Home Blog Pagina 2740

Oddi, Wilson, Fiore, D’Amico & Orsi: tutti con i tifosi, cuore e passione

L’editoriale del Corriere dello Sport riporta un incontro di più di un’ora tra degli esponenti della storia della Lazio, per affrontare tematiche molto dibattute negli ultimi tempi, dall’abbandono dei tifosi in curva, alle barriere, e tanti altri temi d’attualità. Il punto sul quale tutti sembrano d’accordo è uno: “Lotito deve parlare ai tifosi della Lazio, non basta la gestione oculata, servono cuore e passione“.

Il Direttore Alessandro Vocalelli introduce e apre il confronto.”Vi abbiamo chiesto di venire per fare un punto, per parlare di calcio, ma anche e soprattutto di Lazio e di lazialità che si sta un po’ perdendo, non solo a causa dei risultati sportivi, ma per tutto ciò che c’è intorno. Ci interessava capire, da chi l’ha vissuta da dentro e la guarda da fuori con occhio professionale, qual è lo stato dell’arte della Lazio e come si fa ad uscire da questa impasse, non di rassegnazione, ma di sofferenza isolata che hanno molti tifosi. Per questioni anagrafiche daremmo la parola al capitano Wilson”.

Com’è possibile che 70mila persone vadano all’evento “di Padre in figlio” e duetremila persone vadano a vedere la Lazio? Che cosa sta succedendo? Dove sono quei 70mila tifosi?

WILSON: “All’Olimpico i 70 mila ci auguriamo di vederli tra qualche mese. Resta un fatto inoppugnabile. Chi pensa che il calcio sia solo un fatto razionale, sbaglia, perché sfugge alla matematica. L’elemento razionale è essenziale, primario, ma non finisce lì il calcio. Ci sono emozioni, passioni, rapporti umani. Quando mancano, manca il rapporto tra società e tifoseria. E’ strano come sempre si sia trovato un punto di incontro. Ora invece la rottura è forte, non ritengo ci siano momenti per riavviare il discorso tra le parti. I risultati c’erano l’anno scorso, è stato fatto qualcosa di molto importante, ma lo stadio pieno non l’ho mai visto. E ora siamo tornati ai tremila, quattromila paganti”.

Non ci sono figure laziali all’interno della società. E’ un caso? Una scelta? Può incidere in qualche modo?

ODDI: “La gente la vede così, come una mancanza. Io dico: non è detto ci debbano essere ex calciatori, non è determinante, ma se ci sono personaggi che possono far bene e aiutarti e non li cerchi, mi viene da pensare. Da fuori sembrerebbe che voglia fare solo lui. Il calcio non lo abbiamo inventato noi, ma non lo ha inventato lui. Ci vuole razionalità. Sono stato tanti anni alla Lazio, il tifoso quando eravamo in difficoltà c’è sempre stato, venivano anche in 70 mila con il rischio di retrocedere in C. Ora non c’è più. E’ stanco. Ne ha viste e ne ha subìte troppe. Non ci vuole tanto. Il presidente ha avuto più di qualche volta la possibilità di avvicinarsi e non l’ha presa in considerazione».

D’AMICO: “Non c’è bisogno ci sia io o un altro in società per determinare la lazialità. Un avvicinamento alla tifoseria non c’è mai stato. Ti chiedono un giocatore, mica tanto. Perché non rinforza la squadra? Ha preso quattro ragazzotti e ora Bisevac. Non ha mai fatto un acquisto per la gente”.

In realtà, arrivato da pochi giorni, Lotito riportò Paolo Di Canio alla Lazio.

D’AMICO: “Sì, ma perché ne aveva bisogno. E poi lo ha mandato via. Non ha mai dato l’impressione, da fuori, di voler capovolgere la situazione”.

ODDI: “Faccio un esempio stupido, ma fa capire. C’è stato un momento in cui i tifosi laziali erano trattenuti a Varsavia. Hai questo contrasto con i tifosi, io pensavo dicesse: “Da qui non mi muovo sino a quando i miei tifosi non tornano a Roma”. I tifosi si sarebbero sciolti. Invece lui ha detto: “Prima voglio sapere le cose come stanno”.

Obiezione: la Lazio ha vinto in questi anni tre trofei e più di altre squadre.

ORSI: “E’ vero, però voglio dire alcune cose. La prima: non voglio insegnare niente a Lotito. Questa è una cosa tutta romana, fuori dal raccordo non interessa la situazione. Se vai a Milano ti dicono “ma che volete da Lotito? Ha salvato la società, l’ha rimessa in carreggiata, ha vinto due Coppe Italia, la Supercoppa”. Bisogna scindere la protesta tecnica e la protesta societaria. La protesta tecnica si può discutere, se un anno non hai risultati vieni contestato, ci sono stagioni che vanno bene e altre male. La protesta societaria non si può discutere. Coinvolge un popolo intero, non è una cosa cominciata adesso, si è incancrenita, ha difficili sbocchi, a meno che Lotito non se ne vada e qualcuno compri la società. Perché il tifoso è laziale per passione, non certo per le vittorie: sposi una causa, un senso di appartenenza, quello che Lotito non riesce a dare. Io ripristinerei per esempio i club, dove andavamo spesso in settimana”.

La scorsa estate però la Lazio non ha venduto nessuno dei suoi giocatori più forti.

ORSI: “Vero. Ma se si rafforza il Barcellona, lo può fare anche la Lazio, era già strutturata e non mancava tanto, due o tre calciatori per completare il gruppo”.

Era meglio lo splendore della gestione Cragnotti con il bilancio dissestato oppure è meglio avere una gestione oculata ma grigia.

FIORE: “Se dovessi parlare da tifoso direi la gestione Cragnotti, ma bisogna avere anche la cultura sportiva per ammettere che è stata una gestione gloriosa lasciando la Lazio sull’orlo del fallimento. Merito a Lotito per aver portato una gestione più attenta e equilibrata, ma penso una gestione vada fatta anche con il cuore, la passione, un briciolo di follia. Altrimenti diventa solo gestione economica che non può fare felici i tifosi e non esprime un senso di attaccamento. Parlo della mia esperienza, della mia Lazio. Eravamo sull’orlo del fallimento, giocavo in una squadra forte, anche come valori umani. La gente, pur non avendo un riferimento certo, amò quella Lazio in modo viscerale. Avevamo quarantamila abbonati. Vedeva attaccamento. Anche l’anno scorso, con il lavoro di Pioli e dei suoi giocatori, la gente si è riavvicinata. Ma se dall’altra parte trova un muro, mancanza di dialogo e c’è un ostracismo assoluto non si va lontano. La parte gestionale va bene, la parte passionale stride e così rischi di perdere la cosa più importante. Ci vuole il giusto equilibrio anche se tutto passa attraverso l’aspetto tecnico. Quest’estate, a mio parere, la Lazio doveva fare di più, veniva dal terzo posto, Inter e Milan avevano fallito, aveva la possibilità di giocarsi la Champions. Se poi non ci arrivi, senza aver investito tanto, crei una frattura difficile da sanare”.

