E’ stata mostrata ieri la prima maglia della Lazio per la stagione 2016-2017. E’ il quinto anno che la Macron disegna e realizza le magliette per i biancocelesti e sarà così per molti altri anni dato che un paio di settimana fa è stato firmato il rinnovo fino al 2021. Tra chi è soddisfatto del lavoro dell’azienda emiliana e chi invece rimpiange la Puma o i più nostalgici addirittura la Umbro, le magliette della Lazio hanno diviso i gusti del popolo laziale. La nostra redazione in collaborazione con Lazio Fan Shop di via degli Scipioni 84, ha votato la top 10 delle maglie Macron più belle. Se l’articolo ti piace condividilo sul tuo diario, altrimenti commenta sulla nostra pagina quali magliette avresti aggiunto o avresti tolto. Buona lettura.
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1- MAGLIA BANDIERA 2014-2015
Il primo posto è praticamente scontato e sfidiamo qualunque laziale a non amare questa maglia che rievoca un passato fatto di molte difficoltà eppure tanto amore. In questo caso, però, la Macron ha pochi meriti: la maglia è praticamente una copia di quella della stagione 1986-1986, indossata dalla famigerata Lazio del meno 9 di Fascetti. L’aquila stilizzata fu disegnata da Gian Chiaron Casoni, presidente biancoceleste dal 1981 al 1983 e tale logo è ancora oggi di proprietà della famiglia Casoni che ha concesso alla Lazio l’utilizzo pro tempore per realizzare questa maglia. Inutile dire che appena messa sul mercato la maglia bandiera è andata sold out in tutti i negozi. Data l’elevata richiesta che ha superato le più rosee aspettative, la Macron ne ha dovuto realizzare un numero extra tant’è che alcune sono tuttora reperibili. La maglia ha portato fortuna alla squadra di Pioli che si è qualificata al terzo posto conquistando i preliminari di Champions League.

2 – 26 MAGGIO SPECIAL EDITION
Il 26 maggio 2013, un giorno speciale per tutto il popolo laziale. Iniziato con “What’s the story morning glory?” degli Oasis e terminato con la coppa in faccia ai cugini. Il giorno perfetto: il gol di Lulic al 71′ è entrato prepotentemente nei libri di storia biancocelesti e giallorossi. Impossibile quindi non mettere sul secondo gradino del podio la maglia che l’11 di Petkovic indossò quel giorno. La maglia è la stessa utilizzata durante l’arco di tutta la stagione 2012-2013 ma presenta dei ricami tricolore sul colletto, sui bordi delle maniche e sui tasselli triangolari laterali. Una finezza che impreziosisce la maglia e che ha portato fortuna. Trovare questa maglia oggigiorno è quasi impossibile, chi ha fatto in tempo ad acquistarla prima che andasse sold out la custodisce gelosamente. Sul web è possibile trovarla ma a cifre spropositate. Diffidate da prezzi bassi, sono riproduzioni pirata che non hanno nessun valore.

3 – TERZA MAGLIA 2015-2016
All’ultimo gradino del podio troviamo la terza maglia 2015-2016. Anche qui la Macron vince facile perché il design è identico alla maglia bandiera della stagione precedente ma cambiano i colori. Il nero si sposa davvero bene con l’aquila celeste, dando quel tocco di eleganza all’11 di Pioli. La maglia viene presentata a Shangai in occasione della finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus. E’ stata, inoltre, l’ultimissima maglia indossata da Miro Klose e per questo ha un valore sentimentale maggiore. In tale occasione è stata realizzata una special edition con la patch “Danke Miro” sotto il logo Macron. Ma per averla dovete essere amici di Klose o di un giocatore biancoceleste della scorsa stagione.
4 – TOTAL BLACK EUROPA LEAGUE 2015-2016
La Uefa impedisce alla Lazio di utilizzare la terza maglia succitata in quanto l’aquila stilizzata viene considerata come stemma ed è troppo grande secondo l’assurdo regolamento Uefa. Per questo motivo il marketing biancoceleste trova un escamotage e realizza la total black. L’aquila è ben nascosta, ma non troppo da non essere visibile. La maglia piace e anche molto al popolo laziale tanto da essere tra le più acquistate nei negozi. Tuttavia, i media francesi non perdono occasione per denigrarla inventando fantomatici richiami alle camicie nere fasciste. Idiozie a parte, con questa maglia la Lazio in Europa League si trasforma mostrando un calcio divertente e vincente, contrariamente a quanto accade in campionato. Tuttavia, l’epilogo è nero come la maglia, la Lazio esce malamente agli ottavi contro lo Sparta Praga.
5 – MAGLIA CELESTE 2014-2015
La maglia bandiera ha tolto visibilità alla prima maglia della stagione 2014-2015. In realtà la maglia è
molto bella e richiama quella del 1974-1975: la prima maglia biancoceleste della storia col tricolore sul petto. Per celebrare quello scudetto, la Macron ha disegnato nella parte posteriore del colletto un tricolore. La maglia è stata inaugurata nell’ultima partita della stagione 2013-2014 contro il Bologna tant’è che esiste un’introvabile versione con la coccarda della Coppa Italia vinta dalla Lazio l’anno prima nel celebre 26 maggio 2014. Insomma, una maglia per veri collezionisti.
6 – MAGLIA CELESTE 2015-2016
Annoverate le maglie bandiera in tutte le salse, al sesto posto troviamo la maglia di quest’anno. La maglia è abbastanza classica, di un celeste tenue contraddistinto da esagoni bianchi all’altezza delle spalle che sfumano poco sotto al petto. La stagione appena trascorsa non è certamente memorabile, ma almeno la maglia è carina…
7 – MAGLIA DA TRASFERTA 2015-2016
La maglia – bianca con inserti blu e celeste – ricalca in pieno la versione home con la linguetta del colletto a girocollo e la fantasia sfumata ad esagoni che scende dalle spalle. Una maglia semplice ma bella. D’altronde la maglia bianca è storicamente la maglia da trasferta della Lazio.
8 – TERZA MAGLIA 2013 2014
Il 2013 è il secondo anno in cui la Macron realizza maglie per la Lazio, ma di fatto è la prima volta che l’azienda felsinea mette il suo tocco dato che l’anno prima la maglia era stata realizzata all’ultimo momento e quindi aveva praticamente scopiazzato il design Puma. La terza maglia è molto bella, di colore blu navy presenta delle righe orizzontali celesti che si interrompono sui fianchi della maglia. Sulla destra la coccarda della Coppa Italia e sulla sinistra un inedito stemma color blu. Una vera chicca per collezionisti presente solamente in questa versione.

