Seconda parte del pagellone di fine anno dedicato al centrocampo biancoceleste (se non hai visto la prima parte clicca qui):
BIGLIA 6,5 – Si spera in un 2017 decisamente più fortunato per El Principito. In primis, dal punto di vista economico: è attesa infatti per i primi giorni del nuovo anno l’agognata firma sul rinnovo del contratto, che lo dovrebbe legare alla Lazio per i prossimi anni. Un nero su bianco che dovrebbe far felici tutti: a partire dallo stesso regista argentino, nelle cui tasche finirebbero cifre da top player, mai pagate prima per un giocatore nella gestione del presidente Lotito. Il
quale, a sua volta, sarebbe ben felice di costruire la squadra del futuro intorno a quello che si può considerare il suo maggior pilastro e non sarebbe costretto a rivedere al ribasso le proprie richieste per la cessione in caso di mancato accordo: checchè ne dicano i media, infatti, nessuna squadra, anche con grosse potenzialità economiche, sarebbe disposta a staccargli un assegno da 25 milioni per un giocatore bravo, ma non più giovanissimo (compirà 31 anni tra qualche mese). E al quale ogni anno non mancano gli stop (a volte abbastanza lunghi) dovuti ad infortunio: sotto questo profilo, anche quello che si sta per chiudere non ha fatto certo eccezioni e ha visto spesso il ragazzo cadere vittima di guai, soprattutto muscolari, che, insieme all’incertezza per il proprio futuro, i noti tira e molla tra l’agente Montepaone e la società, sono stati spesso causa di oscillazioni nel suo rendimento. Prestazioni (e gesti, come il pallone lisciato costato il gol di Khedira contro la Juventus) non sempre all’altezza del suo valore, che gli hanno attirato critiche e malumori da più parti. Ma lui non si è certo perso d’animo e, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, è riuscito a risalire la china e a tornare a mostrare quelle doti di geometria e di dettatura del gioco, condite anche da qualche gol (vedi quello su rigore contro la Fiorentina) che lo hanno reso famoso. E adesso si spera che nel 2017, con il rinnovo, arrivi la definitiva rinascita, una maggiore continuità e anche maggiori ‘attributi’ (visto che spesso e volentieri gli è stato imputato di tenere un atteggiamento un po’ troppo passivo nei confronti delle decisioni arbitrali), degni della sua fascia di capitano e dei quali la Lazio ha estremo bisogno per tornare a volare in alto.
PAROLO 8 – In mancanza di un vero ‘leader‘, ci pensa lui a dare anima a questa Lazio. In primis in campo, dove fornisce praticamente sempre prestazioni sopra le righe: correndo, lottando, affrontando senza paura le sortite avversarie tanto in terra quanto per cielo, smistando palloni a destra e sinistra e togliendosi persino lo sfizio di segnare qualche gol (per cui possiede un fiuto degno di un attaccante). Un motorino instancabile, che ce la mette tutta per
apparire irreprensibile anche fuori dal terreno verde: mai una parola fuori luogo o polemica nelle interviste in zona mista e zero vita mondana, così come le apparizioni sui giornali scandalistici e sui social network (a differenzi di molti dei suoi ‘colleghi’). Insomma, il giocatore ideale, che tutti gli allenatori vorrebbero avere nelle proprie rose. E non solo in Italia: non è un caso se, nei mesi scorsi, indiscrezioni di stampa parlavano di interessi per lui dalla Premier League (Chelsea). Ma, per fortuna, a stoppare il tutto per tempo è intervenuto il presidente Lotito, che ha fatto firmare al centrocampista di Gallarate un rinnovo ‘a vita’ (nel senso letterale dell’accezione, visto che, nelle intenzioni, c’è anche la prospettiva di un ruolo dietro la scrivania, da dirigente). In questo modo il patron ha voluto partire da fondamenta solide e robuste per costruire la Lazio dei prossimi anni, quella che, nelle speranze sue e di tutto l’ambiente, dovrebbe tornare a far divertire e gioire il proprio pubblico, regalandogli quelle soddisfazioni e quei successi che da troppo tempo gli mancano e che, per sua natura e storia, merita.
