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Vocalelli: “Lazio punta su Pioli”

Ai microfoni di CITTACELESTE FM, in onda su Elleradio 88,100  è intervenuto il direttore del Corriere dello Sport, Alessandro Vocalelli per commentare il momento della Lazio e ribadire il fatto che Pioli deve continuare a essere la colonna portante del progetto:

PIOLI“Sarebbe clamoroso che l’allenatore definito il migliore del campionato in merito ai risultati conseguiti, e quello che ha fatto meglio, rischiasse il posto. Ha commesso l’errore di non pretendere una campagna acquisti più sontuosa, ma le responsabilità maggiori sono quelle della società, andando a prendere giocatori che non servivano e noto anche troppi egoismi da parte dei giocatori. Non so se Pioli pagherà, ma diverrà il grande ombrellone e il grande alibi per gli errori commessi dalla società. Deve far vedere la sua forza, deve pretendere almeno due titolari veri. Le prime responsabilità sono della società, poi a cascata di tutti gli altri.
Milinkovic è un buon giocatore, ma è stato preso perchè si era convinti che fosse il sostituto di Biglia ma non è così. Essere aziendalisti è molto sottile ma in certi momenti è gusto dire anche quello che di sbagliato è stato fatto. Dopo il campionato dello scorso anno, il rilancio di Felipe Anderson, dopo aver risolto alcuni dubbi tecnici…a quel punto ci si deve togliere dal ruolo di essere aziendalista e pretendere qualcosa di più da parte del mercato.

LA SUPERCOPPA E I PRELIMINARI – “Le responsabilità dell’uscita dalla Champions e della sconfitta in Supercoppa sono da imputare della società. A Pioli avrei chiesto una posizione più autorevole. Non doveva fare come Montella, ma il 15 luglio avrei preteso un attaccante per affrontare al meglio il Preliminare e la Supercoppa. Non credo che Pioli possa rischiare il posto mercoledì, per le società stesse scaricare le colpe sull’allenatore è un modo di tirarsi fuori dai problemi che in realtà è la società stessa a crearli.

LA SOCIETA’  “Credo che nella Lazio bisogna fare una inversione filosofica, sono 10 anni che diciamo le stesse cose. Quando le cose vanno male si corre ai ripari, quando vanno bene non si fa nulla per migliorarla. Se vai in Champions la prima volta compri Vignaroli, mentre quando rischi la serie B corri ai ripari e compri 5 calciatori. E’ un problema della Lazio consolidato e strutturato da cui non so come se ne esca fuori. Bisogna serrare i ranghi, non escludo anche la responsabilità dei giocatori. Keita chiede di essere ceduto, poi il comunicato della sorella di Anderson…quando si viaggia in gruppo bisogna mettere davanti il noi, prima dell’io. La società avrebbe un solo modo per aggiustare questa situazione, prendere Pioli rinnovargli il contratto per 4 anni e metterlo al centro del progetto. Nei momenti critici sono due le strade: esonerare il tecnico, oppure dargli forza. Secondo me la scelta giusta sarebbe la seconda. Pioli deve stare al centro del suo territorio e delle sue scelte”.

INFERMERIA – Il dott. Salvatori: “Candreva prova a rientrare con il Saint-Etienne. De Vrij? Tornerà dopo la sosta”

Il medico sociale Salvatori, è intervenuto dopo l’allenamento ai microfoni di Lazio Style  Radio 89.3 per dare il consueto aggiornamento sugli infortunati:

CANDREVA:   “Oggi abbiamo fatto dei controlli dal punto di vista strumentale. Si tratta di un trauma distorsivo con una componente della distrazione legamento ma non vi sono lesioni capsulari. C’è un ematoma e servirà tempo. Non ci sarà mercoledì e forse nemmeno domenica. Cerchiamo di lavorare per renderlo disponibile per l’Europa League anche se i tempi sono ridotti. Oggi camminava bene e speriamo di iniziare nei prossimi giorni il lavoro sul campo”.

Il dottor Salvatori ha parlato anche della condizioni degli altri infortuni:

DE VRIJ E KLOSE: “La data di rientro dovrebbe essere dopo la sosta di metà ottobre.

BIGLIA: Tempi ridotti rispetto ai suoi compagni, giovedì mattina alla ripresa vedremo a che punto saremo e se riusciremo a forzare i tempi per domenica stessa”.

In conclusione, gli è stato chiesto anche di Ravel Morrison, non convocato sia per la trasferta in Ucraina che per quella del San Paolo: “Oggi ha ripreso con la squadra, problema non muscolare ma problematica riemersa alla caviglia che ogni tanto lo fa soffrire. Avevamo deciso di dargli recupero totale per lavorare in assenza di dolore. Si tratta di articolazioni delicate che possono dare difficoltà al livello clinico”.

L’AVVERSARIO DI TURNO – Il Genoa: Lazio, sconfiggi il tuo demone e torna in paradiso

Adesso si fa dura…rialzare la testa dopo un’altra batosta del genere (e dopo i traumi si Leverkusen e Verona) sarà veramente dura, ma le tante partite ravvicinate impongono (e forse è un bene) di mettersi subito al lavoro, visto che mercoledì i biancocelesti saranno nuovamente in campo per il turno infrasettimanale della quinta giornata di Serie A contro il Genoa di Gasperini.
SI’ il Genoa….quel “demone” che da diverse stagioni è un vero incubo per la Lazio (sono 8 i match consecutivi vinti dai grifoni dal 2011 al 2015) e per un motivo o per un altro, risulta essere imbattibile. Paradossalmente però, il Genoa potrebbe essere l’avversario giusto per rialzare la testa, insomma tornare a “vivere” e riprendere il  cammino per un posto in paradiso…sconfiggere i propri demoni può essere liberatorio, e dare così quella scossa emotiva che serve ai ragazzi di Pioli per tornare quelli di un  tempo, dimostrando che meritano di indossare quella gloriosa maglia.
Perciò Mauri e compagni mercoledì sera dovranno scendere in campo con DUE obiettivi: VINCERE e…CONVINCERE.
Analizziamo nel dettaglio i grifoni:

