Si chiude il primo filotto di partite giocate in Champions League. Ecco un riassunto delle prime 8 squadre che si sono affrontate in questa due giorni di ottavi di finale:
PSG – CHELSEA – Ibrahimovic e CO si impongono sulla squadra inglese per 2-1. Lo svedese porta avanti il PSG su punizione con l’aiuto di una deviazione. John Obi Mikel pareggia proprio allo scadere del primo tempo. Edinson Cavani entra dalla panchina e impiega appena quattro minuti per segnare il gol vittoria.
BENFICA – ZENIT – Vittoria di misura per i portoghesi, che ottengono il margine minimo di vantaggio in vista della gara di ritorno. Jonas segna di testa nel recupero poco dopo l’espulsione di Domenico Criscito. Arbitra Rocchi.
GENT – WOLFSBURG – Il Wolfsburg mette un piede nei quarti imponendosi per 3-2 in casa di un Gent che segna due reti nel finale. Julian Draxler sblocca il risultato con un bel gol al 44′ e capitalizza poi un errore della difesa avversaria raddoppiando con un pallonetto al 54. Max Kruse firma il tris al 60′, ma Sven Kums e il nuovo entrato Kalifa Coulibaly riportano sotto il Gent nel finale. Il ritorno si giochera alla VfL Wolfsburg Arena l’8 marzo.
ROMA – REAL MADRID – La Roma dà il massimo contro il Real Madrid, ma deve cedere di fronte allo strapotere di Cristiano Ronaldo. Grazie a un grande gol di CR7 nella ripresa, bissato da Jesé a pochi minuti dalla fine, i Galacticos vincono 2-0 allo Stadio Olimpico e ipotecano la qualificazione ai quarti di UEFA Champions League.

Raccolto il primo mazzo di fiori nello spazio. L’americano Scott Kelly, l’astro-giardiniere che ha aiutato a crescere i fiori nella serra spaziale Veggie, ha raccolto le zinnie sbocciate a gennaio sulla Stazione Spaziale. ”Ho curato i fiori spaziali sino ad oggi e ora restano solo ricordi”, ha scritto su Twitter l’astronauta con un pizzico di rammarico. La stessa operazione è stata replicata a Terra dalla Nasa in una serra, perfettamente identica a quella spaziale, costruita nel laboratorio del Kennedy Space Center. Chuck Spern e John Carver, entrambi della Nasa, si sono presi cura dei fiori e, anche per loro, come per il collega astronauta è stato un dispiacere reciderli dopo averli curati per molto tempo: “Ma è nell’interesse della scienza, così potremo andare su Marte“, ha rilevato Spern. Adesso i due mazzi di fiori raccolti verranno analizzati e confrontati per comprendere quanto e come l’assenza di peso influenzi lo sviluppo delle piante. Le zinnie, infatti, forniranno informazioni su altre piante da fiore che si potrebbero coltivare e mangiare nello spazio, come i pomodori. I fiori dello spazio, seminati e cresciuti in circa tre mesi, hanno subito fattori di stress, come muffe e funghi, sconosciuti agli altri fiori coltivati nella serra terrestre e che si temeva potessero compromettere l’esito dell’esperimento. Il confronto tra i fiori extra-terrestri e quelli che si sono dischiusi sulla Terra, per esempio, potrà spiegare perché sono state colpite solo le zinnie coltivate in microgravità. Per poter essere analizzati e confrontati i due tipi di fiori raccolti sono stati sottoposti a tre tipi di trattamento: alcuni sono stati essiccati per permetterne la raccolta dei semi, altri sono stati congelati a 80° sotto zero e altri semplicemente pressati. In attesa dei risultati finali dell’esperimento la Stazione Spaziale continuerà nella sua attività di giardinaggio: infatti, è in preparazione una nuova versione di Veggie, con due tipi di ortaggi, lattuga rossa romana come quella già gustata dagli astronauti nell’agosto 2015 e la verza Tokyo Bekana.
La Lazio dal canto suo ha le potenzialità per brillare in Europa, e l’ha dimostrato dominando il Gruppo G, chiuso in prima posizione da imbattuta con ben 14 punti, certo non erano avversari di grido (Saint Etienne, Dnipro e Rosenborg) però, come il calcio ci insegna, in Europa niente si da per scontato. Ora arriva il primo ostacolo di un certo livello, quel Galatasaray che arriva dalla fase a gironi di Champions: nel Gruppo C i turchi hanno chiuso al terzo posto davanti all’Astana e dietro ad Atletico Madrid e Benfica, ora cercano fortuna nella seconda competizione europea. Sarà una partita difficile e delicata, dove entrambe le formazioni, decise a fare bene in questa competizione, scenderanno in campo per ottenere un vantaggio in vista della gara di ritorno. La squadra di Pioli tenterà domani il grande colpo in terra turca, lì dove gli uomini di Petkovic vennero battuti per 2-0 (tra tante polemiche) dal Fenerbahce, in quella che a conti fatti rappresenta l’ultima sconfitta europea. Giovedì sarà l’occasione migliore per una rivincita.
la Lazio siano condannati a non incrociarsi mai, nemmeno per sbaglio…al contrario di quanto ci si
Su una collezione di tavolette risalenti circa al 1.400 avanti Cristo e scritte in caratteri cuneiformi ritrovate nell’antica città di Ugarit, in Siria, sono scolpite le canzoni Hurrite. Una di queste tavolette, quasi completa, contiene l’inno dedicato a Nikkal, antica divinità dei frutteti, la più antica melodia musicale completa al mondo. Anche se i nomi di altri compositori di tavolette semi-distrutte sono noti (Tapšiẖuni, Puẖiya(na), Urẖiya e Ammiya) il nome dell’autore della tavoletta “H.6″ è ignoto, rendendo l’antica melodia la composizione di un anonimo.
Gli inni sacri ritrovati sono circa 36, e furono rinvenuti nel 1950 nel Palazzo Reale di Ugarit, presso il sito Ras Shamra, in Siria. Il resoconto completo dei frammenti ritrovati fu pubblicato da Emmanuel Laroche. Il testo completo dell’inno fu pubblicato nel 1975, e viene suonata nel video di Youtube da Michael Levy, specializzato in antiche composizioni con la lira. In antichità il brano veniva certamente suonato con uno strumento a corde, che poteva essere un’arpa o una lira. Il pezzo, come riportato da Richard Fink in un articolo del 1988 su Archeologia Musicalis, conferma la teoria che “la scala diatonica di 7 note esistesse già oltre 3.400 anni fa. Questo va contro molte teorie dei musicologi che affermano come la scala diatonica fosse impossibile da suonare sino almeno agli antichi greci“. La tavoletta fa parte della collezione permanente del Museo Nazionale di Damasco.