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Krejčí: “La Lazio è una grande squadra ma la qualificazione…”

Domani sera sul prato dell’Olimpico si affrontano Lazio e Sparta Praga per la gara di ritorno di Europa League. La Lazio riceve gli ospiti con il leggero vantaggio derivante dal risultato della gara di andata, 1-1 in terra ceca, ma non è dello stesso avviso l’esterno Ladislav Krejčí che, come riportato da Idnes.cz, ha dichiarato: “Credo che abbiamo le stesse possibilità di arrivare ai quarti. È una gara molto aperta, ma se dovessimo riuscire nell’impresa di passare il turno per noi sarebbe un enorme successo perchè ritengo la Lazio una grande squadra. Per noi scendere in campo con l’idea di segnare almeno un gol è qualcosa di nuovo ma il tempo per riuscirci lo abbiamo e già non incassarne sarebbe importante”.

Scasny: “Sarà difficile riuscirci ma passare il turno sarebbe grandioso”

Prima della partenza per Roma il tecnico dello Sparta Praga, Zdeněk Ščasný, ha rilasciato una breve intervista intervenendo ai microfoni di ISport.cz: “Ho visto le gare giocate all’Olimpico dalla Lazio, soprattutto quelle di Coppa, sarà difficile riuscire a fare la partita. Passare il turno sarebbe un risultato grandioso. A Roma ci aspetta un avversario difficile ma dobbiamo riuscire a segnare almeno una rete e per farlo dovremo disputare un secondo tempo diverso da quello della gara di andata. Dovremo essere bravi a difenderci ed a renderci pericolosi senza scoprirci. La Lazio ha un gruppo compatto con grandi attaccanti. Ho parlato anche con Nedved e mi ha detto che in Italia sono tra i migliori in fase di transizione. Voglio andare avanti in Europa e giocare una bella partita, ma ritengo più importante il derby di domenica con lo Slavia. La Lazio invece, a differenza di altre squadre italiane, punta molto sull’Europa, dimostrazione ne sono i nove cambi fatti contro l’Atalanta domenica scorsa. Questo dipende anche dal fatto che la posizione in classifica in campionato influisce”.

Miele: “Lazio attenta, il risultato dell’andata è un’arma a doppio taglio”

Per parlare dell’incontro di Europa League di domani sera con lo Sparta Praga ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto l’ex difensore biancoceleste Renato Miele: “La Lazio deve scendere in campo affrontando la squadra avversaria come fosse l’ultima spiaggia. Bisogna riuscire a ottenere un risultato positivo ma stando bene attenti perchè il pari ottenuto nella gara di andata potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Se lo Sparta vuole andare avanti nella competizione invece ha un solo risultato da perseguire. Nel reparto avanzato lascerei in campo Klose perchè ha dimostrato di essere in buona condizione. Sostituirlo nel momento in cui ha ritrovato il gol mi sembra un azzardo, anche perchè è molto affiatato con i compagni. Se stai bene non ti spaventa nessuno. Io punterei sul tedesco dall’inizio, poi in un secondo momento potrebbe entrare anche Matri. Anche Mauri potrebbe scendere in campo però io sfrutterei uomini più veloci. Mauri potrebbe risultare molto utile in caso di gestione del risultato. Con lo Sparta costretto ad attaccare potrebbe essere la gara giusta per puntare su uomini veloci come Candreva e Keita. Punterei su un classico 4-3-3, gli ospiti devono per forza cercare di segnare quindi saranno costretti a portarsi in avanti e di conseguenza per i biancocelesti ci saranno a disposizione spazi aperti da poter sfruttare. E la Lazio ha gli uomini in grado di inserirsi e fare male”.

MUSICA – Delirio Vasco (VIDEOINTERVISTA)