RISULTATI – Purtroppo o per fortuna, anche il Genoa non sta passando un ottimo momento: Tre sono i punti punti in quattro partite della squadra di Gasperini in questo inizio di stagione.  Dopo la sconfitta all’esordio a Palermo, i rossoblù hanno vinto in casa contro l’Hellas, prima di andare al Franchi di Firenze e uscirne sconfitti.  Nell’ultimo turno di campionato, Burdisso e compagni hanno ospitato al Luigi Ferraris la Juventus, che si è imposta con un netto 0-2. Forse, analizzando il gioco espresso avrebbero meritato qualche punto in più, ma questo è il calcio, nel bene e nel male. Il Genoa ha ora necessità di voltare pagina: Lazio, Milan e Udinese sono tutte partite il cui tasso di difficoltà non ha bisogno di spiegazioni.
Ma hanno la necessità, dopo 3 sconfitte su 4 partite, di racimolare qualche punto, non tanto perché la classifica ora abbia un significato specifico, ma per arrivare alla sosta di ottobre senza ansie da prestazione.

LA ROSA –  Lo scorso anno il Genoa, è riuscito raggiungere con merito la qualificazione in Europa League (a cui però ha dovuto rinunciare perché priva della licenza Uefa, e così furono sostituiti dai cugini della Sampdoria).  Rispetto alla passata stagione, la squadra ha perso alcuni elementi  importanti come Iago Falque (passato alla Roma), Kucka e Bertolacci (acquistati dal Milan), riuscendo a trattenere solo due pedine fondamentali per Gasperini: cioè Perin e Perotti. Preziosi però, per rimpiazzare le partenze ha comprato molti giocatori, sia esperti e affermati come PandevCapel, Ansaldi e Dzemaili, che giovani di prospettiva, quali Gakpè e  Ntcham, che hanno subito dimostrato le loro qualità. Gasperini, quindi, può stare tranquillo, perché ancora una volta ha a disposizione una rosa competitiva. Il Genoa ha un gioco chiaro ma i tanti infortuni stanno mettendo in difficoltà Gasperini (i guai fisici hanno bloccato Tino Costa, Perotti e Pavoletti, tre calciatori decisivi per le sorti di questo Grifone), inoltre i nuovi, tranne Cissoko, non si sono ancora inseriti alla perfezione. Il contributo dei vari Munoz, Ansaldi, Capel, Pandev, Lazovic, Dzemaili, Figueras finora è stato praticamente nullo.

GLI EX –  La partita dell’Olimpico sarà inoltre caratterizzata da una sfida nella sfida, quella tra Matri e Pandev: i due attaccanti chiamati a portare lontano le rispettive squadre a suon di gol sfidano il loro passato. Dopo cinque anni in maglia biancoceleste, Pandev torna a sfidare la squadra che per sua stessa ammissione l’ha reso grande. L’avventura di Matri con la maglia del Genoa è stata sicuramente più breve e forse meno intensa, ma comunque positiva: in sei mesi con la maglia del grifone l’attaccante italiano ha collezionato 16 presenze e 6 gol dimostrando di essere ancora uno dei migliori attaccanti italiani in circolazione. Il loro inizio di campionato totalmente inverso: il macedone sta facendo fatica a diventare un riferimento per Gasperini e la concorrenza è agguerrita. Matri al contrario si è inserito alla perfezione negli schemi offensivi di Pioli, la doppietta all’esordio sta lì a testimoniarlo. Ma il posto da titolare è assicurato ancora per poco, perchè appena torneranno in pianta stabile Djordjevic e Klose ci sarà una bella concorrenza, nel frattempo però Matri è il faro dell’attacco biancoceleste e vuole continuare a illuminare.

LA TATTICA –  La difesa a tre è la certezza del tecnico.  Con Perin ancora ai box (le sue parate sono sempre state un incubo per i tifosi della Lazio), tra i pali troverà spazio ancora LamannaMarchese, Burdisso e De Maio, invece, formeranno il terzetto difensivo, orfano di Izzo squalificato. A centrocampo dovrebbero trovare spazio Tino Costa e Dzemaili (in ballottaggio con Rincon), con Cissokho e Ansaldi sugli esterni che dovranno essere bravi sia in fase di transizione negativa e sia in quella positiva. Il Genoa si chiuderà in difesa,  facendo densità in mezzo al campo per cercare di rubare palla il prima possibile e innescare, così, la velocità del proprio tridente, che dovrebbe essere composto da Perotti, Ntcham e Diego Capel.

PROBABILE FORMAZIONE – (3-4-3); Lamanna; Marchese, Burdisso, De Maio; Cissokho, Costa, Dzemaili (Rincon); Ansaldi; Perotti, Ntcham, Diego Capel  All. Gasperini.

 Marco Lanari

LAZIALI FUORI PORTA – Esordio per Crecco, male Minala. Gonzalez dal primo minuto.

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Terzo appuntamento con la ormai consueta rubrica che settimanalmente aggiorna i nostri lettori sulle prestazioni dei giocatori della S.S. Lazio attualmente in prestito ad altre squadre italiane o straniere: Gonzalez (Atlas), Vinicius ( Zurigo), Alfaro (Burinam United), Lombardi (Ancona), Filippini (Pro Vercelli), Crecco e Rozzi (Virtus Lanciano), Elez (Aarhus), Tounkara (Crotone), Pollace e Strakosha (Salernitana), Perea (Troyes), Minala (Latina).

