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Scambio di battute tra Amendola e Montesano in tv

Simpatico siparietto tra Claudio Amendola e Enrico Montesano a “Tale e Quale Show”, la trasmissione Rai condotta da Carlo Conti. I due attori, entrambi nati a Roma ma di colori sportivi diametralmente opposti, faranno parte dei giurati che ogni settimana saranno al fianco del conduttore toscano. Fra i due tifosi “rivali” si è svolto uno scambio di battute che ha strappato sorrisi agli spettatori.

Ad iniziare è stato Amendola che ha esordito dichiarando la sua profonda stima nei confronti del numero 10 giallorosso: “C’è solo un personaggio che vorrei imitare, ha quasi 40 anni e ha la maglia numero dieci sulle spalle”. Pronta la risposta di Montesano che stuzzica sin da subito l’“avversario”: “E meno male che ti eri dimesso da tifoso… Totti è un campione, tocca ammetterlo e tocca anche fargli i complimenti. Lazialità è anche fair play, Totti è bravo e ha segnato tanto su rigore. E quest’anno alla Roma di rigori gliene stanno dando tanti, quindi…”. E ancora Amendola: “Sarà un bel derby fra noi, una sfida molto divertente. Montesano è un laziale tosto che finge di essere leggero e invece è velenoso e accanito ‘fracico’. Dovrò avere rispetto per l’età”.

Anche a Montesano è stato chiesto quale personaggio vorrebbe imitare: “Sicuramente Mennea. Pietro era nel mio cuore, un grande campione che meritava molto più di quanto ha ricevuto. Una volta mi raccontò che mentre si allenava a Gaeta sentiva per radio i miei programmi”. Calcisticamente parlando invece ha raccontato la sua amicizia con Bruno Giordano: “Ultimamente ho letto una sua bella intervista. Giordano è un romano simpatico che fa un sacco di battute. Qualche tempo fa siamo stati insieme a New York per fare una partita e ci siamo fatti un sacco di risate. Io vorrei imitare Bruno Giordano, così stiamo pari con Amendola che vorrebbe travestirsi da Totti”.

Diaconale: “La maglia per il figlio della sindaca era una carineria”. Lotito: “Lo inviteremo allo Stadio”

AGGIORNAMENTO ORE 9.00 – Anche il patron biancoceleste, Claudio Lotito, ha parlato del rifiuto della maglia regalata al figlio da parte del sindaco di Roma, Virginia Raggi, avanzando una nuova proposta: “Era una carineria, ma capisco il rischio di strumentalizzazione. Inviteremo il bimbo allo stadio”. Queste le sue parole a Il Messaggero

Il responsabile della comunicazione biancoceleste Arturo Diaconale, in quanto portavoce ufficiale della società, è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia nella trasmissione “Diario di bordo campo“. Dalle dichiarazioni di Antonio Candreva alla maglia donata dalla Lazio al figlio di Virginia Raggi e rifiutata dalla sindaca, compreso l’epilogo del caso Keita. Ecco le sue parole:

LA MAGLIA RIFIUTATA DALLA SINDACA RAGGI – “Abbiamo visto una foto del figlio della sindaca Virginia Raggi con la maglia della Lazio di Candreva e abbiamo pensato fosse carino regalare una maglia di un giocatore della stagione attuale. Un pensiero che ci sembrava carino nei confronti del piccolo senza nessun secondo fine. Allora abbiamo pensato di contattare la segreteria della sindaca, ma ci è stato risposto che ci ringraziavano per il pensiero ma la linea era quella di rimanere imparziali, mantenendo equidistanza. Era un’accortezza senza nessuna volontà di speculare su questo gesto, e non credo che accettarla avrebbe comportato nessun tipo di polemica o creato precedenti compromettenti. Capiamo però la sua volontà di restare estremamente imparziali, visto che in passato eravamo abituati, molto spesso, a comportamenti quasi sempre sbilanciati verso la sponda giallorossa. Vorrà dire che troverò il modo di fargli avere la maglietta di nascosto (ride, ndr)

LE DICHIARAZIONI DI CANDREVA – “Ho capito perfettamente Candreva. Ha avuto una forte delusione per non aver ricevuto la fascia di capitano lo scorso anno. Però è stato molto onesto nel riconoscere gratitudine alla Lazio, evidenziando l’importanza della sua esperienza alla Lazio dove è tornato protagonista tornando ad essere un uomo mercato forte. Deluso per la fascia di capitano e spinto da questo a chiedere la cessione. Il problema vero non sono i pensieri di Candreva, la cosa importante sono i rapporti tra Candreva e la società e i rapporti della società con i tifosi. Non è vero che la Lazio ha fatto cassa per fare mercato, la società ha accontentato il giocatore che voleva essere ceduto e incasserà quei soldi in quattro anni. La campagna acquisti è stata fatta a prescindere

CASO KEITA – “Credo che il lavoro fatto da Peruzzi sia stato prezioso, inutile che sottolineo il suo valore e autorevolezza che ha prodotto un risultato imporntate. Il caso Keita si dovrà definire dal punto di vista contrattuale per il resto è stato abbondantemente risolto e lo si è visto a Verona visto che il ragazzo ha giocato e sembra intenzionato a dare il massimo. L’importante è che giochi e lo faccia ai suoi livelli e che si inserisca nella squadra e che tutto funzioni al meglio. Credo si possa dire che la situazione con lo spogliatoio si è ricomposta. C’è un clima positivo all’interno della squadra e questo ritengo sia importante. Per il futuro non escludo rinnovi o clausole però adesso l’unica cosa importante è che sia tutto rientrato e ricomposto