Resterà in proiezione fino a oggi, 16 marzo, in 280 cinema d’Italia l’anteprima del nuovo film concerto di Vasco Rossi “Tutto in una notte/Live Kom 015”. Il cantante, presente alla sala 2 dell’Odeon di Milano, ha salutato il suo pubblico mandando in visibilio un centinaio dei suoi fan presenti che lo hanno accolto tra cori e urla. Neanche a dirlo per lo show del Blasco è stato registrato il solito sold out. Il suo spettacolo include il concerto del 3 luglio scorso allo Stadio San Paolo di Napoli. “Il concerto è rimasto intatto, la musica è potentissima, è esattamente quello che è stato suonato quella sera, non abbiamo aggiustato nulla”, ha dichiarato il Kom presentando il lavoro. Il rock del cantante emiliano domina in tutto il film concerto. La musica, interpretata dalla ballerina Valentina Moer con sullo sfondo scorci di una Napoli poco conosciuta ma senza dubbio affascinante, poco hanno aggiunto alla spettacolarità del concerto: “Ha dato corpo alla musica”, ha spiegato Vasco, ma la performance della pur brava artista è sembrata aver poco a che fare con il resto. Il rock suonato dal Kom e dalla sua fantastica band – presenti il chitarrista Stef Burns accompagnato dalla moglie Maddalena Corvaglia e la corista Clara Moroni – si è dimostrato troppo forte e ha dimostrato ancora una volta di non aver bisogno di nessun aiuto esterno. L’ennesima prova si è avuta nella sala dove è stato proiettato il filmato, una platea trasformata in un’arena, in cui cori e canzoni urlate dal pubblico presente si confondono con quelli del concerto riuscendo a tratti anche a sovrastarli. L’amore dei fan che seguono il Vasco, pronto a tornare sul palco a giugno con quattro date allo Stadio Olimpico di Roma, fa si che anche questo film concerto sarà un sicuro successo. Regista del filmato Peppe Romano: “Gli ho dato carta bianca perché avevamo già lavorato insieme e ho sentito che in lui c’era del genio” ha dichiarato Vasco, visibilmente emozionato, ringraziando l’autore. Dopo “Fronte del palco” del 1990 e il record di incassi “LiveKom 011” con “Tutto in una notte/Live Kom 015” per la terza volta Vasco Rossi è impegnato al cinema con un suo lavoro. Nonostante il grande riscontro di pubblico per la sua ennesima fatica, di fare cinema Vasco non ne ha la minima intenzione: “Non ho mai voluto, me l’hanno anche proposto ma meglio fare una cosa e farla bene: io ho avuto la fortuna di fare musica”.

 

https://www.youtube.com/watch?v=UBZazqY8Hi4

Yuri Chechi, quando il web ti uccide…

Nell’era della tecnologia moderna, la morte di personaggi famosi è ormai all’ordine del giorno. No non vogliamo dare la colpa ai siti internet o ai social Facebook e Twitter della dipartita di qualche Vip, ma sarà sicuramente capitato a tutti di leggere notizie sulla scomparsa di un noto personaggio, riscontrando in seguito la non autenticità della notizia stessa. Ecco è davvero incredibile quanto nelle ultime ore si è potuto leggere on-line: secondo alcuni siti Yuri Chechi è stato dato per morto. “Il signore degli Anelli”, dopo esser stata annunciata questa che è una vera e propria bufala, viene raccontato dagli stessi attraverso i suoi successi, i trofei, dando anche informazioni sulla sua vita. Le più importanti testate non hanno dato nessuna notizia ufficiale, tanto da confermare quanto questa sia la bufala del giorno. La tecnologia avanza e il mondo si sta modernizzando sempre più grazie al web, ai vari social dove ognuno può comunicare liberamente, ma questo crediamo sia un abuso di tale possibilità. Ci vorrebbe da parte di questi siti minori un po più di rispetto e sensibilità verso i propri lettori, ma soprattutto verso quei personaggi famosi che hanno il terrore di ritrovarsi improvvisamente “uccisi dal web”.

Che vergogna questa società! Mauri non merita questa insensibilità…

La storia ultracentenaria della Lazio ha visto tantissimi campioni vestire la maglia della prima squadra della capitale. In 116 anni, questi grandi calciatori hanno offerto il loro contributo alla causa biancoceleste in diversi periodi, esaltanti o meno ma hanno comunque lasciato impresso il loro nome nella gloriosa storia di questa società. Alcuni calciatori vengono ricordati per sempre, non solo per i gol o per le coppe alzate al cielo, questi vengono ricordati anche per il loro attaccamento alla maglia, il rapporto stretto con i tifosi e l’abnegazione mostrata ogni qualvolta essi venivano chiamati in causa. Spesso per capire quali sono quei giocatori che hanno fatto la storia di un club si ricorre al numero di presenze e agli anni passati con lo stesso club, nella Lazio in pochi sono riusciti a toccare le 300 partite con l’aquila sul petto, soltanto otto in 116 anni di vita e ogni volta che si pronuncia il nome e cognome di questi calciatori, nella mente dei tifosi laziali riaffiora sempre un bellissimo ricordo riguardante questi uomini: Giuseppe Favalli (401), Pino Wilson (394), Paolo Negro (376), Aldo Puccinelli (342), Luca Marchegiani(339), Vincenzo D’Amico (338), Cristian Ledesma (318), STEFANO MAURI (300). 