D’AMICO: “Io eccepisco sulla buona gestione. Sbaglio o non c’è uno sponsor da otto anni sulla maglia della Lazio?”

ORSI: “Noi non possiamo entrare nel merito di certe scelte. La gente non va più allo stadio non perché la Lazio non ha lo sponsor sulla maglia. I problemi sono altri”.

WILSON: “La risposta l’ha data la tifoseria a Formello la notte dopo la vittoria con il Napoli e il traguardo del terzo posto. Nessuno ha mai contestato la gestione a Lotito. Quella notte i tifosi erano a Formello perché c’è passione, ringraziavano la Lazio per essere entrata in competizione. Io dico a Lotito: “Levati il cappello nei confronti della gente. Costa tanto? Domando?”.

ORSI: «La Lazio in questi anni è stata altalenante. Nella precedente e unica partecipazione alla Champions come rinforzo aveva preso Vignaroli».

WILSON: “Io ero d’accordo con Tare quando disse che questa Lazio era difficilmente migliorabile. Non chiedevo altri Candreva, Felipe o Biglia. Non pensavo prendessero altri che potessero darti il 100 per cento come Biglia e Candreva, ma almeno l’80% sì. Anche perché De Vrij, per esempio, aveva già i suoi problemi e in questi anni mi sono abituato a vedere giocatori bravi che giocano 25 partite e non 40″.

ORSI: “Lotito fa mercato quando la Lazio sta per retrocedere e non ha altre possibilità. Questo non riesco a sopportarlo. Così resti alla pari di Empoli e Sassuolo, con tutto il rispetto di Empoli e Sassuolo. A gennaio ci voleva uno sprint per cercare di far sognare i tifosi. Ma lui quello scatto non lo fa mai a meno che non sia costretto”.

Rappresentate epoche diverse. La Lazio del -9 era al tracollo e giocava in uno stadio pieno, nell’era di Fiore si raggiunsero 40mila abbonati e i giocatori si tagliarono gli stipendi. Il tifoso laziale risponde solo quando sta per retrocedere o fallire. E’ come se avesse il bisogno di sentirsi affogare?

ORSI: “Non avete ricordato Lazio-Real Madrid con 38 mila spettatori…”.

WILSON: “Il record tuttora imbattuto resta quello stabilito in Lazio-Foggia, la partita scudetto del ‘74. La situazione finanziaria era precaria anche allora, non è che Lenzini avesse i soldi. Ma c’era l’appartenenza dei giocatori alla maglia. Abbiamo preso sempre lo stipendio. La gente veniva allo stadio. C’era un rapporto tra noi, società e tifosi. Oggi non vedo questo rapporto”.

ODDI: “Magari i soldi non arrivavano subito, ma dopo quattro o cinque mesi. Lenzini pagava con le cambiali, ma alla fine pagava sempre”.

ORSI: “Ricordo quando Cragnotti non pagava gli stipendi da quattro-cinque mesi e venne all’interno dello spogliatoio per fare il discorso alla squadra. Liverani, appena uscito, disse scherzando: “Quasi quasi mi sento più ricco, è come se ce li avesse già dati”. La situazione non era facile, ma il gruppo rispondeva bene”.

D’AMICO: “Quest’anno, invece, mi sembra che il gruppo della Lazio abbia avuto dei problemi”.

WILSON: “Anche i giocatori hanno le colpe di questa stagione. Dove sta scritto che non dai il massimo se non hanno rafforzato la squadra? Sono professionisti, dovrebbero darlo sempre il massimo”.

ODDI: «Scusate. Non è che ci siamo montati la testa e abbiamo sopravvalutato la squadra?». La Lazio può avere l’obiettivo di vincere l’Europa League?

ORSI: “La Lazio ora che obiettivo ha? L’Europa League? Ci puoi pensare, ma mi sembra difficile che possano arrivare in fondo. Ora dentro lo spogliatoio non c’è più niente. Senza obiettivi il giocatore, nella sua non professionalità, si butta giù. Non riesce più a darti. Se tra venti giorni vieni eliminato dal Galatasaray cosa ti resta?”

FIORE: “Non sono dentro lo spogliatoio. Da fuori un’idea di massima me la sono fatta. Stanno mancando uomini guida. Chi è arrivato o chi in passato è stato trascinato dagli altri non ha la personalità di giocare e indossare una maglia che quest’anno pesa di più. L’anno scorso nessuno alla Lazio chiedeva di arrivare terza. Si è fatto qualcosa al di là delle reali possibilità tecniche. Noi avevamo leader straordinari. Penso a Peruzzi, Simeone, Mihajlovic: non lo erano solo dal punto di vista tecnico, ma venivano identificati da quelli più giovani come simboli, come persone da seguire nei comportamenti. I giocatori di adesso sono bravi ma fanno fatica ad avere continuità tecnica. E poi una gestione societaria alquanto discutibile ha complicato il lavoro di Pioli. Si innescano dei meccanismi in squadra dai quali è difficile uscire”.

Felipe e Keita sono sopravvalutati o due potenziali campioni?

D’AMICO: “Felipe ha fatto vedere grandi cose, anche se soltanto per quelle 10 partite dell’anno scorso. Keita non è mai arrivato a quei livelli, però mi piace”.

ORSI: “Felipe in tre anni ha fatto 10 partite… Il 27 agosto tutti avrebbero rifiutato 50 milioni perché poi non avresti avuto il tempo necessario per prendere altri due o tre giocatori forti con quei soldi”.

ODDI: “Era tanto tempo che non vedevo uno così forte. Se uno al Santos porta il numero 10 non può essere una pippa. Mi ha fatto innamorare. E’ un giocatore fenomenale. Cosa gli è successo? Non è andato bene quest’anno perché non ha una guida dentro lo spogliatoio. E poi forse ha poca personalità”.

D’Amico, con il tuo talento, se non avessi incrociato quella Lazio, saresti diventato comunque D’Amico o ti saresti perso in una squadra anonima?

D’AMICO: “Io sì, ma i miei compagni dell’epoca che fine avrebbero fatto?”.

ORSI: “Vincenzo si è perso due o tre Palloni d’Oro e la possibilità di una carriera straordinaria. In un’altra Lazio avrebbe giocato un anno e poi sarebbe andato in una grande”.

WILSON: “Vincenzo, lo sai benissimo. C’era solo un gruppo che ti ha fatto giocare nella nosta Lazio… Tornando a Felipe, l’anno scorso ha fatto un grandissimo campionato. Tutti si aspettavano dei rinforzi, sapendo che tipo di valutazione hai raggiunto e che non hai la squadra per arrivare a certi livelli, può darsi che inconsciamente si sia scaricato e seduto”.