LO STADIO DI PROPRIETA‘ – “Sappiamo anche noi che lo stadio di proprietà della Lazio andrà fatto, ma non si può costruire tutto sul libro dei sogni. Dobbiamo essere cauti e basarci su cose serie e concrete. In questo momento dove la giunta comunale ancora non è pienamente insediata e dove ancora non sappiamo neanche se si procederà con la candidatura Olimpica, se parlassimo di Stadio creeremmo soltanto un’illusione nei tifosi. Io voglio essere molto concreto e non sono in grado di esprimermi sulla fattibilità di uno stadio, il Flaminio è un idea molto romantica ma sappiamo i problemi che ci sono. La battaglia per lo stadio è sacrosanta, a prescindere dai tempi e dal luogo ma per portarla avanti i tifosi hanno bisogno di essere uniti, divisi si disperde l’enorme potenziale e forza che abbiamo e di cui spesso abbiamo perso la consapevolezza

Cara Sindaca Raggi, rifiutare la maglia della Lazio significa anche rifiutare…

Cara Sindaca Raggi

Sono un cittadino e sono un tifoso laziale. In quest’ordine, e non come accade dall’altra parte in cui spesso si è prima tifosi dell’altra squadra della città e poi giardinieri, infermieri, impiegati, dirigenti, autisti o studenti, e fanno pesare questa inversione gerarchica ogni giorno in ogni occasione. Il calcio è una parte delle mie passioni, ma le cose importanti nella vita, come diceva nonna, sono altre.

E anche i problemi per lei in questi giorni non mancano: non è questa la sede giusta per parlare di eventuali mancanze o errori da parte sua, né per valutare se è vero o meno che i cosiddetti poteri forti o la stampa si stanno accanendo sul Movimento che lei rappresenta. Ci sono penne più esperte in materia della mia per analizzare i fatti.

Non da giornalista, ma da cittadino e da tifoso laziale, una cosa invece mi ha dato molto fastidio e sento di poterne parlare: il suo rifiuto ad accogliere in regalo semplicemente una maglia della Prima Squadra della Capitale, che per prima ha portato il gioco del calcio in questa Urbe dalla storia millenaria. Un rifiuto nato da una folle idea di equidistanza che sembra non dare il minimo spazio all’empatia dei tifosi e a cosa le due squadre cittadine rappresentino per milioni di cittadine.

Sin dalla campagna elettorale, probabilmente consigliata dalle migliori menti del suo staff, si è affrettata a smentire le simpatie laziali che le venivano attribuite. Non nascondendo certo, le va dato atto, quelle della sua famiglia, con marito e figlio orgogliosamente biancazzurri. Tifo dei familiari ribadito con schiettezza anche durante l’incontro col presidente dei dirimpettai, in Campidoglio. Ma affrettandosi al tempo stesso di nuovo a sottolineare il suo agnosticismo.

Cara Sindaca, la maglia che la Lazio aveva inviato a suo figlio era un gesto di inclusione e di benvenuto da parte di un sodalizio che rappresenta la sostanza stessa della città. Nata su una panchina in Piazza della Libertà, per 116 anni (ormai quasi 117) è stata indossata da personaggi che hanno fatto la storia della città di Roma, seppur in un ambito ludico e popolare come quello sportivo. E’ stata l’unica maglia a portare il nome di Roma a vincere nel calcio in Europa, è stata Ente Morale durante la guerra, è stata simbolo e sentimento di una parte della città. Rifiutare la maglia della Lazio significa rifiutare l’essenza stessa di Roma, significa rifiutare di appartenere a un qualcosa che rappresenta le radici della città: per quanto ormai svilito dalla modernità, il calcio è ancora espressione popolare di gioia e appartenenza per la gente molto più di quanto non lo sia la politica, ad esempio.

E allora le consiglio: lasci la par condicio alla politica. Certo, ci sono anche gli altri: ma essere Sindaco significa abbracciare entrambe le anime della città, non rifuggirle per non urtare chissà quale sensibilità. Si immagina se un giorno le venisse donata, simbolicamente, la maglia del capitano della squadra che ventisette anni dopo la fondazione della Lazio ha visto nascere un derby che tra meno di tre anni compirà i novant’anni di vita? Lei la rifiuterebbe? Mi lasci pensare, forse sbagliando, che in quel caso le sue mire di equidistanza svanirebbero di fronte ai soliti discorsi di opportunità.

Non credo, vista anche la composta risposta della società, che si possa certo parlare di incidente diplomatico. Ma rifiutando una maglia della Lazio lei non offre impressione di equità, ma rifiuta una parte dell’anima di questa città. N0n cada anche lei nel trabocchetto di chi pensa che i laziali, “pochi“, “scozzesi in terra inglese” siano un peso morto in chiave elettorale, da rifuggire come la peste. Non faccia come il Sindaco che scese in piazza imbandierato quando l’altra squadra della città aveva vinto lo scudetto contro la sua vera squadra del cuore.

Un altro Sindaco invece laziale, senza ripeto includere valutazioni politiche, sedette elegantemente composto alla nostra festa, un anno prima, perché rinnegare una fede a cosa sarebbe servito? Sia orgogliosa della lazialità del suo giovane figlio: se lei davvero non è tifosa ci penserà il papà a coltivarla, ma non faccia passare il messaggio, sbagliato, che essere laziale sarebbe “compromettente” per la sua mamma. Gliela porti quella maglietta, perché quando si troverà a che fare con quegli altri colori, altrimenti, si dovrà tirare indietro per non diventare davvero la Sindaca di una sola parte della città. Di solito, non è mai una scelta vincente: speriamo che il suo staff se ne accorga.

