Usando una metafora sanremese, in casa Lazio, se nel mercato dei Big tutto tace, quello delle Nuove proposte è più che mai attivo. Dal fantasista rumeno Draghiceanu al gigante Al Hassan passando per l’esterno Ennali, sono molti i nomi circolati in queste settimane per rinforzare il settore giovanile biancoceleste e, secondo quanto rivela ‘lalaziosiamonoi’, tra essi nelle ultime ore sarebbe spuntato anche quello di Hrvoje Ilic, classe ’99 della Dinamo Zagabria. Si tratta di uno dei maggiori talenti del calcio croato, un regista bravo con i piedi e dall’ottima visione di gioco, che gli consente di giocare anche più avanzato. Ha inoltre una tecnica di prim’ordine e una notevole abilità sui calci piazzati. Visto il suo contratto in scadenza a giugno, diverse società, tra cui appunto la Lazio, hanno già provveduto a chiedere informazioni presso la Marmis Footbal Agency, scuderia che controlla il ragazzo (e che è la stessa del neo portiere biancoceleste Ivan Vargic), e soprattutto presso il padre, al quale, vista la giovanissima età di Ilic, spetterà l’ultima parola su un eventuale trasferimento. La Lazio, che segue il giocatore già da un paio d’anni, sta muovendo dunque i passi per assicurarsene le prestazioni, facilitata dal fatto che, in quanto croato, potrebbe essere tesserato come comunitario. Di lui si dice un gran bene, da quando nel 2013, a soli 13 anni, la Dinamo lo prelevó dall’Osijek, strappandolo alla concorrenza di molti importanti club, tra cui l’Inter. “Era la soluzione giusta per me. – spiegò allora – L’ho scelta per restare in Croazia e poter crescere“. Una scelta vincente, che l’ha portato a diventare una stella non solo nel club ma anche in Nazionale (famosa la sua doppietta con l’U16 a Zagabria contro la Serbia). La Dinamo, che non è riuscita a rinnovargli il contratto, rischia quindi di perdere a zero euro uno dei suoi elementi più promettenti. La palla passa ora dunque ai corteggiatori: chi riuscirà a portare Ilic tra le proprie fila?
Restando in Croazia ma passando dal centrocampo alla difesa, nel radar della Lazio sarebbe finito anche un altro classe ’99, tale Bruno Ivic, talentuoso difensore di proprietà dell’NK Osijek, club della cittadina dove è nato e cresciuto. Già nel giro dell’U21 croata, sulle sue tracce ci sono club del calibro della Juventus, che aveva fatto un sondaggio in autunno. Definito in patria il ‘nuovo Simic’, anche lui ha il contratto in scadenza a giugno e, sempre secondo ‘lalaziosiamonoi’, nelle ultime settimane anche la Lazio ci avrebbe fatto un pensierino. È ancora giovane, ma può crescere ancora tantissimo: nel caso la Lazio riuscisse ad assicurarselo, lo aggregherebbe alla Primavera di Simone Inzaghi.

ue parole sulla sua bellissima avventura romana e non solo: “Ho tantissimi di bei ricordi per tutti i club in cui ho giocato. Ma non dimenticherò mai di essere stato capocannoniere della Serie A con la Lazio durante la stagione 2000-01″. Per quanto riguarda il suo caro amico Veron: “Io dico sempre che Juan Sebastian è stato il miglior giocatore di sempre nel fare ‘l’ultimo passaggio’. Si metteva sempre nelle migliori condizioni per realizzare un assist, riuscendo a tirare fuori il meglio dai suoi compagni di squadra. Infatti, quando ho giocato con lui, ho avuto le mie migliori stagioni come attaccante. I gol di tacco? Erano anche merito suo, come quella volta contro la Juve. Il difensore più forte che ho affrontato? Sono tanti: Samuel, Terry, Maldini, Nesta…Ma il mio motivo d’orgoglio più grande è aver segnato a Franco Baresi”.
Gli spettatori presenti per la 25esima di campionato erano 9 mila e questa ennesima assenza quasi totale deve far riflettere e non poco chi, fino ad ora, ha finto di non sapere cosa stiano passando i tifosi della Lazio. Vero è che per la gara contro i gialloblu era stata comminata una squalifica ai danni dei settori: curva nord, distinti nord (est ed ovest). Ma questo non va ad inficiare su quanto appena detto sul calo spettatori perché, questo abbassamento dei paganti avviene ormai da inizio stagione ed i motivi sono molteplici: calciomercato estivo fallimentare, eliminazione nei preliminari di Champions League, le barriere divisorie in curva, una squadra che non ha mai convinto per voglia e determinazione, collezionando alcune figuracce purtroppo incancellabili dalla mente dei tifosi. L’ultima squalifica, con ricorso respinto, inflitta dal giudice sportivo per i cori discriminatori ha evidenziato ancor di più quanto si stia (come detto anche dal mister Pioli) facendo di tutto per allontanare il tifo dagli spalti dell’Olimpico. I numeri non mentono mai, e paragonando questi dati che accentuano il declino del popolo laziale, alle presenze della stagione scorsa, tutto appare più chiaro.
Senza barriere, con buone scelte di mercato e una squadra che buttava il cuore oltre l’ostacolo i tifosi hanno sempre presenziato lo stadio facendo registrare una media di 33.511 spettatori, mentre in questa stagione la media è ferma a 20.042 tifosi. Anche il dato degli abbonati nelle due stagioni a confronto rende ben visibile la differenza e se nel primo anno di Pioli le tessere sottoscritte erano pari a 17.400, in questo campionato la Lazio (salvo contestazione) avrebbe potuto contare sui “soli” 13800 abbonati. Non sono tantomeno paragonabili gli ultimi due Lazio-Verona giocati tra le mura amiche, visto che nelle ali dell’entusiasmo dello scorso anno e con l’assenza di ogni problema sopraccitato, i tifosi il 22 marzo 2015 si presentarono in 40.134, mentre dopo solo 11 mesi si è dovuto assistere a un desolante spettacolo di uno stadio con 9.000 spettatori. Tutto questo deriva quasi totalmente dal “genocidio” attuato dal presidente Lotito nei confronti del popolo laziale, che da sempre è la forza motrice di questa società. Se questa società, avesse come obbiettivo primario un roseo avvenire, tornerebbe immediatamente sui suoi passi, capendo che tutto o quasi dipende dall’entusiasmo che i tifosi emanano ogni domenica e che il loro sostegno può essere l’ago della bilancia (vedi la scorsa stagione). Ma tutto ciò con questa società siamo stati abituati, negli anni, a sperarlo più che a viverlo, ma nonostante tutti questi anni avversi il laziale non ha mai allentato la presa, essendo sempre vigile su qualsiasi accadimento non andasse per il verso giusto e per storia e tradizione ci sentiamo di poter assicurare che così sarà anche in futuro, nonostante ora il cielo biancoceleste sia oscurato da tante nubi, “dietro ogni nuvola, per quanto sia nera, c’è sempre un raggio di sole”.