E’ stato una delle colonne difensive della Lazio di Delio Rossi, da due mesi è Direttore sportivo della Ternana, a soli due giorni dal Derby della capitale Lazio-Roma, sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione di riferimento per tutti i laziali, “I Laziali Sono Qua“, è intervenuto Sebastiano Siviglia, per parlare della delicata sfida che attende i biancocelesti.
Questo è un periodo delicato per la Lazio e per la città di Roma, sarà una partita anomala, con pochissimi tifosi: “Il Derby si merita sicuramente di meglio, è una partita che coinvolge i sentimenti di una città intera. E’ un dispiacere, sarà un Derby giocato, ma non vissuto come in passato. La stracittadina è una gara speciale, particolare, ma purtroppo questa situazione porterà ad una partita triste. Mi auguro comunque che i giocatori biancocelesti non risentano di questa situazione e diano il massimo per portare a casa una vittoria importantissima“.
La Lazio in questa stagione ha avuto grandi problemi di infortuni e assenze, soprattutto in difesa, ma forse in queste partite la tecnica lascia spazio alle motivazioni: “Ho vissuto Derby in cui eravamo in grande emergenza, ricordo un 3-1 con Talamonti-Giannichedda come coppia difensiva e i fratelli Filippini come terzini…Questo ci fa capire che è una partita particolare e nelle difficoltà si alza il livello di attenzione da parte di tutti. Si tira fuori qualcosa in più che magari può compensare le lacune. Se la squadra macina può mettere una pezza alle tante assenze. La Lazio ha dovuto ovviare alla mancanza di De Vrij, difensore di spessore; lo stesso Gentiletti dopo l’infortunio al ginocchio non ha confermato quanto fatto vedere lo scorso anno; Hoedt mi pare un buon difensore, ma ancora giovane; Bisevac è un uomo di esperienza e qualità e anche Mauricio nonostante tutto non è un pessimo difensore“.
Queste partite si vincono anche con il carattere e la personalità, alcuni giocatori dovrebbero trainare la squadra: “Credo Klose sia uno di quei giocatori che ha dalla sua una storia e una qualità importante, dipende da come arriverà al match. Il tedesco è uno di quegli attaccanti che in queste partite timbra sempre presente. Lo stesso Parolo è un giocatore di grande personalità. Ma in definitiva credo che serve una comunità d’intenti, è il gruppo che vince partite di questo tipo“.
E’ difficile spiegare la differenza di rendimento di alcuni giocatori tra squadra di club e Nazionale: “La condizione fisica e psicologica dell’atleta dovrebbe essere la stessa in tutte le occasioni. Sicuramente sono due contesti diversi, in Nazionale si respira aria nuova che potrebbe essere stimolante. Non saprei spiegare comunque questa differenza di prestazioni, forse è una questione di stimoli. Chi mi ha deluso quest’anno? Mi viene da pensare a Keita e Felipe Anderson, da loro mi sarei aspettato delle conferme dopo la stagione precedente, ma così non è stato. Non mi spiego questa situazione, ma spero possano fare un buon finale di stagione“.
Sui punti deboli della Roma: “Potrebbe essere indicativa la loro partita contro l’Inter. I nerazzurri sono stati bravi ad attaccare sugli esterni. Nella squadra di Spalletti gli esterni bassi tendono ad alzarsi molto ed è in quel punto che bisogna attaccarli nelle ripartenze. I giallorossi sono ua squadra offensiva, bisognerà lavorare molto bene nelle ripartenze, attaccandoli nella zona tra il terzino ed il centrale difensivo“.
L’attuale gestione della Lazio non sembra voler costruire un futuro importante: “Facendo un’analisi ad ampio raggio, sotto l’aspetto dei risultati in quest’ultimo periodo c’è stata una flessione. Sotto l’aspetto gestionale direi che rispetto a 12 anni fa c’è stato un salto in avanti, la società è molto più solida. E’ normale che pensando al 2000 è tutta un’altra storia…Bisogna riconoscere una crescita, soprattutto nello spessore della squadra, ma allo stesso tempo è comprensibile che ci si aspetti un salto di qualità, che però non può essere immediato. La crescita non è stata continua, ci sono state delle flessioni, ma credo siano fisiologiche“.
Sul campionato: “Dire che mi ha impressionato Sarri penso sia quasi banale, Ha cambiato il volto di alcuni giocatori, come Higuain, quest’anno straordinario; lo stesso Koulibaly è passato da buon difensore a vera e propria colonna. La Fiorentina mi ha colpito molto, con Paulo Sousa e il suo 4-2-3-1 innovativo. Una buona squadra in cui Kalinic si è dimostrato un ottimo calciatore. Infine il Sassuolo, che con Di Francesco continua a fare un grande lavoro. Una squadra formata non da campioni, ma che riesce sempre ad esprimere un ottimo calcio. Credo Di Francesco meriti palcoscenici importanti“.