SERIE B

Tounkara: nel pareggio a reti bianche allo stadio Renato Curi di Perugia, il giovane di origine senegalese, dopo le prime due da titolare e l’opaca prestazione nella vittoria in casa contro il Novara, siede per la prima volta in panchina per tutti i 90 minuti del match.

Strakosha e Pollace: prima sconfitta in serie B per la Salernitana, 0-2 subito dallo Spezia tra le mura amiche dello stadio Arechi; dopo le prime due da titolare questa volta Strakosha siede in panchina lasciando spazio a Terracciano. Ancora panchina per l’ex capitano della Primavera biancoceleste Pollace.

Rozzi e Crecco: la Virtus Lanciano strappa un punto importante nella difficile trasferta di Trapani, agguantando il pareggio a dieci minuti dalla fine; esordio per Crecco, subentrato a cinque minuti dalla fine. Nemmeno convocato l’ex Virtus Entella Antonio Rozzi.

Filippini: la Pro Vercelli acciuffa in pieno recupero il pareggio tra le mura amiche del Silvio Piola contro un Latina ben messo in campo da mister Iuliano; ancora panchina, l’ennesima per l’esterno ex Bari Filippini.

Minala: mister Iuliano torna a schierare il giovane camerunense dal primo minuto, ma Minala non ripaga affatto la fiducia del suo allenatore: si limita ad un compito di marcatura senza lasciare il segno nella partita, nonostante la bella prova del suo Latina, acciuffato solo nel recupero dalla Pro Vercelli. Rimane direttamente negli spogliatoi a fine primo tempo. Può e deve fare meglio, cominciando a cambiare il suo atteggiamento in campo: apatico.

LEGA PRO

Lombardi: il ragazzo parte titolare nella sconfitta del suo Ancona sul campo del Pisa offrendo una prestazione opaca; deve ancora crescere sia in personalità che nell’affiatamento coi compagni: sembra ancora un corpo estraneo alla squadra.

LIGUE 1

Perea: non siede nemmeno in panchina El Coco nella sconfitta rimediata dal Troyes sull’ostico campo dell’Angers.

PRIMERA DIVISION Messico

Gonzales: l’Atlas espugna il campo del Santos Laguna con un convincente 0-2 e El Tata gioca per la prima volta da titolare, dopo l’esordio dalla panchina della scorsa settimana; buona prova dell’uruguaiano, ancora in ritardo di condizione, ma con la solita grinta a disposizione della squadra. Per lui anche un cartellino giallo.

ALKA SUPERLIGAEN Danimarca

Elez: l’Aarhus incappa nella seconda sconfitta consecutiva, questa volta tra le mura amiche, 1-2 dal Sonderjyske. Come al solito Elez parte dal primo minuto, schierato al centro della difesa; meno sicuro delle prestazioni precedenti, non partecipa comunque al pasticcio tra il compagno di reparto Jonsson ed il portiere Rasmussen che regalano letteralmente il gol della vittoria all’attaccante avversario.

SUPER LEAGUE Svizzera

Vinicius: weekend di Schweizer Cup in Svizzera, con lo Zurigo vittorioso per 0-1 sul campo del Wohlen. L’esterno brasiliano non risulta tra i convocati di mister Sami Hyypia, come non è nell’elenco dei convocati della seconda squadra, militante nella Promotion League svizzera.

Pioli a rischio esonero per i bookmaker

Stefano Pioli, in virtù dei risultati di questo inizio stagione, viene dato a rischio allontanamento dalla panchina biancoceleste. La società Paddypower.it ha aperto le scommesse su un suo eventuale esonero entro Natale. Come riportato da Agipronews la quota dell’addio del tecnico emiliano si gioca ad 1,80, non molto distante dall’allenatore del Carpi, Fabrizio Castori, che viene dato a 1,48 e che è quello che rischia più di tutti. Se sulla sponda biancoceleste non sono tutte rose e fiori le cose non vanno molto meglio sull’altra sponda del Tevere. Anche il tecnico giallorosso, Rudi Garcia, dopo il 2-2 interno di ieri con il Sassuolo, nonostante una classifica migliore dei biancocelesti, non gode di molta fiducia e rischia di essere sollevato dall’incarico. La quota di un suo eventuale allontanamento viene quotata a 3,60.

In Germania: “Senza Klose la Lazio subisce una severa lezione a Napoli”

Le pesanti sconfitte subite in questo deludente avvio di campionato della squadra biancoceleste trovano eco sui media tedeschi. Gli uomini di Pioli non sono più quel gruppo compatto e vincente della scorsa stagione ed in parte le ragioni sono da ricercare nelle assenze importanti della formazione capitolina. Qualsiasi squadra avrebbe dei seri problemi in campo senza giocatori come Biglia, Candreva e De Vrij, ma l’assenza più pesante secondo il portale n-tv.de è senza dubbio quella del campione tedesco in forza ai biancocelesti: “Senza Miroslav Klose, attualmente infortunato alla coscia, la Lazio in campionato a Napoli ha subito una severa lezione”.

 

Collovati: “Se Lotito avesse dato ascolto ai tifosi…”

