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Lazio, finalmente i nazionali!

Finalmente tornano i nazionali! Già, perchè nella giornata di domani rientreranno a Formello tutti quei biancocelesti che hanno giocato con le rispettive rappresentative nella prima parte dell’estate.

Come riportato da Il Corriere dello Sport, Inzaghi potrà avere a disposizione 5 giocatori in più, tra cui Biglia e Parolo, oltre ai nuovi acquisti Wallace ed Immobile. I giocatori partiranno poi con la squadra per la seconda parte del ritiro, che si svolgerà dal 5 al 13 di Agosto a Marienfeld, in Germania, presso l’hotel Klostempforte.

FORMELLO – Report della seduta mattutina

Questa mattina i biancocelesti di Simone Inzaghi si sono ritrovati sul campo Fersini di Formello alle 9:30 per la sessione di allenamento.

I giocatori che ieri sono stati impegnati nella vittoriosa amichevole sul campo del Brighton hanno svolto una seduta di scarico, lavoro completo per il resto del gruppo, compresi i nazionali. Torello in due gruppi, possesso palla e sessione di circolazione della sfera con sponde. Successivamente partitella con vincoli blu contro arancio e ripetute in chiusura. Lavoro specifico per il neo-acquisto Wallace e Tounkara, con giri di campo ad andatura standard. Lavoro personalizzato anche per Antonio Candreva, che ha effettuato un lavoro tecnico nel finale di seduta.

Diaconale: “A disposizione per riportare il sereno”. Lotito: “Serve autorevolezza nella comunicazione”

A Formello è stato il giorno della presentazione del nuovo responsabile della comunicazione della società biancoceleste. Arturo Diaconale, conosciuto giornalista politico cresciuto alla scuola de “Il Giornale” di Indro Montanelli, attualmente nel consiglio di vigilanza della Rai, è stato chiamato dalla Lazio per arricchire un organico societario apparso carente e che dopo Angelo Peruzzi si amplia con un nuovo tassello.

Alcune parole di introduzione da parte del presidente Claudio Lotito: “E’ in atto nella Lazio una ristrutturazione della società, funzionale a una crescita organizzativa e a un miglioramento della qualità delle persone chiamate a ricoprire certi ruoli, che devono avere una maggiore autorevolezza. Arturo Diaconale è mio amico da tempi non sospetti, all’incirca dal 1988: averlo portato qui è una scelta di qualità da parte della società senza dimenticare i meriti di chi ha lavorato nella comunicazione precedentemente. Quando sono arrivato qui la società non aveva nulla: né una radio, né una televisione né un giornale ufficiale: un lavoro svolto dalla società ma anche e soprattutto da Stefano De Martino.

Crescendo la società ha bisogno di strutturarsi: la Lazio ha svolto un lavoro esemplare dal punto di vista societario, ma il lavoro della comunicazione non è mai stato riconosciuto. Per questo ho deciso di avvalermi di una professionalità di valore assoluto, che possa aiutare a far rappresentare il vero lavoro della società, quando spesso vengono messi in luce solo gli aspetti negativi. Questo significa che degli aspetti della comunicazione non funzionano: c’è una parte della stampa attorno alla Lazio che ricostruisce in maniera artificiosa i fatti. Voglio che questi errori siano prevenuti ed evidenziati da una persona differente dalla mia: una figura che possa svelenire l’ambiente e far fronte anche alle critiche, quando giustamente arriveranno. Ma come ha detto Peruzzi, la polemica fine a sé stessa è puerile, se non addirittura tesa verso altri obiettivi artificiosi.

Arturo Diaconale sarà dunque il responsabile della comunicazione, con Stefano De Martino che parallelamente continuerà nella sua opera meritoria. Ho deciso di ascoltare i suggerimenti costruttivi: Arturo Diaconale è la persona giusta per aprire una stagione nuova, tesa al dialogo ma anche al rispetto dei ruoli. Una nuova epoca basata sull’autorevolezza, di giornalisti che possano confrontarsi con l’oggettiva statura professionale di Diaconale. Ricominciamo da capo: De Martino non deve essere il capro espiatorio delle cose che non funzionano nella comunicazione laziale. A lui il compito di gestire i canali ufficiali della società, mentre Diaconale sarà responsabile della comunicazione e portavoce del club.

Prende la parola Diaconale: “Ringrazio il presidente per la fiducia e la manifestazione di stima appena espressa nei miei confronti. Lo ringrazio anche per un altro aspetto: per l’occasione che offre a un giornalista, tifoso della Lazio da sempre, di occuparsi della società che ama fin da bambino. E’ un doppio ringraziamento davvero sentito da parte mia, non avrei mai immaginato di poter vivere un’avventura del genere.

Chi mi conosce sa che sono una persona di principi e di dialogo: credo in alcuni valori e soprattutto nella possibilità di potermi confrontare con tutti, senza pregiudizi nei confronti di nessuno ma pretendendo la stessa lealtà e lo stesso rispetto che manifesto agli altri. Come si suol dire, sono di buon carattere… ma di carattere. Il compito che mi affida il presidente è un compito estremamente interessante, impegnativo e affascinante. Dobbiamo creare un nuovo clima attorno alla squadra e anche attorno alla sua immagine. Mi ha colpito molto un’osservazione che ha fatto, parlando del Milan, Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. Si evidenziava come i tifosi rossoneri fossero andati da Berlusconi a protestare. Ovvero, un presidente che ha fatto la storia, così come Lotito negli ultimi dodici anni ha fatto la storia della Lazio. Presidenti che non sono cinesi, né malesi: che possono prendersi le critiche giornaliere dei tifosi per il semplice fatto che sono qui, presenti come ormai i nuovi capi del calcio non sono più.