Cosa è stato sbagliato l’estate scorsa?

ORSI: “La Lazio è stata sopravvalutata. L’anno scorso mancavano Inter e Milan. Ha rischiato di arrivare seconda. Si doveva percepire qualcosa, perché le partite più importanti le aveva perse con la Juve, aveva pareggiato con Inter e Roma facendosi rimontare, in volata aveva perso il secondo posto. Per diventare a quel livello, qualcosa in più doveva essere fatto”.

ODDI: “Il Barcellona ha preso Suarez. Noi non prendiamo un difensore centrale difensivo se non c’è De Vrij. E poi sembra non si possa giocare senza Biglia”.

WILSON: “Non credo fosse vera l’offerta per Felipe, ma si poteva pensare ad una cessione. Ricordo come nacque la nostra Lazio. Sbardella, con i 350 milioni ricavati dal cartellino di Massa, prese Re Cecconi, Pulici, Garlaschelli. Dovevi vendere un pezzo e rifare la squadra aggiustandola”.

D’AMICO: “Pino, sempre terzi siete arrivati quell’anno… Sino a quando non sono tornato io per vincere lo scudetto”.

Come si può ripartire per la prossima stagione? E da che cosa?

ORSI: “Vedo piattume, non ci sono tanti obiettivi da raggiungere. Vedo una squadra che rimarrà così e che ripartirà dai giovani: Keita, Felipe, Cataldi, De Vrij, Milinkovic. Morrsion no e neanche Patric terrei. Prendi due o tre giocatori di esperienza e poi puntiamo sui giovani. Questo farei. Ma i nostri obiettivi sono come Empoli e Atalanta. E poi direi: “Scusate, quest’anno ho sbagliato, proviamo a ripartire”.

ODDI: “Ora è dura dire quelle cose. Loro ti dicono che sbagliamo noi, solo loro hanno inventato il calcio. Candreva? Deve andare via. Di corsa. E credo anche Biglia”.

ORSI: “Ci sono fatti che hanno minato la tranquillità della squadra. A Candreva non hanno dato la fascia, Biglia in estate voleva andare via, Keita anche. Non è uno spogliatoio facile quello della Lazio”.

WILSON: “La storia della fascia non l’ho capita. C’era una soluzione logica come Radu. E’ anziano, da diversi anni alla Lazio, non si è mai tirato indietro. Una soluzione che non avrebbe scontentato nessuno. Come sono diventato capitano? E’ stato Lorenzo a darmi la fascia e poi Maestrelli in modo definitivo”.

La Lazio nella prossima stagione può ripartire da Pioli?

FIORE: “Pioli credo abbia fatto e stia facendo un buon lavoro. Se può avere una colpa, è quella di aver avallato il progetto in estate. Lui spesso ha parlato di rosa numerosa, non mi pare sia stata sfoltita. Uno dei problemi della Lazio non sono quelli che giocano, ma tanti che non giocano e guadagnano soldi. E’ stato rinnovato il contratto a giocatori che non rientravano nel progetto e si sono ritrovati in questa squadra. Pioli va bene tenerlo, ma avrebbe bisogno di un progetto diverso, bisogna dargli più possibilità di scegliere. E’ figlio delle scelte societarie, la squadra andava ritoccata e ci voleva una rosa più omogenea. Tre centravanti più identici non si può avere, invece la Lazio ce li ha. Il calo di Klose, che viene da una carriera straordinaria, lo si poteva prevedere. Djordjevic e Matri non sono dei bomber. La Lazio doveva prendere giocatori diversi. Ha il miglior crossatore, ma oltre ai problemi difensivi ce n’è uno in fase realizzativa. Ci sono tanti problemi da risolvere, adesso bisogna ripartire dai giovani. Io direi: “Quest’anno abbiamo sbagliato, però ripartiamo”. E prenderei più giocatori italiani, manca un’anima italiana nella Lazio”.

ORSI: “La domanda è un’altra. Ma Pioli vuole rimanere il prossimo anno?”.

Cosa può succedere per riportare entusiasmo?

ORSI: “Mi piacerebbe che i tifosi della Lazio si organizzassero per riempire l’Olimpico in una partita che non conta niente. Per dire. Veniamo in 70 mila così vedi che allo stadio ci vengo”.

WILSON: “Se Lotito avesse umiltà, comincerebbe a dialogare con la gente. Cosa ti costa avere un rapporto con la gente?”.

ORSI: “Un’altra cosa farei. Prenderei Wilson e gli darei l’incarico di responsabile dei tifosi”.

WILSON: “Il timore sarebbe doversi esporre a nome di un’entità che poi non ti segue. Se poi non riesci nell’impresa, perdi credibilità e devi spiegare alla gente”.

 

Felice Pulici, il parere di un esperto riguardo alle barriere

Felice Pulici, ex portiere, leggenda della Lazio anni 70 e voce autorevole in tutto l’ambiente ha parlato ai microfoni di Radiosei della figura dello Slo (Supporters Liaison Officer), cioè colui che si occupa di mediare tra la società e la tifoseria. Queste le parole riportate sul portale lalaziosiamonoi“Come stabilito dalle organizzazioni internazionali, dovrebbe essere un soggetto individuale (nominato di comune accordo tra tifoseria e società) per rappresentare il trait d’union tra i bisogni della Curva e le condizioni imposte dalla società. Il tifoso in questo modo è rappresentato e, tramite un continuo contatto, si può trovare il percorso più adatto nello svolgimento delle manifestazioni. Non è soltanto il riempire la casella con un certo nome. D’altra parte non è esclusivamente la Federsupporter che, come struttura esterna, deve curare gli interessi del tifoso. La Roma ha trovato questa figura in Nela, nella Lazio invece non c’è volontà di parlare con i propri sostenitori. Manca una figura di dialogo condivisa perché la società non ha mai cercato un accordo e un contatto. Dovrebbe invece esserci un rapporto normale, fondamentale per avere un’immagine esemplare a livello europeo. Un nome? Potrebbe essere quello di Luigi Martini. Calveri ha esperienza e grandi competenze in ambito amministrativo, tuttavia questo ruolo potrebbe impegnarlo oltremisura e, pur conoscendo benissimo i regolamenti, potrebbe non riuscire ad arrivare un indirizzo convergente”

Poi si è soffermato sullo spinoso argomento delle barriere: “Il Prefetto Gabrielli doveva coinvolgere ancor di più i club e capire se c’erano le basi per intervenire. Chi gestisce l’ordine pubblico, al di là delle direttive, deve infatti conoscere le esigenze della società e della tifoseria. Rimuovere le barriere rappresenterebbe uno spreco di denaro pubblico, bisognava interpellare prima chi di interesse. La settorizzazione delle curve inoltre è un provvedimento del Ministero degli Interni che avrebbe dovuto individuare i responsabili più facilmente, chiudere un intero settore adesso è un controsenso”. Infine sugli stewards: “Aumentarli comporta certamente un esborso maggiore. Potrebbe essere utile, ma è necessario rivedere le loro funzioni. Devono avere un minimo di potere per evitare che non ci sia la polizia, altrimenti non avrebbero considerazione”.

