mercoledì, Maggio 1, 2024

LAZIO NEWS

Classifica

Ultima Partita

Prossima Partita

LEGGI ANCHE

Novità importanti sul caso Cucchi

“Hai raccontato della perquisizione, hai raccontato di quanto vi eravate divertiti a picchiare quel drogato di merdaNon ti preoccupare che poco alla volta ci arriveranno a te perché lo hai raccontato a me e lo hai raccontato a tanta gente di quello che hai fatto
Questa l’intercettazione del settembre del 2015, – riportata su Repubblica – dell’ex moglie di uno dei carabinieri ora indagati per l’omicidio di Stefano Cucchi.
Parole profetiche visto che, piano piano, la verità sulla vicenda stia prendendo sempre più corpo e la famiglia di Stefano Cucchi può finalmente intravedere una luce di giustizia.
L’inchiesta bis sulla morte del 31enne romano è iniziata e vede coinvolti cinque carabinieri, tutti iscritti nel registro degli indagati.
Tre di loro, Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco, sono accusati di lesioni aggravate; gli altri due, Roberto Mandolini e Vincenzo Nicolardi, di falsa testimonianza.
Ora, per i carabinieri indagati, la situazione si sta facendo sempre più complicata (per usare un eufemismo) e forse la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere ha solamente peggiorato le cose.
Che il ragazzo venne picchiato dai militari della stazione Appia, ormai, è una certezza. Mentre che proprio per questo motivo perse la vita sta venendo a galla. Come riporta anche il pm di RomaGiuseppe Pignatone, nella richiesta di incidente probatorio per chiedere al gip una nuova perizia medico legale sulle lesioni patite da Cucchi:
Nella notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2009 Stefano Cucchi fu sottoposto a un violentissimo pestaggio da parte di carabinieri appartenenti al comando stazione di Roma AppiaFu scientificamente orchestrata una strategia finalizzata a ostacolare l’esatta ricostruzione dei fatti e l’identificazione dei responsabili per allontanare i sospetti dai carabinieri appartenenti al comando stazione Appia“. Si aggiunge poi che: “Fu cancellata inoltre ogni traccia di passaggio di Cucchi dalla compagnia Casilina per gli accertamenti fotosegnaletici e dattiloscopici al punto che fu contraffatto con bianchetto il registro delle persone sottoposte a fotosegnalamento“. Il pm conclude poi con un fatto a dir poco sconcertante: “Stefano Cucchi –secondo gli inquirenti- non non fu arrestato, come dichiarato dai militari, in flagranza per il delitto di resistenza a pubblico ufficiale perpetrato presso i locali della compagnia carabinieri di Roma Casilina, né fu denunciato per tale delitto”.

PUBBLICITA

Insomma c’è tutta una serie di indizi che testimoniano il pestaggio di Stefano Cucchi…si attendono ulteriori sviluppi

 

LIVE NEWS