La saluto.

Fabio Belli

 

POLISPORTIVA – S.S. Lazio Calcio a 5: settore giovanile in crescita

La S.S. Lazio Calcio a 5 punta alla crescita di tanti nuovi campioni del futsal maschile e femminile e per ottenerla si rende artefice di una bella iniziativa. Questo il comunicato della società:

“Il settore giovanile della Lazio e la sua attività di base sono sicuramente il fiore all’occhiello di tutto il movimento biancoceleste. Da sempre, infatti, la società opera sui giovani, dando loro importanza “capitale”, considerando i ragazzi come un punto fermo necessario per lo sviluppo e la crescita, non solo della società, ma dell’intera disciplina sportiva che abbraccia il Futsal.

Se il settore agonistico si dipana principalmente sul parquet del PalaGEMS, è al PalaLevante che iniziano a muovere i primi passi i giovani biancocelesti. Sì, i numeri sono come sempre importanti, ma è l’aria che si respira intorno alle giovani leve ad alimentare la linfa di un sogno che nasce e cresce con l’aquila sul petto. Il via all’attività avvenuta nella giornata di lunedì ha avuto un riscontro più che positivo, al quale seguiranno gli allenamenti che andranno immediatamente a regime.

Per dar ancora maggiore risalto a tutto il movimento giovanile, la società ha scelto di affiancare a Giancarlo Belli e Claudio Giuliani, cardini del settore tecnico dell’attività di base, elementi di chiaro spessore delle prime squadre, sia la maschile che la femminile. Ersilia D’Incecco e Tonia Di Turi si prenderanno carico dei Piccoli Amici, mentre al duo Vecchione-Duco sono affidati i Primi Calci. I Pulcini squadra bianca, e i Pulcini squadra azzurra avranno l’onore di essere allenati da quel funambolo di Pol Pacheco, numero 10 della Serie A, che allenerà al fianco di Giancarlo Belli. Inoltre, Belli e Giuliani si prenderanno carico delle squadre Bianca e Azzurra degli Esordienti. Infine, capitolo portieri, con Maurizio Anzini che potrà usufruire della preziosa collaborazione di Angela Vecchione. Per quello che riguarda lo staff, da questa stagione sarà possibile usufruire delle prestazioni professionali della dottoressa Simona Pascali, così come avere un kit GEMS personalizzato.

Le iscrizioni sono comunque ancora aperte, c’è la possibilità di aggregarsi ai gruppi biancocelesti. Basta contattare il numero della segreteria, da quest’anno gestita da Dario Franzetti: 3923112101″.

ACCADDE OGGI – Don Giuseppe Puglisi, martire della Mafia

Don Giuseppe Puglisi nacque nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937. Figlio di un calzolaio e di una sarta, venne ucciso dalla mafia nella sua stessa borgata il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56° compleanno.

Nel 1953 Don Puglisi entra nel seminario diocesano di Palermo dove, il 2 luglio 1960, viene ordinato sacerdote dal Cardinale Ernesto Ruffini. Nel 1961 venne nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi. Nel 1967 viene nominato cappellano presso l’Istituto per orfani di lavoratori «Roosevelt» e vicario presso la parrocchia Maria SS.ma Assunta Valdesi. Sin dai primi anni segue con attenzione i giovani e si interessa alle problematiche dei quartieri più emarginati della città. A ottobre del 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo segnato da una sanguinosa faida, dove resta fino al 31 luglio 1978 riuscendo a riconciliare le famiglie con la forza del perdono. Nel frattempo segue anche le battaglie socia­li di un’altra zona della periferia orientale della città, lo «Scaricatore». Il 9 agosto 1978 viene nominato pro-rettore del Seminano minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1983 diventa responsabile del Centro Regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale. A studenti e a giovani del Centro Diocesano Vocazioni ha dedicato lunghi anni realizzando attraverso una serie di “campi scuola” un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano. E’ stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole, ha insegnato al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal 1978 al 1993. Dal 23 aprile 1989 sino alla morte svolse il suo ministero sacerdotale presso la Casa Madonna dell’accoglienza dell’Opera Pia Card. E. Ruffini in favore di giovani donne e ragazze in difficoltà. Nel 1992 diventa direttore spirituale nel Seminario Arcivescovile di Palermo. A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui Presenza del Vangelo, Azione Cattolica, Fuci, Equipe Notre Dame. Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco della Parrocchia S. Gaetano di Brancaccio. La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti reclutati dalla criminalità mafiosa affermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Questa sua attività come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie è stato un movente dell’omicidio, i cui esecutori e i mandanti sono stati arrestati e condannati. Nel ricordo del suo impegno gli sono state intitolati a Palermo e in tutta la Sicilia centri sociali, piazze e strade, scuole, strutture sportive. A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo. Il 15 settembre 1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio di don Giuseppe Puglisi, presbitero della Chiesa Palermitana. La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all’unico Signore e hanno disvelato la malvagità e l’assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico.

CULTURA – Agatha Christie, la mamma di Poirot

Agatha Mary Clarissa Miller nasce il 15 settembre 1890 a Torquay, in Inghilterra da padre americano. Ancora in tenera età si trasferisce a Parigi con la famiglia dove intraprende fra l’altro gli studi di canto. A soli dieci anni perde il papà e viene allevata dalla madre (e dalla nonna), una donna dotata di una percezione straordinaria e di una fantasia romantica spesso molto lontana dalla realtà. Il padre non era certo un esempio di virtù familiari, essendo più dedito al cricket e alle carte che alla famiglia.

