Buone le prestazioni in Nazionale dei due giocatori laziali Candreva e Parolo contro Scozia e Finlandia.
In questi giorni confusionali in casa Lazio, quando ci si aspettava l’annuncio dell’allenatore già da una settimana mentre ancora tutto tace, l’unico modo per liberare la mente dai rumors di mercato è guardare un po’ di calcio giocato. Mentre mezza serie A inizia a muoversi sul mercato per pianificare la prossima stagione, con la nuova Inter cinese che si candida a protagonista, la Lazio dorme, incurante che c’è una squadra da rifondare e una stagione deludente da riscattare. Allora meglio pensare alla Nazionale di calcio, che si appresta ad iniziare l’Europeo tra una settimana. Le due amichevoli di preparazione contro Scozia e Finlandia hanno portato due vittorie e 0 gol subiti. Certo, gli avversari erano a dir poco modesti, ma soprattutto ieri sera, si è vista un’Italia volitiva e determinata. In grande spolvero Antonio Candreva, autore di una rete e di un assist. In generale l’esterno romano ha brillato per tutta la serata, rendendosi sempre pericoloso e mettendo in mostra una condizione fisica invidiabile, come ha poi sottolineato lo stesso ct Conte in conferenza stampa. Anche Marco Parolo non ha sfigurato. In un’Italia a trazione anteriore, il centrocampista della Lazio ha fatto da collante tra difesa e centrocampo, sopperendo alle mancanze di Thiago Motta, apparso lento e fuori forma.
Tra un mese loro due rappresenteranno la Lazio in Europa (in Francia ci sarà anche Marchetti ma difficilmente lo vedremo in campo) e in special modo Candreva si candida seriamente a essere un titolare e un punto di forza nello scacchiere di Conte. Romoletto è il nostro vanto, romano e laziale, titolare di una delle nazionali storicamente più forti di tutti i tempi. Ok, in questa Nazionale non ci saranno i Nesta, i Cannavaro e i Baggio, ma per blasone e storia non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Oltretutto il passato insegna che l’Italia ha vinto quando non era tra le favorite… Ma tornando a Candreva, fa male pensare che il nostro giocatore più rappresentativo potrebbe a breve lasciare la Capitale. E fa ancor più male sentire i laziali che adesso stanno avallando questa folle scelta della società, perché negli occhi hanno la deludente stagione della Lazio. Come se la colpa fosse di Candreva… Non di una difesa indecorosa, o di un parco attaccanti che eccetto Keita e Klose, faticherebbe a trovare spazio in serie B.
Vedere Candreva e Parolo indossare la maglia azzurra è un orgoglio e in cuor loro lo sanno anche quei laziali che li criticano. In una Lazio che sta pian piano diventando una colonia di serbi e olandesi (due nazionali che stanno attraversando il periodo più nero dell’ultimo ventennio), avere dei giocatori col tricolore nel cuore è una gioia. Cadrò nel campanilismo, ma il mio sogno è di vedere in futuro una Lazio “italiana”, magari con Candreva capitano e Cataldi vice. Ben vengano gli stranieri se danno un valore aggiunto alla squadra, ma i giocatori italiani hanno sempre quel qualcosa in più a livello tattico ed umano. Lo ha capito il Sassuolo e adesso è una delle realtà più belle del nostro campionato. La Juve ha sempre attuato questa politica e non è un caso che sia l’unica squadra italiana degna di competere con le big d’Europa. La Lazio quando capirà che quando i soldi scarseggiano bisogna puntare sul made in Italy? Intanto rischia di perdere anche quei pochi giocatori che rappresentano con orgoglio e fierezza la Lazio nel mondo. Giù le mani da Candreva! La Lazio che verrà deve essere costruita intorno a lui e non senza di lui. Italians do it better!
