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Cardelli rincara: “Non voglio giocare in una Lazio piena di stranieri. Il gruppo dei ’98 è stato smembrato”

AGGIORNAMENTO 7/9/2016 – Cardelli è tornato a parlare sul suo profilo social: “Non vedo che senso abbia giocare nella Lazio Primavera ed essere circondato da stranieri, e non solo, essere trattato pure come una merda, dopo tutti i sacrifici che ho fatto. Gli stranieri siamo diventati noi. Se fanno la differenza, ok. Ma tanti potrebbero essere tranquillamente sostituiti dagli italiani. Il gruppo dei ‘98 della Lazio è stato smembrato. Qualcuno dice che sono razzista? Non è così, anzi, se dico questo è un razzismo al contrario. Il problema non sono i ragazzi: anche se qualcuno si comporta da fenomeno, hanno il mio stesso sogno, quindi li rispetto e li sostengo. Il problema sono i dirigenti e alcuni procuratori che fanno il male dei giocatori. Chi non ha il contratto non può mangiare nel ristorante di Formello, non può curarsi nelle strutture convenzionate, deve pagarsi le spese mediche dopo un intervento, com’è accaduto a me. Avevo chiesto di poter usufruire della palestra per potenziare il muscolo della gamba operata: mi è stato risposto che dovevo abbonarmi a un’altra struttura. Questo è un tema che riguarda l’intero mondo calcistico nazionale, anzi la Lazio è uno dei club dove c’è un numero di italiani più alto rispetto ad altri. È un fenomeno complessivo che va affrontato in maniera diversa e non sicuramente con una polemica di questo genere». Ora Cardelli avrà una nuova vita, la famiglia gli ha permesso di studiare, con una borsa di studio nel 2017-18 frequentare l’università di Kansas City. «Non sono stati sacrifici vani: le esperienze in settori giovanili così importanti mi hanno dato punti per la graduatoria. Non avessi avuto riscontri, avrei ammesso l’errore. Ma quando ci sono tanti ragazzi che mi dicono le stesse cose, capisco di aver detto la verità. Il calcio italiano è a un punto di non ritorno. Mi hanno scritto: “Complimenti, hai avuto il coraggio di dire quello che pensiamo, succede anche da noi”. Se non nasci con il talento di Donnarumma, non diventi nessuno».

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Dopo Cataldi e Murgia (prossimo a esordire con la maglia della Lazio) chi si aspettava in futuro di vedere Filippo Cardelli in prima squadra rimarrà deluso. Il promettente difensore della Primavera ha deciso infatti di lasciare la Lazio per trasferirsi negli Stati Uniti. Una scelta di vita che il 18enne ha così spiegato su facebook:  “Sono stato trattato di merda, vado negli States per una nuova esperienza. Qui ci sono troppi stranieri ed è tutto finito. Questo non è più lo sport di cui mi sono innamorato da bambino. Dopo 10 anni di sacrifici lascio il calcio ci tengo a chiarire che non ho avuto nessuna divergenza con l’allenatore come è stato scritto, anzi il mister è sempre stato onesto con me. Lascio perché sinceramente questo non è più lo sport di cui mi sono innamorato da bambino. Non vedo che senso abbia giocare nella Lazio Primavera e essere circondato da stranieri, e non solo, essere trattato pure come una merda, dopo tutti i sacrifici che ho fatto. Finché si tratta di rinunciare agli studi, agli amici, alle ragazze, è tutto accettabile perché ho un sogno, e il mio sogno viene prima di tutto. Ma quando ti senti dire che dopo un crociato rotto non sei sicuro di avere le cure della società perché non hai il contratto, quando non puoi mangiare a Formello nei giorni di doppia seduta perché non hai il contratto, quando non puoi andare in palestra a migliorarti perché non hai il contratto, quando non ti pagano la visita medico agonistica perché non hai il contratto, ti cascano le palle e rimangono per terra. Ed ovviamente gli stranieri hanno il contratto e guadagnano anche tanto… Non ho mai giocato a calcio per i soldi ma solo per la felicità di far parte di un gruppo di amici che lottano per un obiettivo comune, ho giocato a calcio per il desiderio di poter dire “cazzo ce l’ho fatta”, sono arrivato. La Serie A è piena di stranieri, il calcio degli italiani è morto, e sinceramente se devo essere trattato come uno straniero in patria preferisco andarmene. È vero, negli Usa il calcio è anni luce indietro, ma almeno ha un briciolo di dignità, quella che noi abbiamo perso. Per tutti quelli che sono arrivati fino a qua e che amano il calcio, un consiglio da chi l’ha vissuto da dentro: non andate allo stadio, non comprate gli abbonamenti tv, perché è tutto finto… Quando Lombardi è entrato e ha segnato con l’Atalanta mi sono emozionato, un ragazzo italiano che corre e suda per la maglia, questo è quello che dovremmo vedere sempre, ma probabilmente adesso non giocherà più, per far spazio ai tanti stranieri”.

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