Ho molto apprezzato la dichiarazione di intenti dei tifosi della Curva Nord che hanno annunciato di voler tornare allo stadio. La presenza dei tifosi allo stadio riesce a dare senso alla comunità: se posso contribuire a ricostruire questo particolare valore ne sarò particolarmente felice, collaborando con tutte le istanze della stampa. Mi piacerebbe incontrare i giornalisti in maniera non ufficiale, venerdì 19 agosto prima dell’inizio del campionato, per recepire i suggerimenti di tutti. Cominceremo un nuovo percorso che io sono convinto potrà essere importante.

All’evento Di Padre In Figlio lei ha espresso commozione per il calore della gente laziale. Che cos’è la lazialità per lei e come andrà comunicata a livello di valori?La lazialità è una storia e una tradizione. Passione e sentimenti che uno si porta dietro sin da bambino. Per me la lazialità è un gol di Selmonsson visto a 11 anni allo stadio di Padova, che mi fece impazzire, unico ragazzino in mezzo a tifosi avversari. Un ricordo di quando nostro padre ci portava allo stadio: bisogna recuperare la possibilità di andare allo stadio in un clima gioioso, non in un clima di guerra. Bisogna recuperare anche quello spirito un po’ aristocratico di una squadra che deve smontare i pregiudizi che girano, la squadra nata al centro di Roma che deve recuperare il rapporto con la sua città. Dobbiamo essere all’altezza della Capitale che rappresentiamo.

Come si svilupperà il rapporto col presidente Lotito, per ammorbidire alcune ruvidezze nell’ambito della comunicazione?Ognuno ha il suo carattere: non posso interferire con il carattere di un personaggio poliedrico, vulcanico e vitale come il presidente Lotito. Io non mi permetterò mai di imporre una linea di pensiero al presidente: cercherò però di suggerirgli e favorirgli una maggiore comprensione verso l’ambiente. La mia presenza qui è un atto di fiducia verso il presidente Lotito, che considero un uomo estremamente intelligente.

Com’è nato il primo contatto con la società?Il presidente mi ha chiamato il 25 luglio, mentre ero in consiglio di amministrazione in Rai. Lì è nata la proposta e la decisone di parlarne: è un rapporto recente anche se la conoscenza e l’amicizia è ormai trentennale.

Il presidente Lotito come ha accolto il comunicato della Nord? (risponde Lotito)Il nostro scopo è quello di riportare la normalità: i risultati si ottengono con l’apporto di tutte le componenti, che sono la società, la qualità dei giocatori, lo staff tecnico, l’organizzazione del club e la tifoseria. Nessuna di queste componenti è esclusa: l’esperienza che ho maturato nelle istituzioni, anche al fianco della Nazionale, mi ha confermato ciò che ho sempre saputo. Il clima attorno alla squadra e all’interno del gruppo è fondamentale. I calciatori non sono automi, sono persone come noi. che risentono anche delle pressioni negative, quando si vengono a creare. Noi dobbiamo fare in modo che l’ambiente, all’unisono, concorra al raggiungimento di certi obiettivi.

Io ho sempre detto che se devo scegliere tra la legalità e il consenso, sceglierò sempre la legalità. Con questa premessa, il consenso se raggiunto è poi straordinariamente bene accetto. In questo devono contribuire anche i mezzi di comunicazione che devono sempre ritrarre i fatti in maniera conforme alla realtà: poi su questa base si può giudicare l’operato in maniera positiva o negativa. Una mia grande soddisfazione è stata portare Lotito in giro a Formello, dopo che lui c’era stato per otto anni: a volte nel centro sportivo mancava anche l’acqua calda, ora persino le siepi, 28 ettari, sono gestite con ordine al millimetro. L’ordine non sempre viene recepito da tutti in maniera positiva: servono regole, imparzialità e ritiro dei privilegi, parole che non piacciono a tutti e che hanno portato a una contrapposizione.

L’importante è che tutte le azioni siano tese al raggiungimento del bene della Lazio: il club non deve essere danneggiato, a prescindere da ciò che si può pensare dal presidente. Le contrapposizioni di carattere personale non devono intaccare il patrimonio della lazialità. A Roma mi dicono che sono un ladro di sogni, nel resto d’Italia vengono riconosciute tutte le mie capacità: non sono ancora andato in vacanza e viene visto quasi come un’appropriazione indebita, una figura padronale legata solo ai propri interessi. Mettiamola così: non siamo stati in grado di vendere bene quello che abbiamo fatto.

De Martino, criticatissimo, ha costruito una struttura mediatica copiata da molte altre società, compresi quelli che arrivano sempre dopo: siamo la prima squadra della capitale e autoproduciamo tutte le nostre componenti mediatiche, radio, tv e rivista. Strumenti per far sentire la voce della società. Eppure tutte queste cose non sono state considerate: persino l’avere una catena di negozi è stata vista come un demerito. Stiamo lavorando per mettere i tifosi in condizione di essere sempre vicini alla squadra. Ho raccolto i suggerimenti dei tifosi, dall’arrivo dell’aquila Olympia alla scritta “La prima squadra della Capitale”: persino il pullman, la Lazio non aveva mai avuto un mezzo di proprietà. I miei progetti, a partire da quando sono arrivato alla Lazio, sono sempre stati portati a compimento. 