Un inizio di stagione disastroso, dopo essere stata sconfitta dal Leverkusen nel preliminare di Champions, la Lazio ha perso completamente il lume della ragione. Sarà anche vero che una mazzata del genere, oltre a ridimensionare squadra ed ambiente, comporta negatività sia sotto l’aspetto fisico che psicologico ma nessuno si aspettava una resa e una debacle così catastrofica della squadra biancoceleste. In 4 partite di campionato i biancocelesti hanno raccolto la miseria di 6 punti, frutto delle vittorie interne contro Bologna e Udinese. Se è vero che nello stadio amico si è fatto bottino pieno, è vero anche che negli incontri disputati lontano da casa la squadra ha dimostrato di non avere né carattere né personalità, incassando in due trasferte la bellezza di 9 reti. Il lavoro del tecnico, spaesato anche lui, che non si aspettava un inizio di campionato simile sarà duro da portare avanti. Il suo essere troppo aziendalista non va giù ai tifosi che cominciano a lamentarsi e a chiederne le dimissioni. L’ambiente comincia a ribollire, e dopo solo 4 giornate, la piazza, delusa ed irritata, inizia a chiedere la testa dei principali artefici di questo disastro: il ds Tare ed il presidente Lotito. Anche tra gli addetti ai lavori c’è chi punta il dito contro i dirigenti biancocelesti, rei ancora una volta di non aver saputo cogliere l’attimo esatto per far fare il salto di qualità alla squadra. Uno di questi è Fulvio Collovati che, intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, ha commentato con queste parole il periodo nero dei biancocelesti: “Non c’è niente da fare, per l’ennesima volta la società biancoceleste non ha saputo cogliere l’attimo. La causa di questo inizio disastroso di campionato della squadra di Pioli è da ricercarsi nel non-mercato condotto dai dirigenti biancocelesti, in estate non ci si è mossi nella giusta maniera, è stata portata avanti una campagna acquisti non all’altezza della situazione. Nella squadra si riscontrano le stesse mancanze della stagione precedente, le alternative ai titolari non ci sono e quando mancano i migliori la differenza è troppa. Se Lotito avesse dato ascolto ai sostenitori biancocelesti le cose probabilmente sarebbero andate diversamente.

 

Lazio-Genoa sarà diretta da Rizzoli

Sono uscite le designazioni arbitrali del turno infrasettimanale di campionato. Allo Stadio Olimpico per dirigere LazioGenoa, in programma mercoledì prossimo alle 20,45, è stato selezionato Nicola Rizzoli. I precedenti per la squadra capitolina con l’arbitro di Mirandola non inducono all’ottimismo. In carriera la giacchetta nera ha diretto i biancocelesti in 27 occasioni: 8 le vittorie, 6 i pareggi e 13 le sconfitte, di cui l’ultima nel derby di ritorno della stagione scorsa, quando i giallorossi si sono imposti con il risultato di 2-1. Il quarantaquattrenne direttore di gara, della sezione AIA di Bologna, verrà coadiuvato dagli assistenti Passeri e Peretti, il quarto uomo sarà Musolino, Fabbri e Abisso saranno gli addizionali.

Giordano non fa sconti dopo il ko di Napoli: “Pioli e società confusi”

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Clima rovente in casa Lazio dopo la disfatta di Napoli. A farsene portavoce Bruno Giordano, che distribuisce equanimemente le colpe: “Non prendiamocela solo con alcuni giocatori, – ha detto l’ex attaccante ai microfoni di Radiosei- per esempio con Hoedt, che adesso è considerato un bidone mentre fino all’altro giorno era un ottimo difensore. Non ci dimentichiamo che tutto dipende sempre dall’avversario: se è mediocre, lo affronti con più facilità, se invece è del calibro di Higuain è normale che il gioco si complica. Pioli? È chiaramente in difficoltà, come dimostra la formazione sbagliata di ieri sera. È stata una follia schierare Keita seconda punta per di più supportato da un Mauri che non ha fatto la preparazione estiva. In più, bisognava arrivare a questa partita con una vittoria che giovedì sera purtroppo non è arrivata. E non parliamo della sparizione di alcuni uomini chiave dello scorso anno come Anderson e Parolo. La società, poi, è anch’essa in totale confusione, come dimostra il reintegro di Mauri senza fargli fare la preparazione, l’acquisto di Milinkovic, gettato nella mischia a Shanghai a poche ore di distanza dal suo arrivo, fino alla questione della fascia di capitano, che ha destabilizzato non poco lo spogliatoio

Lazio, l’ultima ‘manita’ 21 anni fa. Che incubo in trasferta!

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Un vero e proprio incubo quello vissuto dalla Lazio nella notte del San Paolo. 5 schiaffi a suggello di una prestazione ‘non prestazione’ da parte di una squadra che di fatto non è mai entrata in campo, totalmente inerme e incapace di reagire ai colpi inferti dal team Sarri. Un incubo, dicevamo, che si era materializzato finora solo due volte nella storia del club biancoceleste, in entrambi i casi tuttavia con un gol della bandiera a fare da (minima) consolazione. La prima nel 1962, precisamente il 24 ottobre, quando allo stadio Flaminio gli uomini di Lovati incassano 5 gol dal Napoli. Dieci anni dopo il bis, stavolta al San Paolo, con la Lazio di Maestrelli, allora in serie B, che viene eliminata dalla Coppa Italia per mano degli uomini di Chiappella.

E non finisce qui: sì perché ieri Higuain e compagni hanno inferto ai colleghi laziali una ‘manita’ di scarto che in casa biancoceleste mancava da ben 21 anni, precisamente dall’1-6 subito il 17 aprile 1994 dalla squadra di Dino Zoff ad opera della Juventus. Proprio il fatto che anche in questo caso vi sia stata una rete della bandiera mostra in maniera ancora più chiara quale sia il vero problema della Lazio di oggi rispetto a quella degli anni passati: quella mancanza di carattere e grinta che, se i risultati positivi con Udinese e Dnipro avevano almeno parzialmente offuscato, questa batosta ha fatto prepotentemente riemergere in tutto il suo fulgore.

