Intervistato su Lazio Style Radio, mister Bonatti ha commentato il pareggio della Lazio Primavera contro i pari età della Samdoria: “Abbiamo fatto una partita di spessore, giocando come l’avevamo preparata, ossia in due giorni, con tanta fatica, vista la partita ravvicinata di Coppa Italia contro il Napoli. Grande cuore e determinazione della squadra. Abbiamo provato a giocare con lucidità, a volte abbiamo forzato, colpendo una traversa e cercando di ripartire. Dispiace per gli ultimi due gol presi, che con un po’ più di decisione si potevano evitare. Stavamo dominando, peccato. Sono sorpreso per il livello della prestazione messa in campo e orgoglioso dei miei ragazzi per quello che esprimono in campo. In generale è un gruppo stupendo. I risultati fanno sperare. Soffro ancora per aver perso con il Napoli in campionato, il campo non era nelle giuste condizioni per giocare. Voglio sempre che i miei ragazzi giochino con il pallone. Oggi abbiamo sbagliato un po’ di cose, ma in altre ci siamo comportati bene. Forse eravamo troppo sicuri in certe situazioni. La Sampdoria è una grande squadra. L’unica cosa che è mancata è stata la determinazione nel vincere”.
Un commento anche sui singoli: “Entrano sempre molto bene sia Muzzi che Hassan, si impegnano, hanno uno spirito molto battagliero e questo mi piace. Ceka ha una distorsione alla caviglia, si è gonfiata, ora sta meglio, ma vediamo giorno per giorno come va, perché è un ragazzo molto importate per noi. Sarebbe fondamentale recuperarlo, ma fortunatamente ho riserve di valore, perciò sono tranquillo. La nazionalità, l’età non sono importanti per me, conta solo la bravura. Ennali è fondamentale per il gruppo, voglioso, si impegna sempre molto bene. Adamonis e Borrelli, sono entrambi bravissimi, valuto di partita in partita chi schierare. Il Brescia è una grande squadra, ci tengo molto a fare bene alla prossima contro di loro, farò di tutto per far crescere i miei ragazzi e farli esprimere al meglio. Rossi è un grandissimo giocatore, trasforma le azioni costruite dai compagni in gol. Resta il fatto che se la squadra non gli desse la possibilità di farlo, dubito che ci riuscirebbe così bene.”

staccare le dirette concorrenti. Calendario alla mano, da qui fino a Natale, si incontrano tante partite difficili. Si ricomincia domani in casa contro il Bologna di Donadoni orfana di Destro ed altri titolari. In attesa del derby e dello scontro diretto con il Napoli, il calendario di ottobre offre alla Lazio la possibilità di poter giocare tre match su quattro all’Olimpico (Bologna, Cagliari e Sassuolo), inframezzati da una difficile trasferta in terra nordica sul campo del Torino. Considerando che già dal prossimo turno le altre saranno impegnate in scontri diretti in cui qualcuno gioco forza sarà destinato a perdere punti (tra poco ci sarà Napoli–Roma, il posticipo di domenica sera sarà Chievo–Milan), non sembra una chimera poter sognare a fari spenti e pensare ad una Lazio che potrebbe ritrovarsi immediatamente alle spalle degli alieni juventini…con buona pace dei negativisti…Andrà studiato un vero piano, anche in ottica condizione fisica per evitare gli infortuni. Nei primi 40 giorni di campionato ne sono già capitati abbastanza. Ora testa al Bologna. I felsinei arrivano a Roma con un umore decisamente diverso rispetto agli avversari biancocelesti. Devono riscattarsi dopo il ko casalingo con il Genoa e hanno l’obbligo di iniziare a fare punti e mettere, come si suol dire, fieno in cascina. La sfida dell’Olimpico metterà di fronte due allenatori capaci e preparati come Simone Inzaghi e Roberto Donadoni.
Capitale. Il bolognese, a Roma, aveva fatto di certo più fatica. Dall’esordio, avvenuto il 6 gennaio 2010, ne è passato di tempo. E’ uno degli eroi di quella mitica coppa italia del 2013. Il suo gol più importante in biancoceleste fu al 93º minuto contro la Juventus, quello che vale la qualificazione per la finale di Coppa Italia contro i cugini giallorossi. Il 26 maggio 2013 gioirà per la conquista della celebre Coppa Italia. Sergio è stato amato, ed ha a sua volta amato profondamente i colori biancazzurri: “Se non vieni a Roma non lo puoi capire che significa giocare nella Lazio”, aveva detto in un’intervista qualche anno fa. Oggi, a 34 anni torna in quello stadio che ha solcato per anni. Entrambi sono professionisti molto seri, dediti alla famiglia e agli
affetti: due bravi ragazzi si affrontano e si confrontano, giocatori senza grilli per la testa con caratteristiche differenti ma con una maturità che potrebbe fare la differenza (e da cui qualcuno dovrebbe prendere di esempio). All’Olimpico si incontrano Ciro e Sergio. Il boia e di Vibo Valentia sfiderà l’uomo del momento, Ciro Immobile, pronto a confermare quanto fatto e quanto detto nella settimana della consacrazione in Nazionale.