Dopo 10 anni di Lazio, il 13 marzo 2016 Stefano Mauri ha raggiunto le 300 presenze con la maglia della Lazio. La nota stonata dell’ultimo Lazio-Atalanta, crediamo sia la non riconoscenza da parte della società verso un ragazzo che con questa maglia ha raggiunto un traguardo storico. Come non consegnare una targa ad un uomo che ha dato tanto per la Lazio ed è rimasto a Roma, in alcuni periodi, anche a dispetto dei santi posizionandosi tra i primi calciatori con più presenze nella storia laziale? In tanti addetti ai lavori neanche sapevano, dato l’assenteismo della comunicazione Lazio,  di questo traguardo raggiunto dall’uomo spogliatoio di questa squadra. La Lazio non riesce a “vendersi” bene, perché forse non ritiene così interessante farlo, ma poi non ci si lamenti quando i mezzi di comunicazione scelgono di dar più risalto ad altre società. Nell’ultima partita, in cui ha toccato le 300 gare con la maglia biancazzurra, grazie ad una percussione in area Stefano Mauri ha dato la possibilità alla Lazio di andare in vantaggio grazie al gol di Klose, una vittoria nel segno di Stefano Mauri. Non poteva essere altrimenti, per uno che di partite ne ha vinte tante, dentro ma soprattutto fuori dal campo.

Un capitano coraggioso, che alle critiche e alle malelingue rispose con quell’eurogol di rovesciata in quel Lazio-Napoli, Stefano ha sempre saputo di poter lasciare un segno indelebile e contro tutti c’è riuscito, lui è l’unico capitano nella storia calcistica romana ad aver alzato una coppa in una finale-derby. Stefano Mauri ne ha passate tante e ne ha visti tanti di calciatori andar via in questi 10 anni ma lui è rimasto, ha mostrato carattere in molte situazioni, i suoi compagni lo chiamano ancora capitano, nonostante per le varie vicissitudini non ha più la fascia sul braccio.

Se dovessimo prendere un’immagine come simbolo di questi 10 anni di bei momenti misti ad avversità, non crediamo sia una coppa al derby (anche se indelebile) a descrivere l’uomo Stefano Mauri, ma un’immagine ancor più emblematica è quella che vede Stefano uscire dall’ingiusto carcere preventivo, con la borsa in mano e il sorriso stampato bene in viso come a dire “Ho sempre riso in faccia a chi mi voleva finito…”.

Dopo 10 anni è ancora Mauri, e la società ha perso l’ennesima occasione per dimostrarsi vicina alla storia della Lazio, ma in queste 12 primavere di gestione Lotito l’ingratitudine verso Stefano Mauri sarà soltanto l’ennesimo episodio che va a confermare quanto Lotito tenga a questo ambiente, a questi giocatori, a questi tifosi, quanto non tenga a questa Lazio. A fine gara Stefano Mauri ha dichiarato: ““Sono onorato di aver indossato 300 volte questa maglia…”, e la società, è onorata anche lei di aver in rosa un calciatore che ha raggiunto questo traguardo? Ai posteri l’ardua sentenza…

Lazio-Sparta Praga: ecco le misure di sicurezza

Si è tenuto ieri nel tardo pomeriggio, presieduto dal Questore D’Angelo,  il tavolo tecnico dove sono state esaminate, nel dettaglio, le misure di sicurezza  per l’incontro di calcio Lazio – Sparta Praga, gara di ritorno degli ottavi di finale di Europa League, che si disputerà domani alle ore 19.00 presso la Stadio Olimpico. Sono circa 1300 i tifosi della squadra ospite attesi, che arriveranno a Roma a bordo di aerei ed autobus. Dalle ore 15:00 di domani, i supporters ospiti potranno recarsi in piazzale delle Canestre da dove, scortati dalle forze dell’ordine, raggiungeranno l’impianto sportivo a bordo di autobus  messi a disposizione dall’Atac. L’apertura dei cancelli è prevista per le ore 16:00. A sorvegliare i tifosi squadre miste di poliziotti italiani e cecoslovacchi, con il supporto di un elicottero della Polizia di Stato. Predisposti particolari servizi di vigilanza, già dalla giornata odierna, sia nei pressi dello Stadio Olimpico, che nelle zone maggiormente frequentate del centro storico.

Keita rompe il silenzio e svela il suo futuro

E’ il giocatore del momento, colui che ogni volta che viene chiamato in causa riesce a dare grande vivacità e imprevedibilità alla manovra biancoceleste, stiamo parlando di Keita Balde Diao. Il classe ’95, gioiellino della Lazio, dopo un periodo difficile in cui non  sembrerebbe aver riconquistato la fiducia di Pioli e dell’ambiente: il suo estro, le sue accellerazioni e la sua fantasia saranno sicuramente importanti in questo rush finale  e infatti molto probabilmente anche domani contro lo Sparta Praga partirà titolare. Affetto che sicuramente lui non ha mai smesso di ricambiare, neanche quando ormai tutti lo davano lontano da Roma. Proprio del suo futuro professionale, l’ex Barcellona, deciso ha deciso di parlare in una lunga intervista al portale  TFM: “Sono tranquillo. La Lazio è una grande squadra che ha un’ottima organizzazione. Roma è una città tranquilla, piena di gente simpatica”.

IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI –  “La Lazio è la squadra con la quale ho firmato il mio primo contratto da professionista. Il club mi ha aiutato molto. Ho esordito in prima squadra quando avevo appena 18 anni. Adesso ne ho 20 e sono alla mia terza stagione in Serie A. Ho avuto la possibilità di giocare la finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus e abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Roma. In realtà va tutto bene”.

IL SUO IMPIEGO – “In squadra abbiamo tanti giocatori di qualità, soprattutto nel mio stesso ruolo: da Candreva a Felipe Anderson. Ecco perché io non ho sempre il posto da titolare, ma per l’età che ho gioco abbastanza. Io devo continuare a crescere e prendere più confidenza”.

IL MERCATO – “Sì è vero, ho avuto delle proposte da altri club, ma io sono concentrato sulla Lazio. Ho un contratto ancora fino al 2018 e per il momento rimango qui”. Vuole la Lazio, prova sentimenti forti per questi colori. Ma confessa di avere un sogno nel cassetto: La mia ambizione è arrivare a giocare nelle migliori squadre del mondo come Barcellona, Real Madrid e Manchester United, è il sogno di tutti i ragazzi. Il mio club preferito? Non posso rispondere… dico la Lazio! (ride, ndr)“. 

IL SENEGAL – “Sono molto fiero e orgoglioso di aver scelto il Senegal, prima di decidere ne ho parlato anche con Koulibaly (difensore del Napoli, ndr). Io sono nato in Spagna ma i miei giocatori sono senegalesi. Loro mi hanno parlato spesso del Senegal, mi hanno detto che lì ho molti tifosi. Ho scelto il Senegal soprattutto per i miei genitori. Gli scarpini diversi? Sì, è vero. Uno ha la bandiera del Senegal, l’altro quella della Spagna. Non posso ignorare né l’una, né l’altra parte di me. Non sono cose che si possono rimuovere. Ecco perché ho scelto di rappresentare questa idea con gli scarpini che indosso ogni partita. Anche la Spagna mi ha dato molto, e questo lo apprezzo tanto”. Ciò è sicuramente motivo di orgoglio per i suoi cari: “Per me, per mia, madre, per mio padre e per la mia famiglia spero di portare il Senegal il più in alto possibile. La mia è stata una scelta personale. Un calciatore vuole giocare sempre il più possibile, soprattutto a 20 anni. Ma non c’è nessuno che è venuto a parlare o ha cercato di convincermi. È stata una mia scelta personale, ripeto. Conosco poco del Senegal, quasi niente. Le uniche cose che so arrivano dai miei genitori che me ne hanno parlato molto. Ho parlato sia con l’allenatore che con i membri della Federazione Senegalese e ho spiegato a loro la mia decisione di far parte della Nazionale”

GLI INIZI – “Ho iniziato a giocare a calcio da bambino. A 7 anni ero in un centro di formazione, poi a 9 mi ha prelevato il Barcellona dicendo che vedevano in me del talento. Secondo me la cantera del Barcellona è uno dei migliori posti dove imparare a giocare a calcio. È una delle più grandi società in Europa e nel mondo. Non ho avuto bisogno di fare provini, appena mi hanno visto giocare mi hanno preso subito. Sono rimasto a La Masia (sede del vivaio del Barcellona, ndr) dai 9 ai 16 anni. Dopo l’esperienza al Barcellona ho sono venuto qui alla Lazio. È stato il club che mi ha cercato di più. All’inizio non sono venuto qui con la famiglia, ero da solo. Dormivo nel centro sportivo, ero ancora minorenne quando la Lazio mi ha preso“.

 

Pin: “Lazio, senza entusiasmo non si va da nessuna parte.”

Gabriele Pin, colonna del centrocampo biancoceleste a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino e da Vincenzo Oliva, alla vigilia della fondamentale sfida contro lo Sparta Praga.

Che partita sarà quella di domenica sera? “Sicuramente si tratta di una partita importante che potrebbe consentire alla Lazio di continuare a vivere il sogno dell’Europa League. Considerando le squadre che sono rimaste in lizza anche per l’autostima del gruppo sarebbe importantissimo passare il turno.