Adesso servirà dunque confinare tutto al più presto nel dimenticatoio e ripartire. Chissà che, in tal senso, il ritiro imposto dal presidente Lotito non serva a ritrovare gli stimoli e la fiducia, non tanto per le gare in casa, dove i risultati sono stati finora piuttosto soddisfacenti, quanto sopratutto per quelle in trasferta. 2 sconfitte su 2, 9 gol subiti e sopratutto nessuno realizzato: numeri da retrocessione, che pongono i biancocelesti all’ultimo posto per differenza reti (-6, come il Frosinone) e al primo per reti subite (10, come il Carpi). Numeri che sono ancora più allarmanti se analizzati a partire dalla sfida di ritorno con il Bayer, dove i capitolini hanno collezionato 3 sconfitte su 4 gare, 13 gol subiti e solo uno fatto. Una netta inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, dove, in 22 apparizioni, la Lazio mise a segno ben 12 vittorie e solo 5 sconfitte, vedendo finire il pallone nel sacco 21 volte, solo 8 in più di quelle collezionate dalla squadra di Pioli nelle prime 4 uscite esterne stagionali. Dove è finita quella squadra bella e sfrontata? Riusciremo a liberarci della sua copia sbiadita? Domande che i tifosi laziali si fanno e che meritano un’adeguata risposta. A partire da mercoledì sera.

 

Emanuele Filippini a “I Laziali Sono Qua”: “A Napoli atteggiamento inaccettabile”

E’ rimasto una sola stagione alla Lazio, in uno scenario difficile: quello del primo anno dell’era Lotito, dei nove giocatori acquistati all’ultimo giorno di mercato e di nuovo capitolo di una storia ultracentenaria che andava ufficialmente ad aprirsi. Assieme al gemello Antonio, tra quei nove acquisti c’era anche lui, Emanuele Filippini, che è intervenuto nella trasmissione radiofonica di riferimento per tutti i tifosi biancocelesti, “I Laziali Sono Qua“, condotta sugli 88.100 di Elle Radio da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, per fare il punto dopo la durissima sconfitta incassata dai biancocelesti a Napoli.

Spiega Filippini: “Purtroppo ho avuto modo di vedere la partita di Napoli ed è stata una vera e propria debacle. L’atteggiamento tenuto in campo dalla squadra non è giustificabile, anche se possono aver pesato le fatiche della trasferta in Ucraina. Bisogna però dire che al contrario di Sarri, Pioli aveva operato un certo tipo di turn-over dopo l’Europa League, dunque è stato l’atteggiamento mentale ad essere disarmante. Ho visto una squadra che arrivava sempre seconda sul pallone, peraltro senza neanche riuscire a limitare i danni quando le proporzioni della sconfitta si facevano pesanti.

Sulle possibili soluzioni, l’ex laziale sottolinea: “Da questa situazione si esce da uomini, perché è l’uomo che in queste fasi difficili deve uscire fuori, più che il calciatore. E’ chiaro che “schiaffoni” come questi, se presi nel modo giusto, possono aiutare a rimboccarsi le maniche e a scatenare una reazione d’orgoglio nella squadra. Una piazza come Roma ha tifoserie umorali, invece la squadra in momenti come questi, anche con l’aiuto dell’allenatore, deve inseguire innanzitutto l’equilibrio. Se la Lazio a Napoli avesse mantenuto la giusta freddezza, avrebbe sicuramente evitato un passivo così pesante. A patto di imparare la lezione, sconfitte come queste possono essere anche salutari. Il lato positivo è che ci troviamo ancora nella fase iniziale del campionato: anche la Juventus ha iniziato malissimo, ma a Manchester e Genova ha dato segnali di reazione importantissimi.”

Su Lazio-Genoa Emanuele Filippini predica anzitutto calma: “Sarà una partita complicata, da prendere con le pinze. Gasperini prepara molto bene le partite, per cui bisognerà avere un approccio equilibrato al match. Attaccare indiscriminatamente significherebbe prestare il fianco alle ripartenze nelle quali i rossoblu eccellono. Bisognerà attendere il momento giusto per colpire, e ritrovare quella calma che fin qui è mancata. Servirebbe un elemento in grado di prendere per mano la squadra e aiutarla ad uscire dalla crisi, ma al momento è difficile fare un nome. Sia giovani che vecchi dovranno compattarsi e dare qualcosa di più anche sotto il piano dell’entusiasmo e della personalità.

Infine, una valutazione sui valori espressi dai primi turni del massimo campionato: “Il quadro della Serie A mi sembra estremamente aperto. Ci troviamo forse di fronte al campionato più equilibrato degli ultimi anni. In molte si sono rinforzate, e le grandi che hanno steccato l’anno scorso potrebbero tornare a recitare un ruolo da protagonista. La Juventus è stata per quattro anni padrona del campionato, ma ha cambiato troppo per vederla ancora senza rivali. Bisognerà valutare quale squadra, dopo la decima giornata, avrà espresso la maggiore continuità.

Scudetto 1915: sabato parata d’auto storiche a sostegno della petizione

Il grande risultato è stato finalmente ottenuto: la petizione su change.org per rendere giustizia alla Lazio del 1915, e portare la Federazione Italiana Gioco Calcio a riconsiderare l’assegnazione del titolo di 100 anni fa, sancendo l’ex aequo tra il Genoa e i biancocelesti, ha tagliato il traguardo delle 25.000 firme.
Una vera e propria mobilitazione del popolo laziale che ha abbracciato con entusiasmo l’iniziativa lanciata dall’avvocato Gian Luca Mignogna, e che è ora vicina al traguardo delle trentamila firme che potrebbe regalare lo slancio definitivo al progetto.
Come confermato infatti dallo stesso avvocato Mignogna, infatti: “Ormai ci siamo, a quota 30000 saranno avviati i contatti con la società. A tal fine proseguono i preparativi per organizzare la sfilata di auto storiche, che per l’appunto verrà denominata ‘Auto storiche, per uno Scudetto storico!’“. In questi giorni sono state presentate le domande con richiesta di patrocinio protocollate ai Comuni di Castel Gandolfo e Frascati per consentire rispettivamente il raduno e l’arrivo della parata. Siamo in attesa delle decisioni delle autorità comunali, non appena ci saranno comunicheremo la data ufficiale ed i dettagli dell’iniziativa“.
E i riscontri sono arrivati proprio nella giornata di venerdì, con la parata che andrà in scena sabato 26 settembre a partire dalle ore 15 e attraverserà Castel Gandolfo, Albano, Ariccia, Nemi, Rocca di Papa, Grottaferrata per poi arrivare in quel di Frascati. Il tour è stato organizzato in collaborazione con l’Automotoclub Storico Castelli Romani di Grottaferrata e con l’Auto Club Tuscolo, mentre l’arrivo a Frascati sarà possibile anche grazie all’aiuto del Lazio Club Frascati.
Lo scudetto del 1915 sarebbe un risarcimento per una squadra, come quella laziale di 100 anni fa, che ha versato un tributo di sangue pesantissimo alla Grande Guerra. Dopo il conflitto mondiale e alla ripresa dell’attività calcistica, la Federazione assegnò solo al Genoa lo scudetto del 1915, dimenticando la Lazio: i liguri, campioni del Nord Italia, vennero considerati detentori del titolo senza disputare la finalissima con la formazione regina del Centro-Sud. Un’anomalia che l’iniziativa dell’avvocato Mignogna e della Consulta Biancazzurra stanno tentando di cancellare.