L’infanzia della Christie sarebbe un’infanzia normale se non fosse per il fatto che non è mai andata a scuola, infatti, della sua educazione scolastica si incaricò la madre e le varie governanti. Fino al 1914, l’anno del suo matrimonio, fece molta vita di società. Sviluppò inoltre una forte passione per la musica aspirando a diventare una cantante lirica. Purtroppo non ottenne molti riscontri in questa veste, cosa che la persuade a tornare in Inghilterra. Agatha in questo periodo inizia la sua attività di scrittrice di biografie romanzate con lo pseudonimo di Mary Westmacott che però non ottengono buoni risultati né con il pubblico né con la critica.

L’idea per il suo primo romanzo giallo, “Poirot a Styles Court”, le venne mentre lavorava in un ospedale come assistente nel dispensario, a contatto con i veleni. Nel 1926 arrivò il primo successo con “Dalle nove alle dieci”. Dopo la morte della madre e l’abbandono del marito Agatha scompare e viene ritrovata ad Harrogate nell’Inghilterra settentrionale sotto l’effetto di un’amnesia. Per due o tre anni, fortemente depressa, scrisse romanzi inferiori alle sue opere più riuscite finché un viaggio in treno per Bagdad le ispirò “Assassinio sull’Orient Express” e inoltre la fece innamorare di Max Mallowan che sposò nel 1930. Nel 1947 il successo della scrittrice è ormai talmente radicato che la Regina Mary, per i suoi ottant’anni, le chiede come regalo di compleanno una commedia. La Christie, lusingata, stende il racconto “Tre topolini ciechi”, che la Regina dimostrò di gradire moltissimo. Le sue opere sono state tradotte in 103 lingue. In Nicaragua venne emesso un francobollo con l’effigie di Poirot. Nel 1971 le venne assegnata la massima onorificenza concessa dalla Gran Bretagna ad una donna: il D.B.E. (Dama dell’Impero Britannico). Nel 1975 nel romanzo “Sipario” la Christie decise di far morire l’investigatore Hercule Poirot e, il 12 gennaio 1976 all’età di 85 anni, muore anche lei nella sua villa di campagna a Wallingford. E’ sepolta nel cimitero del villaggio di Cholsey nel Oxfordshire. Secondo un rapporto dell’UNESCO Agatha Christie in vita guadagnò circa 20 milioni di sterline, cioè poco più di 23 milioni di euro.

D’amico: “Sono deluso ma siamo appena alla terza giornata. Se Felipe Anderson…”

Ai nomi di coloro che sono rimasti delusi dai ragazzi di Inzaghi e che si aspettano una vittoria schiacciante contro il Pescara sabato all’Olimpico c’è anche Vincenzo D’amico. L’ex fantasista biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Radiosei nella trasmissione “9 Gennaio 1900″. Ecco le sue parole:

Sono deluso da questa squadra e dall’ultima prestazione anche se poi è arrivato il pari. Poche le considerazioni positive, ma siamo alla terza gara di campionato, direi che dobbiamo crescere. Non so se Inzaghi voglia cambiare, ma penso che abbia un organico ideale per il 4-3-3. Per me le caratteristiche sono di una squadra che può giocare con questo modulo, poi se Inzaghi sta pensando a cambiare è padrone di farlo. Magari trova un equilibrio diverso. La discriminante, però, è Felipe Anderson. Prendiamo atto che ormai Felipe è questo, credo che neanche lui sappia cosa può fare. Certamente quello di oggi non soddisfa“.

Lombardi: “Ricorderò l’esordio di Bergamo per sempre. La sfida di sabato? Siamo la Lazio, dobbiamo vincere…”

Cristiano Lombardi è la personificazione del “Vivere un sogno chiamato Lazio“. Tutta la trafila fino all’esordio in A con tanto di gol e vittoria (come Giordano e Di Vaio). Per la serie “m’illumino d’immenso“. Ha ripagato nel migliore dei modi la fiducia che da sempre il suo mentore Inzaghi nutre in lui. Ora è pronto per la seconda occasione. Prima di iniziare la seduta pomeridiana di allenamento, Cristiano Lombardi è intervenuto in diretta ai microfoni di Lazio Style Channel e Lazio Style Radio. Ecco le sue parole:

IL PESCARA –Per sabato l’imperativo vincere, stiamo lavorando molto, oggi abbiamo una doppia seduta ma il mister ci ha concesso il lunedì liberi, un giorno di riposo per noi cambia molto, sicuramente ci faremo trovare pronti perché stiamo lavorando duro. Oddo è un allenatore che ha dato un’impronta alla squadra, il Pescara gioca, corre molto, è una rosa giovane e vola sulle ali dell’entusiasmo, sarà una sfida aperta ma noi abbiamo l’imperativo di vincere, siamo la Lazio e la partita la dobbiamo fare noi.”.