Con le maglie di Juventus e Parma Pin ha ottenuto grandi successi europei nella sua carriera: “Per arrivare in fondo a queste competizioni bisogna trovare un giusto equilibrio tra società, squadre e tifosi. Lo stadio deve essere all’altezza di una Coppa Europea, ci deve essere grande entusiasmo perché senza di esso non si va da nessuna parte, e l’entusiasmo va trasmesso da tutte le componenti del club. Dal punto di vista tecnico ovviamente ogni partita va affrontata al massimo visto che in Europa si affrontano avversari che non si conoscono alla perfezione. La Lazio però ha i mezzi per andare molto avanti in Europa League.

La sfrontatezza di alcuni giovani può essere una carta in più per fare strada in Europa League e migliorare la stagione rispetto a quanto visto in campionato? “Secondo me il ko nel preliminare di Champions ha avuto un effetto psicologico devastante sul gruppo. La preparazione è stata molto condizionata anche dalla partita di Supercoppa a Shanghai, lo si è visto anche dai guai ai quali è andata incontro la Juventus. Ritrovarsi a rincorrere giocando su tre fronti non è mai facile: ci sono delle situazioni che vanno gestite in costante emergenza. Sicuramente la presenza di tanti giovani può garantire freschezza ma anche rappresentare un handicap sul piano dell’esperienza.

Quale ipotesi può essere praticabile per risollevare le sorti dell’attacco biancoceleste? “Credo che un Klose ritrovato, che sembra stia vivendo un momento finalmente positivo dal punto di vista fisico, rappresenti una carta in più alla quale non si possa rinunciare. Il tedesco in forma crea sempre soggezione nelle difese avversarie. L’importante però è il supporto della squadra al gioco offensivo: la Lazio l’anno scorso creava sistematicamente la superiorità numerica in attacco, dimostrando voglia e determinazione in tutte le azioni.

La Lazio potrebbe diventare l’unica squadra italiana impegnata in campo europeo. A meno che la Juventus non faccia l’impresa a Monaco di Baviera… “Il compito bianconero mi sembra davvero arduo, anche perché il Bayern a Torino ha giocato in totale emergenza difensiva. Con i recuperi previsti stasera nella formazione titolare ed il sostegno dell’Allianz Arena, alla squadra di Allegri servirà una partita assolutamente straordinaria per raggiungere i quarti di finale di Champions League.

Fabio Belli

MERCATO – Possibile sorpresa per la panchina

Si è molto parlato in queste settimane in casa Lazio del possibile addio a fine stagione di Stefano Pioli e del nome (anzi dei nomi, perché, da Mihajlovic a Juric passando per Di Francesco, ne sono circolati davvero tantissimi) del suo possibile successore sulla panchina biancoceleste. Ebbene, nelle ultime ore è giunto, un po’ a sorpresa, un nuovo sviluppo: il tecnico parmense potrebbe infatti alla fine clamorosamente restare al timone della squadra capitolina. A riferirlo l’edizione odierna di ‘Tuttosport’, secondo cui Pioli, in virtù anche dei buoni risultati ottenuti sin qui in Europa, starebbe recuperando terreno sotto il profilo della fiducia della società. La quale, vista forse anche la mancanza di nomi altisonanti in grado di riportare da subito la squadra agli alti livelli che le competono, potrebbe alla fine concedere una nuova chance all’ex allenatore del Bologna.

Lazio, Scudetto 1915, l’Avv. Mignogna: “Attesa una risposta dalla FIGC sul dossier emerotecario”

L’avvocato Gian Luca Mignogna, promotore dell’iniziativa per riassegnare lo scudetto 1915 ingiustamente negato alla Lazio, è intervenuto su Radiosei per fare il punto della situazione, alla luce del Dossier Emerotecario inviato in FIGC che potrebbe rappresentare la svolta in vista dell’istituzione della commissione straordinaria:

“Fu un atto di prepotenza sportiva di proporzioni bibliche, ma con il Dossier Emerotecario abbiamo raccolto prove schiaccianti che testimoniano come i diritti della Lazio furono calpestati e come la storiografia ufficiale avesse sorvolato sui fatti. I giornali dell’epoca, L’Italia sportiva’ e ‘L’idea nazionale’, ci hanno aiutato a ricostruire l’andamento delle cose. Il Dossier è stato inviato ufficialmente alla Figc, in tempi non troppo lunghi ci dovrebbe essere una risposta. E’ difficile capire quando precisamente la FIGC potrà far pervenire risposte, potrebbe accadere a fine stagione come tra pochi giorni, ma a questo punto ci aspettiamo delle novità molto importanti. Il Dossier ha apportato delle novità decisive tanto da avermi costretto a modificare il testo della petizione e, assieme alla Consulta Biancazzurra, ho chiesto alla Panini di modificare la storiografia di quel campionato“.