Giulio Piras

Il primo aprile del 1965 nelle edicole, fondata da Giovanni Gandini e pubblicata da Milano Libri, arriva la più importante rivista dei fumetti italiani: Linus. L’albo “linus n. 1″ viene per la prima volta distribuito nelle edicole al costo di 300 lire. Fa il suo esordio con una bella copertina verde che ci propone Linus – uno dei principali protagonisti dei Peanuts di Schulz – con la sua inseparabile coperta ed il pollice in bocca. Sopra il nome della rivista una piccola indicazione del suo campo d’interesse, che sarà poi nel corso degli anni sempre più amplio e vario. Sotto il nome della rivista un breve sunto dei fumetti ospitati (“Le storie di Charlie Brown e Li’l Abner e un episodio completo di Braccio di Ferro“). All’apertura dell’albo un trafiletto che descrive l’obiettivo della rivista, quello di pubblicare fumetti di buona qualità senza pregiudizi intellettualistici, ossia sia fumetti classici che nuovi e ancora ignoti ai lettori, proposti assieme ad articoli ed approfondimenti. Subito dopo una interessante intervista di Umberto Eco ad Elio Vittorini e Oreste Del Buono in cui i tre intellettuali discutono di fumetti e di Charlie Brown.
Quindi i fumetti, per prime le strisce dei Peanuts, precedute dalla presentazione dei principali personaggi nati dalla fantasia di Schulz. E’ proposta innanzitutto una pagina di strisce del 1950, per far conoscere al pubblico com’erano i Peanuts degli esordi, dopodichè una selezione di strisce più recenti. La striscia successiva è il Braccio di Ferro di Segar, con l’episodio Braccio di Ferro e le arpìe del 1939. Il terzo fumetto, grottesco e surreale, è Li’l Abner di Al Capp, umorismo intelligente e satira pungente. E’ la volta poi di alcuni articoli dedicati ai fumetti. Infine è la volta delle strisce poetiche del Krazy Kat di Herriman. Al termine del fumetto una pubblicità mostra ai lettori il secondo numero di Linus.
L’1 aprile 1976 in un garage tre giovani ragazzi, Steve Paul Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne (socio di minoranza), fondarono la Apple Computer Company. Una grande azienda statunitense produttrice di computer, dispositivi multimediali e sistemi operativi, con sede a Cupertino, nello Stato della California, e attualmente una delle aziende di computer più conosciute al mondo. Grazie all’ingegno dei tre la Apple Computer ha cambiato la storia dell’informatica e certamente anche il modo in cui siamo abituati a rapportarci con la tecnologia.
Promuovere il nuovo prodotto per i tre soci non è facile, in quanto il Bit Shop, catena informatica marchiata USA, al momento dell’ordine dei suoi primi 50 computer, per metterli in vendita chiede che siano completi degli altri accessori che servono, mentre l’intento dei tre ideatori era quello di produrre solo le schede. Problema non di poco conto che crea tensioni all’interno dell’azienda, portando addirittura il socio di minoranza a cedere le sue quote. I due soci rimasti riescono a far fronte alle richieste del mercato ma si rendono conto che hanno bisogno di essere affiancati a qualcuno in grado di saper gestire la parte amministrativa. Ruolo che in seguito viene affidato a Clifford “Mike” Makkuula Jr, imprenditore che decide di investire nell’idea di Jobs e Wozniak, e proprio con il suo aiuto sostituiscono ufficialmente la Apple Computer Corporate il 3 gennaio 1977 con la Apple Computer Inc.. Dopo quasi sei mesi dall’avvio della nuova società, lanciano un nuovo progetto, Apple II, che rappresenta una sorta di evoluzione del vecchio Apple I ed è considerato sicuramente il primo pc di successo. Il computer, dotato di una scocca in plastica, oltre alla famosa scheda, e di una grafica a colori, presenta anche la Ram potenziata fino a 12 KB. Prodotto che viene realizzato fino al 1980 e che vende oltre un milione di pezzi al costo di 1.195 dollari escluso il monitor.
E’ in questo periodo nasce il famoso logo con la mela morsicata, caratterizzato dal fatto di essere colorato con i toni dell’arcobaleno invertiti. Nel 1980 debutta Apple III, il primo pc interamente prodotto da Apple, ma non raccoglie il successo sperato per via del suo prezzo spropositato che varia tra i 4.000 e i 7.800 dollari: una cifra davvero enorme per l’epoca. I fondatori nonostante il cattivo risultato ottenuto decidono di quotare in borsa l’azienda, vera tappa che determina la crescita della società. Nel 1984 esordisce il primo Macintosh (modello 128 K), lanciato sul mercato il 24 gennaio con una operazione commerciale geniale, sfruttando l’audience del diciottesimo SuperBowl. Da questo però iniziano i problemi per Apple perché le vendite non stabilizzano il fatturato, i due fondatori arrivano ai ferri corti e nel 1985 Jobs viene completamente estromesso dalla società. L’azienda inoltre commette un altro grave errore, che pagherà in seguito caro, concedendo l’utilizzo di alcuni elementi grafici del Macintosh a Microsoft, in cambio di una versione di Word ed Excel compatibile con i computer di loro produzione.
Nel frattempo Steve Jobs non si arrende e fonda una nuova società, la NeXT Inc.. Apple entra totalmente in crisi e a metà degli anni novanta la situazione sembra davvero disperata ma, grazie all’acquisto della NeXT Computer, Inc. Jobs riesce a rientrare in società. In pochi anni grazie a lui l’azienda torna ai vertici e raggiunge un successo senza precedenti. Il 16 settembre 1997 gli viene affidato ufficialmente l’incarico di lanciare la società nell’olimpo della tecnologia e da quel momento ne assume il pieno controllo. Apple inizia così a crescere: nel 2000 presenta il sistema operativo Mac Os X, nel 2001 apre gli Apple Store e lancia il lettore musicale iPod e nel 2007 arriva anche l’iPhone e, qualche anno dopo l’iPad.
