Dopo un anno da quel pesantissimo 4-0 subito contro il Chievo, la Lazio domenica pomeriggio tornerà allo Stadio Bentegodi per sfidare ancora una volta i gialloblu. Per parlare di questa sfida è intervenuto ai microfoni di Radiosei un “doppio ex”, il Tir Simone Tiribocchi (cresciuto nella Primavera della Lazio ha girato parecchie squadre tra Serie A e Serie B segnando circa 150 gol). Ecco le parole dell’ex attaccante del Chievo:
LA SUA CARRIERA – “Una volta ho realizzato una doppietta alla Lazio. In biancoceleste ho fatto alcuni anni di Primavera, poi ho avuto delle discussioni con Mimmo Caso e ho lasciato. Anni dopo ci siamo rincontrati e abbiamo risolto tutto. Sotto il profilo delle emozioni, l’Atalanta è stata la mia squadra migliore, ho fatto tanti gol e ho vissuto molti bei momenti, così come Chievo, Lecce e Siena dove ho vinto il campionato in B. Alla fine posso dire di essermi trovato bene ovunque”.
IL NUOVO BOMBER IMMOBILE – “È un acquisto giusto. Immobile è tra i migliori attaccanti che ci sono in Italia, la Lazio ha fatto un colpo molto importante anche nel rapporto qualità prezzo. Per capacità di attaccare lo spazio ricorda molto Rocchi, in Nazionale si è trovato bene con le sponde di Pellè, ma nella Lazio ha compiti diversi, deve fare reparto da solo. Keita non è il top per servirlo, tende a tenere palle, ma anche lui ha grande capacità”.
IL CASO KEITA – “Il gruppo non creerà problemi, accetterà tutto. Certe situazioni ci sono sempre nello spogliatoio. Forse i leader potrebbero rimproverargli qualcosa, ma la sua è una scelta personale. Se tornerà impegnandosi, tutti lo riaccoglieranno senza problemi. Schierarlo contro il Chievo? Non so se è giusto reinserirlo subito, spetta ad Inzaghi decidere, ci sono equilibri da valutare. Dipende da come sono andate le cose, va visto come si è comportato veramente. Sicuramente ci sarà gente che si è allenata di più in questo mese, quindi bisogna stare attenti”.
FELIPE ANDERSON – “Lui è un giocatore da valutare sempre. Ha qualità impressionanti, va valutato in ogni allenamento, deve migliorare sempre: la grande tecnica a volte non basta, serve impegno e determinazione”.
LA SFIDA CON IL CHIEVO – “Il Chievo è una squadra organizzata, serve pazienza per batterla. La Lazio è forte, ma la squadra veronese è organizzata. Keita e Felipe possono essere importanti, se saltano l’uomo e creano superiorità numerica possono fare la differenza”.
IL CASO CARDELLI – “Non lo chiamerei razzismo, ma si punta poco sul vivaio italiano. Ma questo si vede su tutti i fronti. Si cerca sempre il giocatore che poi potrebbe essere utile per qualche scambio o comunque arrivano stranieri che portano guadagni in altri modi. Tutto questo non fa bene al calcio italiano”.

Nel 1943 dopo aver vinto il titolo regionale di salto in alto, viene intervistato da un giornalista de La Stampa che gli chiede di lavorare per il giornale. Mike accetta e il 5 maggio appare il suo primo articolo. L’anno dopo l’occupazione tedesca dell’Italia partecipa alla Resistenza e poi cerca di partire per la Svizzera. Fermato, sta per essere fucilato, ma i tedeschi scoprendo che è cittadino americano lo conducono al carcere di San Vittore per interrogarlo. Qui incontra Indro Montanelli. Il 26 settembre dello stesso anno viene portato nel campo di concentramento di Bolzano. Si salva grazie a uno scambio di prigionieri tra Germania e Stati Uniti.
Nel 1946 inizia a lavorare alla radio italiana di New York prima come pubblicitario, poi come addetto ai palinsesti e infine come annunciatore. Nel 1948 Vittorio Veltroni (padre di Walter), direttore del giornale radio della Rai, lo battezza Mike e gli affida l’incarico di corrispondente dagli Stati Uniti. Nel 1953 torna in Italia dove racconta la rinascita del Paese per la radio americana e ritrova la madre. L’anno dopo Veltroni gli affida “Arrivi e partenze”, il primo programma della televisione italiana. Due anni dopo parte “Lascia o raddoppia”, il quiz che cambia la storia della tv italiana. Nel 1960 è al fianco di Enzo Tortora per condurre “Campanile Sera”. Nel 1963 presenta il primo dei suoi tredici Festival di Sanremo. Nel 1970 debutta “Rischiatutto”, il 1976 è l’anno di “Scommettiamo?”. 