Viareggio Cup, il punto sulla seconda giornata: Bologna, Milan e Genoa cominciano col botto

Seconda giornata di gare alla Viareggio Cup: la Fiorentina “Due” (senza sette nazionali… tra Under 17 e Under 19) trova pane per i suoi denti negli argentini del Belgrano. Viola ad inseguire il gol di Caseres fino al pareggio di Castrovilli. Match davvero intenso per agonismo e qualità tecnica. Ripresa ad episodi, con sprechi clamorosi su entrambi i fronti. Straniera di ottimo livello, il Belgrano con il numero 10 Paz un gradino sopra i compagni.

Comunque la sorpresa di giornata è il successo dei congolesi dell’Ujana sul Cagliari che solo sul finale si è fatto vivo con il gol della bandiera di Cortesi. Anche i nigeriani dell’Abuja spaventano l’Entella, che confeziona il recupero-sorpasso con Moreo e Mitta.

Il Rijeka, del patron spezzino Volpi, si fa strapazzare dal Genoa. I croati, club dall’illustre tradizione, non ha mai impensierito i rossoblù.

Punteggio tennistico per il Bologna che passeggia con il White Plains, club di New York, alla prima esperienza alla Viareggio Cup. I danesi dell’Helsingor danno filo da torcere al favorito Torino, ma alla fine i granata trovano il gol-partita con Berardi. Tra Livorno e la Rappresentativa di Serie D finisce senza reti con rare occasioni e soprattutto con le difese sugli scudi.
Primo tempo da botta e risposta tra Milan e Ascoli. Vanno in fuga i bianconeri marchigiani con azione solitaria di Orsolini. La risposta rossonera si concretizza con un rigore più espulsione dell’ascolano Quaranta per fallo da ultimo uomo. Sul dischetto capitan Gamarra che timbra il pareggio. Sullo slancio il Milan mette la freccia con La Ferrara anche grazie ad una errata uscita del portiere avversario. Poi è tutto un dilagare rossonero con Crociata e il figlio d’arte Andrea Casiraghi. A proposito, in tribuna a La Spezia c’era anche un Paolo Maldini interessato ad osservare il figlio Cristian, difensore classe ’96. Se son rose…

MERCATO – “Senza fine” le voci su Antonio Candreva.

Ancora ‘rumors’, ancora chiacchericcio su Antonio Candreva riguardo il suo futuro. Il talento biancoceleste sembra non aver pace. Questa volta è ‘Tuttosport’ a metterne in dubbio la permanenza alla Lazio.

© Gianni Barberi
© Gianni Barberi

L’Inter continua a pensare al centrocampista come arma in più per Roberto Mancini che pare essere la prima scelta per il mercato estivo. Non è più una novità che la richiesta del presidente Lotito non sia inferiore ai 20 milioni di euro.

A oggi quel che è certo è che il futuro del numero 87 è ancora tutto da scrivere.

L’Arciere Parolo – Determinante in Europa League finora

Il centrocampista Marco Parolo, collante necessario tra difesa e attacco sarà regolarmente in campo questa sera nel match di Europa League contro lo Sparta Praga.

Parolo Lazio Genoa
© Gianni Barberi

Il giocatore, come si legge questa mattina nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, è andato a segno 3 volte in Europa (come Djordjevic, che però è un centravanti): contro il Dnipro, il Galatasaray e nell’andata, appunto, contro lo Sparta Praga. Rete che potrebbe risultare decisiva ai fini del passaggio del turno.

Statistiche che lasciano ben sperare, e che consentono a Stefano Pioli di avere una freccia in più questa sera nel suo ‘arco’.

 

 

Palermo, scacco alla Mafia. In manette 62 persone tra i quali..

Sessantadue ordini d’arresto sono stati eseguiti questa mattina dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, nei confronti di soggetti indagati per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, ricettazione, favoreggiamento e reati in materia di armi aggravati dal metodo mafioso. L’operazione è stata denominata «Brasca-quattro.zero».

Sono state poste sotto sequestro attività commerciali, imprese e beni immobili. Il blitz di questa mattina è frutto di due distinte indagini condotte dal Ros e dal Gruppo carabinieri di Monreale, che hanno interessato i mandamenti di Villagrazia-Santa Maria di Gesù e San Giuseppe Jato e che hanno avuto significativi collegamenti in occasione della riorganizzazione di quest’ultima cosca e del dipendente clan di Altofonte.

Una riorganizzazione, condotta tra Palermo e provincia, all’ombra di due capimafia ormai anziani e fedelissimi di Totò Riina: si tratta di Mario Marchese, 77 anni, e di Gregorio Agrigento, 81, che sono tra gli arrestati. La Vasta operazione antimafia di fatto mette fine a questo tentativo di riorganizzazione. I carabinieri e la Procura hanno ricostruito gli assetti di vertice nonché i rapporti con i vertici dei mandamenti limitrofi, e documentato numerosi reati che dimostrano la capacità di controllo del territorio da parte dell’organizzazione criminale.

