AGGIORNAMENTO DEL 13/08 ORE 09:30 – O si chiude o si cercheranno altri obiettivi. E’ questo l’ultimatum che il presidente Lotito avrebbe lanciato al Rennes per Ntep. Da un paio di giorni la società biancoceleste avrebbe trovato l’intesa economica anche con il calciatore (1,5 milioni di euro a stagione, più bonus per quattro anni) manca solo il sì del club francese. La Lazio vuole chiudere prima di ferragosto per mettere l’esterno francese subito a disposizione di Inzaghi. Secondo Repubblica.it, Lotito ha concesso alla società francese ulteriori 24 ore per riflettere sull’offerta di circa 7,5 milioni e dare una risposta definitiva. Entro domani quindi dovrebbe esserci la fumata bianca. In caso di rifiuto, la Lazio tornerebbe all’assalto per portare a Formello il gemello del gol di Immoblile, Alessio Cerci. L’ex Torino è stato contattato nei giorni scorsi, è una pista in standby. Dipende tutto dal Rennes.
AGGIORNAMENTO ORE 15:30 – Potrebbe essere alla svolta decisiva la trattativa tra Lazio e Rennes per l’esterno di origini camerunensi Paul Georges Ntep. Il Rennes infatti, come comunicato sul proprio sito ufficiale, non lo ha convocato per la prima partita della stagione di Ligue1 contro il Nizza: “Paul-Georges Ntep, Habib Habibou, Pedro Henrique e Mexer non saranno disponibili per la gara contro il Nizza“. Indizio decisivo o solo una coincidenza? Nei prossimi giorni la risposta a questa domanda.
Non solo Bastos, oggi può essere anche il giorno di Ntep. Al momento è lui la prima scelta per “sostituire” Antonio Candreva. Come riporta il Corriere dello Sport, infatti, come per Bastos, anche per l’esterno del Rennes oggi potrebbe essere il giorno giusto. Il club biancoceleste vuole chiudere l’operazione prima di Ferragosto e nelle prossime ore è previsto un nuovo contatto con il Rennes. La società francese valuta l’esterno 13 milioni di euro, troppi per un giocatore in scadenza a giugno 2017. Il 24enne di origini camerunense sta anche trattando il rinnovo per riconoscenza al club, evitando così di partire da svincolato.
Due stagioni fa, grazie alle sue grandi prestazioni, fu inserito nella Top 11 del campionato di Ligue 1 dove predominava la presenza di giocatori del PSG. Nell’ultimo anno gli infortuni lo hanno condizionato, costringendolo a fermarsi in quattro diverse occasioni. La Lazio però è fortemente convinta delle sue qualità e si prepara a sferrare l’assalto decisivo. La trattativa è pronta a subire un’accelerata.

Nonostante la paura non si ferma e riesce a ottenere il brevetto di pilota per piccoli aerei acrobatici. Poi nasce il grande amore per il mare: nel 1972 attraversa in solitario l’Atlantico del Nord, nel gennaio 1973 partecipa alla regata Città del Capo-Rio de Janeiro e, dal 1 novembre dello stesso anno fino al 7 dicembre 1974, compie il giro del mondo in barca a vela in solitario navigando da Est verso Ovest contro le correnti e il senso dei venti.
Nel 1978 la sua barca, “Surprise”, nel tentativo di circumnavigare l’Antartide venne affondata da un’orca e Fogar naufraga al largo delle isole Falkland. Resterà alla deriva su una zattera per settantaquattro giorni assieme all’amico giornalista Mauro Mancini: Fogar verrà tratto in salvo in circostanze fortuite, l’amico invece ci lascerà la vita.
Dopo tali imprese Fogar arriva in tv con la trasmissione “Jonathan: dimensione avventura”: sette anni in cui girerà il mondo con la troupe, realizzando immagini di rara bellezza e in condizioni di estremo pericolo. Tra le sue avventure successive annovera la partecipazione a tre edizioni della Parigi-Dakar e a tre Rally dei Faraoni.
L’incidente gli provoca un’immobilità assoluta e permanente, che ha come grave danno conseguente l’impossibilità di respirare autonomamente. Durante la sua carriera è stato nominato Commendatore della Repubblica Italiana e ha ricevuto la medaglia d’oro al valore marinaro. Nel 1997 compie un giro d’Italia in barca a vela su una sedia a rotelle basculante. Battezzato “Operazione Speranza”, nei porti dove si ferma, promuove una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle persone disabili destinate a vivere su una carrozzella.
Fogar veniva considerato un miracolo umano, ma anche un simbolo e un grande esempio da seguire: un sopravvissuto in grado di portare la speranza ai duemila sfortunati che ogni anno in Italia sono vittime di lesioni midollari; il suo caso clinico dimostra come si può convivere con un handicap gravissimo. Dal suo letto aiutava la raccolta di fondi per l’associazione mielolesi, era testimonial per Greenpeace contro la caccia alle balene, rispondeva alle lettere degli amici e collaborava con “La Gazzetta dello Sport” e “No Limits world”. Dalla scienza nel frattempo arrivavano buone notizie: le cellule staminali danno qualche chance, si sperimentano per la sclerosi multipla e poi, forse, per le lesioni midollari. Contemporaneamente all’uscita del suo ultimo libro “Contro vento – La mia avventura più grande” nel giugno 2005 arrivava la notizia che Fogar era pronto ad andare in Cina per sottoporsi alle cure con cellule fetali del neurochirurgo Hongyun. Ma poche settimane dopo, il 24 agosto 2005, Ambrogio si spegneva a causa di un arresto cardiaco. “Io resisto perché spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le mie gambe e di guardare il cielo”, diceva Fogar. E in quel cielo, tra le stelle, ce n’è una che porta il suo nome: Ambrofogar Minor Planet 25301. Gli astronomi che l’hanno scoperta l’hanno dedicata a lui. È piccola, ma aiuta ancora un po’ a sognare.
