La Lazio Primavera non riesce nell’impresa. In finale di Coppa Italia ci va l’Inter. Ecco il rammarico di Francesco Manoni ai microfoni di Lazio Style Radio: “Era difficile per noi, siamo andati sotto e non era semplice. La stavamo risolvendo grazie agli uomini entrati dalla panchina. Poi abbiamo avuto tanta sfrotuna, saremmo potuti andare a giocare quella finale che tanto desideravamo. Abbiamo espresso il nostro gioco, disputando questa partita con cattiveria. Con un pizzico in più di buona sorte potevamo passare noi. L’arbitro non ci ha aiutato, diversi falli in ripartenza non sono stati sanzionati. Sono piccoli episodi che avrebbero potuto cambiare la gara. Ripartiamo da questa sconfitta”.
Ecco l’arbitro di Lazio-Verona: precedenti positivi per i biancocelesti…e per il Verona
La 25esima giornata di Serie A sarà aperta dalla sfida dello Stadio Olimpico tra Lazio ed Hellas Verona, in programma giovedì 11 febbraio alle 20.45. Pochi minuti fa è stato reso noto l’arbitro che dirigerà la gara dai baincocelesti: sarà Andea Gervasoni della sezione di Mantova ad arbitrare la gara, coadiuvato dagli assistenti De Pinto e Tasso e dal quarto Uomo Carbone. Gli assistenti d’area saranno invece Banti e Sala. . Per il ruolo di quarto uomo è stato scelto Carbone mentre gli addizionali saranno Banti e Saia. Sarà il 15° incrocio di Gervasoni con i biancocelesti. E il bilancio è piuttosto positivo: i precedenti parlano di 7 vittorie, 6 pareggi ed una sola sconfitta esattamente un anno fa: era il 9 febbraio del 2015 e i biancocelesti venivano fermati in casa dal Genoa. Anche gli scaligeri hanno perso una sola volta sotto la sua direzione, completano il loro quadro 2 vittorie e 2 pareggi. Questo il quadro completo:
LAZIO – HELLAS VERONA
Arbitro: GERVASONI
Assistenti: DE PINTO – TASSO
IV uomo: CARBONE
Add1: BANTI
Add2: SAIA
FORMELLO – Buone notizie per Biglia
Buone notizie da quel di Formello per quel che riguarda Lucas Biglia. Il centrocampista argentino ha partecipato alle prove tattiche odierne e dovrebbe tornare a disposizione per la sfida di giovedì contro il Verona. Lavoro differenziato invece per Radu e Bisevac, che potrebbero rientrare nella lista dei convocati per accomodarsi in panchina.
Candreva sembra essere perfettamente recuperato, anche se non è certo un suo impiego dal primo minuto. L’esterno romano è in lotta per un maglia con Felipe Anderson. Certo di un posto da titolare dovrebbe essere Keita, nettamente favorito su Mauri per quel che riguardo l’out mancino del tridente offensivo.
UFFICIALE – Ecco la decisione della Corte Federale d’appello sul ricorso presentato dalla Lazio
AGGIORNAMENTO DELLE 17:15 – Niente da fare, è stato respinto il ricorso presentato dalla Lazio per ottenere almeno la riapertura dei Distinti. La Corte Federale d’appello della Federcalcio ha infatti respinto la richiesta presentata dall’avvocato Gian Michele Gentile: pertanto contro il Verona, giovedì sera, e contro il Sassuolo, lunedì 29 febbraio alle ore 19, rimarranno chiusi Distinti e Curva Nord.
Come ci si poteva immaginare dopo la decisione, comminata dal giudice sportivo, per la chiusura dei settori: curva nord e Distinti Nord (est e ovest) la Lazio oggi discuterà nel pomeriggio, presso la Figc, il ricorso presentato contro la stessa squalifica di un turno per gli ululati razzisti all’indirizzo di Kalidou Koulibaly, durante Lazio-Napoli del 3 febbraio. Nulla potrà, per quanto riguarda la chiusura di due turni della Curva Nord, il cui settore è risultato recidivo a seguito della precedente sanzione comminata dopo i ‘buuh’ razzisti in Lazio-Genoa del 9 febbraio del 2015.
Minaccia aerea su Rio 2016
La prossima estate a Rio de Janeiro si terranno i Giochi della XXXI Olimpiade. La manifestazione internazionale prenderà il via il 5 agosto per concludersi il 21. La città brasiliana si è aggiudicata la competizione battendo Madrid, Tokyo e Chicago. Inoltre è la prima città sudamericana a ospitare un’edizione dei Giochi olimpici estivi.
