Sergio Petrelli, ex difensore biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio commentando il successo della squadra di Inzaghi contro l’Empoli.
“I tre punti sono importanti. Il giocar bene è secondario, si può giocar bene e perdere lo stesso: mi ricorderò sempre la gara dello scorso anno contro la Samp; la Lazio giocò bene ma perse.
Ieri ha giocato così e così ma non tanto male. Ci sono diverse cose da salvare. Ha vinto 2 a 0 contro una squadra che sa giocar a calcio. L’Empoli non ha delle punte particolarmente efficaci, altrimenti avrebbe potuto anche segnare. La Lazio vincendo ha preso 3 punti e quest’ultimi fanno morale.
Il vincere anche giocando male mi fa riflettere: se si vince giocando male, quando si giocherà bene si stravincerà. La Lazio forse non ha meritato ma ha vinto.
A me è piaciuto tanto de Vrij che è stato recuperato a pieno, è un giocatore fondamentale, intelligente e che guida la squadra. Riesce anche a far ripartire la squadra. Ho una particolare simpatia anche per Milinkovic. Può ancora migliorare, non so se sia un predestinato ma farà la fortuna della Lazio. Quando si muove fa delle cose fuori dal comune, vederlo così a me piace: ieri è stato un po’ nella morsa degli avversari. Avrà una brillantissima carriera con la maglia della Lazio.
Felipe e Keita, quando sono in forma, sono devastanti. Quando stanno bene ne beneficia tutta la squadra, perché mentre nel centro del campo c’è traffico, sulle fasce invece si può decidere l’esito della partita. Felipe deve solo migliorare la sua forma, ha giocato le Olimpiadi ma deve recuperare. Se dovesse riuscirci, sarebbe un giocatore che potrebbe fare la differenza. Con Keita sono abituati a saltare l’uomo e in Italia è raro vedere giocatori così: tengono gli avversari sotto scacco perché servono almeno 2 giocatori per fermarli. Migliorerà sicuramente, ha tutte le carte in regola. Lui salta l’avversario, e va a calciare: è una cosa fondamentale. Sempre meno giocatori fanno questo compito. E’ un bel vizio e va tenuto stretto.
Ormai non si può più parlare di squadre mediocri. Tutte le squadre sono difficili da affrontare. La Lazio ha avuto la fortuna di incontrare squadre abbordabili in casa e ha fatto tesoro sia contro il Pescara, sia contro l’Empoli facendo 6 punti e si trova in classifica lì in alto. Felipe è un ragazzo che quando sta bene e quando sta in forma, è difficile da fermare. L’Udinese mi sembra che sia una squadra tosta e anche cattiva. In questo si vede la mano di Iachini: si difende bene.
Avendo perso domenica scorsa, l’Udinese affronterà aggressivamente la Lazio. Se giocheranno Anderson e Keita, con due esterni così, potrebbe essere facile far male in contropiede. Bisogna ripartire con loro per pungere i friulani. Lì davanti poi c’è Immobile che finalizza molto bene: sbaglia qualcosa ma quando c’è da far gol, c’è sempre.
L’Udinese si può battere aggredendoli a centrocampo, costringendoli a perder palla ripartendo in contropiede. Io metterei nuovamente Keita e Felipe insieme: si può andar lì per difendere e vincere 1 a 0 ma si potrebbe perdere anche con una palla vagante. Piuttosto che aspettare i friulani, io giocherei all’attacco aggredendoli e giocando aperti. La squadra è veloce, è in grado di fare ripartenze belle da vedere. Se fossi Inzaghi darei nuovamente fiducia a Keita”.

Simbolo del giovanilismo esasperato della fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, Jovanotti è musicalmente cresciuto in fretta, riuscendo a rompere gli schemi, ad abbattere i pregiudizi del pubblico e dei critici dal palato più fine, e ad accreditarsi tra i cantautori più amati con il suo “Penso Positivo” del 1993 diventato slogan di più di una generazione. All’evoluzione musicale corrisponde un mutare dei testi dei suoi brani che con il tempo tendono a toccare temi sempre più filosofici, politici e religiosi, aumentando anche il suo impegno sociale e politico.
Pacifista attivo, ha spesso collaborato con Amnesty International, Data, Emergency, Lega anti vivisezione e Nigrizia e ha contribuito a manifestazioni in favore della cancellazione del debito negli anni novanta e più recentemente ai movimenti Niente scuse e Make Poverty History, partecipando al Live8. In quasi 30 anni di carriera tante le collaborazioni all’attivo, tra le quali spiccano il tour con Pino Daniele ed Eros Ramazzotti del 1994, ma anche le colonne sonore per Gabriele Muccino (“Baciami ancora”, “L’Estate Addosso”) e le canzoni scritte per Laura Pausini, per Adriano Celentano, per Zucchero e diversi altri artisti.