La cosa più importante è aver salvaguardato la storia di questo club: altre società sono passate attraverso fallimenti, noi siamo quelli che eravamo nel 1900: io sono un uomo libero e il club è altrettanto libero, come forse non lo era mai stato nella sua storia: la Lazio è vista dalle altre società come un’avanguardia, in passato è stata anche costretta a girare con il cappello in mano. Questo con me alla presidenza non è mai successo e non succederà mai: ora ricominciamo a scrivere una nuova pagina per non disperdere il nostro patrimonio ultracentenario.

Fabio Belli

Il Mirror celebra Morrison dopo il gol al Brighton

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Il goal di pregevole fattura segnato ieri da Ravel Morrison nell’amichevole contro il Brighton ha suscitato notevole entusiasmo un po’ ovunque, anche e soprattutto nella patria d’origine del centrocampista biancoceleste, l’Inghilterra, dove questa mattina il quotidiano ‘Mirror’ gli ha dedicato un bell’articolo per celebrare l’avvenimento.

Ravel Morrison segna un goal meraviglioso per la Lazio contro il Brighton come a ricordare la sua classe fuori dal comune”, questo il titolo del pezzo, a firma di Jack Rathborn, in cui non solo si fa un resoconto della carriera del numero 11 laziale, dagli inizi col Manchester United passando per il passaggio al West Ham per giungere all’arrivo a Roma, ma viene anche rivolta allo stesso tutta una serie di complimenti per il grande gesto tecnico, che potrebbe segnare per il ragazzotto britannico l’inizio della rinascita dopo i primi 12 mesi all’ombra del Colosseo decisamente deludenti. Di questo i suoi connazionali sembrano essere davvero certi: Morrison is back!

Immobile: “Ho scelto la Lazio per la sua storia: per me è un punto d’arrivo”

Su il sipario sull’acquisto più atteso: a Formello è stato il giorno della presentazione ufficiale di Ciro Immobile, pronto a rilanciarsi in maglia biancazzurra dopo le sfortunate esperienze con Borussia Dortmund e Siviglia. L’attaccante della Nazionale è pronto a raccogliere in attacco l’eredità più pesante in casa Lazio, quella di Miro Klose.

Alcune parole di introduzione, come di consueto, sono state rivolte ai giornalisti dal direttore sportivo della Lazio, Igli Tare:Ciro Immobile ha dimostrato negli anni di essere un giocatore di grandissima qualità, acquisendo anche una grande esperienza internazionale. Ha tutti i requisiti per giocare nella Lazio, sperando che possa portare un valore aggiunto per vincere qualcosa insieme. Credo sia un giocatore che possa trasmettere i valori rappresentati anche dal tifoso laziale, la grinta e la voglia di non arrendersi mai sempre in primo piano.

Parola a Ciro Immobile:Sono ovviamente felice di essere qui, in una società così importante. La Lazio ha una storia e un’organizzazione che non hanno nulla da invidiare a nessun club,  me ne sono accorto appena ho messo piede qui. Spero di poterci mettere la grinta e la voglia sottolineate dal direttore sportivo.

Quando sono iniziati i contatti con la Lazio e cosa ti ha convinto a scegliere la Lazio?I primi contatti li ho avuti durante l’Europeo, c’erano delle battutine col presidente Lotito che era presente con la spedizione azzurra. Si è creato lì questo feeling: la storia della Lazio e la sua gloriosa maglia mi ha spinto ad accettare, oltre alla serietà dimostrata dalla società.

Cosa provi ad essere etichettato come l’erede di Miro Klose?Sicuramente è una grande responsabilità, anche perché a Dortmund ero stato designato come erede di Lewandowski e a Siviglia come erede di Carlos Bacca. Miro è stato un campione straordinario ma alla Lazio ce ne sono stati tanti prima di lui: è giusto che il centravanti della Lazio, giocando in una società così importante, abbia grandi responsabilità.

Ti hanno parlato del derby e della sua importanza?Me ne hanno parlato e lo conosco bene, sicuramente sarà una partita speciale.

Secondo te cosa non è andato nelle tue ultime due stagioni? Cosa ti fa pensare che la prossima sarà quella del tuo riscatto?Sono state due stagioni diverse: l’ambientamento di uno straniero in Germania è difficile, ma lì si sono aggiunti problemi di squadra, a fine gennaio eravamo ultimi e capite che ambientarsi in una squadra che non funziona di per sé è ancora più difficile. Quell’anno però ho anche realizzato quattro gol in Champions League, dal punto di vista personale non mi sono mai dato per vinto ed è stata un’avventura che ha ampliato il mio bagaglio d’esperienza. A Siviglia non ho avuto mai la possibilità di esprimermi al meglio, ho giocato pochissime partite e ho deciso di tornare al Torino perché avevo voglia di rimettermi in gioco e di dimostrare di poter partecipare all’Europeo. Questa sarà una stagione di rilancio, spero che lo sia per me e anche per la Lazio.