Ebbene, in un periodo terribile, scosso da guerre e attentati, la vera minaccia che incombe sui Giochi è la zanzara. Si proprio quel piccolo insetto che disturba in continuazione con il suo odioso ronzio le giornate di tutti noi. La zanzara in questione però è la temibile Aedes aegypti, fino a quarant’anni fa presente anche sul territorio italiano ma al momento non segnalata, che riesce a trasmettere il virus della Zika, virus nella maggior parte dei casi asintomatico o con febbre non alta e dolori muscolari. Anche la zanzara tigre (Aedes albopictus), è considerata responsabile di alcuni casi di trasmissione in Africa e in Asia; con l’arrivo della stagione calda potrebbe diventare un problema anche da noi visto che questa specie è sul nostro territorio sin dalla fine degli anni Novanta.
Proprio a causa dell’incubo Zika il Comitato olimpico degli Stati Uniti ha dato comunicazione alle federazioni sportive nazionali che atleti e personale dovrebbero valutare se rinunciare all’Olimpiade e di non «sentirsi obbligati a partecipare», qualora la diffusione del virus dovesse aumentare. Ciò che si teme in realtà è la possibilità di contagio e l’assenza di un vaccino in grado di sconfiggere la malattia trasmessa dalle zanzare che infetta donne incinte e che si sospetta possa provocare la microcefalia nei nascituri. Come riferito dall’agenzia Reuters l’annuncio è stato dato a fine gennaio nel corso di una conference alla quale presero parte i vertici dell’Usoc (United States Olympic Comittee) e i presidenti delle varie associazioni sportive. Ovvio che una rinuncia da parte di atleti americani sarebbe comunque un perdita gravissima per i Giochi di Rio. Per ora non è stata presa nessuna decisione, l’Usoc non commenta ma segue costantemente la situazione Zika condividendo con le varie federazioni le informazioni e le raccomandazioni dell’organizzazione mondiale della sanità. Comunque non è solo la Federazione americana ad essere in allerta a causa del virus. Il Comitato olimpico australiano (Aoc) mercoledì ha annunciato un contratto di sponsorizzazione con i produttori di «Heavy Duty», un gel repellente particolarmente efficace. E a fine gennaio lo stesso Comitato aveva avvisato gli atleti qualificati per Rio 2016 di tenere sempre braccia e gambe coperte «dove possibile», specialmente se vicini ad acqua stagnante o vegetazione fitta. E così è stato anche per Nuova Zelanda e Giappone, quest’ultimo sta anche valutando se limitare le escursioni «all’aria aperta» dei suoi atleti.
L’Italia non sembra preoccuparsi più di tanto, il Coni più di una volta ha assicurato che non c’è motivo di aver paura. Il presidente Giovanni Malagò ha dichiarato: «L’Istituto di Medicina per lo Sport ha fatto un buon lavoro, sono in contatto con dei luminari della materia di infettivologia, ci sarà anche un’attività di prevenzione». Il direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport Antonio Spataro ha parlato di «notizie allarmistiche. Credo non sia il caso di esagerare», e inoltre ha aggiunto «tenere le finestre chiuse, usare l’aria condizionata ed evitare le uscite di sera dopo le gare». Anche in Gran Bretagna, il presidente del Comitato britannico, Sebastian Coe, ha assicurato che «tutti gli atleti britannici sono orgogliosi e non vedono l’ora di andare» a Rio 2016.
CRONACA – Doppia operazione anticamorra
Due operazioni anticamorra questa mattina nella capitale.
La prima operazione – Operazione nata da un’inchiesta del 2012, riguarda le infitrazioni nel centro agroalimentare della capitale e vede coinvolte otto persone. La procura di Roma, a seguito dell’inchiesta della Squadra Mobile e del Gico della polizia tributaria – coordinate dall’aggiunto della Dda capitolina Michele Prestipino -, sta eseguendo gli arresti di otto persone tra affiliati e boss facenti parte del clan dei Moccia con varie accuse tra cui intestazione fittizia di beni, lesioni personali e minacce, reati ai quali si aggiunge l’aggravante di aver favorito l’organizzazione camorristica. La rete criminale aveva infiltrazioni nel Centro Agroalimentare romano e operava nel settore ortofrutticolo e delle mozzarelle. Posti sotto sequesto alberghi ed esercizi commerciali fra Afragola e Roma per un valore di circa un milione di euro. Nella capitale gli investigatori hanno rintracciato una gelateria in via Milano e un albergo nel centro storico. In corso in queste ore perquisizioni in diverse regioni italiane. La svolta delle indagini si è avuta quando alcune conversazioni fra Gennaro e Pasqua Moccia sono state intercettate. In una di queste ad esempio si sente dire: «Addirittura Gigino sta vedendo di comprarsi un albergo a piazza di Spagna». Fondamentali anche le dichiarazioni rilasciate ai primi di dicembre da un collaboratore di giustizia, Salvatore Scufuto. Dichiarazioni che hanno permesso di ricostruire come il clan operava sul territorio, alcune estorsioni e un rapimento commesso nell’interesse dei Moccia. A detta sempre del pentito per effettuare alcuni lavori nell’albergo in questione – quello della telefonata – il clan aveva speso 5 miliardi di vecchie lire.