CATALDI 6- – Una promessa mantenuta…a metà. Il ragazzo di Ottavia, dopo essersi messo in luce con la maglia del Crotone, sembrava destinato, al suo ritorno alla casa madre biancoceleste, a grandi cose, a diventare un pilastro di quella squadra che da sempre è nel suo cuore di tifoso e di cui sperava, perché no, un giorno di diventare il capitano (in pianta stabile stavolta, e non in una singola occasione come nel 2015). E invece anche in questo 2016 la sua stella è
andata ad intermittenza, facendo prevalere le volte in cui è stata spenta o fioca su quelle in cui ha brillato di luce viva. La colpa, è bene dirlo, è stata in primis dei due allenatori, Pioli prima e Inzaghi poi, che lo hanno avuto alle proprie dipendenze, che lo hanno utilizzato col contagocce, non ritenendolo adatto a quel ruolo di vice Biglia che qualcuno, in maniera impropria, gli aveva cucito addosso. Ma anche lui, quando è stato chiamato in causa, ha alternato sprazzi di bel gioco (e gol, anche di pregevole fattura) a vere e proprie ‘imbarcate’. Ultima quella del derby, il parapiglia con Strootman con cui di fatto ha chiuso in anticipo il suo 2016. Dalla squalifica rimediata a seguito di quell’episodio si spera ora che il ragazzo abbia imparato la lezione e che nel 2017 riparta alla conquista di nuovi traguardi, magari ancora in biancoceleste (nonostante gli interessi esterni, desiderosi di aiutarlo a ‘rinascere’, non siano certo mancati). Il talento ce l’ha, ora sta a lui – e alla Lazio – non sprecarlo, ma amministrarlo nel modo più saggio possibile e renderlo per quello che merita, ovvero fruttuoso.

anto riportato dal giornalista Sky, Gianluca Di Marzio, sul suo portale gianlucadimarzio.com. Ieri c’è stato incontro di lavoro a Dubai tra il direttore sportivo della Lazio Igli Tare e Jorge Mendes. Diversi i temi affrontati, a partire dalla soddisfazione del club biancoceleste per l’affare Wallace. Ma Tare e Mendes hanno parlato di Anwar El Ghazi, finito anche nel mirino della Lazio dopo essere stato cercato dalla Roma. Quella che porterebbe all’esterno dell’Ajax, il cui prezzo è sceso a 9 milioni, è un’ipotesi da tenere in considerazione qualora dovesse uscire Keita Balde, per il quale lo stesso Jorge Mendes potrebbe provare ad aprire una trattativa con il Manchester United.
cantera biancoceleste, romano come Cataldi. Centrocampista di quantità e qualità. Il tecnico biancoceleste, grazie ai suoi trascorsi nelle giovanili, conosce molto bene il ragazzo e sa quello che può dargli. In questo primo scorcio di campionato ha dimostrato di tenerlo in grande considerazione, tanto da inserirlo nella rosa di prima squadra e farlo esordire in Serie A. Murgia non ha deluso ripagando il proprio tecnico con buone prestazioni e riuscendo anche a togliersi la soddisfazione di realizzare (a Torino contro i granata) il suo primo gol nella massima serie.
Ventiquattrenne nato a San José del Valle. La Lazio lo ha acquistato quest’estate per sostituire Antonio Candreva ma Luis Alberto non è un esterno puro, si adatta al ruolo, ma preferisce muoversi di più dietro le punte. Il 3-4-1-2 di Inzaghi sembrerebbe disegnato proprio per esaltare le sue doti ma finora i risultati raccolti non sono quelli sperati dal calciatore e dalla società. La delusione per il suo rendimento è tanta e voci di corridoio lo vogliono di nuovo in partenza per un pronto ritorno in Spagna ma la società biancoceleste difficilmente lo lascerà andare.
rilevando un grande acquisto per la Lazio. Sergej sta dimostrando di poter essere uno dei titolari del reparto centrale biancoceleste, giocando sia come centrocampista centrale che come trequartista, e le sue ottime prestazioni potrebbero presto far gola a società più importanti ma la Lazio per ora, viste le sue ottime prestazioni condite anche da importanti marcature, se lo tiene ben stretto.
estate con l’etichetta di ex promessa, Moritz Leitner, centrocampista tedesco ventiquattrenne voluto fortemente dalla Lazio che lo aveva avvicinato già l’estate precedente, fino a questo momento non si è praticamente mai visto.
eufemismo)., ma i fatti gli hanno dato ragione. In quelle poche occasioni che Basta non è potuto scendere in campo il suo vice, Patric appunto, lo ha sostituito benissimo. L’ex Barca, è, come molti suoi colleghi nella Lazio, l’ennesima prova che la svolta può arrivare da un momento all’altro bisogna solo avere pazienza e lasciar parlare il campo. Sia a sinistra che a destra il terzino spagnolo ha mostrato quest’anno sicurezza e affidabilità. La sua simpatia e il suo essere letteralmente un tifoso in campo lo ha fatto addirittura diventare un beniamino della tifoseria. Insomma questa stagione è sicuramente positiva per lo spagnolo e speriamo continui così.