26 anni è l’età giusta per affrontare una piazza come Roma? Può essere la scelta giusta per restare protagonista anche in Nazionale? “Sì, credo di essere nel pieno della maturità e pronto ad affrontare la sfida di vestire la maglia della Lazio. Con i compagni c’è stato subito grande feeling, anche l’arrivo di Angelo Peruzzi, che è sempre vicino a noi, è importantissimo. In Nazionale Ventura mi conosce ma per ambire alla Nazionale bisogna dare il massimo ogni giorno.

Perché la scelta della maglia numero 17? Quanti gol ti senti di promettere?Ho voluto ritornare alle origini, l’avevo a Pescara in una stagione straordinaria, inoltre mia moglie è nata il 17 luglio. I gol non si promettono mai, posso promettere di mettere tutto in campo, la voglia che ho accumulato in questi due anni per realizzare più gol possibili.

Pensi che la Lazio sia la piazza giusta per tornare ai livelli di tre anni fa a Torino?In quella stagione tutto ha girato nel verso giusto. Ho parlato con i compagni di squadra in Nazionale per capire bene come gioca la Lazio, voglio calarmi in pieno in questa realtà: so che al mister Inzaghi piace giocare sempre la palla, conosco i movimenti del 4-3-3. So che vuole sempre arrivare a finalizzare giocando palla a terra, è un modo di giocare che può esaltare le mie caratteristiche.

La Lazio ha una grande storia di centravanti: a chi pensi di assomigliare di più?Mi ricordo di Signori, ho visto tanti gol di Giordano: sono attaccanti che amavano giocare palla a terra, come me. Da qui a fare paragoni può essere prematuro, riparliamone dopo due o tre anni.

Keita ha definito questa società come un punto di partenza: per te, come attaccante della Nazionale, la Lazio è un punto d’arrivo?Sì, la Lazio è un punto d’arrivo ed è una società che deve ambire a tante cose, riprendendosi il suo posto nella storia del calcio italiano ed internazionale.

Fabio Belli

Djordjevic infortunato durante Brighton-Lazio: la società torna sul mercato?

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Per la Lazio l’amichevole di ieri all’AMEX Arena contro il Brighton è stata positiva sotto il profilo del risultato, un po’ meno sotto quello dell’infermeria: all’1-0 per effetto del gran gol di Ravel Morrison ha fatto infatti da contraltare l’infortunio di Filip Djordjevic, l’attaccante serbo che è stato costretto ad uscire dal terreno di gioco al 7′ della ripresa a seguito di uno scontro con un avversario ed è apparso dolorante.

Come riporta Repubblica, le sue condizioni verranno monitorate dallo staff medico biancoceleste nei prossimi giorni: il problema, a quanto pare, non dovrebbe essere gravissimo, ma la caviglia, ad un primo esame, è sembrata piuttosto gonfia e ciò preoccupa non poco la dirigenza biancoceleste. La quale, essendo Djordjevic l’unico attaccante a disposizione di Inzaghi oltre a Immobile (il colombiano Perea non sembra infatti rientrare nel progetto tecnico dei capitolini), si potrebbe muovere sul mercato alla ricerca di un nuovo profilo. Un’ipotesi che, per la verità, il tecnico piacentino aveva escluso nella conferenza stampa di chiusura del ritiro di Auronzo, ma che potrebbe tornare in auge, con nuovi sviluppi, nei prossimi giorni.

Mazza: “Peruzzi scelta saggia ma non basta. Il mercato finora è lacunoso e carente”

“Certamente è un passo nella giusta direzione. Ma è evidente che Angelo Peruzzi non basta. Per lo spessore e la stima del professionista, l’ingaggio dell’ex portiere della Nazionale e della Lazio è una scelta tardiva ma saggia. Sarà il tempo a dirci se il suo incarico sarà operativo e di grande rilievo. L’esperienza insegna che Lotito non delega niente a nessuno, nemmeno se deve chiedere copia di un documento al comune. Adesso, presentando il nuovo “acquisto”, ne ha parlato come di un addetto alle esigenze “emozionali” della Lazio, finora trascurate a vantaggio di cose “sostanziali”. Il messaggio sembra chiaro: volevate un po’ di fumo (biancoceleste) da mostrare in pubblico? Eccolo. La quota di lazialità è garantita e noi continueremo a pensare alle questioni più importanti, quelle “sostanziali”. Se le cose stessero così, non ci sarebbe da stare allegri. So per certo che il nome di Peruzzi era stato al centro di una riflessione del vertice societario cinque o sei anni fa. Ci furono riunioni, appuntamenti (mancati) e alla fine un nulla di fatto. Evidentemente, gli aspetti “emozionali” non erano considerati importanti come adesso, con una situazione ambientale che è un eufemismo definire allarmante. Ci sono giocatori in uscita che altri (i più in vista) vorrebbero imitare. La campagna acquisti – diciamo, a parte Immobile – è ancora lacunosa e carente. I tifosi, diffidenti, non rinnovano né sottoscrivono l’abbonamento. La Curva Nord annuncia il ritorno sugli spalti, ma non rinuncia alla contestazione. La vicenda Bielsa pesa ancora come un macigno sulla stagione che va a incominciare. Lo spogliatoio è attraversato da veleni che sembrano replicare – addirittura aggravandolo – il pessimo clima della passata stagione. L’allenatore appare, a sua volta, bisognoso di quella fiducia sostanziale che gli era stata negata alla fine del campionato, nella fase dei corteggiamenti, dei contatti e dei contratti con altri allenatori… In questo quadro, il compito che spetta ad Angelo Peruzzi è gravoso e impegnativo. Speriamo che gli aspetti “emozionali” coincidano presto con quelli “sostanziali”; e viceversa. In caso contrario, si sarebbe perso altro tempo, con ulteriori danni che sarà ancora più difficile riparare. Un giorno”. Questo l’editoriale di Mauro Mazza al Corriere dello Sport.

