Home Blog Pagina 2413

Stroppa: “Milan e Lazio sono alla pari. Anderson? E’ un fenomeno ma va aspettato”

Ha vestito sia la maglia rossonera che la maglia biancoceleste negli anni novanta, oltre ad aver allenato il Pescara nel 2012, ultima avversaria della Lazio in campionato. Giovanni Stroppa è stato dunque interpellato dalla trasmissione radiofonica “Laziali on Air”, sugli 88.100 di Elleradio, per parlare della sfida di stasera nell’anticipo del turno infrasettimanale di Serie A tra il Milan di Vincenzo Montella e la Lazio di Simone Inzaghi.
Stasera sarà una partita importantissima per entrambe le squadre: Al momento metto Milan e Lazio sullo stesso piano. Arrivano da due vittorie importanti dopo qualche passo falso, i segnali sono comunque di crescita. Il Milan ha ritrovato Bacca e un certo entusiasmo che vedo anche nella Lazio, che ha vinto una partita meritando contro il Pescara”.
La vittoria sul Pescara è sembrata a due facce. Un inizio difficoltoso e un finale arrembante, soprattutto nell’ultima mezz’ora, per la Lazio. “Secondo me l’episodio del rigore ha condizionato l’andamento della gara. Se Memushaj avesse fatto gol il copione del match poteva cambiare radicalmente. Poi in pochi minuti le qualità dei singoli della Lazio hanno fatto la differenza, basti pensare all’impatto che Keita ha avuto sul match. Inzaghi sta riuscendo a motivarlo e una volta entrato in campo è stato devastante”.
La difesa del Milan va attaccata con tre punte o sarà meglio utilizzare il 3-5-2 sacrificando proprio Keita dal primo minuto? “Beh, queste cose meglio lasciarle ad Inzaghi. Non entro nel merito, ma dico soltanto che rispetto all’anno scorso mi sembra che la Lazio abbia un’identità molto più precisa, capace di restare tale a prescindere dal sistema di gioco utilizzato”.
Felipe Anderson è in grado di risolvere una partita con una sola giocata, ma continua ad alternare alti e bassi: “Io penso senza mezzi termini che Anderson sia un fenomeno. E’ chiaro che ha avuto una flessione, ma la stagione vissuta l’anno del terzo posto è stata incredibile, devastante per qualità e costanza di rendimento. L’anno scorso ha avuto un calo che possiamo considerare anche fisiologico, è un giocatore che ha dei colpi nel suo repertorio veramente importanti, ma è chiaro che questi giocatori nel corso di una partita non sempre possono essere decisivi. Credo che stia vivendo una fase di maturazione, le sue qualità non si discutono e bisogna saperlo aspettare”.
Il Milan si appresta ad aprire un nuovo ciclo con una proprietà che raccoglierà l’incredibile eredità trentennale di Berlusconi. Montella è l’uomo giusto per questa nuova fase? “Gli allenatori precedenti hanno un po’ pagato le difficoltà societarie. Credo che ora al Milan serva un dirigente che faccia da punto di riferimento tra la squadra e la società. Montella ha qualità che vanno esaltate da una buona organizzazione societaria, che può fare la differenza”.
Da ex centrocampista, questo il parere di Stroppa su Danilo Cataldi: “Io glielo auguro perché ha tutto per diventare il futuro capitano della Lazio. Lo ammiro molto da quando giocava nella Primavera, può senz’altro diventare un punto di riferimento per la società”.
In molto hanno accostato Immobile a Beppe Signori. L’attaccante ex Torino può ritagliarsi uno spazio importante nella storia della Lazio? “Credo proprio di sì, è un ragazzo che ha fame, che ha entusiasmo e trasmette passione, oltre ad avere qualità tecniche importanti. Penso che abbia dimostrato di saper giocare in coppia con un partner offensivo, come nel Torino al fianco di Cerci, ma anche in un tridente come faceva nel Pescara di Zeman, con due ali al suo fianco. In più è un valore aggiunto anche quando la squadra deve difendere, un particolare da ricordare sempre quando si parla di un giocatore duttile come Immobile”.

Ballotta: “Lazio più avanti del Milan. Marchetti saprà rifarsi di un inizio non ottimale”

L’ex portiere biancoceleste Marco Ballotta a tuttomercatoweb ha analizzato al gara di stasera tra Lazio e Milan: “Sarà una bella partita: entrambe hanno vinto l’ultima, vogliono dar seguito al momento. Non possono avere troppe alternanze di prestazione, per questo sarà una gara che rivelerà chi potrà ambire a qualcosa. Certo, è presto, ma i segnali arrivano anche così. Vedo avanti la Lazio, comunque, che mi sembra una squadra quadrata. Serve tempo per capire il gioco di Montella ma se continueranno così cresceranno sicuramente”.

E sulla sfida tra numeri uno che vede Donnarumma contro Marchetti, Ballotta spiega: “Sarà giovane contro esperto. Donnarumma deve mantenere le promesse e continuare così, il futuro sarà suo. Marchetti alterna cose normali ad esaltanti e saprà presto rifarsi da un inizio non ottimale. La Lazio? Mi piace, sta migliorando e va dato tempo a Simone Inzaghi per lavorare”.