difendere ma da una grande mano anche in fase offensiva, in particolare nel sovrapporsi ad Anderson con cui ha maturato una grande sintonia. Le sue prestazioni sono andate scemando soprattutto per quando riguarda la capacità di correre per 90 minuti, caratteristica che gli ha sempre garantito un posto nell’11 titolare, ma rimane ampiamente sufficiente proprio per la sua caparbietà e tenacia nel mantenersi un ruolo importante nella squadra.
importante e Stefan, in fiducia, risponde più che presente. Centrale nella difesa a 3 o a 4, terzino sinistro, insomma se Radu sta bene la prima maglia – dopo de Vrij – è la sua. La sua duttilità tattica e il suo carisma in campo sono elementi troppo preziosi a cui nessuno vuole rinunciare il tutto coadiuvato dall’esperienza dei 30 anni. È tornato il giocatore ammirato nelle prime stagioni all’ombra del Colosseo. Queste prime 18 giornate hanno ridato alla Lazio un difensore di primissimo livello. Le sue esultanze e il suo modo di fare hanno conquistato il popolo laziale per cui è un autentico beniamino. Non si tira mai indietro, ci mette la faccia anche quando le cose vanno male. Il ragazzo di Bucarest è pronto a riscrivere la storia, sta scalando la classifica dei calciatori con maggiori presenze in maglia biancoceleste. Ora è 17º, ma non vuol fermarsi e perché no provare ad avvicinare le 401 di Favalli. Sarà dura, ma Stefan non ha paura.
progressione offensiva. E’ anche lui molto giovane, ha ampi margini di miglioramento. Con l’aiuto di Inzaghi e il costante all’allenamento può diventare un giocatore importante. L’infortunio subito in nazionale che lo ha tenuto a lungo fuori dal terreno di gioco, purtroppo ne ha rallentato la crescita ed ora sta faticando a ritagliarsi lo spazio di prima. Resta comunque una delle preziose risorse di Simone Inzaghi. Speriamo che il 2017 sia un’annata più fortunata per il giovane Jordan.
per coprire qualche infortunio. Mai stato particolarmente brillante in campo in passato era comunque riuscito ad esprimersi meglio rispetto ad un 2016 che non lo ha visto assolutamente protagonista. Questo insieme alla pessima stagione di tutta la squadra sono tra i motivi della sua partenza verso l’Atalanta dove ancora non ha trovato posto da titolare fisso ma ha collezionato più di qualche buona prestazione oltre ad un ennesimo infortunio.
apparizioni della prima metà dell’anno solare tra infortuni a ripetizione e problemi di spogliatoio. La musica non cambia nemmeno quando nelle ultime gare di campionato Inzaghi subentra a Pioli. Anche lui come Gentiletti ha detto addio alla Lazio in estate per tornare a casa, in Olanda. Oggi gioca, o meglio giocava per l’Utrecht: ha giocato titolare le prime 2 partite di campionato ad Agosto. Da allora è fermo a causa dell’ennesimo infortunio (lacerazione parziale del tendine d’Achille). Un vero peccato.
media punti che raddoppia quando gioca e con una personalità che matura di giorno in giorno. Solo con queste considerazioni sarebbe arrivato oltre la sufficienza ma un voto in più gli va dato per la grande professionalità mantenuta durante il suo lungo stop: seguito da mezza Europa non ha lasciato trapelare trattative nascoste o voci che avrebbero destabilizzato l’ambiente, non ha espresso malumori e si è sempre concentrato al massimo sulla Lazio, basti ricordare che approdò a Roma dopo un mondiale giocato benissimo all’età di 22 anni. Se la sua strada e quella della Lazio si divideranno, e nel caso quando, non si può dire ora ma sicuramente merita tutto il nostro rispetto.
Lazio-Juventus. Il difensore angolano in quell’occasione fu protagonista di una partita sublime: non fece toccare un solo pallone a Gonzalo Higuain e fu epico ciò che accadde nell’unica volta in cui il campione argentino riuscì ad immolarsi verso la porta di Marchetti. Bastos in quell’occasione fu protagonista di una rimonta epica, caratterizzata da forza e velocità, ma anche classe ed eleganza che ha ricordato tanto i difensori dei tempi d’oro cragnottiani. Insomma un intervento che valse da solo il prezzo del biglietto. Bastos con de Vrij ha formato, per un breve periodo, una della coppie più forti del campionato, purtroppo il suo infortunio ne ha rallentato l’ascesa. Il suo lungo stop ha sicuramente spaventato tutti i tifosi biancocelesti. Per un po’ si è temuto di rivivere l’incubo già visto 2 stagioni fa con Gentiletti. Fortunatamente una volta tanto la sfortuna non si è accanita sulla Lazio.