CALCIOMERCATO – Balotelli bocciato da Besiktas e Pescara. Lui è pronto a un “sacrificio” per la Lazio

Chi lo avrebbe immaginato qualche anno fa che Balotelli sarebbe arrivato a cercarsi invano una squadra pronto ad accoglierlo? Il Milan non l’ha riscattato (dopo avergli dato due chance), il Liverpool l’ha scaricato, il Besiktas ha cambiato idea su volere del suo allenatore e neanche il neo promosso Pescara vuole averci a che fare. Davvero una brutta fine per Super Mario che ormai di Super ha solo in conto in banca.

GUNES FA SALTARE TUTTO

“Balotelli non fa parte dei miei piani. Non ho mai sentito un parere positivo sul giocatore e non ho una buona opinione di lui”, con queste poche parole al sito fourfourtwo.com il tecnico del Besiktas Senol Gunes ha scaricato l’attaccante italiano. Il giocatore era davvero a un passo dalla squadra turca, ma Gunes ha fatto saltare tutto bocciando la scelta della società.

NEANCHE A PESCARA LO VOGLIONO

Il patron Daniele Sebastiani alla Gazzetta dello Sport ha messo a tacere i rumors di mercato che accostavano Super Mario al club abruzzese: “Arriveranno giocatori alla portata del Pescara. È chiaro che giocatori come per esempio Osvaldo e Balotelli non sono alla nostra portata. Noi abbiamo dei profili che rispondono alle caratteristiche di atleti giovani e bravi che hanno voglia di arrivare e far bene”.

LAZIO ULTIMA SPIAGGIA

L’agente del giocatore Mino Raiola, già da gennaio che cerca di convincere Lotito a puntare su Balotelli. Altresì, secondo quanto riporta il Messaggero, l’attaccante sarebbe disposto a dimezzarsi l’ingaggio pur di trasferirsi nella Capitale. Dal canto suo però la tattica della Lazio è di puntare su Immobile e Djordjevic come prima alternativa. Potrebbe aprirsi uno spiraglio qualora con la partenza di Candreva e Keita Inzaghi decidesse di cambiare modulo giocando con due punte. Ma al momento parliamo di un’ipotesi lontana.

Wenger incredulo su Pogba al Manchester United: “Cifre folli!

Il passaggio di Paul Pogba al Manchester United è in via di definizione. E quando verrà concretizzato, salirà in cima alla classifica dei trasferimenti più onerosi della storia del calcio: la cifra esatta non è ancora emersa, ma si oscilla tra i 110 e i 120 milioni di euro. Un bel regalo per José Mourinho, una spesa “completamente folle” invece per Arsene Wenger, tecnico dell’Arsenal: “E’ totalmente folle, soprattutto se confrontiamo queste cifre con la vita normale – ha dichiarato l’allenatore francese –. Ma viviamo in un mondo in cui ogni attività internazionale fa un mucchio di soldi. Il calcio è diventato una competizione mondiale ed è questo il motivo per cui i club possono arrivare a certe cifre. C’è la possibilità che un investimento del genere ti torni? Nessuno può calcolarlo. Da quando sono in questo sport, ho sempre pensato che certe cifre non sono raggiungibili e mi sono sempre sbagliato. Forse – conclude Wenger – nel giro di pochi anni si potranno raggiungere 200, 300 milioni. Chi lo sa?”. Fonte: Gazzetta.it

Candreva verso l’Inter

News – E’ praticamente quasi fatta per Antonio Candreva all’Inter.

E’ di poco istanti fa la notizia che farà tristi i tantissimi tifosi della società biancoceleste.

Infatti le visite mediche previste (e confermate fino all’una di notte), sono state annullate.

 

Morrison: “Sono molto contento per il gol. Dobbiamo continuare così”

Il protagonista di giornata Ravel Morrison è intervenuto nel post partita di Brighton-Lazio ai microfoni di Lazio Style Channel. Ecco le parole del centrocampista biancoceleste:

Sono molto contento per la prestazione di oggi, fisicamente sto bene. Ho segnato un bel gol che ha coronato un match contro un avversario complicato. Abbiamo fatto un buon possesso palla e ora bisogna continuare così, anche nella seconda parte della nostra pre-season“.

 

VIDEO – Milinkovic-Savic: “Morrison eccezionale, Lukaku molto forte. Caso Keita? Tutto risolto”

Dopo l’amichevole londinese contro il Brighton, Sergej Milinkovic-Savic a lazio Style Radio ha commentato la gara: “Abbiamo giocato bene contro un’ottima squadra, mister Inzaghi è soddisfatto di quello che abbiamo fatto vedere in campo. Ho giocato tutta la partita per la prima volta in questa pre-season, è stato importante per me. Devo lavorare ancora per trovare la giusta condizione fisica. Dobbiamo migliorare a livello fisico, dobbiamo mettere più potenza fisica nella parte finale delle partite. Morrison è tecnicamente eccezionale, è un giocatore importante. Lukaku lo conosco da quando giocavo in Belgio, è molto bravo. Djordjevic sta bene, penso che non sia nulla di grave”. Poi ai cronisti presenti, il centrocampista ha parlato di quanto accaduto in allenamento tra Keita e Lulic: “Non ci sono problemi nello spogliatoio. Il caso Keita è stato solo un piccolo incidente. Ma ora l’atmosfera è positiva e niente la può rovinare.