Petkovic crede nella Lazio: “Il Milan non è favorito. Gara decisiva per le ambizioni”

Intervistato da tuttomercatoweb, l’ex allenatore biancoceleste Vladimir Petkovic ha parlato della gara di stasera Milan Lazio: Questo è un test per prolungare le ambizioni, chi vince può avere qualche certezza in più. Milan favorito? No. La Lazio ha una bella squadra e anche fuori casa è forte. Decideranno gli episodi e sarà una bella partita

Dall’Inghilterra: Morrison verso il ritorno a ‘casa’ a gennaio

Anche in occasione della trasferta di Milano, Simone Inzaghi ha ‘dimenticato’ di inserire il suo nome sulla lista dei convocati. In Ravel Morrison il tecnico piacentino sembra proprio non credere e, dal canto proprio, il centrocampista inglese non vede l’ora di dire addio a Roma e alla Lazio. Il matrimonio, mai consumato per davvero, tra l’ex United e i biancocelesti avrebbe potuto già concludersi durante la sessione estiva di calciomercato, ma i titoli di coda potrebbero essere stati solo rinviati di qualche mese: come riporta il Sun, infatti, nella finestra invernale, il classe ’93 potrebbe lasciare il club capitolino per dirigersi verso Newcastle e vestire la maglia del club allenato da Rafa Benitez. Club che aveva già provato a portarlo tra le proprie fila nelle ultime ore del calciomercato estivo: allora tutto si concluse con un nulla di fatto, stavolta invece l’operazione potrebbe realizzarsi con successo. Morrison è dunque pronto a gettarsi alle spalle il flop ‘Capitale’ e a riabbracciare l’Inghilterra, la sua adorata ‘casa’. 

Orsi: “Milan-Lazio gara che potrebbe dare risposte importanti. Penso che i biancocelesti possano…”

0

Si gioca questa sera Milan-Lazio, anticipo della 5^ giornata di Serie. Una gara tabù per i biancocelesti, che a San Siro contro i rossoneri non vincono addirittura da 27 anni. Allora era presente anche Fernando Orsi, che, ai microfoni di Radio Radio, ricorda così quell’ultima felice occasione: “Ricordo che chiudemmo il Milan nella propria area di rigore. Poi, grazie a Maldini e Galli che ‘s’impapocchiarono’, riuscimmo a vincere la gara“.

Poi, sulla sfida di stasera, aggiunge: “Sarà una gara fra due squadre che devono ancora conoscersi. Una gara che potrebbe dare risposte importanti dopo le vittorie ottenute da entrambe le compagini nel fine settimana. Secondo me, grazie anche al buon calcio che giocano, si pongono subito dietro le quattro grandi. Penso che la Lazio possa vincere a San Siro contro un Milan imprevedibile, perché possiede qualcosa in più in mezzo al campo“.

Marcolin: “Lo Scudetto un’emozione fantastica”. E su Zeman e Biglia…

0

Dario Marcolin si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di fantagazzetta.com.

Tanti i temi toccati dall’ex difensore della Lazio attuale commentatore di Fox Sport, a partire dalla prima emozione, lo Scudetto vinto con l’aquila sul petto: “È stato un episodio emozionante, perché non è stata una vittoria normale, ma vissuta con ansia. Nel frattempo si giocava Perugia-Juventus: gli umbri erano già salvi, per cui, considerata anche la posta in palio, era impossibile pensare che i bianconeri avrebbero perso. Noi vincemmo 3-0 con la Reggina, poi ci fu un’attesa surreale per via del ritardo causato dal nubifragio su Perugia. L’ansia era ancora più grande perché allora non c’erano radioline, tv, cellulari, nulla. A un certo punto un nostro dirigente diede un calcio alla porta degli spogliatoi dove attendevamo ed entrò urlando: “E’ finita!!!”. Corremmo subito sul campo a festeggiare: un’emozione fantastica“.

CRAGNOTTI, FAVALLI E ZEMAN

Poi sulla squadra del cuore: “La Lazio e il presidente Cragnotti, sicuramente. Come compagno dico Giuseppe Favalli, che conoscevo già dai tempi della Cremonese. Siamo entrambi bresciani, abbiamo un legame speciale e ancora oggi ci vediamo spesso a Roma. Per quanto riguarda l’allenatore, scelgo Zeman per la fase offensiva. Quando passò dal Foggia alla Lazio si percepì subito che, da quel punto di vista, aveva portato in Serie A qualcosa di nuovo”.

Un unico rimpianto per Marcolin: “Rimpiango di non aver mai giocato nella Nazionale A. Ho fatto tutte le trafile delle giovanili, mi è mancata soltanto quella. Oggi il calcio è diverso, i giocatori vengono fatti ruotare di più, per cui arrivano più facilmente a giocare in azzurro. All’epoca di Italia ’90 e Usa ’94, invece, c’erano tanti punti fermi ed era più complicato entrare in un meccanismo già collaudato, basato oltretutto su nomi di altissimo livello“.

Infine, qualche consiglio per il…fantacalcio: “A Milano non ci sarà, ma per il resto della stagione mi sento di dire Lucas Biglia. Come Barzagli è uno di quei giocatori che non tradiscono mai. Il suo rendimento è sempre elevato, è il classico elemento di sostanza e qualità che ogni allenatore vorrebbe“.

