Il tecnico della Lazio Primavera Andrea Bonatti è intervenuto sulle frequenze di Lazio Style Radio 89.3, per parlare dell’andamento della sua squadra:“Abbiamo imparato che il nostro organico è fatto di buoni valori, ma che allo stesso tempo dobbiamo sempre esprimerci al top. Contro il Perugia siamo andati in difficoltà nelle palle alte. Paghiamo un po’ anche l’inesperienza. Ci sono dei momenti in cui una squadra deve saper soffrire. Noi quei momenti non abbiamo saputo affrontarli bene”.
Sulla gara col Napoli: “Spero che l’impegno in Youth League possa incidere. Mi dicono che la Roma l’anno scorso non ne abbia risentito più di tanto, speriamo invece che domani il Napoli possa essere un po’ stanco per il viaggio”. Sulla formazione titolare: “Non parlerei di turnover, piuttosto della necessità di schierare chi può garantirmi il top della forma in ogni partita. Vivo ogni gara come la più importante. Non regalo niente a nessuno, ho sempre insegnato la meritocrazia. È una conquista giocare e deve essere sempre così. Il modulo? In base all’avversario ricorro a soluzioni differenti”.
Su bomber Rossi: “Una grossa fetta di merito per il successo contro il Perugia è sua. Lui è il finalizzatore della squadra e deve essere messo nelle condizioni di poter segnare. Se fa gol vuol dire che la squadra lo ha messo nelle condizioni di andare a segno. Il paragone con Vieri? Ha meno potenza di Bobo ma è giovane e può ancora recuperarla. Se si ispira a Klose posso esserne solamente contento, perché considero il tedesco un grande giocatore. Dovidio? Un ragazzo molto disponibile. È e resta un terzino destro, ha bruciato tempi di recupero e lo ringrazio per essersi messo a disposizione sin da subito”.
Un pensiero su Lombardi, ex Primavera: “Chi se lo è dimenticato in questi anni ha commesso un errore. Me lo ricordo in un derby dove venne anche espulso ma dove riuscì ad incidere aiutando la squadra a recuperare il risultato. Ora per lui viene il difficile, ossia deve dimenticare questo frastuono di emozioni e calarsi nuovamente in questa realtà così prestigiosa”.

pensiero nel secondo giorno più bello della sua vita? Alla Lazio: Vincere questa competizione è una cosa incredibile, però lasciatemi ricordare che è anche merito della Lazio“. Queste parole, rilasciate a caldo subito dopo la vittoria del trofeo, lasciano capire quanto l’uomo sia rimasto legato a questi colori e la gratitudine provata verso un intero tifo che gli è stato sempre vicino. Pensate sia finita qua? Assolutamente No! Dopo la sua breve esperienza al Bayern Monaco lo cercava la Roma, ma lui fu categorico: “No grazie! La maglia della Lazio è una seconda pelle non potrei mai“.
d dopo il rigore segnato a Doni). Vedere quel terzino giocare la stracittadina con tanta cattiveria agonistica, ma soprattutto con tanta eleganza ed educazione infiammava un intero popolo. Le immagini delle sue corse sotto la Nord, dopo un rigore segnato o una punizione ma sopratutto quei cross sublimi rimarranno indelebili nella testa di tutti i tifosi. Ora ha intrapreso la carriera da allenatore. La Lazio cercherà di dare un dispiacere al suo Pescara, ma al tempo stesso riabbraccerà il suo vecchio capitano, tanto amato e mai dimenticato e lui riabbraccerà la sua amata Curva Nord. Scenderà qualche lacrima? Sicuramente ma quel sorriso di chi è felice di tornare a casa. Del resto come diceva Long John Chinaglia: “Di Lazio ci si ammala inguaribilmente“.
da giudice, giuria e boia contro chi ti ha fatto diventare grande è dura. Ma è il calcio. Adesso, Ciro è un giocatore della Lazio e sabato guiderà l’attacco dei biancocelesti all’assalto di Bizzarri e soci. Sebastiani non ha
Nel 1957 debutta in televisione e da quel momento prende parte a numerose serie televisive, fra cui “The Naked City”, “Gli Intoccabili”, “Ai confini della realtà”. Il debutto nel mondo del cinema avviene con “Il paradiso dei barbari” del 1958, poi è la volta di “Sindacato Assassini” nel 1960, che gli vale una nomination all’Oscar come Migliore attore non protagonista. Ma è il personaggio del Tenente Colombo che lo fa conoscere al grande pubblico. Il primo episodio va in onda sul canale NBC nel 1967 e da allora per più di trenta anni appassiona il pubblico del piccolo schermo.
La serie va in onda ininterrottamente dal 1971 al 1978 ma poi, dato l’enorme successo e la richiesta del pubblico, vengono girati anche film pensati specificatamente per la televisione, prodotti anche dallo stesso Falk. Al cinema compare in “Mariti” nel 1970, “Una moglie” nel 1974, “Invito a cena con delitto” nel 1976, “Il grande imbroglio” nel 1985, “Il cielo sopra Berlino” nel 1988. Il successo ottenuto prepara il terreno a una nuova serie regolare del Tenente Colombo, che nel 1989 ricomincia. Per un lungo periodo Peter Falk si dedica maggiormente alla televisione prendendo parte a dei lungometraggi. Nel 2001 è nuovamente un gangster in “Corky Romano”.
Si è sposato due volte: la prima con Alice Mayo dal 1960 al 1976, con la quale ha adottato due figlie, la seconda con l’attrice Shera Danese, che spesso è al suo fianco negli episodi de “Il Tenente Colombo”. Nel 2004 ha ricevuto la Targa d’oro dell’Ente David di Donatello. Malato dal 2008 di Alzheimer, si spenge il 23 giugno 2011 a 83 anni nella sua villa a Beverly Hills.