CALCIOMERCATO – Candreva che succede? A sorpresa domattina è atteso in Paideia. Sfuma l’Inter?

Mentre molti giornali parlano di visite mediche di Candreva a Milano, la nostra redazione ha raccolto indiscrezioni secondo cui l’ala romana in realtà domattina è atteso in clinica Paideia per le visite mediche di rito che avrebbe già dovuto sostenere ieri mattina. Questa notizia pone il punto interrogativo sulla trattativa tra i nerazzurri e la Lazio: l’affare è saltato? Si è procrastinato? Oppure Candreva per questioni di tempo sosterrà le visite mediche a Roma salvo poi essere annunciato dall’Inter? Una mossa in stile Higuain che le ha sostenute a Madrid prima di trasferirsi a Torino. Le prossime 24 ore saranno decisive per capire il futuro dell’ala di Tor de Cenci.

Domani la presentazione del nuovo Responsabile della Comunicazione. Il comunicato della società

AGGIORNAMENTO ORE 18,50 – A conferma della presentazione del nuovo Responsabile della Comunicazione arriva anche il comunicato della società biancoceleste. Questo il testo:

La S.S. Lazio comunica che domani, lunedì 01 agosto 2016, alle ore 11:30 si terrà una conferenza stampa presso il Centro Sportivo di Formello.

Domani a Formello alle 11,30 nel corso di una conferenza stampa verrà presentato ai media il nuovo responsabile della comunicazione biancoceleste Arturo Diaconale.

Come riportato da Il Messaggero Diaconale, che ha preso il posto che fu di Stefano De Martino, sollevato negli ultimi giorni dall’incarico, già ha le idee chiare: “Il dialogo sarà la mia arma. Il mio obiettivo sarà quello di ricucire il rapporto con i media, con la tifoseria e con la città”.

AMICHEVOLE – Lazio corsara in Inghilterra: risolve il redivivo Morrison

La Lazio grazie a uno splendido goal di Ravel Morrison, realizzato con una botta al volo da fuori area, ha espugnato l’American Express Community Stadium imponendosi sul Brighton per 1-0. Nella ripresa in campo il nuovo acquisto Lukaku al posto di Radu. Inzaghi può ritenersi soddisfatto della prestazione dei suoi uomini anche se nella ripresa ha dovuto sostituire Djordjevic, uscito dolorante per un pestone. Ritmi molto blandi nel secondo tempo quando il tecnico laziale ha fatto entrare tutti gli effettivi a disposizione.

Brighton-Lazio 0-1

BRIGHTON & HOVE (4-4-2): Stockdale; Rosenior, Saltor (81′ White), Dunk, Bong; Knockaert (81′ Manu), Kayal, Stevens (46′ Ince), Murphy (46′ Skalak); Hemed (60′ Baldock), Murray. A disp.: Maenpaa, , Hunt, Adekugbe. All.: Chris Hughton

LAZIO (4-3-3): Berisha (54′ Vargic); Basta [64′ Patric (81′ Germoni)], de Vrij (64′ Mauricio), Hoedt (81′ Prce), Radu (64′ Lukaku); Milinkovic, Onazi (81′ Murgia), Morrison (64′ Palombi); Kishna (64′ Lombardi), Djorjdevic (54′ Cataldi), Lulic (81′ Oikonomidis). A disp.: – . All.: Simone Inzaghi

Marcatori: 27′ Morrison

Arbitro: Andy Davies
Ass.: Cook-Cooper
IV Uomo: Strud

 

CALCIOMERCATO – Simone Palombi vicino alla partenza

Simone Palombi, ventenne attaccante della Primavera biancoceleste autore di 55 gol in 73 partite, sembra essere a un passo dal trasferimento.

Nelle ultime settimane diverse squadre di  Serie B si sono interessate al giocatore di Tivoli e non solo, anche dall’estero sono giunte richieste di informazioni sul calciatore, Portogallo e Germania su tutte. Come riportato da gianlucadimarzio.com Palombi – forte del rinnovo con la Lazio firmato fino al 2019 – è molto vicino a trasferirsi in prestito alla Ternana. La trattativa, oramai vicina alla  conclusione, potrebbe essere definita in poco tempo.

FORMAZIONI UFFICIALI di Brighton-Lazio

Domenica 31 luglio, ore 16. Amichevole, stadio AMEX Community Stadium.

Formazioni ufficiali

Brighton (4-4-2): Stockdale; Rosenior, Bruno, Dunk, Bong; Skalak, Ince, Molumby, Knockaert; Baldock, Murray. All. Chris Hughton.

Lazio (4-3-3): Berisha, Basta, de Vrij, Hoedt, Radu; Milinkovic, Onazi, Morrison; Kishna, Djorjdevic, Lulic. All. Simone Inzaghi.

Arbitro: Andy Davies

A1-2: Daniel Cook, Ian Cooper

IV Uomo: Keith Stroud

Due centravanti alla corte di Inzaghi: saranno in grado di non far rimpiangere Miro Klose?