SEGUICI SU TWITTER

Pallotta sbotta contro Rizzoli: “Arbitro ridicolo, errori vergognosi. Dzeko viene picchiato molto in campo”

I 4 rigori di questo primo scorcio di stagione non sono bastati al patron della Roma James Pallotta, che dopo la bruciante sconfitta di Firenze non ci sta e sulle colonne del Corriere dello Sport attacca pesantemente l’arbitro Rizzoli: “Ho rivisto più di dieci volte le immagini del gol, era fuorigioco netto. Assolutamente vergognoso. Anche il fallo su Dzeko era rigore. Edin viene picchiato molto, è allucinante. E’ così grosso e non ottiene le punizioni. Arbitro ridicolo, errori vergognosi. Comunque questa Roma mi piace.”

Milan-Lazio, Crespo: “Conosco bene entrambi gli allenatori e vi dico che….”

Milan-Lazio. Non sarà una partita come le altre per Hernan Jorge Crespo.  L’ex attaccante argentino ha commentato così la doppia sfida di questa sera. Ecco l’intervista rilasciata a “Il Corriere della Sera“: “Non posso scordare il mio approdo alla Lazio. Ad attendermi a Formello c’erano 7000 persone. Indimenticabile”. Hernan Crespo, il giocatore che per sedici anni è stato l’oggetto del trasferimento più costoso della serie A — 110 miliardi di lire nel passaggio dal Parma alla Lazio di Cragnotti — non sarà spettatore disinteressato della sfida di stasera. “Ho giocato in entrambi i club e conosco bene i due allenatori: Simone è stato mio compagno, Montella rivale di tante sfide”.

A quale dei due club è rimasto più legato?
“A Roma sono diventato capocannoniere. Mi sembrava di essere tornato ai tempi del River Plate: stadio gigantesco come il Monumental, una metropoli dove vivere. Il Milan fu un sogno breve: per me che avevo Van Basten come mito, vestire la maglia rossonera fu una grandissima emozione”.

Da allenatore che nel 2013 si laureò a Coverciano con i risultati più brillanti del corso, come giudica il cammino di Simone Inzaghi?

“Diciamo che è tecnico della Lazio per questioni di opportunità. Sedere su una panchina di A è un traguardo che anch’io voglio raggiungere e dal quale sono già stato a un passo. Avevo accettato di guidare la Primavera del Parma perché poi la società mi aveva garantito una promozione in prima squadra per il dopo-Donadoni. Avevo già firmato il contratto, poi purtroppo la società è fallita”.

Montella le piace?
“Diciamo che ha un’idea di gioco ma ci vorrà del tempo per implementarla nel Milan”.

Ha vissuto le ere di maggior splendore di Lazio e Milan con cui giocò la finale di Champions del 2005. Prova malinconia a pensare a fasti che (forse) non torneranno?
“Tutto il calcio italiano è cambiato, mica solo quei due club. Solo la Juventus, dopo Calciopoli, si è riprogrammata ed è ripartita. Basti pensare che quando ad aprile pianificava di vendere Pogba per finanziare Higuain, Milan e Inter stavano cercando di capire chi fosse il presidente”.

L’etichetta di giocatore più pagato del campionato è sulle spalle di Higuain: 94 milioni sono un fardello pesante da portare in campo?
“Non penso, io segnai 26 gol nella prima stagione alla Lazio. La sua esclusione contro l’Inter ha fatto scalpore ma è impensabile che giochi sempre. E comunque per me resta il centravanti più forte e più completo del campionato”.

Quindi lei non si iscrive al fan club di Icardi, l’uomo della domenica?
“Gonzalo oltre a fare montagne di gol riesce a far giocare bene tutta la squadra. Mauro è un killer ma non migliora i compagni di squadra”.

Bacca è stato mandato in panchina a Genova perché partecipa poco alla manovra. È giusto discutere uno che ha già realizzato 4 gol?
“Diciamo che come Icardi ha bisogno che i compagni attorno giochino in un certo modo per segnare. È sbagliato criticarlo se è così prolifico ma anche lui è consapevole di dover migliorare”.

Il peso dei 9 si è fatto sentire: Milik riuscirà a cancellare i rimpianti per il Pipita?
“È bravo ma non si può pretendere che segni 36 gol. Se ne totalizza 20 fra campionato e coppe bisogna essere contenti”.

Lei ha lasciato il calcio giocato a 36 anni. Totti a 40 non esclude di continuare ancora. È giusto?
“Se fossi in Francesco, con l’amore che prova per la Roma, sarei molto preoccupato”.

Perché?
“Se una squadra che ha grandissime doti tecniche dipende così tanto da lui ha evidenti problemi di personalità. È il parafulmine della squadra: la visione del gioco ce l’avrà anche a 50 anni ma mica può stare in campo fino ad allora. Lui gioca perché toglie responsabilità a tutti e senza di lui gli altri verrebbero sbranati”.

La sconfitta di San Siro apre spiragli di speranza alle concorrenti della Juventus?
“Ma no, lo scorso campionato fu affascinante perché i bianconeri regalarono un girone. Finché le milanesi non si rimetteranno in piedi la Juve è destinata a vincere. Senza progettualità non c’è storia”.

