La squadra di Chilelli non riesce a portare a casa i tre punti. Le biancocelesti si portano sul 2-0 nel primo tempo grazie alle reti di Patri e Agnello ma a inizio secondo tempo vengono riprese, nella ripresa tornano in vantaggio ma non basta a guadagnare i tre punti. Nel finale l’assedio biancoceleste non porta i frutti sperati.
A Fiano Romano si è disputata la prima partita del campionato. Primi minuti dell’incontro molto equilibrati, la prima occasione è per le ospiti con Vecchione costretta a sventare su Belam. La Lazio prova a spingere, la prima accelerazione porta la firma di D’Incecco che pizzica la traversa. La squadra di Monopoli, però, si carica di falli e concede un primo tiro libero: da posizione defilata va Di Turi che cerca solo la potenza ed il tiro risulta centrale per Antonacci che alza in angolo. Il gol però è nell’aria e appena entrata in campo Patri sblocca l’incontro con un delizioso tocco sotto sull’uscita di Antonacci. La Lazio sale in cattedra e trova il raddoppio ispirata ancora dalla spagnola che trova Agnello sul secondo palo per il 2-0 con il quale si arriva all’intervallo.
Nella ripresa la Lazio parte male e il Fasano riesce a riportarsi immediatamente sul pari: prima Belam trasforma un calcio di rigore e subito dopo è ancora la numero 10 a firmare il pari. Le biancocelesti reagiscono e si gettano in avanti trovando il nuovo vantaggio firmato da una rasoiata di Roberta Maione. Quando però sembra che il match sia di nuovo incanalato verso casa Lazio, ancora Belam va in rete per il 3-3 finale. Duco ha un paio di buone occasioni negli ultimi secondi ma prima a causa del palo e poi per imprecisione la Lazio non riesce a conquistare i primi tre punti della stagione.
IL TABELLINO
LAZIO: Tirelli, Pomposelli, D’Incecco, Barca, Patri, Agnello, Maione, Argento, Duco, Grieco, Guercio, Vecchione, Di Turi. All. Chilelli
FASANO: D’Errico, Puttow, Papapicco, Ficarotta, Masero, Belan, Gelsomino, Campanile, Lacirignola, Dos Santos, Antonacci. All. Monopoli
RETI: 13′ pt Patri (L), 18′ Agnello (L), 4’20” st e 5’07 Belam (F), 7’03” Maione (L), 9’50” Belam (F)
AMMONITI: Puttow (F), Gelsomino (F), Duco (L), Papapicco (F)
ARBITRI: Parretti (Prato), Paolino (Siena); CRONO: Turano (Roma 2).









Nonostante alcune fonti riportino Alessandria d’Egitto Anna Magnani ha sempre sostenuto di essere nata a Roma il 7 marzo 1908. Cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà inizia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all’Accademia d’Arte Drammatica. Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi e nel 1934 passa alla rivista divenendo ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò, con il quale recita in numerose riviste, come “Quando meno te l’aspetti” nel 1940 e “Volumineide” nel 1942.
Nel cinema si rivela nel film di De Sica “Teresa Venerdì” del 1941. In seguito interpreterà alcune commedie leggere: “Campo de’ Fiori” nel 1943, “L’ultima carrozzella” nel 1944, “Quartetto pazzo” nel 1945, fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista “Roma città aperta”, sempre del 1945 di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa ma intensa relazione amorosa. In quest’ultimo film la Magnani si rivela interprete dotata di una incredibile sensibilità recitando nella parte di Pina, popolana romana uccisa mentre tenta di raggiungere il camion sul quale i nazisti stanno per deportare il suo uomo.
Accanto a uno straordinario Aldo Fabrizi, la Magnani rappresenta la redenzione di un popolo, attraverso le sue grandi qualità umane e morali, tanto che la sua interpretazione le farà meritare il primo dei suoi cinque Nastri d’argento. Nel trionfo neorealistico è d’obbligo tratteggiare per lei la figura della popolana sfacciata, volitiva, sempre sicura e persino violenta nella difesa dei giusti valori, attraverso la sua bonaria veemenza. L’apoteosi di questo personaggio è “L’onorevole Angelina”, del 1947, dove interpreta una donna di borgata “chiamata” a far politica per rappresentare gli interessi della povera gente come lei.
Nel 1948 interpreta l’episodio ‘La voce umana’ del film di Rossellini “L’amore”, nel quale si cimenta in un grande pezzo di bravura interpretativa: la telefonata di una donna abbandonata dall’amante. Nel 1951 un altro grande ruolo nell’amaro “Bellissima” di Visconti: quello della donna frustrata che trasmette le sue illusioni ed i suoi sogni infranti nell’impossibile carriera cinematografica della figlia a costo anche di mettere in crisi il suo matrimonio. Anche questo film le vale un Nastro d’argento. Nel 1955 la Magnani vince il premio Oscar per la sua interpretazione nel film “La rosa tatuata”. In seguito sarà interprete di pellicole di media-alta qualità come “Suor Letizia” del 1956, “Nella città dell’inferno” del 1958 e “Risate di gioia” nel 1960, il primo e unico film accanto al suo vecchio compagno di palcoscenico Totò. Nel 1962 prende parte al film “Mamma Roma” di Pasolini.
