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Gigi Buffon, è sua la Storia

Gianluigi Buffon nella Storia. Il portiere della Juventus ha scritto la più lunga striscia di imbattibilità della storia della Serie A per un numero uno. Allo Stadio Olimpico di Torino, nel corso del Derby della Mole, scoccato il 4′ di Juventus-Torino, dal settore ospite dove si trovano i tifosi granata si è alzato un coro e un lungo applauso per sottolineare il sorpasso da parte del numero uno bianconero su Sebastiano Rossi. All’inizio dell’incontro l’ex portiere rossonero – che aveva stabilito il primato nella stagione 1993-94 – era a quota 929, mentre Buffon era a 926, solamente a tre minuti dal record del suo “rivale”. Ora il numero uno bianconero ha superato il record d’imbattibilità. L’ultimo gol subito in Serie A risale al 10 gennaio, quando al 64′ di Sampdoria-Juventus, venne battuto da Antonio Cassano. Da quel momento in poi il portiere bianconero ha affrontato Udinese, Roma, Chievo, Genoa, Frosinone, Napoli, Bologna, Inter, Atalanta, Sassuolo e, per ora, Torino senza subire gol.

Ora ce l’ha fatta, ha tagliato il nastro della storia, raggiungendo e superando una linea d’arrivo che sembrava inimmaginabile per la durata di imbattibilità. Il portiere bianconero con caparbietà, dedizione, serietà e voglia – e con l’aiuto di una difesa superba – in una delle settimane più esaltanti e allo stesso tempo più difficili della squadra bianconera è riuscito nell’intento di fare suo anche questo record. Con quello conseguito oggi il grande Gigi aggiunge un nuovo record alla sua lunga lista di primati. Tra i più eclatanti spicca quello di essere uno dei tre giocatori (con Antonio Carbajal e Lothar Matthäus) ad aver disputato cinque campionati del Mondo. Inoltre Buffon è anche il calciatore con più presenze nella Nazionale di calcio dell’Italia (154) e quello con più minuti giocati nella storia della Juventus (51.254 al fischio d’inizio del derby). Ha vinto inoltre 8 scudetti, come Ferrara, Ferrari e Furino, ma spera di vincere il nono per svettare in testa da solo anche in questa speciale classifica.

Matri, destino già segnato?

Alessandro Matri con la maglia della Lazio ha realizzato 7 reti e 3 assist in 29 presenze stagionali. Numeri che lo rendono l’attaccante più prolifico biancoceleste. A detta di molti una delle maggiori colpe di Pioli è stata quella di aver impiegato poco l’attaccante lombardo. Tuttavia, nonostante Matri sia stato uno dei più positivi (o meno negativi, fate voi) del parco attaccanti, la società pare intenzionata a non riscattarlo dal Milan a fine campionato. Questo secondo quanto riporta l’edizione odierna del Messaggero. Il suo destino pare già segnato, ma il giocatore avrà a disposizione 9 gare per dimostrare di meritare il suo soggiorno nella Capitale. Col probabile addio di Klose e con Matri in bilico, la Lazio potrebbe ritrovarsi ben presto con Djordjevic come unica certezza offensiva per la prossima stagione.

Casiraghi su Milan Lazio: “I biancocelesti avranno voglia di riscatto. Pronostico? Punto su…”

Per commentare Milan Lazio di questa sera, è intervenuto a Milannews.it Pierluigi Casiraghi: “E’ sicuramente una partita importante, anche se non di altissima classifica come accaduto negli anni scorsi. Sono due squadre che sono staccate dalla vetta, ma entrambe vogliono conquistare un posto in Europa. Il Milan dovrà fare molta attenzione alla voglia di rivincita della Lazio,che ha subito una brutta eliminazione dell’Europa League. Il risultato sarà importante. Entrambe sono a caccia di rivincite. Il Milan, in casa, ha sempre fatto molto bene. Magari gli manca qualcosa in attacco e forse il fatto di far ritrovare il gol a Bacca dovrebbe essere importante. Comunque vedo il Milan favorito”. Infine su Mihajlovic: A me piace molto Sinisa. È un allenatore che ha temperamento, carattere e dà un’identità alle sue squadre. È stato bravo ad uscire da un momento difficile all’inizio e i risultati sono arrivati. Certo, poi fa molto anche i giocatori che hai a disposizione”.

