOLANTE – Sarà triste vedere uno Stadio Olimpico vuoto, con il piazzale antistante non bloccato dalle auto per il traffico. Probabilmente ci saranno meno spettatori che all’andata, complice anche il fatto che la Lazio giocherà in casa e i tifosi stanno protestando anche contro la dirigenza. Sarà triste vedere due curve prive di colori, di movimento, silenziose, niente sfottò, bandieroni e sciarpate. Ma purtroppo la Prefettura ha deciso così.
IL FUTURO – Se si pensa al derby di Coppa Italia del 26 maggio, ma anche (ahimè) al derby di ritorno dello scorso anno, entrambi caratterizzati dal folklore romano e dai colori bianco – azzurro e giallo – rosso, si spera che dal prossimo anno si ritorni a vivere in maniera piena e da protagonisti, il derby della Capitale. L’eventuale abbattimento delle barriere (il Prefetto disse qualche mese fa che questa ipotesi è percorribile) farebbe tornare la gente allo stadio e allora si che potremo goderci ogni singola sfaccettatura delle due partite più importanti di questa città: LAZIO – ROMA e ROMA – LAZIO!
Marco Corsini
Lazio, a fine stagione sarà tempo di Rivoluzione?
“You say you want a revolution well, you know, we all want to change the world”
“Dici che vuoi fare la rivoluzione, beh, sai, tutti noi vogliamo cambiare il mondo”.
Così cantavano i leggendari Beatles nel pezzo Revolution, datato 1968. Ecco, rivoluzione, è quello che potrebbe verificarsi a fine stagione in casa Lazio. Tutti noi vorremmo cambiare il mondo, o, per entrare nello specifico, il mondo biancoceleste; questa è la semplice evoluzione degli eventi nei suoi continui cicli, nei suoi corsi e ricorsi storici. Ci sono cicli che iniziano ed altri che finiscono, anche se in realtà in questi ultimi anni in casa biancoceleste si è assistito più a delle sequenze biennali che a dei veri e propri cicli prolungati nel tempo.
In questa stagione la squadra ha dimostrato molte ed evidenti carenze, di tipo fisico, di tipo qualitativo e di tipo caratteriale. Inutile continuare a chiedersi dove sia finita la squadra vista e ammirata da tifosi e stampa nella scorsa annata calcistica. Quella squadra non c’è più, non esiste più, è estinta. Adesso è arrivato il momento di trovare soluzioni per il futuro ed una vera e propria rivoluzione a livello tecnico sembra quantomeno necessaria.
LA RIVOLUZIONE – Il termine rivoluzione (dal latino revolutio -onis, “rivolgimento, ritorno”, derivato dal verbo revolvĕre “rovesciare”) nel suo significato più ampio indica qualsiasi cambiamento radicale nelle strutture sociali. Un processo con il quale gruppi sociali si ribellano alle istituzioni al potere per modificarle e determinare un nuovo ordinamento politico. Effettivamente non è questo il caso della Lazio, o meglio, in molti vorrebbero una rivoluzione stile Francia di fine ‘700, quando, detto in maniera ultra sintetica, il popolo si ribellò al Re e al ceto dominante conducendo il sovrano (Luigi XVI) addirittura al patibolo. Questo in casa biancoceleste non è possibile, almeno per il momento. Quindi mantenendo un certo distacco da utopie difficilmente realizzabili è meglio focalizzarsi su ciò che è perlomeno possibile.

L’ESODO – In questo momento, nei quotidiani e nei siti di stampo sportivo non si parla di altro: esodo, diaspora, fuga, e chi trova più sinonimi ne aggiunga pure a questa breve lista. I calciatori più importanti della Lazio sarebbero già con le valigie in mano, in cerca di lidi più ambiziosi e probabilmente di remunerazioni più vantaggiose. Comunque meritate per quello che alcuni di loro hanno dimostrato con la maglia biancoceleste, soprattutto in occasione della stagione passata. Ecco che Biglia sarebbe attratto da sirene spagnole, Candreva andrebbe a cercare un salto di qualità (?) nella Milano nerazzurra, Felipe Anderson non riuscirebbe più a resistere alle lusinghe provenienti da Old Trafford e Keita starebbe cercando altrove un appagamento professionale e personale. Per il momento parole, chiacchiere, nessuna certezza. Una cosa però è certa: tenere in rosa giocatori demotivati, svogliati ed apatici non gioverebbe a nessuno, soprattutto alla squadra. Si dovrà quindi capire le reali intenzioni di ognuno e conseguentemente cercare di ottimizzare al massimo le pur dolorose cessioni.

LE CERTEZZE – Poche, si contano sulle dita di una mano, forse due. Marchetti, fresco di rinnovo e che probabilmente chiuderà la carriera con la Lazio. De Vrij, che rientrerà all’inizio della prossima stagione, si spera con lo stesso rendimento della scorsa annata calcistica. Milinkovic-Savic, unico acquisto azzeccato della deprimente campagna estiva, giocatore vero e di sicuro avvenire. Cataldi, giovane, romano e laziale, quest’anno in affanno ma che con fiducia e costanza potrà diventare un punto fermo. Lulic, anche lui fresco di rinnovo, cuore, grinta e corsa al servizio dei colori biancocelesti. In effetti di mano ne bastava solamente una…
LE INCOGNITE – Tante, troppe. Viene subito da pensare a Morrison: esiste realmente? Dalle parti di Formello gira voce che ripetendo 3 volte il suo nome davanti ad uno specchio possa sbucare all’improvviso Alex Ferguson che ripete quanto Ravel ai tempi delle giovanili dello United fosse più forte di Pogba. Gira anche un’altra voce: sarà confermato… Basta–Konko–Radu: a turno o tutti insieme appassionatamente ospiti della clinica Paideia. Si dice cha la clinica spinga per una conferma… Hoedt: probabilmente tra 10 anni si sentirà ancora dire che ha bisogno di tempo per ambientarsi (sperando che i fatti smentiscano ciò)…Parolo: da fenomeno a brocco il passo è molto breve e lui è riuscito pienamente nell’obbiettivo. Kishna: una decina di buone partite e tanti guai fisici, promosso ad incognita a pieni voti. Djordjevic: no comment.
IL MANICO – Pioli non sarà più l’allenatore della Lazio nella prossima stagione, questo sembra ormai appurato e definitivamente certo. Ha perso le redini dello spogliatoio, ha perso l’appeal verso squadra e tifoseria, ha perso la fiducia della società. Serve una sterzata, serve un uomo di carisma e che proponga un buon calcio. Mihajlovic è uomo di carisma, ma in quanto a buon calcio lascia molto a desiderare. Ventura, Juric e Oddo propongono un calcio sublime, ma non hanno esperienza con grandi squadre. Di Francesco sarebbe il giusto mix, ma sembra sia già con valigie pronte ed un biglietto di sola andata per la Milano rossonera.
In definitiva tanti dubbi, tanti punti interrogativi. Serviranno acquisti mirati. La squadra è piena zeppa di giovani di prospettiva, ci sarà bisogno di giocatori pronti, di certezze da aggiungere a quelle sopracitate, quelle che si contano sulle dita di una mano. Stando alle probabili cessioni, il budget per formare una squadra degna di tale nome dovrebbe esserci, bisogna però sfruttarlo nel modo più opportuno, reinvestire il guadagno solo ed esclusivamente per la squadra stessa.
A giugno sarà tempo di rivoluzione, ma la Lazio è veramente pronta a questo?
Giulio Piras