LA NOTTE MAGICA DI BERGAMO –  “La gara di Bergamo la ricordo positivamente, è stata una notte magica, un esordio inaspettato, ho trovato anche la rete, la vittoria, è stato tutto perfetto. Quest’estate non avrei mai immaginato di fare parte del gruppo. La dedica a mio fratello? Da quanto sono entrato in questo mondo ogni cosa è dedicata lui, non c’è nulla di strano, così come fa la mia famiglia, che mi ha seguito sempre, soprattutto mio padre. La mia famiglia mi ha sempre seguito, mio padre mi ha portato ovunque fino a che non ho preso la patente, sono contenti che sto vicino casa, mi stanno più vicino. A Viterbo sono stati tutti contenti, me lo hanno dimostrato dopo Bergamo perché parlavano di me, niente di assillante, è una cittadina piccola e ci consociamo tutti, non sono il vip della situazione ma un ragazzo semplice sempre disponibile a parlare con tutti. Dell’esordio a Bergamo ero interessato alla prestazione per far vedere che non ero sbadato, che ho delle qualità e che potevo starci. Lo volevo dimostrare anche a me stesso, è stato importante perché non nascondo che avevo timore passare dalle serie cadette alla massima, in più mettiamoci un campo ostico come quello di Bergamo, non ero fiducioso in me stesso. Ma poi Lucas e Parolo mi hanno fatto trovare la fiducia per affrontare la partita nel modo giusto ed è andata bene”.

L’INIZIO STAGIONE DELLA LAZIO – Con l’Atalanta e la Juve abbiamo avuto un approccio importante. Ripartiamo dal pareggio con il Chievo e sabato ci faremo trovare pronti.  Dopo le prime tre giornate non si può dire che stiamo facendo male, abbiamo 4 punti ma abbiamo incontrato la Juve, poche squadre riusciranno a raccogliere punti contro i bianconeri. Nessuno può negare che l’approccio con il Chievo sia stato come quello delle prime due partite. Faceva caldissimo e il campo non era in condizioni ottimali, non sono delle scusanti ma siamo alla terza giornata, è presto per le critiche, stiamo dando molto e stiamo seguendo i dettami di gioco di mister Inzaghi. Ogni partita va analizzata individualmente. A Bergamo abbiamo subito tre golo dopo un primo tempo dove stavamo dominando, non dovrebbe accadere ma c’è stato un rilassamento mentale che alla prima giornata può succedere. Inoltre c’erano tante novità, come la mia presenza, non è stata una situazione facile da gestire. Con la Juve avevamo speso tanto per tenerla bloccata sullo 0 a 0, loro hanno avuto una sola occasione, anzi, se l’è inventata khedira. Quello non è un discorso di concentrazione. Nel nostro gioco spendiamo molto. Con il Chievo abbiamo subito il gol da palla inattiva, ci abbiamo lavorato molto in settimana ma miglioreremo. Il Chievo giocava in casa e aveva tanto entusiasmo, sono stati molto cattivi sulle palle da fermo nelle due fasi, hanno tre centrali che sono dei saltatori di ottimo livello. La classifica la vedo indefinita, da questo inizio, dietro la Juve, ci sono la Roma e il Napoli ma non hanno impressionato nessuno, forse i partenopei hanno fatto vedere qualcosina in più ma hanno giocato contro il Palermo, una squadra che deve trovare ancora la sua quadratura. La Juve fa campionato a se, è una macchina schiacciasassi, contro il Sassuolo, una costruita bene, nei primi 30 minuti è stata devastante, la squadra di Di Francesco sembrava una squadretta appena salita. Mese per mese si vedrà come sarà definita la classifica.

IL RUOLO – In questi due anni in prestito non sempre ho giocato con il 4-3-3, ho giocato con il centrocampo a 4 e ad Ancora ho fatto il quinto di destra. Per noi giovani, pur di giocare, fai qualsiasi cosa ti viene chiesto, giochi dove ti viene richiesto. Ci facevamo trovare sempre pronti. In questi due anni ho trovato la mia duttilità. Mi ispiro a Candreva, ho avuto la fortuna e l’onere di allenarmi con lui, è uno dei top in Europa, sono riuscito a rubargli qualcosa. A chi mi paragono? Non lo so, a nessuno perché lascio parlare gli altri.Come esterno sono diverso da Keita con il quale ho giocato anche in Primavera. Lui è tecnicamente più portato per saltare l’uomo e le difese. Io spazio nelle due fasi di gioco, è la mia caratteristica, in questi due ho incrementato la qualità, cerco la profondità e di giocarmi 1vs 1 con il difensore.

IL SUO MENTOREInzaghi mi ha cresciuto, dagli Allievi è stato il mio mentore nella crescita calcistica. Cerco di mettere sempre tutto l’impegno possibile per ritagliarmi degli spazi, lui è un allenatore che ha coraggio e non ha problemi a inserire un giovane, se vede che ci alleniamo bene e ci ritroviamo nei sui schemi non si fa spaventare. Mi voleva a gennaio 2015 nella primavera ma per me tornare nel settore giovanile dai professionisti rappresentava un piccolo passo indietro. Non mi sono mai arreso e non volevo farlo allora. È stata una scelta non positiva perché da gennaio in poi ho collezionato solo due presenze, ma positive o negative che siano le esperienze fanno crescere. L’esordio con la Lazio è stato fatto nel modo giusto ora vediamo cosa succederà. Il numero 25 è legato agli anni che aveva mio fratello quando è scomparso. Quando ero a Trapani giocavo con l’ 87, anno di nascita di mio fratelli, ma visto che era di Candreva non mi è parso il caso. Mi sento con molti ragazzi ex Primavera, con Filippini abbiamo un rapporto speciale, ma anche con Pollace, Silvagni e Paterni. Il senso di appartenenza ti fa dare qualcosa in più. Chi è cresciuto nel settore giovanile e vive un’opportunità importante, quando ti ritrovi in campo, è successo a me a Bergamo, cerchi di dare il massimo finché i muscoli non ti fanno male e guardi il mister dicendogli che sei arrivato. Poi lui farà le sue scelteL’esperienza è fondamentale, i senatori fanno una parte importante anche per i giovane, nella Lazio siamo tanti giovani, per il futuro molti di noi saranno qui e si creerà un gruppo sempre più forte con la voglia di competere sempre di più.