Dopo 5 anni di Lazio e 63 reti in 171 presenze, Miroslav Klose, ha lasciato la società biancoceleste e ora il tecnico laziale Simone Inzaghi è chiamato a risolvere il quesito su quale sia l’attaccante giusto che possa sostituire un calciatore del calibro del centravanti tedesco. I candidati a raccoglierne l’eredità sono Ciro Immobile e Filip Djordjevic.

Ciro Immobile, ventiseienne nato a Torre Annunziata in provincia di Napoli, da quando venne acquistato dalla Primavera della Juventus per 80mila euro ha girato sia l’Italia che l’Europa. Punto a favore le 28 reti realizzate in Serie B con la maglia del Pescara nella stagione 2011-2012, gol che valsero a lui il titolo di capocannoniere della categoria e alla società abruzzese il ritorno nella massima serie. Inoltre al suo attivo il grande campionato giocato a Torino sotto la guida di Giampiero Ventura quando il suo bottino finale fu di 22 reti in 33 presenze. In seguito le esperienze non tanto positive al Borussia Dortmund e al Siviglia che hanno fatto scendere le sue quotazioni. La scelta di ritornare al Torino in prestito per sei mesi nello scorso gennaio gli è valsa la convocazione in Nazionale ma ora Immobile ha bisogno di una piazza in cui rilanciarsi definitivamente e per questo motivo ha scelto la Lazio.

Filip Djordjevic invece venne acquistato dal Nantes nell’estate del 2014: cresciuto nelle giovanili della Stella Rossa di Belgrado l’attaccante serbo nelle prime due stagioni in biancoceleste ha realizzato 15 reti in 59 presenze. Problemi fisici e diversi infortuni lo hanno limitato ma, proprio negli ultimi giorni, nel ritiro di Auronzo la punta ha dimostrato di essere in grande forma.

Nel 4-3-3 di Inzaghi difficilmente i due potranno giocare insieme per cui ora, almeno sulla carta, si pone un quesito: quale dei due potrà prevalere per non fare rimpiangere Klose e conquistarsi un posto importante nel cuore dei tifosi biancocelesti?

Malagò, Montezemolo e Roma 2024

Proseguono le grandi manovre per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Promotori dell’iniziativa Giovanni Malagò e Luca Cordero di Montezemolo, legati tra loro da amicizia di lunga data. I due, infatti, sono legati da una amicizia nata sotto la tutela benevola di quello che un tempo era l’uomo più potente d’Italia, ovvero l’Avvocato Agnelli. Amici intimi di Lupo Rattazzi, figlio della sorella dell’Avvocato Susanna Agnelli, Montezemolo e Malagò sin da giovani hanno avuto contatti diretti con il numero uno della Fiat. Tanto che in un recente articolo l’Huffington Post ha rivelato come Malagò, figlio di Vincenzo, per anni numero uno dei concessionari di auto Ferrari e Bmw in Italia, “ricevesse sin da ragazzo telefonate da Gianni Agnelli. Che fossero le sette, le sei o anche prima, Malagò si faceva trovare sempre pronto con le ultime notizie da Roma, un po’ di politica di riporto, circoli, salotti, belle donne. Perché l’Avvocato ti inseriva, ma era esigente e la sua curiosità illimitata”.

Nel corso degli anni le loro carriere imprenditoriali si sono separate: Malagò affiancò il padre nella vendita di auto e divenne dirigente sportivo nell’ambito del Circolo canottieri Aniene di Roma, dell’organizzazione degli Internazionali di tennis al Foro Italico e dei Mondiali di Nuoto 2009, prima di diventare il presidente del Coni nel 2013; Montezemolo invece legò il suo nome al campo automobilistico e alla Formula 1: dirigente Ferrari sin dagli anni ’70, ebbe un ruolo cruciale nella rinascita della scuderia quando rentrò a lavorare per il Cavallino negli anni ’90. Sotto la sua guida la casa automobilistica emiliana tornò a vincere il Mondiale di Formula 1 e, soprattutto negli ultimi anni, ha registrato grandissimi risultati finanziari. Nel 2003, quando morirono Gianni e Umberto Agnelli il suo ruolo cambiò e divenne il presidente della Fiat, ruolo che perse nel 2014 a causa della crescita di John Elkann e dei dissidi con Sergio  Marchionne, ma a fronte di una liquidazione di 27 milioni di euro. Da maggio 2004 a marzo del 2008 è stato presidente di Confindustria. Fondatore e socio di Ntv (Nuovo Trasporti Viaggiatori), la compagnia ferroviaria del treno Italo, e dall’ottobre 2012, vicepresidente di Unicredit. Da novembre 2014 è presidente di Alitalia Sai e da febbraio 2015 è presidente del comitato promotore dei Giochi Olimpici di Roma 2024. Inoltre è presidente del Consiglio di Amministrazione di Telethon.