De Canio a tutto tondo, Lazio e non solo

Intervenuto ai microfoni di Radiosei Luigi De Canio ha parlato dell’imminente sfida della Lazio contro il Verona. L’allenatore ha iniziato l’intervista parlando della lotta scudetto tra Juventus e Napoli che si affronteranno Sabato in un Big Match dalle mille curiosità. Queste le parole riportate dal portale lalaziosiamonoi: “Quella di sabato è sarà una gara Scudetto, ma solo se a vincere sarà il Napoli. Nel caso contrario, visti i tanti punti ancora a disposizione, il duello resterà invece aperto in un campionato bello ed equilibrato. Speriamo sia una bella partita, ma l’assenza dei tifosi napoletani deve far riflettere sul modo di fare calcio in Italia. Da uomo di sport devo dire che ognuno ha le sue responsabilità. Dalle istituzioni che non rinnovano gli stadi ai tifosi che potrebbero vivere il calcio in modo diverso. Il discorso va però esteso anche alle società che hanno il compito di fare le cose in modo ordinato e agli sportivi che devono dare il buon esempio. Una vittoria del titolo da parte del Napoli renderebbe comunque merito all’operato di una società che partecipa costantemente alle coppe europee, nonostante non abbia il fatturato di altre squadre. Sarebbe un momento di crescita che dovrebbe avere tuttavia uno sviluppo continuo”.

CAPITOLO LAZIO – “Ritengo che i biancocelesti stiano facendo il proprio campionato dopo un’annata vissuta in modo speciale. Fallendo la Champions, si sono spenti gli entusiasmi condizionando il percorso successivo. Infortuni e rendimenti altalenanti hanno poi inciso, ma credo che la squadra sia in linea con le proprie possibilità come espressione del gioco. Il potenziale tecnico è stato mantenuto in vista di uno sviluppo futuro. La differenza sta poi nella concorrenza maggiore rispetto alla passata stagione”. Poi a livello tattico: “Il centrocampo è fondamentale per la costruzione del gioco. Con i giocatori muscolari non si avrà mai una qualità di gioco costante, ma si giocherà soltanto di rimessa senza dimostrare di avere una propria identità. L’Inter ne è l’esempio lampante”. Infine sul percorso europeo: “In Europa League ci sono più stimoli, ho grande fiducia che la Lazio faccia un cammino importante”

Tare è sicuro: “Con il tempo raggiungeremo traguardi importanti”

Intercettato dai cronisti a margine dell’evento ‘Premio amici dei bambini’, il ds della Lazio Igli Tare ha commentato la stagione “difficile” che la Lazio sta affrontando. Ecco le sue parole: “L’Europa è un traguardo molto importante, sia per risultati che per prestigio. Siamo concentrati e determinati, sebbene tanta gente non lo veda così. Questa è una squadra può fare ancora bene. I risultati dicono che manca cattiveria, ci sono state gare dove non siamo stati determinati, però non vedo mai il bicchiere mezzo vuoto“. Il dirigente biancoceleste ha poi continuato: “Abbiamo cresciuto molti giovani, a Genova c’erano sette Under 23. Nei prossimi anni raggiungeremo risultati importanti. Vittorie consecutive? Noi lo speriamo, questa squadra ha dimostrato con i fatti, non dobbiamo vendere bambole. Abbiamo avuto alti e bassi, la squadra è quella dell’anno scorso, con l’inserimento di qualche giovane di prospettiva. Felipe Anderson è ancora giovane, è nella terza stagione alla Lazio, tutti lo conoscono. Ha delle qualità fuori dal comune, deve fare un saltino per crescere. 

Gli Stati Uniti sicuri: “L’Isis tenterà di colpirci quest’anno…”

L’Isis molto probabilmente proverà ad attaccare gli Stati Uniti quest’anno“: è l’allarme lanciato dal numero uno dell’intelligence Usa, James Clapper, che nel corso di un’audizione davanti al Congresso ha sottolineato come lo Stato Islamico stia infiltrando i rifugiati che scappano da Siria e Iraq.
L’Isis – ha specificato il numero uno degli 007 della difesa americana, Vincent Stewardnel 2016 tenterà di attaccare non solo di nuovo l’Europa, ma anche gli Stati Uniti direttamente sul suolo nazionale“. Clapper ha quindi spiegato che le stime parlano di estremisti violenti in almeno 40 Paesi: mai come prima esistono per i terroristi più porti sicuri che in qualsiasi altro momento della storia.

Fonte: Ansa.it

Barcellona, Messi operato

Il club più forte al mondo, dovrà fare a meno del giocatore più forte al mondo. Staimo parlando del Barcellona e di Messi. Il numero 10 blaugrana, è stato operato quest’oggi per la ripulitura dei reni, dovuta alla presenza dei calcoli renali. L’operazione è andata a buon fine, ma Leo Messi sarà costreetto a saltare sicuramente la prossima sfida. Infatti non ci sarà contro il Valencia, mentre resta in dubbio la sua presenza contro il Celta Vigo. Il Barcellona conta di recuperarlo per gli ottavi di finale di Champions League.

Che tegola! Juve – Napoli si giocherà senza un Big

Continua a piovere sul bagnato in casa Juventus. Mister Allegri, dopo gli infortuni di Mandzukic, Khedira e Caceres, dovrà fare a meno anche di Chiellini. Il roccioso difensore italiano dovrà stare ai box per almeno 20 giorni. Sfuma così il duello tra Chiellini e Higuain nella sfida che potrebbe essere decisiva per le sorti dello scudetto. Emergenza quindi per Allegri, mentre Sarri e il Napoli sorridono…

La clausola FARAONICA di Toni Kroos

Il centrocampista tedesco del Real Madrid, Toni Kroos, sicuramente dovrà andare d’amore e d’accordo con il suo club. Infatti, secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo Marca, il tedesco, qualora dcidesse di abbandonare il club senza la volontà di quest’ultimo, dovrà indennizzare Florentino Perez per ben 300 milioni! Una clausola “strana”, pazzesca e incredibilmente senza senso per quanto riguarda il valore economico. Sicuramente Kroos ci penserà 300 milioni di volte prima di chiedere una eventuale cessione.