 

Di Canio e la libertà di pensiero negata…

Galeotta fu la manica corta…Paolo Di Canio torna a far parlare di sé, e questa volta divide il web e il popolo dei social. L’ex giocatore di Lazio, Juventus e West Ham, oggi conduttore televisivo, è apparso in un video, lanciato sui social, con una maglietta a maniche corte,  scatenando un mare di polemiche per la scritta “Dux” tatuata sul bicipite destro (nella trasmissione “Sky Calcio Club” invece indossava giacca e camicia). I commenti sul tatuaggio di Di Canio sono diventati tantissimi in pochi minuti, e gli utenti di Twitter si sono spaccati tra chi si dice indignato dal voler a tutti costi trovare lo scoop evidenziando un tatuaggio che si intravede appena e chi invece sostiene l’ex calciatore e le sue idee politiche o viceversa lo attacca per questo motivo. Ecco la foto che ha scatenato la discussione:

Una polemica che ha coinvolto inevitabilmente Sky che, sconvolta, è accorsa subito ai ripari “cacciando” il suo opinionista: “Abbiamo commesso un errore, ci scusiamo con tutti quelli ai quali abbiamo urtato la senbilità. Dopo un lungo colloquio con l’interessato abbiamo deciso per la sospensione”, sono state le parole di Jacques Raynayd – vicepresidente esecutivo Sport Channels e Sky Media –, con le quali ha annunciato, quindi, la sospensione del programma dell’ex attaccante laziale.
Non è la prima volta che Di Canio si trova al centro di polemiche per le proprie idee extracalcistiche, evidentemente la libertà di pensiero e di parola sono concetti che valgono solo per Charlie Hebdo.

Facco: “Un giorno la Lazio dovrà spiegarci perchè preferisce puntare sui giovani stranieri piuttosto che sui nostri”

L’ex giocatore biancoceleste Mario Facco intervenendo ai microfoni di Radiosei ha posto un interessante quesito riguardo una situazione che negli ultimi tempi va sempre più verificandosi in casa biancoceleste, ossia il perchè dell’acquisto di tanti stranieri. Queste le sue parole sull’argomento:

“I dirigenti biancocelsti un giorno ci dovranno spiegare il perchè la società preferisce investire su calciatori stranieri di non alto profilo invece di cercare di valorizzare qualcuno dei nostri. Ed anche perchè il mercato spesso terina con delle incomprensioni di ruoli. Questo discorso riguarda anche le altre società. Il nostro calcio manca di competenza e programmazione, è evidente che viaggia verso il basso. Maggiormente per questo motivo bisognerebbe trovare tra i nostri giovani coloro che fanno la differenza e puntare su di loro facendoli giocare. Era da molti anni che la Lazio non riusciva a portare un proprio prodotto in prima squadra. Quando è emerso Cataldi la prima cosa fatta sul mercato è acquistare Milinkovic. Queste sono cose che non riesco a capire”.

FORMELLO – Tanto lavoro tattico nella seduta pomeridiana. Keita pronto al debutto dal 1′

AGGIORNAMENTO ORE 19 – La Lazio è tornata in campo alle 17 per preparare la partita di sabato prossimo contro il Pescara di Massimo Oddo (Stadio Olimpico, ore 18). In questa sessione pomeridiana Inzaghi ha lavorato molto sulla tattica chiedendo impegno e intensità ai propri giocatori. Dopo una prima fase di torello, l’allenatore biancoceleste ha insistito sulle combinazioni e sugli esercizi di recupero palla e tiri in porta. Alle 18 tutti negli spogliatoi. Si riprende domani con la seduta delle 17,30. In vista del match di sabato pomeriggio si scalda per un posto da titolare Keita, per completare il tridente d’attacco, con Immobile e Felipe Anderson. Gli interrogativi potrebbero riguardare due senatori della rosa, Radu e Lulic, entrambi deludenti con il Chievo. Lukaku e Milinkovic sperano in una chance, di scalzarli per una maglia dal primo minuto. Potrebbero essere favoriti dal turno infrasettimanale con il Milan, in programma martedì prossimo, a soli tre giorni di distanza dall’anticipo di sabato (ore 18). Il tecnico biancoceleste deve decidere se dosare le forze o se mettere in campo anche contro l’ex Oddo la migliore formazione possibile.

Prosegue la preparazione agli ordini di mister Inzaghi e del suo staff in vista di Lazio-Pescara. I biancocelesti si sono ritrovati per l’allenamento mattutino sul campo centrale del Centro Sportivo di Formello. Fase iniziale con gruppo diviso in quattro parti e lavoro sul torello a tre colori. Quindi fase atletica sulla forza con l’ausilio degli elastici. Successivamente scatti con slalom tra i coni prima della fase tattica. Appuntamento alle 17:00 per la seconda seduta della giornata

Berisha al veleno contro la Lazio

Etrit Berisha ha lasciato la Lazio nell’ultima finestra di mercato per accasarsi a Bergamo. L’ex portiere biancoceleste nel corso dell’odierna conferenza stampa di presentazione è tornato sul suo addio alla squadra capitolina:

“Alla Lazio ho aspettato sempre inutilmente il mio momento ma non mi è stata data la possibilità di mettermi alla prova giocando con continuità. Qui all’Atalanta ci sono Konko e il mio connazionale Djimsiti, mi hanno parlato bene della società e ho accettato con entusiasmo. Le gerarchie sono chiare, con Sportiello non c’è nessun dualismo. Poi sarà il campo a decidere”.

