La vigilia più sentita. Massimo Oddo proverà di certo un brivido entrando all’Olimpico, teatro principale delle sue gesta da calciatore in qualità di capitano della Lazio, da tecnico avversario. Il tecnico del Pescara, alla vigilia del match di domani, è intervenuto in conferenza stampa. Ecco le sue parole:
“Non sono una persona molto emotiva, ma la storia non si può certo dimenticare, esiste un legame tra me e la Lazio. Al momento non sono emozionato. La mia storia dice che sono stato cinque anni alla Lazio e ne sono stato anche capitano, quindi certamente non è una partita come le altre. Ma la cosa più importante è che ora sono l’allenatore del Pescara. Non credo che la rivalità porterà a fischi verso di me, anche perché ho fatto cose importanti. La rivalità fra tifoserie fa parte del calcio, io non dimentico il mio passato ma davanti a tutto c’è il Pescara”, dichiara Oddo.
“Ci si dimentica facilmente che abbiamo incontrato 3 Big, tutti i gol presi sono stati frutto della casualità e non di mancanza di equilibrio. Trovo squallido aver gettato la croce addosso a Gyomber, è stato un errore casuale ma l’ultimo di una serie. Con la Lazio che partita sarà? Dovremo renderla abbordabile noi, come abbiamo fatto benissimo nelle precedenti. Abbiamo lasciato sul campo punti in materia del tutto casuale, abbiamo fatto degli errori e siamo stati puniti. Gli altri ne hanno fatti più di noi ma non siamo stati bravi a punirli. La Lazio è una squadra fortissima, basta leggere i nomi. Sta facendo meno per ora rispetto alle sue potenzialità , ma siamo appena agli inizi. Dopo 3 partite non si possono trarre conclusioni…. Inzaghi? Un amico da sempre, abbiamo anche fatto lo stesso percorso. Si sapeva che il suo sogno ed il suo obiettivo sarebbe stato quello di diventare allenatore. Giocherà con il 4-3-3 o col il 3-4-3? Cambia poco, abbiamo preparato per entrambe le circostanze. Bahebeck e Coda non sono convocati, Aquilani non è al 100% e non partirà dal 1′. Domenica ho sbagliato io probabilmente ad inserirlo. Alberto è un giocatore importante e quando starà bene ci darà una grande mano. Non è stato carino attaccarlo. Per battere la Lazio serve esattamente quello che abbiamo fatto nelle prime 3 gare, con un pizzico di fortuna in più, più aggressività ed un portiere meno in palla di Handanovic. Ho 3 o 4 dubbi per domani. Muric? Scordatevelo per 3 o 4 mesi. Va costruito come fu per Mitrita. Ha un grande talento, ma deve crescere fisicamente e tatticamente “, chiude Oddo.

pensiero nel secondo giorno più bello della sua vita? Alla Lazio: Vincere questa competizione è una cosa incredibile, però lasciatemi ricordare che è anche merito della Lazio“. Queste parole, rilasciate a caldo subito dopo la vittoria del trofeo, lasciano capire quanto l’uomo sia rimasto legato a questi colori e la gratitudine provata verso un intero tifo che gli è stato sempre vicino. Pensate sia finita qua? Assolutamente No! Dopo la sua breve esperienza al Bayern Monaco lo cercava la Roma, ma lui fu categorico: “No grazie! La maglia della Lazio è una seconda pelle non potrei mai“.
d dopo il rigore segnato a Doni). Vedere quel terzino giocare la stracittadina con tanta cattiveria agonistica, ma soprattutto con tanta eleganza ed educazione infiammava un intero popolo. Le immagini delle sue corse sotto la Nord, dopo un rigore segnato o una punizione ma sopratutto quei cross sublimi rimarranno indelebili nella testa di tutti i tifosi. Ora ha intrapreso la carriera da allenatore. La Lazio cercherà di dare un dispiacere al suo Pescara, ma al tempo stesso riabbraccerà il suo vecchio capitano, tanto amato e mai dimenticato e lui riabbraccerà la sua amata Curva Nord. Scenderà qualche lacrima? Sicuramente ma quel sorriso di chi è felice di tornare a casa. Del resto come diceva Long John Chinaglia: “Di Lazio ci si ammala inguaribilmente“.
da giudice, giuria e boia contro chi ti ha fatto diventare grande è dura. Ma è il calcio. Adesso, Ciro è un giocatore della Lazio e sabato guiderà l’attacco dei biancocelesti all’assalto di Bizzarri e soci. Sebastiani non ha
Nel 1957 debutta in televisione e da quel momento prende parte a numerose serie televisive, fra cui “The Naked City”, “Gli Intoccabili”, “Ai confini della realtà”. Il debutto nel mondo del cinema avviene con “Il paradiso dei barbari” del 1958, poi è la volta di “Sindacato Assassini” nel 1960, che gli vale una nomination all’Oscar come Migliore attore non protagonista. Ma è il personaggio del Tenente Colombo che lo fa conoscere al grande pubblico. Il primo episodio va in onda sul canale NBC nel 1967 e da allora per più di trenta anni appassiona il pubblico del piccolo schermo.
La serie va in onda ininterrottamente dal 1971 al 1978 ma poi, dato l’enorme successo e la richiesta del pubblico, vengono girati anche film pensati specificatamente per la televisione, prodotti anche dallo stesso Falk. Al cinema compare in “Mariti” nel 1970, “Una moglie” nel 1974, “Invito a cena con delitto” nel 1976, “Il grande imbroglio” nel 1985, “Il cielo sopra Berlino” nel 1988. Il successo ottenuto prepara il terreno a una nuova serie regolare del Tenente Colombo, che nel 1989 ricomincia. Per un lungo periodo Peter Falk si dedica maggiormente alla televisione prendendo parte a dei lungometraggi. Nel 2001 è nuovamente un gangster in “Corky Romano”.
Si è sposato due volte: la prima con Alice Mayo dal 1960 al 1976, con la quale ha adottato due figlie, la seconda con l’attrice Shera Danese, che spesso è al suo fianco negli episodi de “Il Tenente Colombo”. Nel 2004 ha ricevuto la Targa d’oro dell’Ente David di Donatello. Malato dal 2008 di Alzheimer, si spenge il 23 giugno 2011 a 83 anni nella sua villa a Beverly Hills.