Per i tifosi biancocelesti che non lo avessero ancora fatto, si può firmare QUI la petizione su change.org.

Fabio Belli

Dal Bielsismo al Piolismo: analisi e analogie dell’ascesa e declino di due modelli tattici

Una lavagna piena di segni che sembrano quasi scarabocchi, ma sono tutt’altro. Sembra difficile localizzare la crisi attuale della Lazio in una mattinata trascorsa a Coverciano di fronte ad un maestro di calcio, ma se il football europeo nella scorsa stagione aveva proposto qualcosa di interessante, questo poteva essere localizzato tra Marsiglia e Roma. “Bielsismo” e “Piolismo“, due facce di una medaglia apparentemente diversa, ma che trova mille analogie in parole chiave come applicazione, pressing, proattività, intercambiabilità dei ruoli. E se all’inizio della primavera sia in Francia che in Italia le sponde biancocelesti del calcio che conta sognavano trofei e Champions League, un motivo c’era. Neanche sei mesi dopo, i sogni sembrano infranti. Scopriamo perché.

BIELSISMO – Il Terrence Malick degli allenatori non rilascia interviste da vent’anni, concedendosi ai giornalisti solo nelle conferenze e negli appuntamenti come quello di Coverciano, in cui, come un maestro ai suoi diligenti scolari (una marea di illustri colleghi allenatori) ha riportato all’attenzione generale i principi cardine del suo calcio. La sottile linea rossa di Bielsa passa attraverso la visione di circa 50.000 partite di calcio in carriera. E su un primo comandamento: i moduli possibili nel calcio sono 28. Facile a dirsi, ma poi la lavagna si riempie di segni che si sovrappongono l’uno all’altro. Non è il caos, solo la Beautiful Mind del John Nash del calcio, che vede chiaramente cose che gli altri non vedono. E se per tre quarti di campionato il Marsiglia ha contrastato come se niente fosse lo strapotere del Paris Saint Germain degli sceicchi, non è stato un caso. La tavola della legge, dopo “non avrai altro modulo al di fuori di questi 28”, continua ad elencare le sue regole. Il 4-3-3 è modulo più razionale per coprire il campo (lo diceva anche Zeman, anche se basandosi su principi diversi); nella fase difensiva è fondamentale la capacità di anticipo dei centrali, tutto il resto serve solo a complicare le cose; si attacca l’avversario prevalentemente sulle corsie esterne, a meno che non si possieda un fenomeno a centrocampo nel verticalizzare. Ergo, senza un Pirlo o uno Xavi, servono le ali, e il Marsiglia ne ha avute tante per volare altissimo. Dogmi di calcio d’avanguardia: senza la feroce applicazione, caduti nel nulla, fino alle meste dimissioni alla prima giornata. A uno come Bielsa, basta una sconfitta per capire se la squadre non lo segue più.

PIOLISMO – A seguire quella conferenza a Coverciano, si riesce a capire anche come il “Piolismo” abbia fatto breccia lo scorso anno nel panorama tatticamente piatto del calcio italiano. L’allenatore della Lazio aveva avuto bisogno di un certo rodaggio per riuscire a far quadrare i conti di una squadra che doveva innanzitutto cambiare mentalità. Reja chiedeva a Ledesma di tenere palla, a Mauri e Klose di giocare sornioni tra le linee, ai centrali di restare bassi in marcatura. I principi del “Bielsismo” sopra riportati sono esplosi nella primavera delle otto vittorie consecutive dello scorso anno. Serviva un centrale bravo nell’anticipare le intenzioni, prima ancora che gli scatti degli attaccanti avversari, come De Vrij. Un palleggiatore di centrocampo come Biglia, e due fulmini capaci di concentrare sulle vie esterne il gioco d’attacco, come Candreva e il redivivo Felipe Anderson, trasformatosi da brocco a FA7, alla stregua di Palloni d’Oro e assi mondiali, nel giro di un inverno. Non per niente, alla fine Pioli ha virato dal 4-2-3-1 al 4-3-3 perché pensava di aver finalmente preparato la squadra a coprire il campo nel modo in cui i santoni del calcio moderno più amano. Il declino della Lazio, per tempistica e modalità, ha ripercorso quello del Marsiglia. A un passo dal paradiso, la squadra ha perso quella ferocia e quell’applicazione nel seguire la strada maestra tracciata da chi in panchina voleva guidarla ad una visione nuova, quasi futuristica. E nel dedalo dei 28 moduli Pioli si è perso, cambiando troppo in particolare nelle ultime, disastrose trasferte. La differenza, per ora, sta nell’epilogo. Bielsa, nel suo stile, ha preferito farsi da parte, piuttosto che mettersi in discussione. Pioli ha deciso di rischiare ancora, e nelle tre notti del ritiro prima della partita contro il Genoa, il maestro proverà, forse per l’ultima volta, a radunare i discepoli alla sua tavola. Per tentare l’ultimo, disperato rilancio al tavolo da gioco, feroce e più che mai spietato per la Lazio in questa stagione, della Serie A.