Anche un ex biancoceleste tra le nuove cariche UEFA

Ufficializzato dalla UEFA l’erede di Michael Platini. A ricoprire la carica che è stata dell’ex presidente francese sarà lo sloveno Aleksander Ceferin che con 42 voti a favore si è sbarazzato del rivale van Praag che ne ha ricevuti solo tredici. “Le Roi” Platini ha così commentato l’elezione del suo successore: “Continuate senza di me, ho la coscienza pulita”. Nominato vice presidente dell’UEFA una vecchia conoscenza biancoceleste, Dejan Stankovic.

Partita della Pace – L’invito di Lucas Biglia

Allo stadio Olimpico di Roma il prossimo 12 ottobre andrà in scena la Partita della Pace, l’incontro di calcio organizzato da Papa Francesco. Presenti all’evento benefico molti personaggi del mondo del calcio sia del momento che del passato.

A rappresentare la Lazio dovrebbero esserci Biglia, Cataldi e Murgia, che hanno già preso parte alla conferenza di presentazione della gara. Il giocatore argentino, connazionale del Papa, ha postato il suo invito attraverso la pagina social della manifestazione: “Ciao sono Lucas Biglia, ti aspettiamo il 12 ottobre alla partita della Pace per dare una mano e un contribuito”.

Buccioni: “Il Flaminio è una culla laziale, sarebbe bello rifarne la casa dei biancocelesti”

Il Presidente della Polisportiva Antonio Buccioni parlando dello stadio Flaminio ha voluto ribadire un concetto noto in città ed agli addetti ai lavori, cioè che l’impianto romano edificato per le Olimpiadi di Roma del 1960 dall’ing. Nervi è da sempre legato alla storia della società biancoceleste. Queste le sue parole riportate da Radiosei:

“Il Flaminio culturalmente, socialmente e storicamente è ritenuto in città come una culla laziale. Come lo è anche il quartiere intorno all’impianto, quindi sarebbe una cosa meravigliosa restituire alla Lazio la propria casa. La Polisportiva da tempo si è mossa nei limiti in cui ha potuto farlo ma gli interlocutori istituzionali spesso non ci hanno dato ascolto”.

POLISPORTIVA – Campagna abbonamenti della S.S. Lazio Calcio a 5

La S.S. Lazio Calcio a 5 ha emesso il seguente comunicato relativo alla campagna abbonamenti 2016-17:

La S.S. Lazio Calcio a 5 entra in una nuova era, varando la versione 2.0 del suo percorso da quando, ormai tre anni fa, è cambiata la proprietà del club. Con l’annuncio del nuovo campo di gioco, con la scelta di Fiano Romano quale sede delle partite interne della Serie A maschile e dell’Elite femminile, entreranno in gioco nuove dinamiche. Fino alla passata stagione, infatti, l’ingresso per le gare casalinghe risultava gratuito. Non sarà più così: al fine di regolamentare l’accesso agli spalti ed avvalendosi del supporto di un marchio di assoluto prestigio come LiveTicket, è stata pianificata una casistica di prezzi riguardante le gare casalinghe. Il tutto valido sia per ciò che riguarda l’ingresso singolo alle partite, sia per la campagna abbonamenti alla stagione 2016/2017 che parte questa mattina. Sentiamo infatti la necessità di fidelizzarci ancor di più ai nostri tifosi, rendendoli parte integrante del nostro percorso. Crediamo infatti che la Serie A maschile e la Serie A Elite femminile siano uno spettacolo unico nel loro genere, che oltretutto in Italia solamente la Lazio può fornire a questo livello. Un passo come il nostro va nella direzione di crescita dell’intero movimento, una spinta verso il professionismo che andrebbe raccolta e sostenuta da tutti i top club del nostro paese. “Sempre insieme” è il nostro motto. Insieme ai nostri tifosi, al fianco delle nostre due prime squadre.

INGRESSO SINGOLA PARTITA
Il biglietto della partita si potrà comprare online sul sito LiveTicket – a partire da sette giorni prima dell’evento – oppure il giorno stesso della gara presso l’apposita postazione che sarà allestita all’interno del Palazzetto dello Sport di Fiano Romano (via Tiberina km 21.500). Il costo di un biglietto intero sarà di 3,50 euro (3,50 esclusa prevendita qualora il ticket venisse comprato online). Previsto il pagamento ridotto per i ragazzi dai 6 ai 12 anni (1,50 euro).

ABBONAMENTI
Di seguito sono elencate tutte le diverse casistiche di prezzi e genere per gli abbonamenti della stagione 16/17. Tali abbonamenti si potranno effettuare online sul sito di LiveTicket, all’apposita sezione www.liveticket.it/sslaziocalcioa5 e alla biglietteria del campo il giorno della prima gara. L’abbonamento sottoscritto online con la relativa tessera arriverà all’indirizzo indicato con spedizione semplice, oppure potrà essere ritirato presso la sede sociale del club (via F. Gentile 135, Roma).