Debiti con Equitalia? Potresti circolare con un’auto soggetta a fermo amministrativo e non saperlo

Tutte le volte, infatti, che l’Agente per la riscossione procede a iscrivere al PRA il blocco del mezzo non è tenuto a comunicarlo al proprietario, sicché quest’ultimo non è posto nella condizione di sapere del divieto di circolazione.

ESEMPIO: Il sig. Mario Rossi si presenta allo studio dell’avvocato e gli dice: “Equitalia ha iscritto il fermo sulla mia auto, ma solo per caso me ne sono accorto, in quanto stavo procedendo a venderla. Nessuno però me lo aveva comunicato e, per tutto questo tempo, ho circolato con un mezzo che non poteva farlo. Peraltro esponendomi a un grosso rischio”. Mario Rossi, peraltro, non ha mai ricevuto il preavviso di fermo perché Equitalia lo ha spedito a un indirizzo sbagliato. Ma questo non avrebbe certo interessato alle forze dell’ordine qualora, per caso, lo avessero fermato.

Il debitore, in ultimo, potrebbe circolare serenamente ed inconsapevolmente, con il rischio che, se fermato dalla polizia, i problemi di carattere giudiziario diverrebbero di gran lunga più seri.

Tra le diverse garanzie previste dalla legge in favore del contribuente, non si è pensato di prevedere l’obbligo, da parte di Equitalia, di comunicare l’avvenuta iscrizione del fermo auto. La legge prevede solo la necessità di inviare un preavviso di fermo da notificarsi non meno di 30 giorni prima di procedere al blocco dell’auto. Si tratta cioè di un termine minimo, ma nulla toglie che l’Agente della riscossione possa provvedere anche ben oltre tale scadenza, a distanza di diverse settimane. Anzi, la pratica insegna che ben più di una volta sia avvenuto che, a fronte della notifica di un preavviso, il fermo non sia più stato iscritto o sia stato iscritto a distanza di oltre 30 giorni dalla notifica dello stesso. Peraltro nessuno garantisce che – come nel caso del sig. Rossi – Equitalia abbia davvero spedito il preavviso.

CONSEGUENZE – Non sapendo il contribuente quando piomberanno le ganasce fiscali, e non potendo certo recarsi ogni giorno al PRA per verificarlo, egli potrebbe circolare con un mezzo che, invece, dovrebbe rimanere fermo in garage. In questo modo, la legge lo espone al rischio di sanzioni assai pesanti per un comportamento non certo colpevole. Infatti, la volontarietà dell’infrazione si può avere solo nel momento in cui vi sia consapevolezza del divieto; invece, il preavviso di fermo non è un atto tale da porre il contribuente nella condizione di conoscere la misura interdittiva, essendo quest’ultima una mera eventualità, peraltro incerta nel giorno. Se manca, dunque, la volontà, mancherebbe anche la possibilità di applicare le sanzioni. Sanzioni che, peraltro, sono particolarmente onerose: in caso di utilizzo del bene sottoposto a fermo si applica la sanzione da € 770 a € 3.086 [1], salva l’applicazione delle sanzioni penali per la violazione degli obblighi posti in capo al custode; è disposta, inoltre, la confisca del veicolo.

LACUNA GIUDIZIARIA – Non è la prima lacuna della legge sul fermo auto: non è passato neanche un mese da quando sollevammo la questione dell’impossibilità di sospendere il fermo, poi risoltasi con una scelta di compromesso. Oggi ci auguriamo che anche questo grave deficit normativo possa essere regolato dal legislatore nel breve periodo.

Fonte: Laleggepertutti

 

Trapattoni scampato al “Terrorismo” – Vivo per miracolo

Retroscena da incubo per Giovanni Trapattoni che ha confessato di essere vivo per miracolo. Infatti sarebbe dovuto essere nel resort di Gran Bassam, 40 km da Abdjan, Costa d’Avorio, teatro del massacro perpetrato dai terroristi islamici che ha causato 18 morti e 33 feriti.

Il Trap compirà 77 anni domani, ha raccontato parlando con Marco Bernardini, sul blog “Ho visto cose”, di calciomercato.com: “Sai, Marco devo proprio avere un santo che mi protegge da lassù. Oppure, molto più semplicemente, è intervenuta mia sorella Romilde che è andata in cielo due anni fa. Insomma io, la scorsa settimana, sarei dovuto partire per la Costa d’Avorio dove mi attendevano per consegnarmi la loro nazionale di calcio. Contratto di un anno e posto da favola dove vivere. Credo proprio in quel resort di lusso dove quegli animali arrivati con le barche dal mare e nascosti dietro l’alibi di una guerra di religione hanno compiuto una carneficina. Mi sa tanto che non è più tempo di andare per il mondo”.