BARRIERE – Federsupporter: “Senza i tifosi è stato un incontro inutile”

Il rappresentante di Federsupporter, Parisi, è intervenuto ai microfoni di Radiosei per commentare l’incontro di oggi sul problema barriere. Parisi è rimasto molto perplesso e deluso in quanto non c’èra la presenza dei tifosi che potevano avanzare idee, iniziative e dialogare soprattutto con i club Lazio e Roma e con le istituzioni. A tal proposito Parisi ha auspicato che venga onserita la figura dello SLO (Supporter Liaison Officer9, ovvero una figura che faccia da ponte tra tifosi e club. Infine sul bilancio della Lazio si dice “non preocupato per la perdita di 5 milioni dichiarata“.

Per il comunicato della Federsupporter CLICCA QUI

SICUREZZA Stadio Olimpico – Il comunicato finale: “Più stewards e meno polizia, maggiore dialogo tra società – tifosi”

AGGIORNAMENTO ORE 20:01 – Arriva il comunicato finale riguardante l’incontro che aveva all’ordine del giorno le barriere nelle Curve dello Stadio Olimpico: “Nel corso del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenuto quest’oggi e presieduto dal Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, è stato siglato un accordo di programma tra la Questura di Roma, l’A.S. Roma, la S.S. Lazio il Coni. L’iniziativa è stata promossa dal Questore di Roma, Nicolo D’angelo, in esito ad una ricerca scientifica contenente un’indagine psico-sociale, condotta su un campione di oltre 2000 questionari, somministrati da esperti in occasione di 4 gare di Roma e Lazio. La ricerca ha fornito importanti indicazioni relativamente alla percezione della sicurezza dello stadio, ma anche sulla natura della contestazione al nuovo modello organizzativo adottato dall’inizio del campionato. I dati hanno, infatti, evidenziato un’elevata percezione della sicurezza nei frequentatori dello stadio a Roma: tra tutti gli intervistati solo il 7,5% non si sente sicuro. Ne deriva quindi che il ‘contesto stadio’ offre oggi un livello di sicurezza percepita maggiore rispetto a quella osservata in altri contesti sociali e smentisce l’immagine negativa che si tende genericamente ad associare allo stadio nel dibattito pubblico o nel sentire comune”. Queste le azioni che saranno intraprese in seguito all’accordo: “Meccanismi di dialogo con i tifosi saranno implementati da parte dei club con l’attivazione di sportelli funzionali alla comunicazione con i tifosi stessi, che per organizzare le iniziative di tifo non dovranno più rivolgersi alla Polizia ma avranno contatti solo con i rappresentanti delle società, che poi interloquiranno con le autorità di P.S. Più stewards e meno polizia. I controlli nelle vie di accesso allo stadio saranno effettuati in prima battuta dagli stewards mentre le Forze dell’Ordine si concentreranno nelle aree di pre-filtraggio anche per offrire agli spettatori servizi di sicurezza “antiterrorismo”. Le due società avvieranno campagne di sensibilizzazione ed educazione mediante il coinvolgimento di personaggi carismatici per i propri tesserati sul tema del fare tifo e del supporto agli atleti in campo. I club tramite il Supporters Liaison Officer studieranno misure per evitare la divisione di gruppi omogenei, eventualmente causata dalla settorializzazione. Il Coni, in quanto proprietario dell’impianto, proseguirà nelle strategie di miglioramento tecnologico dello stadio olimpico e di offerta di servizi strumentali ad una migliore accessibilità all’impianto sportivo ed una permanenza più confortevole per anziani, donne e bambini. La Questura di Roma svolgerà la funzione di garante del sistema, anche rispettando gli spazi delle tifoserie, con la precisa condizione che siano osservate le norme in materia di divieto di occupazione delle scale, divieto di introduzione di materiale esplodente e pirotecnico e divieto di esposizione di striscioni illegali. Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica monitorerà l’andamento della sicurezza allo stadio Olimpico anche al fine di rivalutare, in presenza di una reazione positiva delle tifoseria, il modello organizzativo con l’obiettivo di creare nel tempo migliori condizioni di aggregazione”.

AGGIORNAMENTO ORE 19:18 – Sempre in attesa del comunicato ufficiale, da registrare è anche il commento del Questore D’Angelo: “Abbiamo ribadito che allo stadio vanno rispettate le regole, per quest’anno non si toglie nessuna barriera. Lo stadio non sono solo le barriere, queste sono state messe perché le curve in quel modo non andavano beneLo stadio non sono solo le barriere, queste sono state messe perché le curve in quel modo non andavano bene.  Un domani potremo anche togliere le barriere. Ma per domani significa fine campionato o anno prossimo. Il discorso di uno stadio senza barriere va fatto nel tempo. Adesso tutto insieme dobbiamo migliorare l’affluibilità dello stadio Olimpico. Anche le società hanno avallato questo accordo”. E infine ha ribadito che: Lo stadio è del cittadino, vogliamo estirpare i violenti. Nessuno ha vietato niente. Ognuno deve sedersi al suo posto, sono vietati petardi, striscioni non autorizzati e fumogeni. Le barriere aiutano per evitare che ci sia un numero eccessivo di persone, causato dagli scavalcamenti”. “.

AGGIORNAMENTO ORE 18:10 – E’ da poco terminata la riunione e i protagonisti cominciano a lasciare la struttura. Queste le dichiarazioni rilasciate (in attesa del comunicato ufficiale che chiarirà tutto) dal dg della Roma, Mauro Baldissoni: “L’incontro è andato bene, a breve uscirà un comunicato stampa ufficiale che sta redigendo il comitato e nel quale leggerete il contenuto del lavoro che è stato svolto negli ultimi mesi al fine di migliorare la fruibilità dello stadio, per cercare di cambiare un po’ la situazione e la struttura organizzativa”. Anche Claudio Lotito ha abbandonato la Prefettura ma, a differenza del dirigente giallorosso non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Da registrare un secondo tentativo dell’inviato de “Le Iene” di strappare qualche dichiarazione al Presidente della Lazio ma anche questo tentativo è andato a vuoto.

AGGIORNAMENTO ORE 17:20 – Tra gli ultimi a presentarsi sul posto c’è il presidente della Lazio Claudio Lotito. Al suo arrivo Lotito è stato subito incalzato da un inviato de “Le Iene” che ha provato a rivolgergli delle domande inerenti  l’‘Operazione Fuorigioco’, l’inchiesta che sta portando avanti la Procura di Napoli. Il numero uno biancoceleste non ha voluto lasciare dichiarazioni continuando ad andare dritto per la sua strada.

AGGIORNAMENTO ORE 16:36 – Sono arrivati anche: il Questore di RomaNicolò Marcello D’Angelo, e il responsabile marketing del CONI, Diego Nepi. Per la Roma sono arrivati anche il direttore generale Mauro Baldissoni e il CEO Italo Zanzi. Mentre per la Lazio è arrivato anche il segretario generale Armando Calveri. Negli stessi istanti anche Diego Nepi Molineris, direttore dei servizi del CONI.