La seconda operazione – Sempre questa mattina i carabinieri di Napoli hanno arrestato Alessandro Giannelli, 38 anni, ricercato come capo dell’omonimo gruppo emergente di camorra che opera nel quartiere Cavalleggeri, zona Ovest di Napoli dove nelle ultime settimane si sono susseguiti omicidi e sparatorie. L’uomo era latitante dalla fine del 2015, quando si era sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale. Ai primi di gennaio Giannelli era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Dda, perché ritenuto responsabile di tentata estorsione, danneggiamento, violenza privata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, tutto aggravato dal metodo mafioso. Il boss è stato arrestato mentre stava scappando a Roma: i carabinieri, che a distanza lo tenevano sotto sorveglianza, hanno assistito ad un rapido cambio di auto in autostrada. Mentre ripartiva verso la capitale i militari sono riusciti a circondarlo e Giannelli, vedendosi intrappolato, ha deciso di arrendendersi e di farsi trarre in arresto. Il boss è stato trovato in possesso di 5mila euro in contanti, documenti falsi, al polso un rolex e in tasca tre telefoni cellulari.
COPPA ITALIA PRIMAVERA – INTER-LAZIO 2-2, BIANCOCELESTI ELIMINATI
La Lazio saluta la Coppa Italia Primavera: i biancocelesti di Inzaghi ci hanno provato in tutti i modi a ribaltare lo 0-1 dell’andata, e a un certo punto ci erano quasi riusciti, ma al novantesimo si sono dovuti arrendere all’Inter di Vecchi che ora disputerà la finale con la vincente di Juventus-Fiorentina, in programma domani pomeriggio a Vinovo.
FORMAZIONI – Alcuni elementi sono stati tenuti a riposo nell’ultima trasferta di campionato di Crotone, proprio in vista di questo cruciale appuntamento di Sesto San Giovanni. Su tutti Palombi e Manoni, che hanno ripreso il loro posto nel tridente offensivo al fianco di Rossi. Per l’Inter diversi i giocatori schierati già nel giro della prima squadra, come Gnoukouri a centrocampo e l’attaccante Manaj.
LAZIO AGGRESSIVA – La Lazio deve vincere realizzando almeno due gol, e la squadra di Inzaghi inizia il match a testa bassa, con generosità. Ci prova subito Palombi a impensierire il portiere avversario Radu, ma poco dopo il quarto d’ora la prima grande occasione capita sui piedi di Rossi, che si libera bene in area ma scarica la conclusione addosso al portiere nerazzurro. Difensivamente la formazione biancoceleste soffre la velocità e l’esuberanza di Bakayoko, ma nel primo quarto di gara non si contano occasioni per la squadra di casa.
BRIVIDO MANAJ – Al 25′ la Lazio non sfrutta un errore in presa bassa di Radu: su un cross teso il portiere interista consegna il pallone sui piedi di Rossi, che non trova però la porta da buone posizioni. L’Inter si rende conto di stare soffrendo e prova ad alzare il baricentro, cercando di offrire un maggior numero di palloni giocabili a Manaj. Che a 2′ dall’intervallo ha la grande chance per permettere all’Inter di raddoppiare nel doppio confronto, ma a colpo praticamente sicuro trova la grande risposta d’istinto di Matosevic, che salva una Lazio che dopo aver condotto il gioco per tutto il primo tempo, sarebbe stata letteralmente beffata dal gol incassato.
