AGGIORNAMENTO ORE 13:00 – Si raffredda la pista turca per il dopo Candreva. E’ il diretto interessato Sinan Gumus a smorzare ogni voce di mercato che lo riguarda. Lo fa ai microfoni del portale fanatik.com, dove spiega che il suo obbiettivo è quello di affermarsi con i colori giallorossi del Galatasaray: “Questo è stato il mio secondo anno al Galatasaray, durante il primo non ho avuto molta fortuna, ora non voglio più essere considerato un giovane di talento, ma uno degli 11 titolari della squadra. Questo è il mio obiettivo. Cerco di concentrarmi al meglio sulla partita, i miei compagni di squadra e il mio allenatore mi aiutano molto. Ovviamente ho bisogno anche del sostegno della mia famiglia, non posso avere successo senza di loro. Non posso dire di aver dato tutto il mio contributo alla causa, per questo spero di essere uno dei protagonisti con questo club per un lungo periodo di tempo. Vorrei lasciare una scia del mio passaggio in questa società, come ha fatto Hakan Şükür“. Per il dopo Candreva quindi la Lazio dovrà guardare altrove, la pista turca non sembra al momento percorribile…
Tra le operazioni di cui la Lazio si dovrà occupare nel corso del prossimo mercato estivo, ci sarà anche quella di cercare un esterno in grado di sostituire il partente Candreva. In quest’ottica, nelle ultime ore è stato accostato ai biancocelesti il profilo di Sinan Gumus, classe 1994 turco-tedesco, che attualmente milita nel Galatasaray (con cui ha collezionato in stagione 26 presenze , condite da 11 reti e 4 assist). Già accostato ai biancocelesti dai media turchi, secondo quanto rivela calciomercato.it, Gumus non è considerato incedibile dal club giallorosso, che potrebbe lasciarlo partire a luglio. Il suo entourage, inoltre, ha spiegato al medesimo portale che l’Italia sarebbe una destinazione gradita al giocatore. Non si esclude dunque che nei prossimi giorni Tare possa incontrare la dirigenza turca per iniziare una trattativa.







Nato il 23 settembre 1930 in una famiglia povera a Albany in Georgia, rimase orfano a 15 anni ma da adulto divenne miliardario. Il successo raggiunto gli ha permesso di superare la tragedia della cecità. L’industria discografica lo ha premiato con dodici Grammy, nove dei quali tra 1960 e 1966. Charles aveva perso la vista gradualmente da bambino; a sette anni, a causa di un glaucoma, era divenuto cieco. Superbo pianista, è stato un vero e proprio pioniere della rivoluzione “black” anni Cinquanta, interpretando blues, country, gospel, jazz e Rythm&blues.
Charles aveva anche studiato composizione alla St. Augustine School, un istituto specializzato per l’educazione dei ragazzi non vedenti. Iniziò come musicista in Florida e nel ’47 si trasferì a Seattle. Nella classifica R&B nel 1951 esordisce con il suo primo singolo “Baby, Let Me Hold Your Hand”. Firma un contratto per l’Atlantic Records e pubblica dei pezzi straordinari: “I got a woman”, “This little girl of mine”, “Hallelujah I love her so e What’d I Say”. Alla fine degli anni Cinquanta lascia l’Atlantic per passare alla Abc.
Nella prima metà degli anni ’60 firma “Unchain My Heart” e “Hit the Road Jack”, due pietre miliari che con la celeberrima “Georgia on my mind” gli hanno permesso di vivere di rendita. Dopo una sperimentazione in territorio country (“I Can’t Stop Loving You”) scrisse canzoni di grande impatto emotivo come “You Are My Sunshine”, “Take These Chains from My Heart”, e “Crying Time”. Nel 1965 Charles fu costretto a fermarsi a causa di problemi di tossicodipendenza che lo tennero lontano dal suo mondo. Nel 1980 partecipò al film “The Blues Brothers” che rilanciò non poco la sua figura. Negli ultimi anni ha centellinato le apparizioni in pubblico.
Nel 1934 viene notata da Louis B. Mayer degli studio MGM, che le fa firmare il suo primo contratto cinematografico. Due anni dopo, a 14 anni, compare come protagonista in alcuni film musicali. Il successo arriva nel 1939 con il film “Il mago di Oz” (The Wizard of Oz). Nel 1941 Judi si sposa per la prima volta. Il consorte è David Rose, un compositore e direttore d’orchestra. L’ unione però dura dal 1941 al 1943. Dopo il fallimento il suo primo matrimonio, intraprende una relazione con il produttore Joseph L. Mankiewicz, che la introduce alla psicanalisi.
Il risultato è che Judi diventa più indipendente dalla madre e inizia a prendere da sola le decisioni importanti del suo percorso lavorativo. Nel ’44 accetta di girare “Incontriamoci a Saint Louis” (Meet Me in St. Louis), del regista Vincente Minnelli. Il film riscontrò un immediato successo e tra i due nacque una storia d’amore, culminata con il matrimonio e la nascita della figlia Liza. Però in questo periodo i problemi psicologici dell’attrice peggiorano sino ad arrivare al primo dei tanti tentativi di suicidio. L’attività lavorativa ne risente e la Garland viene più volte sospesa dalla MGM fino a essere licenziata nel 1950. Lascia temporaneamente il cinema e si dedica con successo alla musica. Nel 1952 arriva il terzo matrimonio con il produttore Sidney Luft. Nello stesso anno nacque la secondogenita Lorna. Nel 1955 nasce il terzogenito Joey. La coppia affronta molti alti e bassi, dovuti ai problemi di denaro causati dalla passione di Sidney per il gioco d’azzardo.
La sera del 22 giugno 1969 viene trovata morta nel bagno della sua casa londinese in Cadogan Road, uccisa da un’overdose di barbiturici.