Marino: “I laziali meritano una grande squadra. Bielsa? Allenare in Italia non è facile, vedete Luis Enrique”

Ha fatto discutere il mercato della Lazio, dalla vicenda Bielsa, alla mancata sostituzione di Candreva. Pierpaolo Marino, in diretta su Radio Incontro Olympia, analizza l’operato della società passando anche per la scelta dell’allenatore: “La Lazio ha fatto il solito mercato. Ceduto un giocatore importante, quest’anno è toccato a Candreva, e poi si comprano diversi giovani. E nel complesso sono sempre di più le scommesse vinte rispetto a quelle perse. La Lazio è brava in questo, Tare è molto competente. De Vrij, Milinkovic e Bastos sono grandi acquisti in relazione anche al loro prezzo di acquisto. Però così si allestisce sempre una squadra competitiva per lottare nella corsa all’Europa League. Il problema è che perdendo sempre un giocatore importante, un punto di riferimento, non si può pensare di tornare ai fasti del passato. E la piazza di Roma, i tifosi della Lazio hanno dimostrato che se si accende l’entusiasmo la Lazio non ha nulla da invidiare, potenzialmente alle prime del nostro campionato. Meritano una grande squadra.

Poi sulla vicenda Bielsa: “Quello che è successo in estate dimostra che Lotito voleva prendere Bielsa per un atto dovuto nei confronti dei tifosi, ma attenzione a volte la realtà è più pratica che affascinante. La nostra realtà è fatta di allenatori che guidano un gruppo. Bielsa lo conosco benissimo, ma paracadutarlo in una piazza importante come la Lazio non sarebbe stato semplice. Lo stesso Zeman ha faticato in Italia a far seguire le sue idee. Luis Enrique è scappato dopo pochi mesi. Credo che Simone Inzaghi fosse l’allenatore voluto inizialmente dalla società. Bielsa era il nome da copertina per esaudire le richieste della piazza, ma è anche un personaggio particolare, che tra tante difficoltà, come la lingua, il fatto di non conoscere la realtà romana. Inzaghi lo conosco bene e non mi stupisce stia facendo bene. Con la fortuna che accompagna Lotito magari si ritrova con la scelta migliore che viene proprio da casa propria”

Milan-Lazio è il derby degli ex: per chi tiferanno stasera?

La partita di oggi tra Milan e Lazio creerà non pochi dissidi interiori su chi tifare tra le 2 squadre. Sono tanti infatti i doppi ex che stasera guarderanno con grande interesse la partita di San Siro. Si è seduto su entrambe le panchine Alberto Zaccheroni (al Milan dal 1999 al 2001 e poi alla Lazio nella stagione 2001/2002). Hanno vestito da calciatori entrambe le maglie:

  • Sinisa Mihajlovic, ex tecnico rossonero, che ha giocato con la maglia biancoceleste dal 1997 al 2004.
  • Alessandro Nesta (alla Lazio dal 1993 al 2002 e poi al Milan dal 2002 al 2012).
  • Massimo Oddo (alla Lazio dal 2002 al gennaio 2007 e al Milan dal gennaio 2007 al 2012).
  • Hernan Crespo (alla Lazio Parma dal 2000 al 2002 e poi al Milan nel 2004/2005).
  • Valerio Fiori (alla Lazio dal 1986 al 1993 e poi al Milan dal 1999 al 2008).
  • Alessandro Matri (al Milan i primi sei mesi della stagione 2013/2014, dopo essere cresciuto nel settore giovanile rossonero; alla Lazio nella stagione scorsa, 2015/2016).
  • Jaap Stam (alla Lazio dal 2001 al 2004 e poi al Milan dal 2004 al 2006).
  • Cristian Brocchi (al Milan dal 2002 al 2005 e poi dal 2006 al 2008 alla Lazio dal 2008 al 2013).
  • Cristian Vieri (alla Lazio nel 1998/1999 e al Milan nel 2005/2006).
  • Diego Fuser (al Milan nel 1989/1990 e nel 1991/1992 e alla Lazio dal 1992 al 1998).
  • Giuseppe Pancaro (alla Lazio dal 1997 al 2003 e al Milan dal 2003 al 2005).
  • Giuseppe Favalli (alla Lazio dal 1992 al 2004 e poi al Milan dal 2006 al 2010).
  • Stefano Chiodi (al Milan dal 1978 al 1980 e alla Lazio nel 1980/1981 e nel 1982/1983).

Sarà dura per tutti queste ex scegliere per chi tifare, forse un pareggio a reti bianche per loro sarebbe la cosa più giusta. Né vincitori né vinti e un punto a testa. Purtroppo per loro non è quello che vogliono i tifosi biancocelesti. C’è un tabù lungo 27 anni da sfatar, sicuramente capiranno…

MUSICA – Una tra le più belle voci italiane: Mia Martini

Domenica Berté, in arte Mia Martini, nacque a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, il 20 settembre 1947. Era la secondogenita di quattro figlie, tra cui c’è anche Loredana Berté, anche lei cantante molto apprezzata.

Trascorre i suoi primi anni a Porto Recanati ma poco dopo riesce a convincere la mamma, Maria Salvina Dato, a portarla a Milano in cerca di fortuna nel mondo della musica. Nel 1962 nel capoluogo lombardo incontra il discografico Carlo Alberto Rossi e diventa una “ragazza ye-ye”, ossia una corista per brani twist e rock. Ma Domenica Bertè già a quell’età si ispira ad Aretha Franklin e il produttore la lancia nel 1963 con il suo primo 45 giri con il nome d’arte di Mimì Berté. L’anno dopo vince il Festival di Bellaria e si impone come promettente interprete grazie al brano “Il magone”. Nel 1969 si trasferisce a Roma, insieme con la madre e le sorelle. Conosce Renato Fiacchini, anche lui aspirante cantante non ancora Renato Zero, e con la sorella Loredana si guadagna da vivere in diversi modi, non rinunciando però alla musica. È un momento delicato della sua vita, uno dei tanti. A confermarlo, sempre nel 1969, l’arresto per possesso di droghe leggere e i conseguenti quattro mesi di carcere a Tempio Pausania.