PAPA: Madre Teresa di Calcutta sarà proclamata Santa. La cerimonia ci sarà il…

È ufficiale, il 4 settembre Papa Francesco canonizzerà madre Teresa di Calcutta. La suora degli ultimi, la “piccola matita nelle mani di Dio”, l’angelo dei lebbrosi. Lo scorso 17 dicembre il Papa aveva ratificato il riconoscimento del miracolo attribuito alla religiosa, disponendo la promulgazione del decreto. Madre Teresa è uno dei simboli, assieme a San Pio e San Leopoldo Mandic, del Giubileo della Misericordia.
Madre Teresa è una figura conosciuta universalmente come simbolo dell’abnegazione, della solidarietà, dell’amore verso i fratelli. Agnese Gonxha Bojaxhiu, questo il nome all’anagrafe che aveva, nacque il 26 agosto del 1910 a Skopje in Macedonia da genitori albanesi originari della regione del  Kosovo. E’ morta in India, il 5 settembre del 1997, all’età di 87 anni. A 18 anni decide di entrare nell’istituto della Beata Vergine Maria delle Suore di Loreto, missionarie in India. Sceglie il nome di Teresa, ispirandosi alla santa di Lisieux, e raggiunge un convento a Calcutta. Nel 1946, decide di uscirne per mettersi al servizio dei «più poveri tra i poveri», ottenendo due anni dopo l’autorizzazione del Vaticano ad agire, a patto di mantenere la sua condizione di religiosa. Madre Teresa abbandona però il velo nero,  prende la cittadinanza indiana, segno di profondo legame con l’India che proprio allora conquistava la sua indipendenza dall’Inghilterra, e si mette a servizio degli scarti umani, i lebbrosi, coloro che non venivano considerati da nessuna casta.
Nel 1979, Madre Teresa ottiene il Premio Nobel per la Pace e devolve il denaro ricevuto per i poveri della sua Calcutta. Dal 1991 al 1993, si ammala di polmonite, viene colpita da problemi al cuore e contrae la malaria. Muore nel 1997. Appena sei anni dopo, nel 2003 Papa Giovanni Paolo II la proclama Beata. E il prossimo 4 settembre, sarà Papa Francesco a canonizzarla. Era circolata l’ipotesi che il Papa potesse invece recarsi a Calcutta per canonizzare Madre Teresa, ma invece sarà canonizzzata a Roma.
Fonte: Messaggero.it

RASSEGNA STAMPA – Lazio, per Mauricio niente prova tv

Nessun provvedimento disciplinare per Mauricio. Non scatta la prova tv per il difensore della Lazio, protagonista di un contatto con Pinilla nel match contro l’Atalanta segnalato dalla Procura Federale. L’arbitro Guida è stato interpellato e ha scritto via mail: “In merito all’accaduto del 45′ del primo tempo della gara, non ho potuto vedere e valutare il contatto tra i calciatori Mauricio e Pinilla poiché, girato di spalle ed intento a controllare il calciatore che stava per battere la rimessa laterale”. Il giudice poi ha stabilito che “dalle immagini televisive non può essere tratta una incontrovertibile valutazione circa l’intera dinamica del movimento del braccio del calciatore laziale (una gomitata? un contatto dell’avambraccio? il braccio portato volutamente all’indietro per colpire l’antagonista?), circa l’energia impressa e circa, soprattutto, l’intenzionalità che connota la condotta violenta”.

Fonte : Il Correre dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Felipe Anderson: “Ma quale United, resto alla Lazio”

“Ero sul divano, i miei amici e la mia famiglia hanno iniziato a contattarmi perché avevano letto su internet che il Manchester United mi aveva acquistato. A quel punto mi sono informato, ma nessuno sapeva nulla”. Il dubbio deve essere venuto a Felipe Anderson stesso, ma è durato poco: “Se fosse stato vero la società me ne avrebbe parlato”. Il Pipe non va da nessuna parte, anzi, giura amore alla Lazio in un’intervista brasiliana a Globoesporte: “Io resto qui, il mio desiderio è quello di rimanere alla Lazio perché devo dimostrare ancora tanto e devo migliorare per far crescere questa società. Il presidente e la squadra mi vogliono e io li aspetto a braccia aperte. Non penso a nessun altro club in particolare – confessa il brasiliano – la Lazio ha creduto tanto in me e io cerco di fare del mio meglio.”

Fonte : Il Tempo