ABBONAMENTO SERIE A + SERIE A ELITE (19 gare totali)
Intero: 60 Euro, esclusa prevendita
Ridotto (6-12 anni): 25 Euro, esclusa prevendita

ABBONAMENTO SERIE A MASCHILE (Regular season, 11 gare)
Intero: 35 Euro, esclusa prevendita
Ridotto (6-12 anni): 15 Euro, esclusa prevendita

ABBONAMENTO SERIE A ELITE FEMMINILE (Girone B, 8 gare)
Intero: 25 Euro, esclusa prevendita
Ridotto (6-12 anni): 12 Euro, esclusa prevendita

Per ulteriori informazioni si può visitare la sezione del sito LiveTicket appositamente dedicata alla Lazio C5 (www.liveticket.it/sslaziocalcioa5), oppure contattare il numero di telefono 347 457 4174″.

Bizzarri: “Lazio avversaria prestigiosa ma vogliamo fare punti”

Il numero 1 del Pescara Albano Bizzarri ha parlato della gara di sabato contro la sua ex squadra la Lazio a tuttopescaracalcio.com: “Per me si tratta solo di una grande partita che ci aspetta, in un grande stadio e contro un’avversaria prestigiosa e forte. Per il Pescara, però, sarà un’altra occasione per fare punti: per noi non ci sono partite impossibili, ci proviamo sempre puntando sulla nostra identità”

Ag. Klose: “Con la Lazio la scorsa stagione ha fatto 31 gare e 8 gol. Perché nessuno lo prende?”

Dopo l’addio dalla Lazio, Miro Klose non è ancora riuscito a trovare una squadra. A spiegare la situazione ci ha pensato uno dei suoi agenti: “A partire da luglio abbiamo parlato con diversi club a proposito di Miro. C’era stato un interessamento iniziale, ma sfortunatamente nulla di concreto. L’ostacolo principale è rappresentato dall’età. Ovviamente i 38 anni spaventano subito diverse persone. Ci è stato persino detto che c’erano delle preoccupazioni riguardo le sue condizioni, è un mistero per noi. La scorsa stagione, tra Serie A ed Europa League, ha giocato 31 partite con Lazio segnando otto reti e servendo altrettanti assist. Chiunque conosce Miroslav Klose, sa che le sue potenzialità fisiche e il suo stato di forma sono sempre stati al top. Solo in questo modo ha potuto giocare a questi livelli per così tanto tempo”, le parole riportate da outside90.com.

Il sindaco Virginia Raggi rifiuta la maglia della Lazio. Ecco perché

In questi giorni é circolata una foto della Raggi in compagnia di suo figlio Matteo con indosso la maglia numero 87 di Antonio Candreva, appena ceduto all’Inter. Immagine che abbiamo riportato anche noi sul nostro sito.

Il nuovo responsabile della comunicazione del club capitolino, Arturo Diaconale, ha così pensato di procurare, per il piccolo, la casacca di questa stagione. E ha ritenuto che quella di Ciro Inmobile potesse essere la più apprezzata. Sicuramente sarebbe stato così. Peccato che Matteo quella maglia non l’abbia mai ricevuta.

A riportarlo è L’Ultima ribattuta che spiega come il sindaco di Roma abbia rifiutato la maglia della Lazio con la seguente risposta (o di chi per lei).“No grazie, il sindaco non può schierarsi apertamente ed essere etichettata come tifosa laziale. Deve mantenere imparzialità, anche nel calcio”.

 

Sebastiani: “Rispettiamo la Lazio ma non abbiamo paura. Lotito? Personaggio che fa bene al calcio”

Si sta avvicinando la seconda sfida proibitiva per il Pescara dell’ex Massimo Oddo. Dopo la sconfitta contro l’Inter di De Boer, pur giocando un ottimo calcio, i delfini dovranno vedersela con i ragazzi di Inzaghi, vogliosi più che mai a far tacere i pessimisti. Per parlare della sfida di sabato pomeriggio (ore 18) allo Stadio Olimpico è intervenuto patron Sebastiani che si è dimostrato più che soddisfatto del rendimento dei suoi: “Abbiamo fatto tre grandi partite e mi auguro che si possa giocare così anche la quarta. Io ho la certezza di avere diversi giocatori che faranno parlare di loro. Caprari ha fatto delle giocate da campione contro l’inter, se avesse avuto la maglia neroblu e non la biancoazzurra se ne sarebbe parlato per giorni. Questo stimolo va mantenuto per tutti il campionato, dobbiamo metterci sempre il 150%. Sabato verranno a Roma circa 2000 tifosi. Dispiace per la frattura tra le tifoserie, mi auguro che non accada nulla di particolare, perché si tratta di una partita di calcio“.

ODDO –Ho sbagliato poche volte sugli allenatori. Di Francesco l’ho inventato io, con Oddo è stato uguale. Sono entrambi persone serie e preparate.

LAPADULA Noi siamo una piccola società, Lapadula aveva una serie di richieste, ha deciso dove andare. Al suo posto avrei fatto un’altra scelta dal punto di vista tecnico, ma sono convinto che si prenderà un posto nel Milan e dimostrerà le sue qualità“.

LA SFIDA DI SABATO –Non firmo nulla, le partite vanno giocate, sempre. Noi abbiamo grande rispetto per la Lazio, che è una delle squadre più forti del campionato, ma nessuna paura. Ce la giocheremo senza barricate. Mi auguro sia una partita ricca di spettacolo. Lotito? Il presidente mi chiese solo Lapadula, nessun altro giocatore. Con lui avevo un rapporto già da prima che io entrassi in questo mondo. Ritengo sia uno dei personaggi che al calcio facciano bene, lavora molto, anche se a volte ha uscite particolari”.