Nel 1970 il fondatore dello storico locale Piper, Alberigo Crocetta, la lancia al grande pubblico e Mimì diventa Mia Martini. Nel 1971 esce “Padre davvero”, il primo brano a nome di Mia Martini. La Rai lo censura subito: l’argomento è quello di una figlia che si ribella al padre violento. Nonostante ciò, la canzone vince il Festival di Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio. Sul retro di questo primo 45 giri c’è anche “Amore… amore… un corno”, brano scritto da un giovane Claudio Baglioni. Nel novembre del 1971 esce l’album “Oltre la collina”, che affronta temi come la disperazione e il suicidio. Anche in questo lavoro trova spazio il giovanissimo Baglioni in un paio di brani, mentre Lucio Battisti, attratto dalla sorprendente vocalità della “zingaresca” cantante, la vuole in televisione nello speciale “Tutti insieme”. Nel 1972 segue Alberigo Crocetta alla Ricordi di Milano, dove incide “Piccolo uomo”, brano di Bruno Lauzi con il quale vince il Festivalbar di quell’anno. Esce l’album “Nel Mondo” e riceve il Premio dalla Critica come miglior LP del 1972. Nel 1982 si aggiudica il Premio della Critica al Festival di Sanremo, il quale viene creato appositamente per quell’edizione con il fine di assegnarle un riconoscimento e che, dal 1996, si chiama “Premio Mia Martini”.

Il 1973 è l’anno della definitiva consacrazione: esce “Minuetto”, firmato Franco Califano e Dario Baldan Bembo, che risulta in assoluto il suo 45 giri più venduto. Vince di nuovo il Festivalbar, a pari merito con Marcella Bella. I suoi brani vengono tradotti anche in Germania, Spagna e Francia. Oltralpe, la paragonano alla leggendaria Edith Piaf. Nel 1974 con “È proprio come vivere” vince il Disco d’oro: un milione di dischi venduti negli ultimi tre anni. Nel 1975 la Rai le tributa il dovuto, con lo special “Mia”, in cui figurano anche Lino Capolicchio e Gabriella Ferri. Registra la cover “Donna con te”, e il referendum “Vota la voce”, indetto dal settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, la proclama cantante donna dell’anno.

Il matrimonio con la Ricordi si rompe ma la casa milanese cita in tribunale Mia Martini, che avrebbe sciolto in anticipo il contratto, e ottiene il sequestro di beni e guadagni oltre al pagamento di un’altissima penale. Passa alla Rca, e incide “Che vuoi che sia… se t’ho aspettato tanto”. In Francia, il famoso cantautore e attore francese Charles Aznavour la nota e la vuole con sé in un grande recital all’Olympia di Parigi, tempio sacro della musica francese. Lo spettacolo viene bissato al Sistina di Roma e nel 1977 Mia Martini viene scelta per rappresentare l’Italia all’Eurofestival con la canzone “Libera”, con la quale si piazza tredicesima in classifica, il singolo viene tradotto quasi in tutto il mondo. Sono gli anni della relazione con Ivano Fossati, di cui si innamora durante la registrazione del disco “Per amarti”, in cui è presente il brano “Ritratto di donna”, che vince il premio della critica al World Popular Song Festival Yamaha di Tokyo. Con Fossati, Mia passa all’etichetta Warner e pubblica “Vola” e “Danza”, del 1979, che contiene i successi firmati dal cantautore “Canto alla luna” e “La costruzione di un amore”. Nel 1981 si opera alla corde vocali. Oramai è una cantautrice e l’album “Mimì” propone dieci brani quasi interamente autografi. Nel 1982 partecipa per la prima volta a Sanremo con il brano scritto da Fossati “E non finisce mica il cielo”. Sempre nello stesso anno realizza “Quante volte”, che ottiene un grande successo anche all’estero. Nel 1983 si ritira dalla scene a causa di una diceria che legherebbe alla sua presenza eventi negativi e che da alcuni anni si porta dietro. Il silenzio dura fino al 1989, quando l’amico Renato Zero convince il direttore artistico del Festival di Sanremo, Adriano Aragozzini, a farla partecipare al famoso concorso canoro. Il brano “Almeno tu, nell’universo” è un successo e vince nuovamente il Premio della Critica. Sull’onda dell’entusiasmo, Mia Martini incide l’album “Martini Mia”, per la Fonit Cetra. Il brano “Donna” va al Festivalbar e il disco si aggiudica il Disco d’oro, per le oltre 100.000 copie vendute. L’anno dopo, a Sanremo, il brano scritto da Franco Califano, “La nevicata del ’56”, vince il terzo Premio della critica. Nel 1992 è la volta di “Gli uomini non cambiano”, con il quale arriva seconda a Sanremo. Nello stesso anno incide “Lacrime”, che le dà l’ultimo Disco d’oro e viene scelta per rappresentare l’Italia all’Eurofestival, in Svezia, dove viene molto applaudita.