Wilson: “La vittoria nel derby non salverebbe la stagione”

Intervistato da zonacalcio.net, lo storico capitano del primo scudetto Pino Wilson ha commentato la débacle dei biancocelesti: “La società ha la colpa di non aver rinforzato la rosa in maniera adeguata, visti gli obiettivi che si erano prefissati. Ma anche l’allenatore e i giocatori hanno le loro responsabilità”. La stracittadine come unico e ultimo obiettivo stagionale: “Non c’è niente da salvare. Il derby potrebbe salvare qualcosa nell’immediato, perché una vittoria darebbe un riscontro positivo, ma non può cambiare opinione su un campionato. Ad oggi possiamo già iniziare a fare dei bilanci, cosa che, di solito, si fa a fine stagione”. Pare che la società avrebbe dato un aut-aut al tecnico emiliano, vittoria a Milano o esonero: Io credo che sarebbe inopportuno. Se deve essere presa una decisione va fatto indipendentemente dal risultato contro il Milan”. Sulla questione cessione dei big Wilson ha le idee chiare: “Se non vogliono restare è giusto che vadano via. Avrebbero dovuto dirlo prima piuttosto che magari giocar male. Se non si è contenti di restare una società è giusto che lo si dica”. Su un eventuale sostituto di Pioli, l’ex centrale biancoceleste ha le idee chiare: “Oddo e Juric stanno facendo bene in Serie B. Preferisco Oddo perché conosce l’ambiente e la pressione che questo esercita. Mihajlovic conosce benissimo la piazza e caratterialmente potrebbe andar bene. E’ uno che si impone e che ha una personalità forte”.

Simoni: “Se gli acquisti non li ha decisi Pioli, è giusto che paghi chi ha fatto la squadra…”

Sembrava che la questione di un eventuale esonero di Pioli fosse congelato fino a fine stagione. Invece la brutta sconfitta contro lo Sparta Praga ha riportato alla luce quei problemi che erano già sotto gli occhi di tutti a Dicembre, ma che la vittoria al Meazza contro l’Inter e il cammino europeo avevano mezzo a tacere. Pioli in conferenza ha risposto alle critiche precisando che lui non ha intenzione di dimettersi (leggi il resto della conferenza stampa qui). D’altro canto farlo a 9 giornate dal termine non avrebbe molto senso.

A tal proposito, sul sito lalaziosiamonoi.it, ne ha parlato l’ex allenatore biancoceleste Gigi Simoni: “Io penso che se se la sente di andare avanti deve farlo. Sono situazioni e decisioni difficili da prendere. Tutto dipenda da come può lavorare. In questo momento lavorare alla Lazio non è proprio semplice per Pioli. Ma se lui non sente questa difficoltà è giusto che continui. Sarebbe una prova di coraggio e credibilità. Ovviamente tutto dipenda anche dalla decisione della società di tenerlo o meno

Simoni si schiera dalla parte di Pioli: “Non c’è un solo responsabile, tutti lo sono. La squadra è stata costruita con l’intento di fare bene. Come in tutte le squadre immagino che quest’estate si sia fatto un programma e che Pioli lo abbia accettato. Di solito si fanno acquisti che tengano conto delle disponibilità economiche del club. Poi sta al mister allenarli bene e fare in modo che si diventi una squadra. Se il mister non ha avuto la possibilità di gestire gli acquisti di persona, a pagare ci penserà chi ha fatto la squadra. Purtroppo il colpevole in queste situazioni è sempre l’allenatore anche se non è giusto. Alla lunga sarà lui a pagare, è un destino comune a tutti i tecnici. Si fa bene a cercare i responsabili di questa disfatta ma sono tutti colpevoli. Purtroppo ci sono dei campionati strani, io sono stato alla Lazio e so quanto bene i tifosi vogliano alla loro squadra. La Lazio è partita senza grandi ambizioni e si pensava che potesse far meglio di quello che poi è stato fatto”.

AUTOMOBILISMO – Formula 1, partenza con il botto e vittoria a sorpresa

Vittoria a sorpresa nel primo Gran Premio stagionale di Formula 1 a Melbourne, in Australia. A conquistare il successo, tra lo stupore generale del pubblico presente, Nico Rosberg alla guida della Mercedes. Sul podio anche Hamilton e Vettel, rispettivamente secondo e terzo.