AGGIORNAMENTO ORE 16:15 – Cominciano ad arrivare i primi protagonisti. In rappresentanza della Lazio ci sono: il Responsabile della biglietteria Angelo Cragnotti e il responsabile alla sicurezza Sergio Pinata. Dovrebbe arrivare anche il segretario generale nonché responsabile del club per le relazioni con i tifosi (SLO) Armando Calveri. In rappresentanza della Roma invece è appena arrivato Sebino Nela, eletto come SLO per la squadra giallorossa, in compagnia di Carlo Feliziani responsabile biglietteria AS Roma e Guido Gombar, responsabile sicurezza della Roma.

A breve avrà inizio l’attesa riunione tra le istituzioni (precisamente: il Questore D’Angelo e il prefetto Gabrielli) e il responsabile marketing del CONI Diego Nepi, il presidente della Lazio Claudio Lotito e il dg della Roma Mauro Baldissoni. Il fine è quello di cercare una soluzione in merito alla questione delle barriere separatorie presenti nelle curve dell’Olimpico e permettere così un rapido ritorno dei tifosi allo stadio.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti…

CALCIOSCOMMESSE – Le sentenze della Procura di Catanzaro

Sono arrivate in settimana le sentenze relative al calcioscommesse, relative all’inchiesta del Dirty Soccer bis. Ad emetterle è stata la Procura di Catanzaro. Parecchie òe squadre sanzionate, tutte di Lega Pro e dilettanti, ma anche sanzioni a calciatori con un passato in Serie A. Di seguito le più importanti squadre sanzionate: SS Akragas Città dei Templi (3 punti), Aurora Pro Patria 1919 (7), ASD Comprensorio Montalto Uffugo (6) SSD Calcio Frattese (1), L’Aquila Calcio 1927 (13), FC Neapolis (22), SSD Puteolana 1902 (4), Santarcangelo Calcio (6), Savona Foot Ball Club (2), Sorrento Calcio (4), S.E.F. Torres 1903 (4), Vigor Lamezia Calcio (2). Prosciolti AS Livorno Calcio, S.F. Aversa Normanna, US Cremonese, ASD Due Torri, SS Fidelis Andria 1928, FC Grosseto SSD, SS Monopoli 1966, AC Pavia 1911, AC Prato 1908, ASD Scafatese Calcio, AC Tuttocuoio 1957, ASD Giallorossi San Miniato Basso Calcio. Tra i tesserati spunta i nomi di Arturo Di Napoli e Domenico Giampà.

Inzaghi: “Decisiva la gara d’andata”

Alla Lazio Primavera non basta la doppietta di Calì per qualificarsi alla finale di Coppa Italia. L’allenatore biancoceleste Simone Inzaghi ha commentato il match ai microfoni di Sportitalia: “Penso che, per come sono andate le due partite, la Lazio doveva andare in finale. Abbiamo incontrato una buona squadra, ma il calcio è anche questo. Mi spiace per i ragazzi perché lo meritavamo. Un 2-2 contro una grande squadra. Penso che questa finale l’abbiamo persa con il risultato dell’andata. Onore ai ragazzi, sono orgoglioso e fiero di loro. Abbiamo sfoderato due grandissime prestazioni. Abbiamo fatto bene, hanno entusiasmato sia me che lo staff. Loro hanno tanti giocatori classe ’96, questa volta ha deciso la gara Manaj. Ma non c’è rammarico per questo”.

 

Manoni: “Siamo stati sfortunati”

La Lazio Primavera non riesce nell’impresa. In finale di Coppa Italia ci va l’Inter. Ecco il rammarico di Francesco Manoni ai microfoni di Lazio Style Radio: “Era difficile per noi, siamo andati sotto e non era semplice. La stavamo risolvendo grazie agli uomini entrati dalla panchina. Poi abbiamo avuto tanta sfrotuna, saremmo potuti andare a giocare quella finale che tanto desideravamo. Abbiamo espresso il nostro gioco, disputando questa partita con cattiveria. Con un pizzico in più di buona sorte potevamo passare noi. L’arbitro non ci ha aiutato, diversi falli in ripartenza non sono stati sanzionati. Sono piccoli episodi che avrebbero potuto cambiare la gara. Ripartiamo da questa sconfitta”.

Ecco l’arbitro di Lazio-Verona: precedenti positivi per i biancocelesti…e per il Verona

La 25esima giornata di Serie A sarà aperta dalla sfida dello Stadio Olimpico tra Lazio ed Hellas Verona, in programma giovedì 11 febbraio alle 20.45. Pochi minuti fa è stato reso noto l’arbitro che dirigerà la gara dai baincocelesti: sarà Andea Gervasoni della sezione di Mantova ad arbitrare la gara, coadiuvato dagli assistenti De Pinto e Tasso e dal quarto Uomo Carbone. Gli assistenti d’area saranno invece Banti e Sala. . Per il ruolo di quarto uomo è stato scelto Carbone mentre gli addizionali saranno Banti e Saia. Sarà il 15° incrocio di Gervasoni con i biancocelesti. E il bilancio è piuttosto positivo: i precedenti parlano di 7 vittorie, 6 pareggi ed una sola sconfitta esattamente un anno fa: era il 9 febbraio del 2015 e i biancocelesti venivano fermati in casa dal Genoa. Anche gli scaligeri hanno perso una sola volta sotto la sua direzione, completano il loro quadro 2 vittorie e 2 pareggi. Questo il quadro completo:

LAZIO – HELLAS VERONA
Arbitro: GERVASONI
Assistenti: DE PINTO – TASSO
IV uomo: CARBONE
Add1: BANTI
Add2: SAIA

FORMELLO – Buone notizie per Biglia

Buone notizie da quel di Formello per quel che riguarda Lucas Biglia. Il centrocampista argentino ha partecipato alle prove tattiche odierne e dovrebbe tornare a disposizione per la sfida di giovedì contro il Verona. Lavoro differenziato invece per Radu e Bisevac, che potrebbero rientrare nella lista dei convocati per accomodarsi in panchina.

Candreva sembra essere perfettamente recuperato, anche se non è certo un suo impiego dal primo minuto. L’esterno romano è in lotta per un maglia con Felipe Anderson. Certo di un posto da titolare dovrebbe essere Keita, nettamente favorito su Mauri per quel che riguardo l’out mancino del tridente offensivo.

UFFICIALE – Ecco la decisione della Corte Federale d’appello sul ricorso presentato dalla Lazio

AGGIORNAMENTO DELLE 17:15 – Niente da fare, è stato respinto il ricorso presentato dalla Lazio per ottenere almeno la riapertura dei Distinti. La Corte Federale d’appello della Federcalcio ha infatti respinto la richiesta presentata dall’avvocato Gian Michele Gentile: pertanto contro il Verona, giovedì sera, e contro il Sassuolo, lunedì 29 febbraio alle ore 19, rimarranno chiusi DistintiCurva Nord.