Sono gli anni in cui si riavvicina a Loredana Berté: dopo molti anni in cui i rapporti erano rimasti freddi nel 1993 accetta di duettare a Sanremo con la sorella. Il brano “Stiamo come stiamo” però, non sfonda. Nel 1994 Mia Martini incide per la casa RTI Music “La musica che mi gira intorno”, in cui canta cover scelte tra i repertori di De André, De Gregori e Lucio Dalla. È, questo, solo uno dei suoi progetti dichiarati di reinterpretare canzoni di altri artisti, come Mina e Tom Waits. Proposito che però non avrà seguito. Il 14 maggio del 1995, a quarantasette anni, Mia Martini viene ritrovata morta nel suo appartamento di Cardano al Campo, in provincia di Varese. Da mesi soffriva di un fibroma all’utero ed assumeva dosi di farmaci anticoagulanti. Secondo la procura di Busto Arsizio però sarebbe morta a causa di un arresto cardiaco causato da un abuso di stupefacenti.

CINEMA – Sofia Loren, la “ciociara”

Il 20 settembre 1934 nasce a Roma Sofia Loren. Romana di nascita cresce però a Pozzuoli, vicino Napoli. Prima di sfondare nel mondo del cinema partecipa a diversi concorsi di bellezza, recita nei fotoromanzi e in piccole parti cinematografiche con lo pseudonimo di Sofia Lazzaro.

Nel 1952 sul set di “Africa sotto i mari” viene notata da Carlo Ponti – che in seguito diventa suo marito – che le propone un contratto di sette anni. Inizia così una carriera cinematografica che all’inizio la vede recitare in parti di popolana, come ad esempio in “Carosello napoletano” del 1953, “L’oro di Napoli” del 1954 e “La bella mugnaia” del 1955, e poi a Hollywood al fianco di star come Cary Grant, Marlon Brando, William Holden e Clark Gable. Oltre alla sua prorompente bellezza la Loren si è imposta anche per via della sua bravura. Non solo è divenuta una vera e propria icona ma ha anche ottenuto alcuni tra i premi più ambiti del settore: la Coppa Volpi nel 1958 per “Orchidea nera” e l’Oscar e il premio per la migliore interpretazione a Cannes per “La ciociara” del 1960. Nel 1991 ha ricevuto l’Oscar, il César alla carriera e la Legion d’Onore. Dal 1980 si è parzialmente ritirata dai set cinematografici, dedicandosi alla televisione. Ha interpretato, tra gli altri, il biografico “Sophia: la sua storia” e il remake di “La ciociara” nel 1989. Nel corso della sua carriera è stata diretta dai più importanti registi, tra i quali André Cayatte, Charles Chaplin, George Cukor, Michael Curtiz, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola. I critici sono però concordi nel ritenere che fu con Vittorio De Sica (con il quale girò otto film), che formò un ideale sodalizio, spesso completato dalla indimenticabile presenza di Marcello Mastroianni.

TERREMOTO – Torna la paura nelle zone colpite dal sisma ad agosto: forte scossa di magnitudo 4,1

Poco dopo l’1,30 di notte la terra è tornata a tremare nelle zone colpite dal terribile terremoto che nell’agosto scorso ha causato 297 vittime. Una scossa di magnitudo 4,1 della scala Richter ha colpito la zona di Rieti, in prossimità dei comuni di Accumuli e Amatrice. La scossa è stata avvertita anche nella zona di Ascoli Piceno. Una seconda scossa, questa volta di magnitudo 2.1, è stata registrata dall’Ingv sempre nella stessa zona all’1:47.

Le scosse sono state registrate a soli 4 km da Accumuli, 5 da Amatrice e a 11 da Arquata del Tronto, tutti luoghi già pesantemente provati dal terremoto del mese scorso. Il sisma si è originato a meno di 10 km di profondità facendo tornare la paura tra le persone del luogo. Fortunatamente la scossa non ha provocato ulteriori danni alle cose e agli abitanti.

ACCADDE OGGI – Le stigmate di Padre Pio

Il 20 settembre 1918 Padre Pio di Pietrelcina si risveglia con ferite che ricordano quelle di Gesù Cristo. Si trattò di una essudazione continua, costante, notevole, solo in punti precisi e dai margini netti, che oltretutto non davano luogo a flogosi (infiammazioni) o suppurazione. Inoltre c’è l’aspetto del fortissimo profumo sprigionato dal sangue coagulato, constatato dai medici e da chiunque esaminasse le stigmate. Un profumo discontinuo e non constante. Per molti la comparsa delle stigmate, cioè le piaghe sul corpo comparse su Gesù in seguito ai traumi subiti durante la sua passione, è un evento miracoloso ma altri temono che il frate si sia ferito volontariamente.

Ag. Fifa Morabito: “Il 9 a Djordjevic è un sacrilegio. Inzaghi? Mi piace ma non decide lui chi gioca”

L’agente Fifa Vincenzo Morabito è intervenuto a Radio Incontro Olympia per parlare della sfida di sabato scorso: “Il primo tempo non mi è piaciuto, a volte decidono gli episodi. Se avesse segnato il Pescara potevamo raccontare un’altra partita. 3-5-2? Questo modulo se lo sono inventati per dare una chance a Djordjevic, ma ha dei limiti incredibili. Io me la prendo con chi l’ha portato. Un sacrilegio dargli il numero 9 di Chinaglia e Giordano. Se lo metti sul mercato non se lo prende nessuno. Anderson, Keita e Immobile sono difficili da marcare. Devono giocare loro tre. Keita deve giocare dall’inizio. Ha fatto sicuramente degli errori, perché è un ragazzo esuberante, ma ha bisogno di fiducia. Non puoi rinunciarci, lo devi lanciare”.