Gara ricca di emozioni che ha visto al via la partenza sbagliata di Hamilton che, facendo pattinare il suo veicolo, parte malissimo scivolando nelle retrovie ritrovandosi in sesta posizione. Ad approfittarne Vettel e Raikkonen che lanciatissimi si sono subito portati ai primi due posti. Le due Ferrari al comando danno l’impressione di poter controllare la situazione ma, al 17° giro, si verifica l’episodio chiave della corsa. E’ Fernando Alonso che nel tentativo di superare Gutierrez lo tampona violentemente. Il duro impatto fa decollare Alonso che va a scontrarsi con le barriere a bordo pista. L’incidente, violento e spettacolare, per fortuna non ha conseguenze per i piloti ma costringe i commissari di gara ad esporre la bandiera rossa per consentire l’intervento degli addetti ai lavori per ripulire la pista dai detriti. A questo punto tutti i team possono approfittarne per cambiare le gomme dei loro monoposti. La Mercedes rischia le gomme medie per tutti e due i suoi piloti, mentre la Ferrari continua a puntare sulle supersoft con le quali aveva iniziato la gara. Quello del team tedesco sembrerebbe un azzardo ma alla fine della corsa è la mossa che si verificherà vincente. Il ferrarista Raikkonen dopo qualche giro è costretto al ritiro, mentre il compagno di squadra Vettel – a 15 giri dal termine – è costretto alla sosta ai box. Quando il pilota della Ferrari torna in pista si ritrova alle spalle sia di Rosberg che di Hamilton, autore di una splendida rimonta, ormai avviati verso il successo nella prima gara della stagione.

Lo spagnolo Alonso, vittima del terribile incidente che lo ha visto coinvolto, ha dichiarato: “L’importante è che stiamo tutti bene, macchine e regole garantiscono la sicurezza. Sapevo che mia mamma guardava la tv, sono subito uscito dall’abitacolo”.

VIDEO – I tifosi del Psv si prendono gioco dei mendicanti…

Altro episodio sconcertante che ha come protagonisti di nuovo i tifosi olandesi. Dopo la devastazione della “Barcacciaa Roma dei fan del Feyenoord, stavolta grazie ai fan del Psv è andato in scena un altro “spettacolo” del tutto riprovevole. In attesa della del match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Atletico Madrid, i tifosi che si trovavano in trasferta nella città spagnola, erano seduti in uno dei bar del centro di Madrid prima di recarsi al Vicente Calderon e quando hanno visto passare alcune zingare che chiedevano l’elemosina, hanno pensato bene di provocarle lanciando loro monetine e spiccioli, deridendole e accompagnando il tutto con epiteti e insulti razzisti. Dopo tanto, non è bastato tutto questo ai tifosi ospiti che dopo la partita si sono incontrati alla Puerta del Sol, creando disordini e atti vandalici nei confronti dei veicoli in sosta. Il bilancio è di sei tifosi arrestati, denunciati per danneggiamento e disturbo della quiete pubblica.

https://www.youtube.com/watch?v=aiMAf7oEcns

Due gravi incidenti scuotono la notte romana: morti e feriti

Questa notte due gravi incidenti si sono verificati nella Capitale. Il primo si è verificato poco dopo le 23 sulla via Litoranea, nei pressi dell’ex dazio, dove in uno scontro tra due auto un uomo di 43 anni è deceduto. Le cause del grave incidente sono ancora da accertare. Nel disastro, che ha coinvolto una Toyota Yaris e una Nissan Qashqai, sono rimaste coinvolte tre persone. Il conducente della Yaris, P.U., è morto sul posto, mentre le due persone che si trovavano nel secondo veicolo sono state trasportate all’Ospedale Grassi in gravi condizioni ed in codice rosso. A intervenire sul posto per i rilievi scientifici, come dichiarato dal Sulpl Roma, è stata la pattuglia dell’XI Marconi. La strada è stata chiusa e, per facilitare la viabilità, sono intervenute le pattuglie di Mare e Eur.