Ma, nonostante la grande preparazione di Malagò e Montezemolo, non tutte le ciambelle riescono con il buco. Il primo venne nominato al vertice del comitato per i Mondiali di nuoto del 2009. Nessuna conseguenza giudiziaria per il capo del Coni, assolto dalle accuse di abusi edilizi, ma quei Mondiali sono un emblema di inefficienze, malaffare e sprechi. A Tor Vergata, nella periferia romana, è ancora visibile lo scheletro del palazzetto con le vele a pinna di squalo disegnato da Santiago Calatrava, un architetto spagnolo; poi c’è il complesso di Valco San Paolo, una struttura costruita e mai utilizzata, pagata 13 milioni di euro; e poi Ostia, il litorale romano, dove l’espediente per persuadere gli elettori fu l’interesse dei cittadini ma in seguito il polo natatorio (del costo di 26 milioni di euro), venne affidato alla Federnuoto, per cui può essere usato soltanto dagli atleti. Roma ’09 comportò 9 milioni di rosso nel bilancio, piscine sequestrate, enormi pasticci e ritardi. Malagò ripudia gli scandali e ne rivendica il successo sportivo ricordando che il progetto di Tor Vergata fu un’idea di Walter Veltroni (poi gare traslocate al Foro Italico per 45 milioni di euro) e la gestione di Palazzo Chigi con Silvio Berlusconi. Oltre a una piscina edificata sul terreno pubblico con soldi privati e in concessione al suo Circolo Aniene, Malagò ancora usufruisce dei benefici politici di Roma ’09. Così è riuscito ad aumentare il consenso – anche per merito di Gianni Letta – per scalare il Coni.

Montezemolo dal canto suo non è da meno, come quando venne nominato direttore generale del comitato organizzatore dei Mondiali di calcio di Italia ’90, mondiale che non brillò per la sua organizzazione e che verrà ricordato da vari organi di stampa come un grande flop finanziario storico. Tempo fa infatti, il Giornale.it, ha ricordato come “nel bilancio di previsione 2011 di Palazzo Chigi rientravano ancora fondi stanziati per pagare i mutui dei Mondiali organizzati  nel 1990. In particolare, c’era un capitolo sui mutui accesi con la legge 65 del 1987, quella che diede il via alla costruzione degli stadi per Italia ’90: 55 milioni di euro. L’anno prima erano 60 quelli messi in bilancio. In totale, per gli stadi lo Stato spese 1.248 miliardi di lire, molto di più, ovviamente , di quanto preventivato all’inizio: l’incremento dei costi rispetto al preventivo è stato calcolato nell‘84%. L’esempio più notevole dello spreco di denaro pubblico legato ai Mondiali di calcio del 1990 è lo Stadio Delle Alpi di Torino: 69.041 posti a sedere, tre anelli e una pista di atletica. Vi si giocarono solo cinque partite dei Mondiali, compresa la semifinale Germania-Inghilterra. Nel 2008 partì la demolizione dell’impianto e su quel terreno oggi vi è il nuovo stadio di proprietà della Juventus (41mila posti, senza pista di atletica). Si calcola che per il Delle Alpi si spesero circa 226 miliardi di lire, tra impianto e opere connesse. Lo spreco di denaro pubblico però non ha riguardato solo gli stadi ma anche l’enorme albergo a Ponte Lambro, Milano, iniziato e mai terminato, oppure la stazione ferroviaria romana di Farneto, utilizzata solo quattro giorni nonostante i 15 miliardi di lire spesi. Opere ormai incompiute”.

E ora i due assieme ci riprovano con la candidatura di Roma 2024… ai posteri l’ardua sentenza.

 

L’ERBA DEL VICINO – Il vice Sindaco Frongia sul nuovo stadio giallorosso: “Con il calcio c’entra poco, c’è tanta speculazione”

Sono passati ormai oltre sessanta dei novanta giorni che il Comune di Roma ha a disposizione per concludere l’analisi formale dei documenti sul nuovo stadio dei giallorossi prima che il progetto possa essere presentato in Regione, ma il tutto continua a procedere a rilento. E inoltre si corre il rischio che si arrivi al commissariamento da parte del Tar.

Per saperne di più sulla vicenda Il Tempo ha intervistato Daniele Frongia, vicesindaco capitolino e assessore allo Sport della Giunta Raggi, il quale ha confermato come il Comune non intenda “trattenere il progetto un minuto di più del necessario e che stiamo lavorando con velocità e nei tempi previsti. La cosa che ribadiamo è che noi vogliamo lo stadio purché si rispetti la legge. E per stadio di calcio, per l’Amministrazione Raggi intendiamo uno stadio di calcio. Questo è un intervento urbanistico e lo sport, il calcio, c’entra poco“. Nel mirino tutto ciò che ha poco a che fare con il pallone: alberghi, negozi e ristoranti. Spazi che rappresentano l’86% delle cubature totali, mentre solo il rimanente 4% sarebbe dedicato allo stadio. Anche l’assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, ha dichiarato che il progetto èuna gigantesca speculazione edilizia in cui lo stadio è solo un pretesto.

“Lo stadio non è una nostra priorità – ha continuato Frongia in relazione alla possibilità che al progetto venga tolto il “pubblico interesse” -, con Berdini da quando l’amministrazione Raggi è stata eletta abbiamo tenuto due riunioni di Giunta e non abbiamo mai parlato di stadio. E non è all’ordine del giorno delle prossime giunte. Non posso dire cosa accadrà a settembre, ottobre o novembre, come non posso escludere che il “pubblico interesse” possa venir meno. Ci sono problemi più importanti di cui occuparci ma ci muoveremo in maniera corretta, rispettosa della legge, con tutte le valutazioni e i pareri. Ci sono altre urgenze e altre priorità per noi in questo momento, non abbiamo ancora affrontato in Giunta il problema dello Stadio”.