Dopo il caso scoppiato nella giornata di ieri, relativo ai conti in rosso della società biancoceleste riportati nella pubblicazione della seconda semestrale del 2015, per fare chiarezza è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio il Direttore Amministrativo della Lazio Marco Cavaliere. Per la speciale occasione in veste di intervistatore si è prestato il Responsabile della Comunicazione Stefano De Martino. Prima di passare alla sfilza di domande però il Responsabile ha voluto precisare: “Mi dà fastidio leggere diverse interpretazioni. Ad esempio giornali come il Corriere dello Sport o il Tempo parlando della semestrale riportano di un passivo di 5 milioni, mentre per il Corriere della Sera il passivo è di 15 milioni di euro. Se un giornale così importante parla di semi-fallimento o di una situazione da profondo rosso per chi legge diventa difficile capire realmente come stanno le cose. Spero che arrivi una smentita dalla testata, sono stanco di vedere che si cerchi di far passare la Lazio in un determinato modo”. Dopo la precisazione di De Martino si passa all’intervista vera e propria, spaziando dall’avvento del presidente Lotito sino alla semestrale riportata ieri.
Sulla gestione Lotito – “Claudio Lotito nel 2004 è intervenuto nell’aumento di capitale. Il presidente ha ereditato 550 milioni di debiti e una società in fallimento. Una situazione disastrosa che non permetteva di andare avanti, sia dal punto di vista civilistico che sportivo. Per procedere al salvataggio si sono approntate due fasi: nella prima, attraverso una rateizzazione tributaria, che ha permesso di rimborsare il debito, spalmandolo in un numero maggiore di anni con una rata di circa 6 milioni l’anno. Vorrei far presente che siamo stati gli unici nel corso dell’operazione a tutelare i contribuenti proprio grazie a questa rateizzazione. Parlando della squadra invece, i giocatori a disposizione erano soltanto otto e quindi la rosa, nonostante i tempi limitati, doveva essere completamente rifondata. Ora, grazie al lavoro di ricerca svolto rivolto a giocatori in grado di valorizzarsi, la rosa ha un valore altissimo. Tutti i nostri elementi sono di nostra proprietà e nessuno è in prestito con diritto di riscatto”.
Questi i primi passi poi il secondo intervento per la risanazione: “Dopo la prima fase ve ne è stata una seconda rivolta allo sviluppo del centro sportivo e del Settore Giovanile. Si è lavorato anche rivolti al mercato creando la Lazio Marketing, grazie alla quale abbiamo aperto negozi di nostra proprietà. Ora, attraverso l’acquisto di un immobile del valore di 22 milioni – investimento finanziato attraverso un mutuo – stiamo progettando la realizzazione di un albergo in centro. Inoltre abbiamo dato il via a uno studio televisivo, uno radiofonico e una rivista ufficiale. Tutte cose realizzate rispettando sia le normative nazionali che quelle dell’Uefa – anche secondo i nuovi indici del fair play finanziario – e che hanno portato risultati a livello economico con un utile di circa 64 milioni di euro. A livello sportivo abbiamo conquistato tre trofei, tra cui il trionfo storico della Coppa Italia contro la Roma. Senza considerare i successi conseguiti con il Settore Giovanile“.
Sulla semestrale – “La verità corrisponde a una perdita negativa di circa 5 milioni di euro, l’anno scorso l’indebitamento era di 7 milioni, quindi il dato è migliorato. I 15 milioni si riferiscono a un indebitamento finanziario netto autoliquidante. È un dato che va studiato bene: rappresenta la somma di disponibilità liquide sui conti correnti (circa 9,5 milioni di euro) e un indebitamento di 24 milioni. Sulla cifra totale pesano anche 7 milioni che corrispondono a un residuo del mutuo per l’immobile del centro per cui sono state pagate in anticipo delle rate. La differenza di 17 milioni consiste in delle anticipazioni su ricavi relativi al semestre successivo. Non è nera come la si vuole dipingere, la situazione finanziaria diminuirà con il tempo ed è assolutamente sostenibile. Il cash flow è positivo, è stata prodotta cassa. 6 milioni sono stati chiusi a gennaio e in base agli incassi derivanti dalla Coppa se ne chiuderanno altri. E’ stato fatto troppo allarmismo fuori luogo senza tener conto della storia recente”.
