Battendo Kevin Curren, a 17 anni e 228 giorni, Boris “Bum Bum” Becker il 7 luglio 1985 diventa il primo tedesco, il più giovane e il primo non testa di serie capace di vincere il torneo di Wimbledon.
Per Hank Pfister, sconfitto da Becker al primo turno, Bum Bum vale già, nonostante l’età, più di Borg e McEnroe alla stessa età. Al terzo turno affronta lo svedese Joakim Nystrom, testa di serie numero 7, e il tennista tedesco si rende protagonista di un’esibizione di coraggio e personalità che lo conduce alla vittoria. Una grande soddisfazione per chi all’età di dieci anni era stato cacciato dal centro tecnico della federazione perché considerato una testa “troppo calda”. Agli ottavi contro Tim Mayotte, scivola e la caviglia gli si torce. Boris, che l’anno precedente proprio a Wimbledon si è rotto i legamenti della caviglia, si siede e dice all’arbitro di non poter continuare.
Mayotte però non sente, l’arbitro non ferma il match e Ion Tiriac, il suo allenatore, gli dice di stringere i denti, Becker prosegue e si impone. In semifinale la favola sembra doversi arrestare, di fronte a Becker la testa di serie numero cinque, lo svedese Anders Jarryd, ma ciò non frena la sua corsa e vince. Becker arriva così a giocarsi il primo titolo a Wimbledon contro un altro outsider, Kevin Curren, giunto in finale dopo aver sconfitto Edberg, McEnroe e in semifinale Connors. È il primo in grado di superare Jimbo e Superbrat in uno stesso Slam. Ma contro Bum Bum c’è ben poco da fare: 6-3, 6-7, 7-6, 6-4 è il risultato della finale che consegna Boris Becker alla storia.

Nato in una famiglia di umili origini De Sica studia a Napoli fino a quindici anni quindi si trasferisce a Roma con la famiglia dove consegue il diploma di ragioniere. Inoltre inizia a frequentare l’ambiente teatrale e a misurarsi come attore. Nel 1926 esordisce nel cinema dove recita e si afferma nelle parti del conquistatore galante. Di questi anni sono i film “Gli uomini che mascalzoni!” del 1932 e “Grandi Magazzini” nel 1939. Malgrado le umili origini è stato un personaggio assai distinto, dotato di grande talento anche nella recitazione. Insieme a Roberto Rossellini viene considerato il caposcuola della corrente cinematografica del neorealismo, periodo in cui escono “I bambini ci guardano” (1942), “Sciuscià” (1946) e, due anni dopo, “Ladri di biciclette”. Con le ultime due pellicole il grande regista vince l’Oscar.
In seguito gira “Miracolo a Milano” e “Umberto D.”, pellicola amara considerata come il suo vero capolavoro. Più tardi De Sica si dedica a film più disimpegnati come lo straordinario “L’Oro di Napoli”. Tra questi ricordiamo anche “La Ciociara” nel 1961, “Ieri, Oggi e Domani” e “Matrimonio All’Italiana” nel 1964, “Il giardino dei Finzi Contini”, con il quale vince un altro Oscar nel 1971. L’ultimo film realizzato è “Il Viaggio” del 1974. Il 13 novembre dello stesso anno il regista si spegne a Parigi all’età di 72 anni.