pesa come un macigno quella “pazzia” (per usare un eufemismo) fatta durante il derby con la Roma che di fatto è costata la partita ai biancocelesti. Lui non si è demoralizzato, anzi è ripartito più determinato che mai. Dimostrando, oltre alle qualità tecniche e tattiche, anche una grande personalità. Lo conferma anche il fatto che ha scelto un numero pesantissimo sulla sua maglia: il 13 dell’immenso Alessandro Nesta. E’ un difensore sicuro di sé, padrone delle palle alte, dotato di un buon senso dell’anticipo ed un’ottima capacità di leggere prima le situazioni di gioco. A parte l’episodio del derby quindi la sua stagione resta eccellente. E’ molto giovane (22 anni), ha ancora tantissimi margini di miglioramento. Se evita altre “pazzie” il futuro è suo e noi non vediamo l’ora di godercelo. Insomma si può dire che a differenza della stagione passata la Lazio ha 4 difensori centrali di grande livello.
sotto l’ala del suo compagno di nazionale de Vrij. Quest anno dove avrebbe meritato più spazio se non fossero subentrati in rosa due giocatori come Bastos e Wallace, ufficialmente in competizione per il ruolo affianco a de Vrij, che di fatto lo hanno scalzato. Nonostante questo ha avuto le sue occasione per mettersi in mostra in questa stagione ed ha confermato la sua crescita. In dubbio ora la sua permanenza alla Lazio ma non le sue qualità.
completamente. Questa estate ha chiesto di essere ceduto ed ora cerca di ritagliarsi delle soddisfazioni con il Genoa di Juric. Si proprio in quel campo dove suoì quel terribile infortunio che ne sta condizionando la carriera. Purtroppo per lui però lì che non sta vivendo un momento idilliaco. Oscilla spesso tra campo e panchina. Purtroppo è il calcio. Auguriamo comunque a Santiago di tornare a splendere come faceva prima di quel terribile giorno. Buena Suerte.
veramente poco entusiasmante per tutta la Lazio. Mauricio si è trovato a dover risolvere situazioni intricate, riuscendoci poche volte ma mantenendo per quanto ha potuto un ruolo di riferimento per tutto il campionato. Le sue scarse qualità non potevano assicurare la copertura di cui la Lazio aveva bisogno nelle 3 competizioni ed è partito verso lo Spartak Mosca dove ha collezionato 8 presenze e anche un gol.
sostituire de Vrij senza avere neanche una possibilità di riuscirci. Ma diversamente dall’ex 33 laziale le sue prestazioni sufficienti si contano sulle dita di una mano ed è stato protagonista del disastroso 3 a 0 di Europa League contro lo Sparta Praga che è costato ai biancocelesti l’eliminazione della competizione. La fine del 2016 lo ha visto tornare in Francia alla volta del Metz dove non è ancora mai sceso in campo.
Un portiere in crisi di prestazioni, in un anno che lo ha visto più volte ai box a causa di problemi soprattutto muscolari. Vinta la rivalità con Berisha, spedito in prestito a Bergamo, adesso alle sua spalle scalpita il giovane connazionale dell’ex collega, Thomas Strakosha. Un dualismo che non sembra aver giovato a Marchetti, che nelle ultime uscite stagionali ha confermato i problemi passati, nonostante il rigore parato contro la Fiorentina nell’ultima partita casalinga del 2016. Si dice che Lotito abbia provato in tutti i modi a cederlo al miglior offerente, ma il numero 22 abbia rifiutato ogni offerta pervenuta. Probabilmente il presidente biancoceleste continuerà nel tentativo di cedere il giocatore, Marchetti vorrebbe guadagnarsi sul campo la conferma, lasciandosi alle spalle un 2016 non proprio da ricordare. VOLTIAMO PAGINA. VOTO: 5,5
Poi la conferma di Marchetti, i mugugni di Etrit, e la decisione di spedirlo in prestito all’Atalanta di Gasperini. Mai scelta fu più azzeccata. L’Atalanta volta, Berisha si conferma portiere di grande affidabilità scalzando nel ruolo di titolare il giovane e quotato Sportiello. A Bergamo il portiere albanese sembra aver trovato la sua dimensione, lontano dalle pressioni di Roma e della Lazio, lontano dalle grandi responsabilità che una piazza come quella biancoceleste pretende dal suo portiere. Solo un infortunio al ginocchio ha frenato la sua ascesa, un infortunio che lo sta tenendo lontano dai campi di gioco da circ un mese. Con il nuovo anno Berisha tornerà di nuovo tra i pali della Dea, per riprendere il cammino intrapreso ad inizio stagione e con grandi risultati. E in casa nerazzurra si parla già di riscatto a fine anno. BERGAMO IS BETTER THAN ROME… VOTO: 7