SECONDO TEMPO FOLLE – La partita sembra non volersi sbloccare, anche se Palombi da una parte e Manaj dall’altra hanno due occasioni importanti: il primo svirgola a pochi passi dalla porta, il secondo esalta i riflessi di Matosevic. Inzaghi fa entrare Calì e Sarac per tentare il tutto per tutto, ma al 24′ l’ennesima percussione di Manaj regala il vantaggio ai nerazzurri. Finita? Appena iniziata: si scatena Aimone Calì, che dopo la grande prestazione di Crotone sigla una doppietta, al 29′ svettando di testa su cross da calcio d’angolo e appena un minuto dopo correggendo in rete su cross di Palombi, autore di una grande discesa sulla sinistra. Biancocelesti al settimo cielo, ma l’ennesimo errore difensivo stagionale costa caro alla Lazio: mischia in area e Manaj sfrutta la dormita della retroguardia laziale siglando il due a due. In campo gli animi si surriscaldano, dopo l’ennesimo contrasto Pinamonti e Germoni vengono alle mani, i giocatori in campo e in panchina provano a separarli ma la lite sfocia in una vera e propria rissa, alla fine l’arbitro mostra il rosso a entrambi lasciando Inter e Lazio in dieci. Inutile l’assedio finale della formazione di Inzaghi nel recupero, con i nerazzurri che sfiorano il 3 a 2 con Bonetto che trova Matosevic lontano dai pali e prova a sorprenderlo da lontanissimo, con la palla che esce di un soffio. Al triplice fischio di Balice inizia la festa dell’Inter che ottiene il pass per la finale, mentre la Lazio – rimasta anche in nove per l’espulsione di Calì, che ha rimediato il secondo giallo per il fallo su Gyamfi – lascia il campo con il rimpianto di essere andata a un passo dall’impresa, ai ragazzi di Simone Inzaghi va comunque riconosciuto l’onore delle armi.
Fabio Belli
INTER-LAZIO 2-2
Marcatori: 69′ e 79′ Manaj (Inter), 74′ e 75′ Calì (Lazio).
INTER (4-3-3): Radu; Gyamfi, Gravillon, Popa, Miangue; Zonta, Gnoukouri (76′ Pinamonti), Bonetto; Bakayoko (81′ Tchaoule), Manaj, Baldini (91′ Vanheusden). A disposizione: Pissardo, Mattioli, Sobacchi, Emmers, Delgado, Kouame, Appiah, Leoni, Rapaic. Allenatore: Stefano Vecchi.
LAZIO (4-3-3): Matosevic; Dovidio, Mattia, Quaglia (66′ Sarac), Germoni; Murgia, Rokavec (90′ Beqiri), Folorunsho (66’Calì); Manoni, Rossi, Palombi. A disposizione: Borrelli, Cotani, Petro, Keca, Ennali, Impallomeni, Bernardi, Cardoselli, Bezziccheri. Allenatore: Simone Inzaghi.
Arbitro: Antonello Balice (sez. di Termoli).
Assistenti: Macaddino-Evoli.
NOTE: Ammoniti: 32′ Gnoukouri (Inter), 76′ Calì (Lazio). Espulsi: 86′ Germoni (Lazio) e Pinamonti (Inter), 95′ Calì (Lazio).
Il Giudice Sportivo punisce un biancoceleste
Il Giudice Sportivo ha squalificato per un turno il biancoceleste Marco Parolo. Il centrocampista sabato scorso nell’ultimo turno di campionato ha ricevuto la quinta ammonizione, per cui dovrà scontare la squalifica nella prossima sfida in programma giovedì sera all’Olimpico contro l’Hellas Verona. Stessa sanzione per Marrone della squadra scaligera.
Inquietanti rivelazioni sul decesso di Piermario Morosini
“Sul campo da gioco dello stadio di Pescara mentre Piermario Morosini, 26 anni, stava morendo per un arresto cardiaco, c’erano tre defibrillatori ma nessuno li utilizzò”. Questa l’inquietante testimonianza resa davanti al giudice monocratico del tribunale di Pescara lunedì scorso da Lelia Di Giulio, dirigente della Digos e vicequestore, che il 14 aprile del 2012, giorno del decesso del calciatore, era in servizio allo stadio Adriatico. Il dirigente ha fatto presente inoltre che Morosini si accasciò a terra dopo mezz’ora dall’inizio della partita tra Pescara e Livorno e che dopo 20 secondi entrò in campo il medico della squadra toscana, seguito da quello della formazione abruzzese e «subito dopo arrivò anche un operatore della Croce Rossa, con la barella, che però poco dopo tornò verso la sua postazione per prendere una valigetta gialla contenente il defibrillatore». Quel dispositivo, che avrebbe potuto salvare la vita al giovane, però non venne usato così come gli altri due gestiti da Croce Rossa e Misericordia e un terzo che si trovava a bordo di un’ambulanza. Per la morte del calciatore sono state rinviate a giudizio tre persone: il medico del Pescara Ernesto Sabatini, quello del Livorno Manlio Porcellini e quello del 118 di Pescara Vito Molfese. Tutti e tre sono accusati di omicidio colposo.