L’altro incidente è avvenuto poco prima delle 5 di questa mattina sulla Via Prenestina, all’altezza di Viale Palmiro Togliatti. Coinvolta una smart con all’interno due persone. Entrambi i soggetti convolti sono stati trasportati in gravi condizioni agli ospedali Vannini e Pertini, dove sono stati ricoverati in codice rosso. Sul posto è intervenuta una pattuglia del V Casilino per appurare l’esatta dinamica del fatto.

Questo il commento riportato in seguito ai due gravi sinistri sulla pagina Facebook del Sulpl Roma, sindacato della polizia locale: “Questi incidenti che si ripetono ci fanno pensare sul motivo per cui troppo spesso accadano nelle zone periferiche della città. Le esigenze di spostare l’attenzione sempre al centro di Roma ha lasciato sguarnite per troppo tempo fette importanti di questa città?”.

 

 

DATI ISTAT – Numeri preoccupanti sull’occupazione in Italia…

Si sente spesso parlare del tasso di occupazione in crescita e di una conseguente disoccupazione in calo. Ecco i nuovi dati ISTAT che spiegano adeguatamente come in alcune regioni nostrane il tasso di occupazione, non sia poi così incoraggiante. Infatti è possibile notare attraverso gli ultimi dati diffusi dall’Istat, che nel territorio calabrese l’occupazione è pari al 40,3%, numeri relativi alla classe d’età che va dai 15 ai 65 anni. Questo dato comprende tutti i cittadini, con o senza titolo di studio, posizionando la Calabria tra la regione Campania (40,4%) e la Sicilia (40,1%), attraverso una lista comprendente tutte le regioni del nostro paese. Questi dati, aggiornati al terzo trimestre del 2015, fanno registrare un miglioramento di 3.4% rispetto al trimestre precedente, ma in calo rispetto allo stesso periodo del 2014, dove il tasso di occupazione era precisamente un punto percentuale in più (41,3%).

Direttamente dall’Istat vengono comunicati anche dei dati interessanti, dove si dichiara che l’occupazione calabrese del sesso maschile è al momento del 51,3% collocando la Calabria ultima in classifica tra tutte le italiane. Mentre, al contrario, per quel che riguarda le donne il dato è uguale al 29,5% posizionando la Calabria sopra a Sicilia e Campania.

SERIE A – Inter bella a metà: all’84’ la Roma agguanta il pareggio

Perisic quando la Roma assaporava la nona vittoria consecutiva, Nainggolan quando l’Inter sperava di aver avvicinato il terzo posto. All’Olimpico finisce 1-1, risultato che in ottica Champions accontenta ovviamente di più Spalletti ma che in fondo provoca più facce tristi che altro. Perché Mancini ci è andato vicino: la rete di Perisic all’8′ de secondo tempo aveva spalancato le porte del successo, dopo un erroraccio di Manolas e, in rapida successione, la giocata tutta slava Ljajic-Brozovic-Perisic, con Szczesny non impeccabile sul sinistro del croato. Solo a quel punto, sotto di una rete, Spalletti mette dentro Dzeko. Ed è proprio il bisniaco ad andare vicino al pareggio al 23′, prima con un colpo di testa su cui Handanovic è attento e Miranda è furbo ad alzare la mano per ostacolare il centravanti. Ma il 23′ è lo stesso minuto in cui Dzeko fallisce con il sinistro un’occasione d’oro, sparando alto da posizione ottima. L’Inter non riesce più a pungere in contropiede, si gioca a una porta. Salah è ipnotizzato da Handanovic, Nagatomo salva sulla linea in mischia. Poi al 39′ altra mischia e il più lesto è Nainggolan, che in scivolata anticipa Miranda e mette dentro l’1-1. Al 45′ è ancora Roma, con un sinistro di Salah respinto involontariamente da Dzeko. Alla fine finisce in pareggio.

Fonte: Gazzetta.it

SEI NAZIONI – Italrugby asfaltata dal Galles

E’ stato il peggior Sei Nazioni della storia dell’Italia. Nessuno vittoria, 5 sconfitte ed ultimo posto in classifica. Ma soprattutto passivi pesantissimi contro gli avversari. Finalmente il torneo è finito, ma l’Italia di rugby piange. Il CT Brunel si è congedato con una sconfitta sonora in terra gallese. Il risultato finale a Cardiff parla chiaro: 67 – 14. Nessuna scusante, nemmeno le numerose assenze, possono dare alibi a questa disfatta. Cucchiaio di legno conquistato ed ora una rifondazione che si speri non dia altri dispiaceri ai tifosi italiani.