Come ci si poteva immaginare dopo la decisione, comminata dal giudice sportivo, per la chiusura dei settori: curva nord e Distinti Nord (est e ovest) la Lazio oggi discuterà nel pomeriggio, presso la Figc, il ricorso presentato contro la stessa squalifica di un turno per gli ululati razzisti all’indirizzo di Kalidou Koulibaly, durante Lazio-Napoli del 3 febbraio. Nulla potrà, per quanto riguarda la chiusura di due turni della Curva Nord, il cui settore è risultato recidivo a seguito della precedente sanzione comminata dopo i ‘buuh’ razzisti in Lazio-Genoa del 9 febbraio del 2015.

Minaccia aerea su Rio 2016

La prossima estate a Rio de Janeiro si terranno i Giochi della XXXI Olimpiade. La manifestazione internazionale prenderà il via il 5 agosto per concludersi il 21. La città brasiliana si è aggiudicata la competizione battendo Madrid, Tokyo e Chicago. Inoltre è la prima città sudamericana a ospitare un’edizione dei Giochi olimpici estivi.

Ebbene, in un periodo terribile, scosso da guerre e attentati, la vera minaccia che incombe sui Giochi è la zanzara. Si proprio quel piccolo insetto che disturba in continuazione con il suo odioso ronzio le giornate di tutti noi. La zanzara in questione però è la temibile Aedes aegypti, fino a quarant’anni fa presente anche sul territorio italiano ma al momento non segnalata, che riesce a trasmettere il virus della Zika, virus nella maggior parte dei casi asintomatico o con febbre non alta e dolori muscolari. Anche la zanzara tigre (Aedes albopictus), è considerata responsabile di alcuni casi di trasmissione in Africa e in Asia; con l’arrivo della stagione calda potrebbe diventare un problema anche da noi visto che questa specie è sul nostro territorio sin dalla fine degli anni Novanta.

Proprio a causa dell’incubo Zika il Comitato olimpico degli Stati Uniti ha dato comunicazione alle federazioni sportive nazionali che atleti e personale dovrebbero valutare se rinunciare all’Olimpiade e di non «sentirsi obbligati a partecipare», qualora la diffusione del virus dovesse aumentare. Ciò che si teme in realtà è la possibilità di contagio e l’assenza di un vaccino in grado di sconfiggere la malattia trasmessa dalle zanzare che infetta donne incinte e che si sospetta possa provocare la microcefalia nei nascituri. Come riferito dall’agenzia Reuters l’annuncio è stato dato a fine gennaio nel corso di una conference alla quale presero parte i vertici dell’Usoc (United States Olympic Comittee) e i presidenti delle varie associazioni sportive. Ovvio che una rinuncia da parte di atleti americani sarebbe comunque un perdita gravissima per i Giochi di Rio. Per ora non è stata presa nessuna decisione, l’Usoc non commenta ma segue costantemente la situazione Zika condividendo con le varie federazioni le informazioni e le raccomandazioni dell’organizzazione mondiale della sanità. Comunque non è solo la Federazione americana ad essere in allerta a causa del virus. Il Comitato olimpico australiano (Aoc) mercoledì ha annunciato un contratto di sponsorizzazione con i produttori di «Heavy Duty», un gel repellente particolarmente efficace. E a fine gennaio lo stesso Comitato aveva avvisato gli atleti qualificati per Rio 2016 di tenere sempre braccia e gambe coperte «dove possibile», specialmente se vicini ad acqua stagnante o vegetazione fitta. E così è stato anche per Nuova Zelanda e Giappone, quest’ultimo sta anche valutando se limitare le escursioni «all’aria aperta» dei suoi atleti.

L’Italia non sembra preoccuparsi più di tanto, il Coni più di una volta ha assicurato che non c’è motivo di aver paura. Il presidente Giovanni Malagò ha dichiarato: «L’Istituto di Medicina per lo Sport ha fatto un buon lavoro, sono in contatto con dei luminari della materia di infettivologia, ci sarà anche un’attività di prevenzione». Il direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport Antonio Spataro ha parlato di «notizie allarmistiche. Credo non sia il caso di esagerare», e inoltre ha aggiunto «tenere le finestre chiuse, usare l’aria condizionata ed evitare le uscite di sera dopo le gare». Anche in Gran Bretagna, il presidente del Comitato britannico, Sebastian Coe, ha assicurato che «tutti gli atleti britannici sono orgogliosi e non vedono l’ora di andare» a Rio 2016.

CRONACA – Doppia operazione anticamorra

Due operazioni anticamorra questa mattina nella capitale.

La prima operazione – Operazione nata da un’inchiesta del 2012, riguarda le infitrazioni nel centro agroalimentare della capitale e vede coinvolte otto persone. La procura di Roma, a seguito dell’inchiesta della Squadra Mobile e del Gico della polizia tributaria – coordinate dall’aggiunto della Dda capitolina Michele Prestipino -, sta eseguendo gli arresti di otto persone tra affiliati e boss facenti parte del clan dei Moccia con varie accuse tra cui intestazione fittizia di beni, lesioni personali e minacce, reati ai quali si aggiunge l’aggravante di aver favorito l’organizzazione camorristica. La rete criminale aveva infiltrazioni nel Centro Agroalimentare romano e operava nel settore ortofrutticolo e delle mozzarelle. Posti sotto sequesto alberghi ed esercizi commerciali fra Afragola e Roma per un valore di circa un milione di euro. Nella capitale gli investigatori hanno rintracciato una gelateria in via Milano e un albergo nel centro storico. In corso in queste ore perquisizioni in diverse regioni italiane. La svolta delle indagini si è avuta quando alcune conversazioni fra Gennaro e Pasqua Moccia sono state intercettate. In una di queste ad esempio si sente dire: «Addirittura Gigino sta vedendo di comprarsi un albergo a piazza di Spagna». Fondamentali anche le dichiarazioni rilasciate ai primi di dicembre da un collaboratore di giustizia, Salvatore Scufuto. Dichiarazioni che hanno permesso di ricostruire come il clan operava sul territorio, alcune estorsioni e un rapimento commesso nell’interesse dei Moccia. A detta sempre del pentito per effettuare alcuni lavori nell’albergo in questione – quello della telefonata – il clan aveva speso 5 miliardi di vecchie lire.