9 – MAGLIA DA TRASFERTA 2013-2014
Anche la seconda maglia della stagione 2013-2014 è notevole. Ritorna il colore giallo, che rimanda alla maglia della Coppa delle Coppe vinta nel 1999. Il colore giallo non è più stato utilizzato negli anni successivi dalla Macron (in attesa di conoscere le altre maglie da gara della prossima stagione). La maglia è contraddistinta da delle strisce verticali quasi impercettibili di un giallo leggermente più scuro. La Macron ci tiene a fare bella figura e presenta questa maglia, insieme alle altre, in pompa magna in piazza San Silvestro con annessa sfilata di tutta la rosa. L’evento viene presentato dall’attore Pino Insegno e partecipa anche il patron Claudio Lotito.
10 – MAGLIA DA TRASFERTA 2012-2013
Prima maglia da trasferta realizzata dalla Macron per la Lazio. Il colore di base è il nero, ma al centro compare una fascia orizzontale celeste. la maglia riprende quella da trasferta della stagione 1998-1999. Per la prima volta compare la linguetta in mesh al centro del colletto che recita: “La prima squadra della capitale”, poi riproposta anche nelle stagioni successive.

Fabrizio Piepoli


Per Hank Pfister, sconfitto da Becker al primo turno, Bum Bum vale già, nonostante l’età, più di Borg e McEnroe alla stessa età. Al terzo turno affronta lo svedese Joakim Nystrom, testa di serie numero 7, e il tennista tedesco si rende protagonista di un’esibizione di coraggio e personalità che lo conduce alla vittoria. Una grande soddisfazione per chi all’età di dieci anni era stato cacciato dal centro tecnico della federazione perché considerato una testa “troppo calda”. Agli ottavi contro Tim Mayotte, scivola e la caviglia gli si torce. Boris, che l’anno precedente proprio a Wimbledon si è rotto i legamenti della caviglia, si siede e dice all’arbitro di non poter continuare.
Mayotte però non sente, l’arbitro non ferma il match e Ion Tiriac, il suo allenatore, gli dice di stringere i denti, Becker prosegue e si impone. In semifinale la favola sembra doversi arrestare, di fronte a Becker la testa di serie numero cinque, lo svedese Anders Jarryd, ma ciò non frena la sua corsa e vince. Becker arriva così a giocarsi il primo titolo a Wimbledon contro un altro outsider, Kevin Curren, giunto in finale dopo aver sconfitto Edberg, McEnroe e in semifinale Connors. È il primo in grado di superare Jimbo e Superbrat in uno stesso Slam. Ma contro Bum Bum c’è ben poco da fare: 6-3, 6-7, 7-6, 6-4 è il risultato della finale che consegna Boris Becker alla storia.
Nato in una famiglia di umili origini De Sica studia a Napoli fino a quindici anni quindi si trasferisce a Roma con la famiglia dove consegue il diploma di ragioniere. Inoltre inizia a frequentare l’ambiente teatrale e a misurarsi come attore. Nel 1926 esordisce nel cinema dove recita e si afferma nelle parti del conquistatore galante. Di questi anni sono i film “Gli uomini che mascalzoni!” del 1932 e “Grandi Magazzini” nel 1939. Malgrado le umili origini è stato un personaggio assai distinto, dotato di grande talento anche nella recitazione. Insieme a Roberto Rossellini viene considerato il caposcuola della corrente cinematografica del neorealismo, periodo in cui escono “I bambini ci guardano” (1942), “Sciuscià” (1946) e, due anni dopo, “Ladri di biciclette”. Con le ultime due pellicole il grande regista vince l’Oscar.
In seguito gira “Miracolo a Milano” e “Umberto D.”, pellicola amara considerata come il suo vero capolavoro. Più tardi De Sica si dedica a film più disimpegnati come lo straordinario “L’Oro di Napoli”. Tra questi ricordiamo anche “La Ciociara” nel 1961, “Ieri, Oggi e Domani” e “Matrimonio All’Italiana” nel 1964, “Il giardino dei Finzi Contini”, con il quale vince un altro Oscar nel 1971. L’ultimo film realizzato è “Il Viaggio” del 1974. Il 13 novembre dello stesso anno il regista si spegne a Parigi all’età di 72 anni.