ITALIA – Ecco le convocazioni di Antonio Conte

Ecco la lista dei convocati di Mister Conte per le amichevoli contro Spagna e Germania:

Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Mattia Perin (Genoa), Salvatore Sirigu (Paris Saint Germain/Fra);

Difensori: Francesco Acerbi (Sassuolo), Luca Antonelli (Milan), Davide Astori (Fiorentina), Andrea Barzagli (Juventus), Leonardo Bonucci (Juventus), Matteo Darmian (Manchester United/Ing), Lorenzo De Silvestri (Sampdoria), Andrea Ranocchia (Sampdoria);

Centrocampisti: Alessandro Florenzi (Roma), Emanuele Giaccherini (Bologna), Jorginho (Napoli), Riccardo Montolivo (Milan), Thiago Motta (Paris Saint Germain/Fra), Marco Parolo (Lazio), Roberto Soriano (Sampdoria), Marco Verratti (Paris Saint Germain/Fra);

Attaccanti: Federico Bernardeschi (Fiorentina), Giacomo Bonaventura (Milan), Antonio Candreva (Lazio), Eder (Inter), Stephan El Shaarawy (Roma), Ciro Immobile (Torino), Lorenzo Insigne (Napoli), Graziano Pellè (Southampton/Ing), Simone Zaza (Juventus)

FORMULA 1 – Ecco la griglia di partenza del GP Australia

Partirà dall’Australia, precisamente da Melbourne, la nuova stagione della Formula 1. Domani all’alba si correrà il primo gran premio con hamilton super favorito per la vittoria finale. Ed è proprio l’inglese della Mercedes a conquistare la prima Pole Position della stagione. la Mercedes ha conquistato anche la seconda piazza con Rosberg. le Ferrari si sono posizionate in terza (Vettel) e quarta posizione (Raikkonen). Ha esordito il nuovo format delle qualificazioni. La “tagliola”, ovvero il taglio del pilota più lento non è stata gradita però dai piloti stessi e dagli spettatori. Domani la gara con i primi punti da assegnare della nuova stagione. Red Passion good luck!

SERIE A – Ecco il risultato di Empoli – Palermo

Alle ore 18 è andato in scena il primo anticipo della 30esima giornata di Serie A. Allo stadio castellani si sono affrontate Empoli e Palermo. Partita delicata per i rosanero che, con il nuovo tecnico Novellino, cercavano punti salvezza. Di contro l’Empoli voleva tornare a macinare gioco e risultati davanti al suo pubblico. La partita però, non ha dato emozioni al pubblico presente. Il match è volato via liscio concludendosi con un noioso 0-0. Punto che accontenta entrambe le squadre. Per il Palermo una boccata d’ossigeno e di fiducia per un finale di stagione che sarà veramente duro.

Da Nesta a Bisevac: la decadenza del numero 13

Era la stagione 1995/1996 quando un ragazzino promosso in prima squadra, decise di scegliere il numero 13 da mettere sulla maglia della Lazio. Stiamo parlando di un giovanissimo Alessandro Nesta, proveniente dalla Primavera. Da quell’anno fino al 31 agosto del 2002, quel numero è stato parte del Ministro della Difesa biancoceleste, un numero che ormai era tatuato sulla pelle del difensore. Poi… il buio assoluto. In questo focus vogliamo sottolineare come quel leggendario numero sia passato dalle spalle di un CAMPIONE, a quelle di giocatori medio bassi. Eppure nei due anni successivi alla sua cessione (2002/2003 e 2003/2004), quel numero non fu indossato da nessuno. Una scelta di rispetto verso il capitano più vittorioso del club, ma anche il timore da parte dei nuovi arrivati di accollarsi delle responsabilità pesantissime nello scegliere quel fatidico numero 13.