Dabo parole d’amore verso i laziali: “Vi voglio bene”
Nei giorni in cui il popolo laziale è (tanto per cambiare) vittima di una lapidazione mediatica dopo gli ululati razzisti a Koulibaly in Lazio Napoli, un ex calciatore di colore spende parole d’amore nei confronti dei supporters biancocelesti. Il legame tra Ousmane Dabo e i laziali è rimasto forte nel corso degli anni e non solo per quel famoso rigore contro la Sampdoria che nel 2009 consegnò alla Lazio la Coppa Italia, ma soprattutto per le parole d’amore che il francese ha sempre speso per la tifoseria biancoceleste. Ieri è stato il compleanno di Ous e i laziali hanno preso d’assalto la sua pagina fb per fargli gli auguri. Di tutta risposta, questo il post che l’ex centrocampista ha pubblicato: “Ho ricevuto centinaia di messaggi di auguri quindi non posso rispondere a tutti, pero tengo a ringraziare con tutto il cuore tutti i miei amici italiani, specialmente i tantissimi Laziali che mi dimostrano sempre grande affetto vi voglio bene”.
Ho ricevuto centinaia di messaggi di auguri quindi non posso rispondere a tutti, pero tengo a ringraziare con tutto il…
Pubblicato da Ousmane Dabo su Martedì 9 febbraio 2016
TIM CUP PRIMAVERA – Murgia: “Stiamo facendo bene, dobbiamo continuare così”
Al termine della prima metà di gioco per commentare l’andamento della gara tra Inter e Lazio Primavera ai microfoni di Sportitalia è intervenuto Alessandro Murgia: “Dobbiamo continuare cosi e sfruttare le ripartenze. Per ora stiamo comandando il gioco, dovremo restare concentrati fino al termine. Il campo è in pessime condizioni ma cerchiamo di fare del nostro meglio per fare gol”.
TIM CUP PRIMAVERA – Vecchi: “Dobbiamo giocare senza pensare al risultato dell’andata”
A pochi minuti dall’inizio della semifinale di ritorno di Tim Cup Primavera ai microfoni di Sportitalia è intervenuto il tecnico nerazzurro Stefano Vecchi.
Che Inter vedremo oggi, una squadra a difesa del risultato ottenuto a Roma o un’Inter che cercherà di bissare il risultato dell’andata? “Ho detto ai miei ragazzi di giocare senza pensare alla gara di andata. Dobbiamo scendere in campo con la testa libera e convinti di poter fare la nostra gara senza pensare al risultato”.
Calendario fitto quello dei nerazzurri: “Abbiamo affrontato tutte le squadre, tolto il Milan, incontrate in queste settimane. Quindi è stato molto dispendioso sia mentalmente che fisicamente. Comunque i ragazzi stanno tenendo duro e anche oggi mi aspetto che facciano una buona partita”.
Mancini si aspetta tanto da Manaj e Gnoukouri: “Sono ragazzi chi arrivano dalla prima squadra, da loro ci aspettiamo tanto come è stato l’anno scorso con Azzoli che ogni tanto scendeva ad aiutarci. Manaj non giocava da molto tempo e ovviamente non è stato particolarmente brillante, spero che oggi possa far qualcosa in più. Anche da Gnoukouri ci aspettiamo tanto i due ragazzi è tanto che non giocano una partita intera quindi non sappiamo come si comporteranno in campo”.
Nel caso di finale possibile rivale la Juventus, ci ha pensato? “L’importante è arrivarci in finale. E’ chiaro che ci penso, è uno stimolo in più per fare del nostro meglio oggi”.
Prima dell’incontro si è fermato a parlare a lungo con Inzaghi. Chissà se un domani la stessa scena si possa rivedere su un campo di A: “Me lo auguro, sia per me che per lui. E’ tanto tempo che ci conosciamo, abbiamo seguito insieme i corsi da allenatore, è per quello siamo stati parecchio a parlare. Anche con Farris ho giocato. E’ uno staff che conosco da diverso tempo”.