Poi sull’attuale tecnico biancoceleste: “Inzaghi sta ascoltando qualcun altro che decide chi deve giocare o no. Come con Marchetti, che era sul mercato. Alla fine è rimasto perché non c’erano buone offerte. Inzaghi a me piace. Sono contento che Bielsa non è venuto, se vedi la carriera non ha portato grandi risultati. Inzaghi se lo merita. Bielsa è uno showman, ma cosa ha vinto? Con il direttore della Lazio, che è permaloso, Bielsa non andava bene. Peruzzi mi dà grandi speranze, è saggio e equilibrato.”

Campagnaro graziato: niente prova tv per il pugno a Radu

Il sostituto di Tosel fa già discutere. Il nuovo giudice sportivo infatti si è reso protagonista di una decisione che farà discutere nell’etere biancoceleste. Secondo quanto si evince dal comunicato diramato sul sito ufficiale della Lega Serie A, Hugo Armando Campagnaro dopo il colpo a Stefan Radu sul viso (non visto dall’arbitro Maresca), al 51′ di Lazio-Pescara, non incorrerà in nessuna squalifica. Miguel Veloso, Banega e Krafth: sono loro gli unici giocatori puniti dal Giudice Sportivo dopo la quarta giornata di Serie A. Si pensava avrebbe fatto squalificare l’ex Napoli tramite prova tv, e invece no. Una scelta che sicuramente farà discutere.

 

 

Ds Miami: “Nesta è un grande allenatore. Scommetto che lo vedremo alla Lazio tra due-tre anni”

Dopo una inizio disastroso che sembrava far finire sul nascere l’avventura di Alessandro Nesta nella NASL (la seconda divisione degli States) ora finalmente l’ex capitano della Lazio si sta prendendo tutte le rivincite del caso con il suo Miami FC. Ora la sua squadra si gioca la qualificazione nella fase finale del torneo: “Indianapolis che ha vinto la ‘Spring Season’ è già qualificata. Poi si qualifica la prima di questa stagione e le due squadre che sommando i due campionati hanno ottenuto più punti. Noi stiamo lottando per questo ultimo obiettivo visto che i New York Cosmos sono piuttosto avanti”, commenta Mauro Pederzoli, direttore sportivo del club stanziato in Florida. Poi, il dirigente si è soffermato sull’ex difensore laziale: “Nesta sta andando sempre meglio, è un allenatore di livello assoluto. E’ intelligente e umile. Lavora, studia e si comporta solo come i campioni sanno fare. Scommetterei su di lui alla Lazio in due-tre anni, gioca un calcio molto propositivo. Studia bene gli avversari ed è sempre concentrato sul lavoro da fare”.

Oddi: “Lazio, è arrivato il momento di vincere a Milano”

Domani i ragazzi di Inzaghi giocheranno l’anticipo di questo primo turno infrasettimanale contro il Milan allo Stadio San Siro. Una sfida decisamente più dura rispetto al Pescara di Oddo ma comunque non impossibile. La Lazio può giocarsela tranquillamente contro QUESTO Milan e magari questa volta può finalmente sfatare un tabù che dura da tanto (troppo) tempo: ben 27 anni. Per parlare della sfida di domani è intervento ai microfoni di Radiosei nella tramisssione “9 Gennaio 1900Giancarlo Oddi. Ecco le sue parole:

E’ arrivato il momento di vincere a Milano, non è ancora una grande squadra il Milan, mettere insieme tanti giocatori non è facile anche se Montella è un ottimo allenatore. Negli anni precedenti i rossoneri era ancora peggio, hanno una rosa con poca logica: hanno 3 giocatori in un ruolo e magari sono deficitari in altri. Bisogna stare attenti a Bacca, è un attaccante che non perdona se sbagli ti punisce. Keita meglio in corsa o dal primo minuto? Di certo far entrare Djordjevic in corsa è dura, mentre Keita può dare molto di più. Keita non credo non possa fare una partita intera. Sapete che il senegalese come seconda punta non mi piace, ma in una gara in cui dovrai fare contropiede è meglio farla con un giocatore più veloce. Keita contro Paletta e Romagnoli creerebbe maggiori difficoltà alla difesa milanista“.

MILAN – Precedenti, statistiche & analisi tecnica

Dopo aver introdotto aver fatto il punto sulla Lazio di Inzaghi, che domani sera (ore 20:45) giocherà contro il Milan di Vincenzo Montella allo Stadio San Siro (CLICCA QUI), andiamo ad analizzare nel dettaglio proprio i prossimi avversari dei biancocelesti:

LA MINACCIA – Inutile dire che la minaccia più grande è solo una…Carlos Bacca. L’attaccante colombiano è l’uomo che ha salvato il Milan contro la Sampdoria, evitando così l’ennesima polemica stagionale. Alla Lazio Bacca ha segnato già 2 gol da quando è arrivato in Italia l’anno scorso e non h alcuna intenzione di fermarsi. E’ sicuramente uno degli attaccanti più forti in circolazione, sarà dura per il trio biancoceleste (Bastos, de Vrij e Radu) a tenere a bada lui, Niang e Suso. E’ anche vero che di fronte avrà una difesa che sta diventando sempre di più il punto di forza della Lazio merito sopratutto del ritrovato muro olandese de Vrij e della bellissima sorpresa Bastos. Insomma, si prospetta una sfida molto interessante. Anche la Lazio però ha un’arma importante contro i rossoneri

