Ci sono volute 29 giornate, ma finalmente eccola. La prima rete di Klose in questa Serie A. Si sa, le gioie non arrivano mai da sole: doppietta rifilata all’Atalanta (l’ottava della sua esperienza laziale) e proprio contro la squadra dell’ex allenatore biancoceleste Edy Reja. Non poteva durare per sempre quest’incubo e finalmente c’è stato il dolce risveglio: Miro Klose si è sbloccato. Una canzone dei Gemelli Diversi diceva: “Ci sei solo tu, con quella porta davanti e un tiro da segnare che aspetta per svelarti se… Tutti quei sogni per cui tu corri… Li meriti davvero o son solo illusioni folli…Solo tu, e quella porta più in là… Sotto i fischi di tutti quando quel tiro non va…Particolari sciocchi, se vali si vede dagli occhi… Niente paura tu corri…Tu corri…“, ecco, vedendo la partita incolore di domenica sera, nella testa di tanti tifosi risuonavano queste parole e questa melodia. Perché? Perché ogni volta che quel giovanotto tedesco di quasi 38 anni toccava palla tanti elementi emergevano in modo lampante ed inequivocabile: Miro Klose – campione del mondo e leggenda nella storia dei mondiali con la Germania – ieri, da buon capitano, ha preso per mano una squadra imbottita di riserve e ha trasformato una partita priva di stimoli (e che era considerata quasi come un amichevole) in una vittoria che ti rida un briciolo di speranza, felicità e di autostima collettiva.
No, Lui non riesce a vedere una partita come un allenamento, per quanto priva di stimoli questa possa essere. L’assenza del gol stava diventando un silenzio assordante che lui non meritava, non può un campione come lui chiudere la stagione con neanche un gol fatto in campionato (e uno solo in Europa League). Ma lui non ha mollato ed ecco che 287 giorni dopo l’ultima rete fatta (31 maggio 2015 Stadio San Paolo di Napoli), può finalmente tornare a sorridere. Miro se li meritava tutti questi due gol, perché dal fischio d’inizio ha rincorso avversari come un 18enne che aveva voglia di mangiarsi il campo. E invece di anni ne ha 37, nessuna sorpresa lui è fatto così, per questo i tifosi lo hanno sempre amato fin dal suo arrivo a Formello: dedizione, sacrificio, umiltà e fair play, non avrebbe ottenuto il Premio etica nello sport altrimenti…
S’era già sbloccato in Europa League contro il Galatasaray, e ora finalmente anche il campionato non è più un tabù: In Serie A si tratta della rete numero 49 (58 in totale con la maglia della Lazio), superando così Morrone e Pandev e si è portato in solitaria all’ottavo posto della classifica dei marcatori
biancocelesti in campionato. Il prossimo obiettivo è il grande Renzo Garlaschelli (51 gol). Nella classifica generale dei bomber, invece, il panzer ha staccato Casiraghi ed è nono a -6 dal duo Garlaschelli-Pandev. Avrà tempo fino al termine della stagione per migliorarsi e confermare il trend degli ultimi anni, che lo hanno visto accelerare sempre al fotofinish. Klose proverà ad avvicinarli e fino all’ultimo giorno che indosserà questa gloriosa maglia metterà la stessa immensa e sublime voglia e determinazione di sempre, come lui stesso ha dichiarato ieri sera nel post partita: Mi mancava questo gol per me e per la squadra, io penso che ogni squadra deve avere un bomber da 15 gol, ma se la squadra riesce ad aiutare noi 3 attaccanti per noi è più facile. Il mio impegno che metto è perché ho sempre appreso da qualche grande giocatore che avevo accanto. Per me i miei compagni sono fondamentali, la mia seconda famiglia è lo spogliatoio, sono molto contento di questo gruppo“.
Sta a Pioli ora dargli lo spazio che merita, serve la sua personalità e la sua grande voglia di lottare per trionfare nella delicatissima sfida di giovedì contro lo Sparta Praga. Basterebbe questo biglietto da visita per spaventare i difensori dello cechi.