L’ARRIVO DI LOTITO E… DINO BAGGIO – tutto cambiò nell’estate 2004, quando lo sconosciuto Claudio Lotito divenne il nuovo presidente della S.S. Lazio. L’insediamento dell’imprenditore portò la Lazio ad essere rivoltata da cima a fondo. Regole ferree, nessun legame con la Lazio “del passato” e nessun rispetto delle “tradizioni” biancocelesti. Sarà un caso (o forse no), ma l’arrivo di Lotito portò di nuovo un calciatore ad indossare la numero 13. E’ la stagione 2004/2005 e l’onere andò a Dino Baggio, centrocampista che in quella stagione non giocò nemmeno un minuto con quella maglia (e quel numero) sulle spalle.

SEBASTIANO SIVIGLIA – Il difensore fu uno dei primi acquisti di Lotito. Nella prima stagione indossò la numero 5, poi dalla stagione 2005/2006 ci fu la scelta di indossare la numero 13. Per lunghi 5 anni Sebastiano Siviglia giocò con la 13 sulle spalle. Difensore titolare in quegli anni, che con tanta grinta e tanto cuore che contribuì alla vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana. Per i tifosi laziali fu un colpo al cuore vedere al centro della difesa biancoceleste quel numero portato per anni da un calciatore che non fosse Nesta.

STENDARDO E KONKO – Dopo la “cinquina” di Siviglia, ci fu il biennio targato Stendardo (2010/2011 e 2011/2012), ma con scarsissimi risultati. Nonostante sia stato apprezzato come uomo dalla tifoseria, Stendardo non poteva certo esssere un degno erede di CAPITAN NESTA. Ma la vera “presa in giro” avvenne nella stagione 2014/2015 con la sciagurata scelta di Konko che decise di indossare la 13. Un terzino panchinaro con la maglia del più grande difensore al mondo? Un insulto a tutti gli amanti del calcio.

IL PUNTO PIU’ BASSO… BISEVAC – Ma la decadenza definitiva ancora non era del tutto arrivata. Ci ha fatto attendere ma alla fine nel gennaio 2016 ha deciso di arrivare. Ecco un difensore sul viale del tramonto di nome Bisevac che decide di scegliere il numero 13, forse anche ignaro delle conseguenze a cui andava incontro. Di certo la SOCIETA’ LAZIO, non ha aiutato il nuovo acquisto e non lo ha consigliato sulla scelta del numero. Ma dopotutto la mancanza di rispetto verso un numero che è stato STORIA, dalle parti di Formello, è andata avanti per lunghi 12 anni.

NESTA, TI CHIEDIAMO SCUSA – Cosa avrà pensato Nesta giovedì sera dopo aver visto i clamorosi errori di Bisevac? Non lo sapremo mai, ma (se per caso avesse seguito il match) di sicuro anche a lui sarebbe scesa la lacrimuccia (come spesso accade ai tifosi laziali) nel vedere quel suo numero reso così anonimo, così privo di senso e incapace di regalare emozioni. Emozioni che invece ha accompagnato il popolo biancoceleste dal 1995 al 2002, condito da trionfi, trofei e match leggendari. Tutto quello che in casa Lazio non accade da troppo tempo. SCUSACI CAPITANO, SCUSACI ANCORA…

Marco Corsini

OLTRECONFINE – Mahrez-gol: continua la favola Leicester [VIDEO]

Non si ferma la corsa del Leicester verso il sogno di vincere la Premier League. I Foxes di Claudio Ranieri hanno infatti espugnato di misura il campo del Crystal Palace, 0-1 il risultato finale. Decisiva, ancora una volta, la coppia Vardy-Mahrez, con il capocannoniere della Premier questa volta in versione assist-man per il mancino algerino, il quale con questa segnatura arriva a quota 16 in campionato. La rete è stata messa a segno al 34esimo del primo tempo. Con questa vittoria il Leicester mantiene intatto il vantaggio sull’Arsenal, uscito vittorioso dalla trasferta di Liverpool contro l’Everton, e allunga sul Tottenham in attesa della partita di domani degli Spurs contro il Bornemouth.
Di seguito il video con il gol partita di Riylad Mahrez.

Milan – I convocati di Mihajlovic

Il tecnico rossonero Sinisa Mihajlovic ha diramato la lista dei giocatori convocati per l’incontro di domani sera contro i biancocelesti di Pioli valevole per la trentesima giornata di Serie A. Questi la lista completa con i nomi dei 24 calciatori convocati.