PRECEDENTI, STATISTICHE & CURIOSITÀ’ –

  • Nei 74 precedenti, infatti, il Milan ha ottenuto tra le mura domestiche 42 vittorie, 23 pareggi e solo 9 sconfitte. L’ultima vittoria in campionato dei biancocelesti? Era il 3 settembre 1989, quando Paolo Maldini causò la sconfitta ai compagni con un’autorete.
  • Secondo i bookmaker non sarà facile invertire la tendenza, visto che è il Milan a partire in vantaggio nelle quote sulla gara di domani: la SNAI fissa a 2,15 la vittoria milanista, mentre pagherebbe 3,50 il blitz laziale. Il pareggio, risultato con cui è terminato l’ultimo scontro diretto, si gioca invece 3,30. Nelle scommesse sul risultato esatto lo 0-1 è proposto a 9,00.

CATALDI VS BERTOLACCI – 2 romani con una fede nettamente diversa: giallorossa per Bertolacci, biancoceleste per Cataldi. Fino a 2 anni fa sembravano pronti a spiccare il volo entrambi, ma almeno per ora i due non hanno rispettato le rosee promesse. Il talento è limpido, la qualità c’è ed è indiscutibile. Eppure i giovani romani stanno trovando difficoltà ad imporsi ed a fare la differenza. Il milanista, soprattutto per i tanti infortuni subiti, non riesce a giocare con continuità. Il laziale invece non è ancora considerato titolare. Complice anche un ruolo non definito. Mezz’ala o regista? Domani uno dei due sicuramente giocherà (vista l’assenza di Biglia per infortunio), l’altro ci proverà fino all’ultimo ma ad oggi è più no che sì: Bertolacci, infatti, non è al meglio per un problema alla coscia. In queste ore verrà valutato dallo staff medico del Milan. Cataldi invece vuole collezionare la seconda presenza da titolare consecutiva. Inzaghi affiderà a lui le chiavi del centrocampo.

ROMAGNOLI – Sarà un martedì difficile per Alessio Romagnoli. Il difensore centrale del Milan ha dichiarato apertamente l’anno scorso la propria fede biancoceleste con una foto in cui sorridente indossa la maglia bandiera biancoceleste (facendo scatenare le ire dei tifosi romanisti visto che Alessio è cresciuto nel vivaio giallorosso). Nonostante non stia vivendo annate esaltanti con la maglia rossonera resta un punto di riferimento della difesa del Milan. A lui e al collega di reparto Paletta il compito di Fermare l’attacco biancocelete. Il suo modello è Nesta e chissà magari un giorno ne diventerà il degno erede…si spera alla  Lazio però.

COME SCENDERANNO IN CAMPO – In porta inamovibile Donnarumma. Davanti a lui difesa a quattro con un cambio: fuori per infortunio Ignazio Abate, dentro – recuperato dal problema alla coscia – Mattia De Sciglio. Per il resto tutto confermato: Davide Calabria che dovrebbe agire sulla fascia destra, mentre al centro ci sarà ancora la coppia Paletta-Romagnoli. A centrocampo l’unica incognita è se schierare o meno Riccardo Montolivo. Dovrebbe accomodarsi in panchina, anche per ragioni di turn-over, ma noi crediamo che Montella alla fine con la Lazio lo farà ancora partire da titolare. In caso di ripensamento è pronto il giovane Locatelli o  – l'”altro Principito” – Sosa (anche se quest’ultimo è parecchio affaticato). Ritorna Juraj Kucka come interno sinistro dopo le 2 giornate di squalifica.  Confermato Giacomo Bonaventura sulla sinistra: il centrocampista rossonero dovrà riscattare le ultime scialbe prestazioni. In attacco ritorna titolare Carlos Bacca. Sugli esterni confermatissimi Suso da una parte e M’Baye Niang dall’altra.

Ecco al probabile formazione:

Milan (4-3-3): Donnarumma; Calabria, Paletta, Romagnoli, De Sciglio; Kucka, Montolivo, Bonaventura; Suso, Bacca, Niang. A disp. Gabriel, Pizzari, Gomez, Ely, Vangioni, Montolivo, Pasalic, Poli, Honda, Bonaventura, Lapadula, Luiz Adriano. All. Vincenzo Montella.

Squalificati:
Indisponibili: Fernandez M, Antonelli, Bertolacci, Zapata C, Abate
Diffidati:

Marco Lanari

Milan-Lazio, ecco i convocati di Montella

Buone notizie solo in parte per Vincenzo Montella. Per la sfida di domani contro la Lazio, il tecnico napoletano recupera De Sciglio e Kucka ma non riesce a recuperare né BertolacciAntonelli. Ecco i 24 convocati per la quinta giornata di campionato in programma martedì alle 20.45 a San Siro:

PORTIERI: Donnarumma (99), Gabriel (1), Plizzari (35)
DIFENSORI: Abate (20), Calabria (96), De Sciglio (2), Ely (4), Gomez (15), Paletta (29), Romagnoli (13), Vangioni (21)
CENTROCAMPISTI: Bonaventura (5), Honda (10), Kucka (33), Locatelli (73), Montolivo (18), Pasalic (80), Poli (16), Sosa (23)
ATTACCANTI: Bacca (70), Lapadula (9), Luiz Adriano (7), Niang (11), Suso (8).