Ballotta: “Lazio, troppi alti e bassi!”. Poi sul Galatasaray…
Campionato quanto mai anonimo quello della Lazio, che dopo l’exploit della scorsa stagione ha visto ridimensionare i suoi obbiettivi nel campionato in corso. Troppa alternanza di risultati e un gioco che stenta a decollare e che appare sempre più lontano parente, del calcio messo in mostra nel primo anno di Pioli. Per analizzare tutto questo è intevenuto a Tuttomercatoweb.com Marco Ballotta (ex portiere dei biancocelesti): “Troppi alti e bassi sin da inizio campionato, ogni volta ci si aspetta un cambio di marcia ma fino ad ora questa Lazio non è riuscita a risalire in classifica. Cambiare questo trend sarà difficile“. Poi su Verona e Frosinone, prossime avversarie dei biancocelesti in campionato dichiara: “Faranno di tutto per non uscire sconfitte contro la Lazio, ma se non si vincerà neanche contro le ultime due della classe allora deve esserci proprio qualcosa che non va. Questo purtroppo è il calcio, non si riesce mai a cambiar tutto in poco tempo. Forse è proprio quella che stiamo vedendo la qualità della squadra, magari non ha nelle sue qualità la continuità di risultati. Non so cosa cambierà la prossima stagione, ma credo che in questo campionato continueremo a vedere una squadra con alti e bassi. Per raggiungere la qualificazione in Europa serve una continuità, magari la squadra non è completa, ma la Lazio può fare di più”. Infine una battuta sul Galatasaray: “Sarà una grande sfida, in certe competizioni più si va avanti e più si incontrano queste grandi squadre. Staremo a vedere come finirà”.
Siviglia: “Lazio, Pioli non deve essere il capro espiatorio. E occhio al Verona…”
Difensore centrale della Lazio di Delio Rossi ma con ampi trascorsi anche con la maglia dell’Hellas Verona, Sebastiano Siviglia è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per parlare della prossima sfida che vedrà i biancocelesti di Pioli opposti proprio agli scaligeri, giovedì prossimo.
“Secondo il mio punto di vista quella di giovedì sera sarà una partita delicata. Gli stimoli saranno dalla parte del Verona, che sta dimostrando sul campo di credere ancora alla salvezza. La Lazio invece non sta attraversando una fase brillante e al momento vede lontani gli obiettivi stagionali. Chiaramente la Lazio dovrà sfruttare le lacune che il Verona obiettivamente ha: lo dice la classifica ma anche la rimonta subita contro l’Inter. I biancocelesti però non possono rimandare ancora l’appuntamento con la vittoria. Il livello della rosa resta alto, ma i giocatori devono esprimersi con maggiore continuità.“
Dal mercato di riparazione della Lazio ci si poteva aspettare qualcosa di più per quanto riguarda la difesa? “Nei primi mesi a livello numerico la Lazio era ben coperta. Poi è difficile prevedere gli infortuni di uno o dell’altro. L’arrivo di Bisevac è un tassello che però potrebbe non rivelarsi sufficiente a causa degli infortuni. Io non credo che la Lazio non abbia i giusti elementi per vivere un campionato da protagonista e non credo che sia solo la difesa il problema della squadra: è tutto il collettivo che non è riuscito ad esprimersi ai livelli che ci si aspettava.“
Sui singoli: “Hoedt ha dovuto affrontare un difficile periodo di ambientamento come era prevedibile. Ma ha personalità e tecnica individuale, oltre a un’ottima struttura fisica. Deve lavorare nelle letture tattiche, ha un grande margine di crescita ma anche lui deve essere sostenuto dalla squadra.“
La realtà romana calcistica quest’anno è stata pesantemente condizionata dalla costruzione delle barriere in curva che hanno allontanato il pubblico dallo stadio. Ma la disaffezione del tifoso laziale riguarda anche la delusione per i risultati di quest’anno. “Avventurarsi a volte a fare dei commenti senza conoscere bene i fatti riguardo queste questioni sarebbe un errore madornale. Di sicuro c’è un aspetto: quando mi è capitato di giocare con lo stadio pieno che ti incita, il mio livello di attenzione e cattiveria agonistica si alzava tantissimo, perché c’era la spinta del pubblico alle spalle. E’ un delitto non vedere la gente allo stadio: spero che chi è deputato a decidere faccia tutto il possibile per riportare il pubblico sugli spalti.“
Su Pioli: “Per il tecnico parlano i dati. Ho grande stima del mister, ha saputo reagire ad un momento in cui era messo spalle al muro dalla critica, ha saputo dare delle risposte che non erano scontate ed ha dimostrato grande lucidità nel trovare le soluzioni giuste. Non trovo giusto individuare nel tecnico il capro espiatorio di una situazione come quella della Lazio che nasce da tante problematiche.“
Fabio Belli
Ritorno in panchina di Di Canio, ecco la risposta dell’interessato
In queste ultime ore il suo nome è stato accostato alla panchina del Rotherham, club che milita nella Championship britannica. Ma a smentire l’ipotesi è intervenuto prontamente il diretto interessato, Paolo Di Canio, ai microfoni del sito di Fox Sport: “So che vi manco, – ha detto – ma, se volete inventare storie, avete migliaia di nomi da poter usare. Sembrerebbe che io mi sia candidato spontaneamente: non c’è nulla di male, è così che funziona in Inghilterra, ma non è mai successo. Chi mi vuole sa dove trovarmi, anche perché non sono io che vado a cercare il lavoro, semmai è il contrario, è il lavoro che viene a cercare me. Difficilmente ne farei richiesta al Barcellona, figuriamoci, con tutto il rispetto, al Rotherham“.