Portieri: Abbiati, Donnarumma, Diego Lopez;

Difensori: Abate, Alex, Antonelli, Calabria, De Sciglio, Ely, Mexes, Romagnoli, Zapata;

Centrocampisti: Bertolacci, Bonaventura, Honda, J.Mauri, Locatelli, Montolivo, Poli;

Attaccanti: Bacca, Balotelli, Boateng, Luiz Adriano, Menez.

VIDEO – Felipe Anderson si racconta tra passato, presente e futuro…

Qualche giorno fa vi avevamo parlato dell’intervista di Laura Barriales a Felipe Anderson. La showgirl brasiliana aveva intervistato a Formello il numero 10 biancoceleste per la trasmissione della Serie A “L’ospite di Laura“, spaziando su vari argomenti, tra infanzia, presente e futuro.  La prima domanda è stata sui giocatori preferiti di Felipe Anderson, giocatori che apprezza e a cui, in parte, si ispira: “Mi piacciono tanto Ronaldo e Kakà, il primo lo ammiravo perché faceva tanti dribbling e anche io da piccolo li facevo perché ero molto veloce. Di Kakà mi impressionava la velocità e il tiro a giro, provo sempre ad imitarlo. Per tecnica e velocità assomiglio ad entrambi”. Il brasiliano classe ’93 è una persona molto devota: “La mia fede nasce da bambino, guardavo mia madre che pregava e sono cresciuto leggendo la Bibbia e pregando. Ho un rapporto quotidiano con la mia fede. Prego tutto il tempo, quando mi alzo e quando vado a giocare. Chiedo protezione per me e per gli avversari affinché nessuno si faccia male e ringrazio Dio per l’opportunità che mi ha concesso. Ci sono altri Atleti di Cristo in Serie A? Sì, c’è il mio amico Rafael che gioca al Napoli, Gabriel Ferreira ed Hernanes“. Dal Brasile alla Lazio, per un calciatore giovane come il 10 della Lazio questo è stato un vero e proprio sogno: “Il sogno di giocare in Italia e in Europa ce l’avevo fin da piccolo. Nel 2012 ho iniziato ad avere questa possibilità di venire alla Lazio. Nel 2013 è diventato un obiettivo, il sogno era quello di giocare alla Lazio. Quando sono arrivato a Roma c’erano tanti brasiliani e mangiavamo cibo brasiliano, però la cucina italiana mi piace moltissimo, specialmente la carbonara (ride, ndr)”. Un inizio in sordina e poi l’esordio, ad ottobre contro la Fiorentina: “Ricordo quella partita con la Fiorentina, ero ansioso per la mia prima partita in Serie A contro una squadra forte, peccato che abbiamo pareggiato. Ricordo anche il mio primo gol in Serie A contro il Parma, abbiamo vinto 2-1. È stato un giorno speciale per me, quando ti sblocchi giochi più libero e tranquillo. Da quel momento in poi abbiamo fatto bene e abbiamo vinto tante partite di fila. Quella stagione è stata fantastica. Il mio gol più bello di questa stagione è stato contro il Genoa, ero fuori area e mi è arrivata la palla, ho calciato a giro e l’ho mandata all’incrocio. È stato anche il più importante perché vincevamo 1-0 e loro stavano provando a pareggiare, con quella rete abbiamo chiuso la gara”. Domani la difficile trasferta di San Siro contro il Milan: “Contro il Milan a S.Siro è sempre una partita importante, visto anche che ci hanno battuto in casa nostra. Ritengo che la chiave per vincere sia quella di essere più cattivi. Per cattiveria intendo l’atteggiamento giusto, andare a Milano per fare la partita e vincere contro un avversario difficile. Spero di segnare e che si riesca a vincere 2 o 3 a zero. La chiusura è sul suo futuro: “Resto qui alla Lazio, il mio cuore e la mia testa sono qui, penso solo alla Lazio.

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MOTOCICLISMO – Conferma per Valentino Rossi

Altre due stagioni per Valentino Rossi alla Yamaha. A dare l’annuncio del rinnovo del motociclista marchigiano è stata proprio la casa motociclistica. Alla vigilia del Gp del Qatar, gara di apertura del mondiale 2016, il team della Yamaha ha ufficializzato la conferma del ‘dottore’ anche per le prossime due stagioni. Il 36enne pesarese con la Yamaha ha vinto 4 titoli mondiali nella classe regina, trionfando nel 2004, 2005, 2008 e 2009 e vincendo in totale 53 Gran Premi.

