Finalmente la sosta per le nazionali è terminata e da oggi si torna a fare sul serio con la Serie A (primo anticipo di giornata: Juventus-Sassuolo). Per questo turno di campionato la Lazio sfiderà il Chievo Verona di Maran. La sfida si ripete a poco più di un anno da quella terribile sconfitta per 4-0 che segnò l’inizio della fine per Pioli e i suoi ragazzi (era il 30 Agosto 2015). Ora c’è una nuova Lazio, rinnovata nella gestione tecnica e negli uomini. I biancocelesti nelle 2 giornate precedenti (contro Atalanta e Juventus) hanno dimostrato di essere sulla strada giusta per disputare una buona stagione e ambire ad un posto in Europa (da capire quale…). A Bergamo la squadra ha meritato la vittoria nonostante abbia rischiato nel finale di farsi rimontare, complici le amnesie di Marchetti. Mentre contro la Juventus è arrivata una sconfitta di misura, sull’unica disattenzione della difesa biancoceleste. Tante le note positive in queste prime uscite stagionali: dal ritorno fondamentale di un leader come de Vrij, al rendimento dei nuovi acquisti (vedi Immobile e Bastos) e l’identità data da Inzaghi ai suoi. Certo, piedi saldi a terra, nulla è stato fatto, c’è ancora molto da lavorare ma se il buongiorno si vede dal mattino si può fare molto bene. La sfida di domenica contro il Chievo fuori casa sarà un test importante per testare le ambizioni di questa nuova Lazio. Attenzione però a non abbassare la guardia, soprattutto dopo una settimana a bocce ferme. Il club clivense è in salute – è stato capace di sconfiggere l’Inter in modo netto nella partita d’esordio per poi cadere a Firenze contro la Fiorentina seppur ben figurando – ma i biancocelesti devono e soprattutto vogliono vendicare la “pesantissima” (per usare un eufemismo) sconfitta dell’anno scorso. Inzaghi ha fame di vittorie e con esso i suoi ragazzi. Questa volta Verona deve diventare il simbolo di una fantastica rinascita. Come dice il proverbio: “Non cancellare una sconfitta. Perché è nella sconfitta che troverai la tua prossima vittoria“.
SETTEMBRE PORTA BENE – A settembre l’aria del bentegodi porta bene ai biancocelesti, tornati sempre a Roma con i tre punti dalle sfide giocate in questo mese:
– 16 settembre 2012 1-3 (Hernanes, Hernanes, Klose)
– 26 settembre 2010 0-1 (Zarate)
– 20 settembre 2006 0-1 (Oddo).
Anche nello scorso campionato la Lazio tornò trionfante da Verona. In quell’occasione però i biancocelesti si imposero sull’Hellas Verona per 2-1, grazie alle reti di Biglia e Parolo.
Dopo questo breve approfondimento ecco l’analisi tecnica dei prossimi avversari dei biancocelesti: il Chievo di Maran.
Marco Lanari

Anni Sessanta. Mentre sui campi di calcio che colorano le domeniche degli italiani si esibiscono palla al piede campioni del calibro di Angelillo, Corso, Mazzola, Rivera, Sivori, Suarez e tanti altri fuoriclasse, con il fischietto in mano c’è un uomo in nero, alto, baffi, capelli folti, siciliano, che incute rispetto. Sicuro di sé al limite dell’arroganza, padrone del campo, è il numero uno dei fischietti italiani. Dalla sua bocca e dal suo fischietto dipendono le sorti delle immense platee in attesa di un suo segnale.
Tipo veramente fuori dal comune per il mondo arbitrale di quei tempi: “aggiusta” con un rigore di compensazione, dopo averne concesso uno inesistente, la partititissima Cagliari-Juventus del ’70; ammette in televisione di avere sbagliato nel negare nel 1972 un rigore al Milan, sempre schierato a favore della moviola. Amato e odiato, si congeda nel 1974, dopo 328 partite arbitrate in A. Lascia il calcio per la politica e per tornare nella sua amata Siracusa, dove nel 1986 diviene sindaco e deputato per quattro legislature.