Tutti dobbiamo alzarci in piedi e battere le mani ad un grande campione, che logicamente non ha più la continuità di un tempo, un campione che ieri sera, dopo aver fatto il suo primo gol in campionato quest’anno, invece di esultare come un pazzo… si è preoccupato delle condizioni del compagno a terra dolorante. E’ lo stesso calciatore che durante gli allenamenti è sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Quello che magari va a raccogliere i fratini e i palloni, aiutando così i magazzinieri oppure appunto spiegando ai ragazzi più giovani come bisogna comportarsi. Possiamo dire tout court che …l’UMILTA’…è la sua dote più bella.
Abbiamo molto da imparare da lui sul piano della mentalità…peccato non poter ammirare ancora per molto questa immortale opera d’arte.
Marco Lanari
A 37 anni ha la stessa fame di un ragazzino. Qualunque tifoso della S.S. Lazio non può non essere fiero di Miroslav Klose, un vero appassionato di calcio non può non amare questo calciatore.
Pubblicato da Serie A TIM su Domenica 13 marzo 2016

Scoperta sensazionale degli scienziati dell’università di Stanford. I ricercatori dell’università privata Americana, situata in California, hanno individuato un nuovo metodo per fare la plastica senza l’uso del petrolio ma, utilizzando al posto di quest’ultimo, anidride carbonica (CO2) e vegetali non commestibili come rifiuti agricoli. Con questa nuova eco-plastica si potrebbero produrre bottiglie e altri oggetti, in modo da ridurre notevolmente l’impronta di carbonio dell’industria delle materie plastiche.
Ma nonostante le molte caratteristiche positive del PEF l’industria delle materie plastiche non ha ancora trovato un modo per la produzione su larga scala e a basso costo
Ora nella nuova tecnologia per fare il Fdca, i ricercatori, al posto dello zucchero di mais hanno trovato il modo di sfruttare un composto proveniente dagli scarti agricoli, il furfurolo –
Si comincerà a votare domani e il via libera dell’aula è previsto per la settimana prossima. Si è stabilita inoltre la proroga al 31 dicembre 2017 del divieto di acquisizione di altre autovetture e di comminare sanzioni amministrative fino a 10mila euro per chi non rispetta i limiti d’acquisto e non fornisce i dati che vengono richiesti dal ministero della Pubblica amministrazione. Il M5s chiede di fare di più: “Occorre eliminare l’anacronistico e dispendioso status symbol, è inaccettabile che lo Stato sperperi 400 milioni di euro”.
Si è giocato ieri a Benevento il derby tra la squadra locale e la Casertana. Una gara molto attesa per via della posizione di alta classifica di entrambe le squadre. Il derby metteva di fronte la seconda e la terza forza del Girone C del campionato di Lega Pro ma, alla faccia dell’accesa rivalità esistente tra le due tifoserie, si è subito dimostrato un incontro senza storia. I tifosi ospiti presenti alla trasferta sono usciti dallo stadio completamente sbalorditi per l’esito del presunto big-match che invece si è rivelato una partita degna del più classico scapoli contro ammogliati in cui l’antisportivo “biscotto” ai danni del Lecce e delle altre contendenti al salto di categoria è stato confezionato a discapito di ogni sacrosanta regola di fair play.
Al termine dell’incontro la compagine di casa si è imposta nettamente con il risultato di 6-0 e, di contro, a Caserta a causa della inaspettata debacle è esplosa la rabbia e la contestazione dei tifosi. A quanto riportato da Il Mattino a farne le spese è stata la macchina, una Bmw, del calciatore rossoblu Gianluca De Angelis. L’automobile del giocatore, tra l’altro uno dei migliori elementi della Casertana per rendimento, era parcheggiata all’interno dello stadio Pinto. Dopo l’incendio sono subito accorsi sul posto i vigili del fuoco e le forze dell’ordine che hanno riportato la calma sedando le fiamme e indagando sull’accaduto. Il presidio delle forze dell’ordine è rimasto poi sul posto fino a poco dopo le nove ma non si sono verificati altri incidenti.