Fabio Belli

Candreva out per le prossime 2 partite, attesa per il recupero degli altri

Antonio Candreva per sua fortuna non ha fatto parte della pessima figura della Lazio al San Paolo di Napoli. Il romano – come riporta l’edizione odierna di Repubblica – infatti è infortunato alla caviglia e sarà out almeno per le prossime due partite di campionato: Genoa all’Olimpico e Verona al Bentegodi. La speranza dello staff medico è quella di rivederlo in campo per la gara di Europa League contro il S.Etienne il 1 ottobre all’Olimpico. Oggi sarà controllato in quel di Formello. Per quanto riguarda gli altri indisponibili importanti (de Vrij, Klose, Biglia e Djordjevic) c’è ancora da aspettare per rivederli in campo. Il serbo è l’unico recuperato ma ha bisogno di tempo per trovare la condizione, gli altri tre infortunati eccellenti probabilmente rientreranno dopo la sosta di ottobre.

RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE, TESTA BASSA E PEDALARE

Un fulmine a ciel sereno. Non poteva andare peggio stasera al San Paolo. Non dobbiamo difendere nessuno però, non spariamo sulla “Croce Rossa”. Questa Lazio, ora più che mai, ha bisogno del sostegno di tutti i suoi tifosi a partire dalla gara di mercoledì sera contro il Genoa. Una sconfitta che se non è stata umiliante, poco ci manca. Se Callejon non fosse stato fermato dall’arbitro Damato, ora stavamo commentando un 6-0. Altro che. Nella Notte i tifosi sono andati a Formello, per gridare la loro disapprovazione al mister e alla squadra. Non dimentichiamoci però che giocatori come de Vrij, Biglia, Candreva e Klose, non si possono regalare a nessuno.

I segnali di crescita visti contro Udinese e Dnipro sono svaniti in un batter d’occhio, ma leggendo la classifica, ci si accorge che il Napoli sta ancora sotto alla Lazio di una lunghezza. Basterà una vittoria contro il Genoa per riportare il sereno in casa Lazio. Basterà invece una sconfitta per peggiorare la situazione. Prima di pensare al Grifone, che è reduce da otto vittorie consecutive contro la compagine capitolina, è anche giusto soffermarsi su ciò che non è andato nella sfortunata gara di Napoli. Primo: L’assetto tattico di Pioli non ha convinto nessuno. Giocare con Keita a supporto di Matri (4-3-1-2), con Mauri regista; Parolo, Onazi e Lulic (tre giocatori poco tecnici per far ripartire il gioco) ma buoni per coprire la difesa composta dalla coppia centrale Mauricio-Hoedt, contro la squadra che può vantare, l’attaccante più forte del campionato dopo l’addio di Carlitos Tevez, è stato un sucidio tattico. Non solo, il Napoli alla quarta di campionato, era ancora a secco di vittorie, quindi normale aspettarselo più che mai aggressivo. Più consono sarebbe stato adottare il solito modulo 4-2-3-1. Modulo collaudato, che avrebbe rimpolpato la zona mediana, costantemente in balia dei giocatori campani. Vedere Eddy Onazi playmaker, solo in balia degli avversari, con due uomini sprecati lì davanti (Mauri e Keita), ha fatto sì che la formazione di Sarri potesse gestire il gioco con Hamsik, Allan e Jorginho che, per vie centrali pressavano i portatori di palla biancocelesti, per poi scaricare largo sulle fasce per dar via alle percussioni di Insigne e Callejon. Pioli voleva sorprendere tutti e ci è riuscito. Capita a tutti di sbagliare, anche ad uno bravo come lui che, seppur in assenza dei giocatori più talentuosi di questa rosa (oggi mancavano ben tre titolari e mezzo), continua a credere nei “concetti” di gioco più che alla disposizione tattica. Audace. Per non dire imprudente.

Editoriale chiuso alle 3.13

Sarri gongola: “I ragazzi ci tenevano a ingoiare questo rospo”

Se da una parte c’è un Pioli provato in conferenza, dall’altro c’è un Sarri sorridente. Il tecnico napoletano ha spazzato via tutte le polemiche che si erano alzate su di lui e sulla squadra dopo un avvio di campionato balbettante. I 10 gol fatti tra Brugge e Lazio hanno puntato la luce dei riflettori su Sarri. Ecco le sue parole in conferenza stampa: “Mi è piaciuta molto la fase difensiva dei nostri centrocampisti, soprattutto sulle palle vaganti e sui rilanci. Abbiamo recuperato tanti palloni come in occasione del gol di Higuain. Negli ultimi 10′ non abbiamo difeso bene ma siamo stati molto bravi nel primo tempo. Nel finale abbiamo giocato troppo vicini nella nostra area di rigore e questo è uno sbaglio.Nelle ultime due gare è cresciuta la condizione fisica e anche quella mentale. Però, due partite non danno certezze. E’ da anni che la squadra fatica difensivamente e due partite senza gol non risolvono tutti i problemi difensivi. Ho la sensazione che questi attaccanti segnerebbero con qualsiasi allenatore, quindi il mio compito è migliorare la fase difensiva. Rivincita? I ragazzi ci tenevano a ingoiare questo rospo”.