Strakosha ci ha creduto fortemente, è tornato a Roma fiducioso, lavorando sodo sotto lo sguardo attento di un maestro formidabile come Grigioni, e deciso a giocarsi le sue chance con la maglia biancoceleste. Alle spalle di un super titolare come Marchetti, sapeva che avrebbe dovuto attendere il suo momento con pazienza. E quel momento è arrivato il 20 Settembre 2016, alla Scala del calcio, San Siro, in un Milan-Lazio terminato 2-0 per i rossoneri, ma in cui il giovane albanese ha dimostrato di avere buone doti e grande personalità. Da quel momento sono 6 le presenze messe insieme da Strakosha, chiamato in causa solo quando il titolare Marchetti è fuori per infortunio. Ma forse il vento sta per cambiare: il rinnovo con ingaggio triplicato sta arrivando, Marchetti sembra essere sempre più in bilico, e Thomas, sicuro della fiducia che Inzaghi ripone in lui, è pronto a blindare i pali biancocelesti. Stavolta da titolare. CREDICI ANCORA THOMAS! VOTO: 7
Scelta numero 1: sbagliata! Il classe ’96 nella scorsa stagione non ha mai visto il campo, cosa fondamentale per un giocatore così giovane e per un ruolo delicato come quello di estremo difensore. Scelta numero 2: sbagliata! Trapani si è rivelata una piazza in crisi dopo l’exploit della scorsa stagione in cui i siciliani hanno sfiorato la promozione in Serie A. Guerrieri si sta perdendo nelle prestazioni negative di tutta la squadra. La sicurezza dimostrata negli anni del settore giovanile sta svanendo, gli errori individuali stanno aumentando e nelle ultime giornate sono anche arrivati i fischi dela tifoseria. Si parlava di lui come di un predestinato, gli addetti ai lavori lo hanno più volte descritto come il futuro dei pali della Lazio, squadra in cui è nato e cresciuto. Adesso le chiacchiere stanno a zero, c’è solo bisogno di lavorare a testa bassa e ritrovare quelle certezze che lo avevano portato addirittura a rappresentare l’Italia al First Elite Goalkeeper Summit di Doha. UN NUOVO SCUFFET? NO, GRAZIE. FORZA GUIDO! VOTO: 5
perché è impossibile rinunciarvi: “Io credo che non lo toglie perché è quel giocatore che ti può dare la rete in qualsiasi momento. Forse è più la voglia di Inzaghi, più che di Immobile, di fargli ritrovare il gol e questo lo ha portato a tenerlo fino al 90′ per cercare di sbloccarlo. Io lo leggo così. I compagni lo cercato spesso, anche contro la Fiorentina è successo. Biglia voleva addirittura lasciargli il rigore. Il fatto che lo ha rifiutato significa che sta vivendo con una certa serenità questa situazione“. Immobile non segna da 7 gare ma nonostante ciò la Lazio ha vinto 4 volte pareggiata una e perse 2. Uno “score” positivo che dimostra come la Lazio ormai è una cooperativa di gol. Il problema è il tridente, Anderson è il miglior assist man ma ha fatto solo 3 gol. Il fatto di giocare come 5 di destra lo ha limitato: “Anderson è un giocatore che a volte inconsciamente viene penalizzato dal modulo, ma dobbiamo vedere quante volte la Lazio ha giocato con il 433 e il 352. Sicuramente avere un giocatore che fa tanti assist è importante. Nel tridente a differenza di Immobile e Felipe Anderson ce né un terzo come Keita che: o fa gol o difficilmente risulta determinante in fase offensiva per fare segnare gli altri. Avrà fatto 2-3 assist non di più…Comunque i numeri della Lazio sono importanti. 14 gol da giocatori diversi, ha segnato anche Parolo, mancano i suoi 10 gol. Tutto sommato questa astinenza di Immobile viene ben coperta dagli altri. E’ anche un momento di sfortuna: vedi al traversa di Palermo e quel rigore in movimento con la Fiorentina o al parata di Puggioni a Genoa. Io credo che all’inizio del campionato queste azioni erano gol sicuri. Meglio questo Anderson o quello di 2 anni fa? Questo. Quello di 2 anni fa spaccava le partite sì, ma lo ha fatto per 10 partite. Io preferisco quello più continuo di queste 19 giornate
