Dopo l’incontro con il Presidente della FIGC Carlo Tavecchio, presso la sede della Federazione Italiana Giuoco Calcio a Roma, il Presidente della Federcalcio Cinese, Cai Zhenhua, ha visitato il Centro Tecnico Federale di Coverciano, la casa delle Nazionali Azzurre e simbolo della formazione calcistica italiana, dove è in corso il ritiro della Nazionale in vista dei prossimi Europei.
“Il calcio italiano è al centro del mondo: siamo qui per imparare” ha commentato il Presidente Cai, che ha poi visitato tutte le strutture di Coverciano ed il Museo del Calcio.
Il Presidente Cai, insieme ad una nutrita delegazione cinese, ha colto l’occasione per salutare il Commissario Tecnico della Nazionale, Antonio Conte, il Team manager Gabriele Oriali, il Professor Enrico Castellacci, capo dello staff medico della Nazionale italiana che negli anni scorsi ha collaborato con il Guangzhou di Lippi ed è ora con Eriksson allo Shanghai Shanggang, e Pierluigi Collina, Chief refeering dell’UEFA, presente a Coverciano per illustrare agli Azzurri il nuovo regolamento del calcio, entrato in vigore dal 1 giugno.
Nel vertice a Roma con il Presidente Tavecchio erano state gettate le basi di una collaborazione ad ampio spettro tra Italia e Cina sul fronte tecnico-organizzativo e per progetti di sviluppo del calcio in tutto il più grande Paese orientale.
“Sono molto felice di essere in Italia, ospite della FIGC – aveva dichiarato il presidente Cai Zhenhua – perché voi rappresentate una nazione che ha una storia calcistica importante. Abbiamo organizzato questo viaggio per imparare e per apprendere da voi in quanto rappresentate un modello per la crescita del nostro movimento su cui punta molto anche il nostro presidente della Repubblica. Il calcio italiano in Cina è molto apprezzato, mi auguro di poter avviare con voi molti progetti di collaborazione”. “Sono orgoglioso delle parole espresse dal presidente della Federcalcio cinese – aveva aggiunto Tavecchio – perché testimoniano come il calcio italiano goda di un’ottima considerazione al di fuori dei confini nazionali. La Cina è una realtà in forte espansione con la quale vogliamo collaborare a tutti i livelli, siamo disponibili per mettere a disposizione la nostra esperienza e le nostre eccellenze, la Cina infatti non rappresenta più il futuro ma il presente del nostro sport”. Nell’incontro erano state gettate le basi per la formalizzazione, entro settembre, di un protocollo tra le due federazioni e, con l’occasione, la delegazione cinese aveva incontrato anche i presidenti di Lega Serie A e Lega B Beretta e Abodi per approfondire il modello organizzativo dei campionati italiani di vertice.

Bjorn Rune Borg nasce a Stoccolma, in Svezia, il 6 giugno 1956. Grande campione di tennis, nella sua carriera ha vinto cinque volte il trofeo di Wimbledon (dal 1976 al 1980), sei volte il Roland Garros (1974-75, 1978-81) e i Masters gp nel biennio 1979-80.
Nella sua carriera uno dei peggiori momenti è stato quando nel 1981 perse contro John McEnroe la finale degli US Open, torneo mai vinto nonostante avesse disputato quattro finali. Nel 1983 si ritirò a soli ventisei anni perchè nauseato dai massacranti allenamenti quotidani. Nel 1989 sposò Loredana Bertè ma il matrimonio non durò a lungo. Nel 1991, dopo molti anni di inattività, tentò il rientro nel circuito tennistico mondiale al torneo di Montecarlo. Scese in campo contro Jordi Arrese ma alla fine si rivelò un match deludente… si trattò solo di un romantico lampo strappato al passato.
Mann nasce il 6 giugno 1875 a Lubecca, frequenta il ginnasio ma i risultati non sono brillanti. Nel 1894 si trasferisce a Monaco dove si iscrive all’Università. Nel 1905 sposa Katia Pringsheim, figlia di uno degli uomini più ricchi della capitale del regno della Baviera. Dalla loro unione nascono Erika, Klaus, Golo, Monika, Elisabeth e per ultimo Michael.
Nel 1912 viene pubblicato “La morte a Venezia”, un romanzo destinato a suscitare scalpore a causa dell’adombrata pedofilia del protagonista. Nel 1914 è la volta del saggio “Pensieri di guerra”, dove Mann sostiene la causa tedesca. Al termine della guerra escono le “Considerazioni di un apolitico”. Nel ’19 esce la novella “Cane e padrone” e nel ’24 esce il capolavoro “La montagna incantata”. Nel 1926 inizia la tetralogia biblica “Giuseppe e i suoi fratelli” a cui lavorerà per 15 anni, la storia biblica diventa una suggestiva narrazione che unisce mito e psicologia, ricerca ed epica. Nel 1929 riceve il Premio Nobel per il romanzo “I Buddenbrook”.
Gli anni successivi vengono sconvolti da diverse disgrazie: nel 1949 si suicida il figlio Klaus; l’anno dopo muore il fratello minore Viktor; nel 1950 muore anche l’altro fratello Heinrich. Nel 1951 pubblica il romanzo “L’eletto” e si stabilisce a Kilchberg, sul lago di Zurigo, dove continua a lavorare fino alla morte. Nel 1953 esce il racconto “L’inganno” e, infine, nel 1954 “Le confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull”, l’ultimo suo grande successo. Il 12 agosto 1955 Thomas Mann muore per collasso.
Il 6 giugno 1906 nasceva a Roma il grande attore cinematografico e teatrale Paolo Stoppa. Nel 1927 fa il suo esordio in teatro come attore comprimario nella compagnia Capodaglio-Racca-Olivieri. In pochi anni passa dal ruolo di generico a quello di attore brillante recitando accanto a Dina Galli, Antonio Gandusio, Lamberto Picasso e
Paolo Stoppa si rivela come 