Valentino Rossi dal canto suo ha dichiarato: “Sono felicissimo di poter annunciare il mio rinnovo con la Yamaha. E’ sempre stato il mio obiettivo, sono molto soddisfatto. Dal 2013, anno in cui sono tornato alla Yamaha, mi sono sentito a casa e ne sono dimostrazione anche i risultati ottenuti. Mi piace lavorare con il mio team, il loro sostegno per me non ha limiti e voglio ringraziarli di cuore per questo. Sono enormemente motivato per ottenere i migliori risultati possibili con la M1 sia in questa stagione che sta per iniziare sia per le prossime due. Voglio anche ringraziare i miei tifosi, che mi sono sempre vicini in ogni momento, rendendo le gare speciali. Continuerò a dare il massimo in ogni Gran Premio in modo che tutti possano continuare a divertirsi guardando la MotoGP ancora per altri anni”.

Abate e Montolivo in coro: “I nostri risultati sono frutto di poca concentrazione”

Nella conferenza stampa odierna in casa Milan oltre al tecnico milanista sono intervenuti anche due giocatori rossoneri: Riccardo Montolivo e Ignazio Abate.

Il capitano rossonero ha dichiarato: “A causa della mia esperienza e della mia età sono un tipo equilibrato, posso perciò affermare che i commenti e i giudizi nei nostri confronti sono frutto del periodo che stiamo attraversando e spesso non sono frutto di un’analisi corretta. Io penso solo a continuare a lavorare. Nella stagione in cui arrivammo al terzo posto ricordo che nel girone di ritorno riuscimmo a restare sempre concentrati, questa volta invece abbiamo avuto un rilassamento negli ultimi due incontri. Cosa inaccettabile per una squadra di livello come la nostra. Se si gioca nel Milan 8-9 risultati utili consecutivi devono essere una cosa normale. Invece, abbiamo pagato proprio sotto questo aspetto. Ci dispiace essere così in ritardo in classifica, non possiamo lottare per il terzo posto e questa è la conseguenza degli errori fatti in queste ultime due sfide contro Sassuolo e Chievo. Il Milan che conquistò il terzo posto non era più forte di questo a livello tecnico ma sicuramente lo era a livello mentale. In questo momento non basta quello che abbiamo fatto finora, dobbiamo dare certamente di più”.

Queste le parole del terzino rossonero Abate: “Quello che ci ha limitato finora sono stati l’alternanza di prestazioni positive e negative, dovute a scarsa concentrazione ed appoggio. Dopo l’ultimo incontro c’era molta amarezza tra di noi. Non vogliamo buttare al vento quanto di buono fatto, per due mesi abbiamo giocato  un buon calcio. Non possiamo accettare di ritrovarci in queste posizioni. I nostri obiettivi sono quello di conquistare l’Europa ma non in questa posizione, e poi vincere la Coppa Italia. Ogni giorno dobbiamo metterci più impegno e più cattiveria. Questa settimana ci siamo allenati molto bene per poter fare una grandissima prestazione contro i biancocelesti. Mi sono confrontato con alcuni compagni e tutti la pensiamo alla stessa maniera. Sono d’accordo con Riccardo (Montolivo, ndr), le qualità per poter far bene le abbiamo. L’alternanza delle nostre prestazioni  dipendono dalla concentrazione che mettiamo nel lavoro. Dobbiamo trovare più continuità, nell’anno del terzo posto non perdemmo un colpo. Per giocare nel Milan 4-5 vittorie di fila sono la normalità e dobbiamo crescere dal punto di vista della mentalità. Con il tecnico lavoriamo benissimo, abbiamo molto affiatamento e a volte, quando non arrivano i risultati, dipende soprattutto dal punto di vista mentale. Secondo me stiamo mancando proprio in questo, nella continuità e nella testa. Come ci siamo rilassati un poco sono venuti meno i risultati, mentre quando siamo rimasti concentrati sono arrivati. Comunque ci sono anche molti aspetti positivi, l’allenatore ha portato cultura del lavoro e regole e inoltre in allenamento non ci sono mai stati problemi. Ripartire da zero non è facile per nessuno, tanto meno per noi come gruppo”.