 

 

 

 

Contestazione a Formello nella notte

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Il popolo laziale non si dà pace per questo avvio di stagione sotto le aspettative e culminato con il 5-0 di Napoli. Due mesi in cui sono svaniti Super Coppa Italiana e Champions League, a cui vanno aggiunte le due pesanti sconfitte per 4-0 e 5-0 contro Chievo e Napoli. Un novero di tifosi andrà a Formello all’1.30 questa notte per un faccia a faccia con la squadra. Infatti per quell’ora è previsto l’arrivo della compagine biancoceleste a Formello dove resterà in ritiro fino a mercoledì. Sarà una contestazione volta allo stesso tempo anche a caricare la squadra e per farla reagire dopo una debacle inaspettata. Clima teso in casa biancoceleste, con la speranza che questo “incubo” possa passare presto e far largo a nuove vittorie. A partire già da mercoledì…

Allan: “Higuain un grande giocatore”. Hysaj: “Siamo migliorati”

Al termine dell’incontro è intervenuto ai microfoni di Mediaset Premium il centrocampista Allan. Queste le sue parole: “Sono contento per i miei due gol in questo inizio di campionato, mi auguro di farne altri. Oggi abbiamo fatto bene in campo, siamo riusciti a fare quello che ci chiede l’allenatore. Ora concentriamoci sul prossimo incontro. E’ troppo presto per parlare di scudetto, meglio affrontare e pensare ad una partita alla volta, ora ci aspetta il Carpi, continuiamo così ed alla fine tireremo le somme. Complimenti ad Higuain, ha disputato un grande incontro, è un vero top player e ci sta aiutando molto. Con il 4-3-3 mi trovo meglio, il mio obiettivo è fare bene per aiutare la squadra ed i compagni”.

Gli ha fatto eco Elseid Hysaj sempre su Mediaset Premium: “Siamo migliorati e scendiamo in campo con la giusta mentalità. Sappiamo che siamo una big e la piazza vuole subito i risultati ma serve pazienza. Stiamo cominciando a far vedere cosa sappiamo fare. Spero che i tifosi siano felici. Sono onorato di indossare questa maglia e spero di fare sempre meglio”.

 

CONFERENZA – Pioli: “Squadra in ritiro per ritrovare noi stessi. L’Europa non è un alibi”

E’ un Pioli molto amareggiato quello che si presenta in conferenza stampa: “Non siamo stati all’altezza, abbiamo commesso troppi errori, non abbiamo ancora lo spirito necessario per giocare queste partite. Peccato perché venivamo da due buone prestazioni. Abbiamo avuto le nostre occasioni, ma poi dopo il gol ci siamo sciolti. Non siamo mai arrivati prima sul pallone e abbiamo prestato il fianco all’avversario. Sapevo che il Napoli poteva giocare con diversi moduli. Ho visto i miei giocatori stanchi dopo la trasferta in Ucraina, ho cambiato modulo per avere più ritmo, ma il Napoli è stato più compatto di noi e noi li abbiamo concesso troppi spazi. Staremo in ritiro perché dobbiamo guardarci negli occhi. Non siamo soddisfatti del nostro lavoro e delle nostre prestazioni. Dobbiamo chiederci perché non riusciamo ad esprimerci. Sappiamo le assenze ma la squadra è comunque competitiva e quindi le prestazione devono essere di livello. Stasera la squadra ha corso male in campo e questo non deve accadere. Siamo stati lunghissimi, abbiamo sbagliato le uscite difensive lasciando troppi spazi. Mercoledì dobbiamo dimostrare che siamo una squadra diversa, che possiamo arrivare in alto. Ci mancano le prestazioni in trasferta: abbiamo giocato bene solo contro il Dnipro. Continuo a credere di avere un gruppo competitivo, responsabile, che saprà reagire perché non possiamo assolutamente mettere in campo prestazioni del genere”.

La squadra è apparsa sulle gambe dopo la trasferta in Ucraina, ma Pioli non vuole scuse: “Giocare giovedì sera è faticoso ma noi ci siamo attrezzati nonostante le tante assenze. Non deve essere un alibi perché l’anno scorso volevamo giocare in Europa a tutti i costi. E’ paradossale dirlo visto il risultato, ma stasera l’approccio era stato giusto, abbiamo avuto la palla gol con Keita e poi non siamo stati più squadra. Dobbiamo ripartire velocemente. Il Napoli è una squadra molto forte, costruita per migliorare il campionato dello scorso anno. Ha una fase offensiva molto forte e l’anno scorso ha fatto bene sia in campionato che in Europa, quest’anno può ripetersi”. Pioli dribbla le polemiche sul fatto di aver mandato in campo giocatori non in forma: “La condizione generale dei giocatori è cresciuta: Mauri ha fatto bene domenica scorsa, è un giocatore utile per la posizione in campo e per la sua personalità; Matri ha bisogno di minuti. Ho fatto delle scelte ponderate ma evidentemente ho sbagliato. Errori? Se analizziamo solo la partita di oggi, ci sono tanti problemi tattici, fisici e di prestazione dei singoli. Noi non siamo questi, dobbiamo reagire e dimostrare che abbiamo altri valori. Tutte le volte che aspettiamo l’avversario, che non verticalizziamo, che muoviamo palla lentamente andiamo in difficoltà. Con la partita di oggi siamo tornati indietro alla partita col Chievo. Lì c’era un aspetto mentale difficile per il preliminare di Champions, ma stasera non è giustificato questo atteggiamento. Dovevamo sapere come interpretare la gara invece abbiamo commesso tanti errori”.

Fabrizio Piepoli

UFFICIALE, Lazio in ritiro!

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E’ notizia di poco fa la decisione della società di mandare la squadra in ritiro. La sconfitta pesantissima con un passivo duro da dimenticare, ha indotto Pioli e la società a optare per questa drastica scelta. Il ritiro servirà alla squadra di far mente locale, ragionare sugli errori commessi e per trovare la forza di reagire. Non dimenticando la preparazione per l’imminente sfida contro il Genoa, autentico tabù per i biancocelesti negli ultimi anni. Momento duro, delicato per la Lazio che dovrà invertire una tendenza troppo brutta per essere vera.