PAIDEIA – Accertamenti in corso per due difensori laziali
Due controlli, due possibili buone notizie per Stefano Pioli in vista dell’anticipo contro il Verona. Stefan Radu e Milan Bisevac si sono infatti presentati in questi minuti in Paideia per sottoporsi a nuovi accertamenti strumentali, che potrebbero dichiararne la disponibilità per la gara di giovedì all’Olimpico. Il primo ad arrivare è stato il terzino romeno, ai box a causa dello stiramento di primo grado riportato nel match con il Chievo e che ieri ha svolto un lavoro differenziato in campo. Mentre scriviamo, è invece ancora atteso il centrale serbo, in recupero dalla forte contrattura muscolare che lo ha costretto ad abbandonare il campo al 7′ della trasferta con l’Udinese.
Felipe: “Mi piace giocare nella Lazio”. Milinkovic-Savic: “Il mio obiettivo è giocare la Champions”
Terzo appuntamento dell’anno con il tour nelle scuole della Lazio. Stavolta è toccato a Gentiletti, Milinkovic e Felipe Anderson fare tappa all’Istituto Comprensivo ‘Grazia Deledda’ di Roma. Di seguito le dichiarazioni che i tre hanno rilasciato in risposta alle domande degli studenti, riportate dal sito lalaziosiamonoi.it.
Anderson: “Essere famosi è una cosa bella, significa che ciò che stai facendo è riconosciuto e importante. Ho scelto il calcio perché mia madre mi racconta che quando ero nella sua pancia già le tiravo i calci. Poi già da piccolo mi innamorai di questo sport, tanto che a 5-6 anni ero sempre con un pallone tra i piedi. Dopo una partita persa c’è tensione a causa della delusione. In questi momenti ci sono anche dei compagni che ne approfittano per parlare. Può capitare di perdere una partita, ma l’importante è non abbassare mai la testa e cercare subito nuove motivazioni. Poi praticando questo sport si conosce tutto il mondo, sia nel suo lato più bello che in quello più brutto: per esempio, sei sempre lontano dalla famiglia, ma puoi conoscere delle bellissime città come Roma. Mi piace giocare nella Lazio, quando ho avuto la possibilità di venirci non ci ho pensato molto. La squadra già la seguivo e sono molto felice di giocarci. Per diventare campioni c’è tanto da soffrire, bisogna fare cose diverse dagli altri e ogni giorno meglio. Andare in tv è bello, mi piace rivedermi la partita quando torno a casa. Piace anche alla mia famiglia, che è lontana e così può seguirmi. Da quando sono arrivato abbiamo quasi sempre battuto la Fiorentina, solo la prima volta all’Olimpico abbiamo pareggiato. Cerchiamo di fare sempre del nostro meglio contro le squadre forti, perché è bello batterle. Quando non giochi bene, ci sono i giocatori più esperti che ti motivano e ti rendono consapevole che, come tutti, stai facendo un lavoro importante. Se metto in campo il massimo impegno per la Lazio (domanda del responsabile della comunicazione De Martino ndr)? Certo, quando non riesco a fare bene, arrivo a casa e mi dico che devo fare di più per migliorare“.
