Tra i pochi spettatori presenti domenica allo Stadio Olimpico durante la partita tra Lazio ed Empoli c’era anche mister Gigi Cagni, che nella trasmissione “Diario di bordo campo” su Radio Incontro Olympia ha commentato così il momento dei biancocelesti e la vittoria sofferta dei ragazzi di Inzaghi:
“Per valutare la partita di ieri dobbiamo scindere due discorsi. Il primo aspetto è che si trattava della terza partita in una settimana e hanno sofferto tutte con quel caldo. Mi è piaciuta molto la capacità di soffrire della squadra nel momento migliore dell’Empoli. Poi c’è il discorso tattico. E il campo ha detto che questi giocatori non hanno caratteristiche adatte per il 3-5-2. Felipe Anderson non può giocare in quel ruolo, dietro soffrono molto i tre difensori e si vede evidentemente. Inzaghi sta facendo le sue prove, è giusto così, poi ad ogni allenatore non solo per chi è un esordiente, bisogna dare 10 partite prima di valutare se ha il polso della situazione o meno. Non si può giudicare subito, c’è bisogno di più tempo. Credo che questi giocatori siano più adatti al 4-3-3. Ieri è stata una partita molto confusa, bisogna avere pazienza. L’allenatore è convinto delle sue idee e bisogna dargli tempo. Immobile ha pagato più di tutti questa situazione, ha corso molto, è un generoso corre troppo e perde la lucidità. Siamo a inizio campionato è normale che le squadre siano ancora in costruzione. Anche Allegri ancora non ha trovato il giusto equilibrio, bisogna avere pazienza e il pubblico spesso non ne ha. Adesso Inzaghi dovrà imparare a gestire tante situazioni, cose che acquisisci solo con l’esperienza. Per esempio quello che è successo ieri con Biglia. A volte bisogna saper dire di no anche a un giocatore come lui che vuole giocare a tutti i costi, ma sono errori normali che vanno accettati. Se non si commettono errori particolarmente gravi bisogna sempre accettarli, poi gli allenatori sono sempre legati ai risultati e in questo momento non mi sembra che stiano dando torto a Inzaghi. Ieri nella prima mezz’ora ho visto la mano dell’allenatore, tatticamente la Lazio aveva un’impostazione corretta per le caratteristiche dell’avversario. Poco possesso palla e verticalizzazioni veloci contro una difesa molto alta. Poi altre cose meno bene, ma ripeto diamogli tempo. Anche Sarri lo scorso anno ha avuto bisogno di diverse giornate prima di capire che non era quello il modulo migliore per gli uomini a disposizione“.

Simbolo del giovanilismo esasperato della fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, Jovanotti è musicalmente cresciuto in fretta, riuscendo a rompere gli schemi, ad abbattere i pregiudizi del pubblico e dei critici dal palato più fine, e ad accreditarsi tra i cantautori più amati con il suo “Penso Positivo” del 1993 diventato slogan di più di una generazione. All’evoluzione musicale corrisponde un mutare dei testi dei suoi brani che con il tempo tendono a toccare temi sempre più filosofici, politici e religiosi, aumentando anche il suo impegno sociale e politico.
Pacifista attivo, ha spesso collaborato con Amnesty International, Data, Emergency, Lega anti vivisezione e Nigrizia e ha contribuito a manifestazioni in favore della cancellazione del debito negli anni novanta e più recentemente ai movimenti Niente scuse e Make Poverty History, partecipando al Live8. In quasi 30 anni di carriera tante le collaborazioni all’attivo, tra le quali spiccano il tour con Pino Daniele ed Eros Ramazzotti del 1994, ma anche le colonne sonore per Gabriele Muccino (“Baciami ancora”, “L’Estate Addosso”) e le canzoni scritte per Laura Pausini, per Adriano Celentano, per Zucchero e diversi altri artisti.