Sul Centro Sportivo – “Prima di tutto vorrei ricordare che da quando Lotito è al comando della società il consiglio di gestione e sorveglianza non percepisce compensi, come dichiarato anche nel bilancio. Per quanto riguarda l’attività delle parti correlate, sono stati intrapresi investimenti che hanno permesso di rifondare il centro sportivo. Le scelte delle società sono risultate competitive sia dal punto di vista economico, sia per l’implementazione straordinaria sia per la manutenzione. Alcuni vecchi contratti stati sostituiti a condizioni migliori sia da un punto di vista finanziario che di efficienza. Formello è un fiore all’occhiello per l’Europa. In confronto al passato i risultati sono indubbiamente migliorati”.
L’Academy – “È una patrimonializzazione della società e un’ottimizzazione della situazione, è molto importante far crescere i ragazzi seguendoli in modo più approfondito e da vicino. E’ un investimento teso allo sviluppo del Settore Giovanile, l’obiettivo è quello di produrre valori, cioè giocatori che possano fornire risultati sotto il profilo sportivo o economico”.
Si è parlato di un debito destinato a raddoppiare: “Non so in base a cosa vengano fatte queste previsioni. Non può esserci un peggioramento se il cash flow è positivo di 6 milioni. Ogni numero va letto insieme agli altri, mi resta difficile pensare che possa raddoppiare. Non bisogna mischiare l’aspetto economico con quello finanziario. Bisogna stare attenti ad arrivare a delle conclusioni, la Lazio è una società quotata in borsa. La rata del Fisco? Nel 2004 sono stati pagati 12 milioni soltanto per accedere alla rateizzazione. Ci siamo fatti carico di un buco creato dalle precedenti gestioni, con le cifre di cui abbiamo parlato le altre società compravano i giocatori. Per tre anni abbiamo pagato due squadre, comprese le ritenute non versate”.

IL PRODUTTORE – Il produttore, il presidente, della pièce teatrale è colui che manovra i fili dal retro, colui che da dietro le quinte comanda e decide, fa e disfa a suo piacimento. La sua organizzazione è precisa e puntuale in termini di parole, ma manchevole e inadeguata a livello di fatti concreti. Mai un passo in avanti, mai un passo indietro, mai un culmine e mai un abisso. Sembra esserci la volontà precisa di rimanere in un limbo di emozioni e risultati che accontenta solo i mediocri e tutti coloro che non hanno ambizioni. Sempre pronto ed in prima fila quando arrivano i complimenti del pubblico pagante e degli addetti ai lavori, nascosto e taciturno quando gli spettatori non gradiscono. Il produttore dovrebbe metterci la faccia, nel bene o nel male, sempre. Ma non tutti i produttori sono uguali e nel caso del grande carrozzone-Lazio, questo produttore non sembra avere quei colpi di genio e di classe necessari a mettere in piedi produzioni tali da ottenere l’approvazione della platea.

GLI ATTORI – Gli attori, gli interpreti, i giocatori. Coloro che mettono in scena le indicazioni del regista, o perlomeno dovrebbero farlo. I personaggi che rendono vive le idee sulla carta della produzione. In questo cast ci sono molti attori che sembrano seguire una linea propria, fregandosene delle indicazioni che provengono dalla regia. Un cast formato da tanti divi difficilmente aggregabili tra loro, alcuni comprimari di basso livello e tanti giovani di belle speranze che sembrano sinceramente non ancora pronti per calcare palcoscenici così grandi come questo. Alcuni attori mancano di umiltà, altri mancano di abnegazione, altri invece mancano decisamente di qualità recitativa.
L’app di messaggistica è riuscita recentemente ad arrivare a un miliardo di utenti attivi al mese anche in virtù del fatto che potesse essere utilizzata su telefoni smart e meno smart: dai costosi iPhone di ultima generazione ai vecchi o economici apparecchi rimasti fermi al tastierino numerico e al micro display. Ora però 
LAZIO – “E’ l’unica squadra che resterà in Europa secondo me. L’unica che rappresenterà l’Italia. A me è capitato con l’Atalanta, eravamo in B e portavamo avanti la bandiera d’Europa. I tifosi della Lazio non devono dimenticarlo. Sparta Praga? E’ un’avversario alla portata se la può giocare – ma fa una precisazione – importante è che non abbia l’atteggiamento che ha in campionato. E’ chiaro che le squadre che in settimana hanno tante partite difficilmente riescono ad accendere la lampadina, la Lazio vive in questa situazione. Grande vittoria in Coppa giovedì, poi lunedì non ha tirato fuori gli attributi. Certo, c’è anche da capire sul contesto su chi fa tante partite e riesce ad affrontarle o meno”.