Fabrizio Piepoli

Nel 1968 conduce il Festival di Sanremo. Nel 1972 lavora in teatro con Sandra Mondaini e inoltre conduce la prima edizione di “Canzonissima”, con Loretta Goggi al suo fianco. Poi seguono altri programmi storici: nel 1970 “La freccia d’oro”, nel ’74 “Senza rete”, nel ’75 “Spaccaquindici” e “Un colpo di fortuna”, nel ’77 “Secondo voi”, nel ’79 “Luna Park”. Dal 1979 al 1985 presenta “Domenica in”. Dal 1984 al 1986 conduce “Fantastico”. Dal 1984 al 1986 guida “Serata d’onore”. Baudo è anche uno scopritore di nuovi talenti. In “Fantastico” del 1985 lancia Lorella Cuccarini. Inoltre lancia Heather Parisi e Beppe Grillo.
Nel 1990 ancora su Rai Uno con “Gran Premio” e con “Fantastico”. Nel 1991 “Varietà” e “Domenica in”, nel 1992 “Partita doppia”, nel 1993 “C’era due volte”, nel 1994 “Numero Uno”, “Tutti a casa” e “Luna Park”, nel 1995 “Papaveri e papere” e l’anno dopo “Mille lire al mese”. Inoltre presenta il Festival di Sanremo nelle edizioni 1968, 1984, 1985, 1987 e dal 1992 al 1996. Nel 1994 diventa il Direttore artistico del Festival della canzone italiana, stessa carica che ricopre per le reti Rai fino al maggio 1996.
Nel 2000 conduce “Nel cuore del padre”, dedicato ad Al Bano Carrisi. Segue poi il grande successo di “Novecento – Giorno dopo giorno”. Nel 2001 è ideatore e conduttore dello spettacolo di Rai Uno “Passo doppio”. Conduce poi un programma su Padre Pio dal titolo “Una voce per Padre Pio“. Viene scelto per la conduzione e la direzione artistica del Festival di Sanremo del 2002. Torna poi alla guida di “Novecento”. Poi è la volta de “Il Castello”. Nel 2003 su Rai tre conduce il varietà “Cinquanta ? Storia della Tv di chi l’ha fatta e chi l’ha vista” e per l’undicesima volta conduce Sanremo.
Nel 2004 Pippo Baudo dopo 18 anni di matrimonio si separa dalla moglie Katia Ricciarelli. Inoltre, in seguito a gravi incomprensioni con Flavio Cattaneo, direttore generale Rai, viene licenziato. Torna su Rai Uno con “Domenica In” ad ottobre 2005, a quattordici anni dalla sua ultima partecipazione allo storico programma. Con la conduzione del Festival di Sanremo 2007 (coadiuvato da Michelle Hunziker e Piero Chiambretti) supera il primato delle 11 partecipazioni che apparteneva a Mike Bongiorno, arrivando a 13 con l’edizione del 2008.
Presta la propria voce ai successi di Bing Crosby, che è in grado di imitare perfettamente, ma ben presto si rende conto che la sua voce può essere altrettanto potente. Nel 1946 al “Club 500” di Atlantic City si esibisce per la prima volta con Jerry Lewis. Da allora i due compongono una coppia comica eccezionale, che farà divertire gli americani per i dieci anni successivi. Insieme realizzano sedici film e collaborano anche in televisione. Intanto Dean nel 1954 con “That’s amore” ottiene successo anche come cantante: una dichiarazione d’amore per Napoli, la pizza e la tarantella.
A luglio del 1956 a causa di screzi personali la coppia si scioglie. Martin prosegue la sua carriera come solista conquistando grandi successi. Dopo aver inciso in italiano i pezzi “Simpatico”, “In Napoli” e “Innamorata”, negli anni sessanta entra a far parte dei Rat Pack, un gruppo musicale composto da cantanti e attori con a capo Frank Sinatra. Con loro interpreta anche i film “Colpo grosso”, “I 4 di Chicago” e “Tre contro tutti”.
Il 25 dicembre 1995, a causa di un enfisema sopraggiunto dopo anni di problemi fisici e mentali, muore a Beverly Hills. E’ stato sepolto nel cimitero di Westwood, in California: sulla tomba è stato inciso l’epitaffio “Tutti amano qualcuno prima o poi” (Everybody loves somebody sometime), dal titolo di uno dei suoi brani più celebri. Brano che fu addirittura in grado di spodestare i Beatles dalle classifiche di vendita.