Lutto tra i tifosi biancocelesti. Si è spento in un ospedale milanese l’attore Riccardo Garrone. Nato a Roma l’1 novembre 1926 è deceduto all’età di 89 anni nella cittadina lombarda. Durante la sua carriera cinematografica e teatrale ha lavorato al fianco dei più grandi personaggi del mondo del cinema: da Mario Mattoli a Damiani, Fellini, Monicelli, Risi, Scola, Zampa. Popolarissimo anche in tv dove, a parte una famosa pubblicità di una nota marca di caffè, ha preso parte a molti spettacoli televisivi che ne hanno saputo esaltare la bravura, la simpatia e la preparazione. Per via della sua bella presenza e la recitazione misurata in genere ha interpretato ruoli di giovane elegante, simpatico e a volte un po’ disonesto. Nonostante sia stato un bravissimo protagonista di ruoli drammatici la sua ironia gli ha permesso di interpretare una notevole quantità di personaggi comici. Il simpaticissimo attore romano, amante del calcio, si è sempre dichiarato grande tifoso biancoceleste.

La voce del popolo laziale si è sempre fatta sentire, fiera e orgogliosa, ancor più forte in momenti che – usando un eufemismo – potremmo definire poco felici. Una voce che non è stata mai zittita, neanche dinanzi alle numerose angherie subite nel corso degli anni. Il nostro popolo ha fatto tesoro di tutte le difficoltà, uscendone sempre più forte. Giusto per ricordare i laziali hanno superato diversi momenti difficili: il calcio-scommesse, pesanti penalizzazioni, retrocessioni in B, una serie C sfiorata, società sull’orlo del fallimento e potremmo dilungarci oltre. Tali avversità avrebbe demolito qualsiasi tifoseria, ma non il popolo laziale che ne è sempre uscito rinforzato e ancora più unito. Il popolo laziale ha sempre mostrato al mondo intero quella “agguerrita” passione che tramandata di padre in figlio tiene in vita la Lazio. Sì, ha capito bene presidente, ciò che tiene in vita la Lazio è da sempre l’amore dei laziali per questi colori. Non è il bilancio in attivo, non è una coppa italia o l’acquisto di un pullman o di un palazzo. La Lazio vive grazie ai suoi tifosi e i tifosi vivono per la Lazio. Lei questo non lo capisce o non vuole capirlo: lo dicono i suoi atteggiamenti, i suoi 12 anni alla guida di questo club così prestigioso in passato, almeno fino al momento in cui lei non decise di rovinarlo. Lei sta togliendo tutto e non sta dando nulla. Giusto per citare qualcuna delle sue colpe: aver eliminato dalla dirigenza tutte le figure storiche del club, l’indolenza nel calciomercato (specie nelle sessioni invernali), il menefreghismo nei confronti dei tifosi (vedi alla voce trasferta a Varsavia). Ma soprattutto, la cosa più grave: lei ci ha tolto la libertà di sognare.
seggiolini vuoti e quel silenzio tombale è un vero e proprio strazio. Quindi non si meravigli quando 50mila persone esprimono il loro pensiero gridando “LIBERA LA LAZIO”. Ma il laziale, stia sicuro, vincerà anche stavolta perché giocatori, avversità, presidenti, allenatori sono sempre passati. L’unico che è sempre rimasto al proprio posto a combattere per difendere i valori della nostra nobiltà capitolina è stato il laziale. Il tifoso vorrebbe soltanto tornare a sognare e con lei questo non accadrà mai. Non a caso tempo fa in Tevere apparve uno striscione piuttosto esplicativo: “Lotito ladro di sogni!”. Si ricordi, Vox populi, vox Dei...