Gentiletti.: “Siamo sempre soddisfatti quando vinciamo, è bello fare in partita ciò che proviamo in allenamento. La mia prima volta all’Olimpico ero molto emozionato, non so spiegare come, è una cosa che mi accade sempre quando c’è una partita importante. Ho scelto il calcio perché sentivo il desiderio di giocarci fin da piccolo. Perdere il derby è una sensazione bruttissima, non è mai bello. Giocare davanti al pubblico più bello d’Italia è una sensazione sempre bella (altra risposta a De Martino ndr)”.
Milinkovic-Savic.: “Quando sbaglio un gol mi sento malissimo, non ci dormo la notte. Il mio obiettivo è giocare la Champions League, mi alleno e cerco di fare il possibile per riuscirci (anche il serbo risponde a De Martino ndr)”.
Manzini: “Lo stadio vuoto? Anche se i giocatori non dicono quanto sia difficile giocare senza tifosi, tra di noi ce lo diciamo ogni giorno. Comunque non ho mai trovato una squadra che si identifichi così tanto con i suoi tifosi, sono un tutt’uno e nulla può incrinare questo rapporto. La Lazio e il suo pubblico dovrebbero essere messi al di sopra di ogni interesse“.
Firmiamo la petizione, salviamo lo Stadio Flaminio
Lo Stadio Flaminio, è il simbolo storico dello sport a Roma. Progettato dall’architetto Antonio Nervi con la collaborazione di suo padre Pier Luigi, fu realizzato tra il 1957 e il 1958 e vide la sua inaugurazione il 19 marzo 1959. Costruito sull’area del preesistente stadio Nazionale, demolito nel 1957, lo stadio Flaminio fu destinato a ospitare gli incontri del torneo olimpico di calcio del 1960; secondo stadio per capienza della Capitale, ma il più capiente tra quelli privi di pista d’atletica, già dagli anni settanta fu utilizzato dalla Nazionale italiana di rugby e dalla Rugby Roma.
Oggi l’impianto è quasi dismesso, e abbandonato.
Per tutelare uno degli impianti sportivi più longevi d’Italia, il club Lazio London ha lanciato la seguente petizione che riportiamo per intero:
Dal 12 Marzo del 2011 lo stadio Flaminio di Roma giace nell’incuria piu` totale. Il Flaminio e` uno degli stadi piu` belli d’Italia, progettato dall’architetto Antonio Nervi per le Olimpiadi del 1960.
E’ uno stadio storico, che custodisce i ricordi di tante battaglie sportive; dalle partite di Lazio e Roma (soprattutto per la parte biancoceleste della Capitale; la Lazio ha vissuto la prima parte della sua storia ultracentenaria proprio nel Flaminio, che nel 1957 prese il posto dello “Stadio della Rondinella”) fino alle imprese del rugby (l’ultima partita giocata in questo stadio fu la storica Italia-Francia 22-21). Fu anche dedicato (ma non intitolato) alla squadra di calcio del Grande Torino, deceduta a Superga nel 1949.
E` stato gestito dal CONI fino al 2011, ma da quando il rugby fu trasferito all’Olimpico, e` tornato ad essere di proprieta` del Comune di Roma.
Con questa petizione chiediamo al Comune di Roma, al CONI ed alla FIGC di trovare al piu` presto un accordo tra le parti su come preservare e dare nuova vita allo stadio Flaminio; per evitare che i danni strutturali diventino irreparabili e si perda per sempre questo enorme patrimonio della citta’ di Roma (e non solo).
I ricordi e la storia di una citta` come Roma vanno salvaguardati e promossi ad uso comune, e` un delitto abbandonarli!
Scontro fra treni in Baviera, 8 morti e 150 feriti.
Quattro morti e 150 feriti circa. Questo il tragico bilancio di uno scontro frontale “violentissimo” tra due treni avvenuto stamane a Bad Aibling, in Baviera.
Secondo una ricostruzione l’incidente si sarebbe verificato intorno alle 7 vicino ad un impianto di depurazione a Bad Aibling, a sessanta chilometri a Sud di Monaco di Baviera, in quel punto la linea e provvista di un solo binario ferroviario.
Lo scontro è stato fatale per molte persone, uno dei due treni chiamati Meridian, gestito dalla società privata Bayerische Oberlandbahn è deragliato e diversi vagoni si sono rovesciati. Il direttore della compagnia Bernd Rosenbusch ha subito commentato l’accaduto: “L’incidente per noi è stato un enorme schock“, poi ha continuato “Facciamo tutto per aiutare i passeggeri, i parenti e i dipendenti“. Sul luogo dell’incidente stanno indagando gli inquirenti per chiarire le dinamiche della collisione.