La seconda operazione – Sempre questa mattina i carabinieri di Napoli hanno arrestato Alessandro Giannelli, 38 anni, ricercato come capo dell’omonimo gruppo emergente di camorra che opera nel quartiere Cavalleggeri, zona Ovest di Napoli dove nelle ultime settimane si sono susseguiti omicidi e sparatorie. L’uomo era latitante dalla fine del 2015, quando si era sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale. Ai primi di gennaio Giannelli era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Dda, perché ritenuto responsabile di tentata estorsione, danneggiamento, violenza privata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, tutto aggravato dal metodo mafioso. Il boss è stato arrestato mentre stava scappando a Roma: i carabinieri, che a distanza lo tenevano sotto sorveglianza, hanno assistito ad un rapido cambio di auto in autostrada. Mentre ripartiva verso la capitale i militari sono riusciti a circondarlo e Giannelli, vedendosi intrappolato, ha deciso di arrendendersi e di farsi trarre in arresto. Il boss è stato trovato in possesso di 5mila euro in contanti, documenti falsi, al polso un rolex e in tasca tre telefoni cellulari.

 

COPPA ITALIA PRIMAVERA – INTER-LAZIO 2-2, BIANCOCELESTI ELIMINATI

La Lazio saluta la Coppa Italia Primavera: i biancocelesti di Inzaghi ci hanno provato in tutti i modi a ribaltare lo 0-1 dell’andata, e a un certo punto ci erano quasi riusciti, ma al novantesimo si sono dovuti arrendere all’Inter di Vecchi che ora disputerà la finale con la vincente di Juventus-Fiorentina, in programma domani pomeriggio a Vinovo.

FORMAZIONI – Alcuni elementi sono stati tenuti a riposo nell’ultima trasferta di campionato di Crotone, proprio in vista di questo cruciale appuntamento di Sesto San Giovanni. Su tutti Palombi e Manoni, che hanno ripreso il loro posto nel tridente offensivo al fianco di Rossi. Per l’Inter diversi i giocatori schierati già nel giro della prima squadra, come Gnoukouri a centrocampo e l’attaccante Manaj.

LAZIO AGGRESSIVA – La Lazio deve vincere realizzando almeno due gol, e la squadra di Inzaghi inizia il match a testa bassa, con generosità. Ci prova subito Palombi a impensierire il portiere avversario Radu, ma poco dopo il quarto d’ora la prima grande occasione capita sui piedi di Rossi, che si libera bene in area ma scarica la conclusione addosso al portiere nerazzurro. Difensivamente la formazione biancoceleste soffre la velocità e l’esuberanza di Bakayoko, ma nel primo quarto di gara non si contano occasioni per la squadra di casa.

BRIVIDO MANAJ – Al 25′ la Lazio non sfrutta un errore in presa bassa di Radu: su un cross teso il portiere interista consegna il pallone sui piedi di Rossi, che non trova però la porta da buone posizioni. L’Inter si rende conto di stare soffrendo e prova ad alzare il baricentro, cercando di offrire un maggior numero di palloni giocabili a Manaj. Che a 2′ dall’intervallo ha la grande chance per permettere all’Inter di raddoppiare nel doppio confronto, ma a colpo praticamente sicuro trova la grande risposta d’istinto di Matosevic, che salva una Lazio che dopo aver condotto il gioco per tutto il primo tempo, sarebbe stata letteralmente beffata dal gol incassato.

SECONDO TEMPO FOLLE – La partita sembra non volersi sbloccare, anche se Palombi da una parte e Manaj dall’altra hanno due occasioni importanti: il primo svirgola a pochi passi dalla porta, il secondo esalta i riflessi di Matosevic. Inzaghi fa entrare Calì e Sarac per tentare il tutto per tutto, ma al 24′ l’ennesima percussione di Manaj regala il vantaggio ai nerazzurri. Finita? Appena iniziata: si scatena Aimone Calì, che dopo la grande prestazione di Crotone sigla una doppietta, al 29′ svettando di testa su cross da calcio d’angolo e appena un minuto dopo correggendo in rete su cross di Palombi, autore di una grande discesa sulla sinistra. Biancocelesti al settimo cielo, ma l’ennesimo errore difensivo stagionale costa caro alla Lazio: mischia in area e Manaj sfrutta la dormita della retroguardia laziale siglando il due a due. In campo gli animi si surriscaldano, dopo l’ennesimo contrasto Pinamonti e Germoni vengono alle mani, i giocatori in campo e in panchina provano a separarli ma la lite sfocia in una vera e propria rissa, alla fine l’arbitro mostra il rosso a entrambi lasciando Inter e Lazio in dieci. Inutile l’assedio finale della formazione di Inzaghi nel recupero, con i nerazzurri che sfiorano il 3 a 2 con Bonetto che trova Matosevic lontano dai pali e prova a sorprenderlo da lontanissimo, con la palla che esce di un soffio. Al triplice fischio di Balice inizia la festa dell’Inter che ottiene il pass per la finale, mentre la Lazio – rimasta anche in nove per l’espulsione di Calì, che ha rimediato il secondo giallo per il fallo su Gyamfi – lascia il campo con il rimpianto di essere andata a un passo dall’impresa, ai ragazzi di Simone Inzaghi va comunque riconosciuto l’onore delle armi.

Fabio Belli

INTER-LAZIO 2-2

Marcatori: 69′ e 79′ Manaj (Inter), 74′ e 75′ Calì (Lazio).

INTER (4-3-3): Radu; Gyamfi, Gravillon, Popa, Miangue; Zonta, Gnoukouri (76′ Pinamonti), Bonetto; Bakayoko (81′ Tchaoule), Manaj, Baldini (91′ Vanheusden). A disposizione: Pissardo, Mattioli, Sobacchi, Emmers, Delgado, Kouame, Appiah, Leoni, Rapaic. Allenatore: Stefano Vecchi.

LAZIO (4-3-3): Matosevic; Dovidio, Mattia, Quaglia (66′ Sarac), Germoni; Murgia, Rokavec (90′ Beqiri), Folorunsho (66’Calì); Manoni, Rossi, Palombi. A disposizione: Borrelli, Cotani, Petro, Keca, Ennali, Impallomeni, Bernardi, Cardoselli, Bezziccheri. Allenatore: Simone Inzaghi.

Arbitro: Antonello Balice (sez. di Termoli).

Assistenti: Macaddino-Evoli.

NOTE: Ammoniti: 32′ Gnoukouri (Inter), 76′ Calì (Lazio). Espulsi: 86′ Germoni (Lazio) e Pinamonti (Inter), 95′ Calì (Lazio).

Il Giudice Sportivo punisce un biancoceleste

Il Giudice Sportivo ha squalificato per un turno il biancoceleste Marco Parolo. Il centrocampista sabato scorso nell’ultimo turno di campionato ha ricevuto la quinta ammonizione, per cui dovrà scontare la squalifica nella prossima sfida in programma giovedì sera all’Olimpico contro l’Hellas Verona. Stessa sanzione per Marrone della squadra scaligera.