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Novità sulla petizione!

Una richiesta di civiltà per tutta la nostra città. Noi, come Laziochannel.it ribadiamo il medesimo concetto espresso già in precedenza quando decidemmo di aderire alla petizione lanciata dalla curva nord, contro le barriere innalzate nelle due curve dello stadio olimpico. Il popolo laziale e non solo, (visto che questa problematica colpisce tutti i cittadini che amano la libertà), vuole tornare ad esistere ed essere protagonista allo stadio, perché spetta di diritto a chi ha reso questo gioco il più bello al mondo, spetta di diritto ai tifosi. Questa petizione lanciata da pochi giorni ha già raggiunto la bellezza di 18325 firme, certi numeri ottenuti in così poco tempo fanno pensare che non è affatto precluso il traguardo delle 30 Mila sottoscrizioni. La nostra redazione, è sempre stata e sarà sempre, al fianco dei tifosi riconoscendo in loro la purezza di pensare esclusivamente al bene del proprio popolo, come ad esempio in questa circostanza, o tante altre battaglie già affrontate in passato. In questi giorni (per l’ennesima volta) si è di fronte ad uno scandalo generale nel mondo del calcio, che sembra sia ancora gremito di personaggi poco raccomandabili, gli stessi che non hanno mai perso occasione nell’ additare gli ultras come “male del calcio”. Si è potuto notare che, il male è non vedere più da qualche tempo i tifosi popolare lo stadio con bandiere, sciarpe e cori d’amore, per rivedere tutto questo consigliamo a chi ancora non l’ha fatto di firmare la petizione che troverete sul nostro sito Laziochannel.it o direttamente dal sito “Change.org” cercando la petizione “Eliminare le barriere in curva nord e in curva sud”. È una richiesta di civiltà per tutta la nostra città.

‘Dalla scuola allo stadio”, le parole di Lulic su 26 maggio e…scudetto

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Secondo appuntamento in casa Lazio con ‘Dalla scuola allo stadio: il modo giusto per sostenere lo sport‘. Questa mattina è stato il turno di Hoedt, Lulic e Keita, che hanno fatto visita all’Istituto ‘San Giuseppe al Trionfale’ di Roma. Di seguito le loro dichiarazioni riportate da lalaziosiamonoi.it.

Lulic: “Il 26 maggio? Più passa il tempo e più mi rendo conto di cosa abbia significato e di quanto sia stato importante il mio gol. Per me e tutta la squadra è stata un’emozione incredibile, perché un derby come quello non si vince ogni anno, ma rimane per sempre. Se avrei preferito essere in un’altra squadra? No, sono contento alla Lazio. La squadra che ci fa più paura? Noi non temiamo nessuno, ma rispettiamo tutti. Non abbiamo paura, perché in campo si scende sempre per vincere. Lo scudetto? Non l’ho mai vinto, speriamo un giorno di riuscirci, ci stiamo lavorando. Da piccolo giocavo sempre a pallone, sono cresciuto così. Anche voi, se volete diventare calciatori, dovete continuare a giocare e non smettere mai: dovete fare cosi se avete talento e magari anche voi un giorno farete di un hobby il vostro lavoro“.

Keita: “Dopo aver giocato nel Barcellona, la Lazio è la squadra che mi ha voluto di più e che mi ha dato più fiducia. La vita di un calciatore, nonostante qualcuno lo creda, non è semplice: ci alleniamo un’ora e mezza o anche due al giorno. È vero che abbiamo una bella vita, ma facciamo anche tanti sacrifici e passiamo momenti difficili. Il razzismo non dovrebbe esistere: spesso, a causa del risultato o del momento, in campo esce fuori il lato peggiore di una persona. Non credo succeda per cattiveria, purtroppo però simili episodi si verificano spesso. Come mi sento quando in campo ci applaudono? In realtà ci fischiano. No, a parte gli scherzi, è molto bello, è una soddisfazione. Il primo gol? Un’emozione unica che non si dimentica mai. A giocare ho iniziato a 7 anni“.

Hoedt: “Il giorno più bello della mia carriera è stato quando mi sono trasferito alla Lazio. Le simulazioni?  Io qualche fallo lo faccio, ma secondo me quando cade Keita non è vero (ride ndr). Gioco da quando avevo 5 anni e non mi sono mai fermato“.

Francesco Rutelli, ex sindaco della capitale racconta la sua lazialità

L’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli ha parlato della sua fede calcistica biancoceleste al programma radiofonico ‘Un Giorno da Pecora’. Ecco le sue parole:

“Sono l’unico sindaco ad aver sempre detto di essere un tifoso laziale, questa è la mia tessera dello stadio, sono abbonato da una vita”

Come mai, secondo lei, nessun sindaco ha dichiarato la propria fede biancoceleste? 

“Perché pare che a Roma ci sia un rapporto 7 a 1, tra tifosi della Roma e della Lazio. I sindaci del passato erano in prevalenza juventini e milanisti e si dichiaravano romanisti”. 

Si riferisce allo juventino Veltroni? 
“No, ha sempre dichiarato la sua fede”. 

Ignazio Marino invece per quale squadra tifava? 
“Non è chiaro, così come per Alemanno”

In quale settore dello stadio Olimpico è abbonato?
“Ho iniziato in curva, poi per tantissimi anni sono andato in Tribuna Tevere e quest’anno ho fatto un atto di fede: ho preso un abbonamento in Tribuna Montemario”. 

Si dice, però, che i tifosi della Lazio siano di destra, al contrario suo. 
“E’ vero, ma vi dico una cosa. La Roma fu voluta da Mussolini, che tento’ anche di unificare la Lazio, nel 1927, quando noi esistevamo già dal 1900″. 

Prosegua. 
“Lui voleva una squadra rappresentativa dell’incipiente impero, e attribuì il simbolo e il nome della città ad una squadra nata 27 anni dopo. Il paradosso è che i laziali sono più mussoliniani che i romanisti”.

Bruno Pizzul racconta la Lazio, domande e curiosità

In occasione della sfida contro l’udinese, la redazione di LazioPress.it ha contattato il noto tifoso bianconero, telecronista d’altri tempi e noto giornalista italiano, Bruno Pizzul, per parlare della partita di campionato e anche della storia della Lazio.

Che partita ti aspetti domenica?

Sarà sicuramente una partita molto delicata, soprattutto per l’Udinese che sta attraversando un periodo negativo con tre sconfitte consecutive dopo un periodo di bel calcio. La classifica sicuramente non è delle migliori. La Lazio viene da un momento positivo, nelle ultime uscite ha dimostrato di essere una grande squadra e sicuramente parte favorita. Mi aspetto una partita intensa, entrambe vorranno fare risultato, ma la qualità dell’organico biancoceleste è molto superiore”.

Come valuti il lavoro dei due allenatori?

Pioli è un ragazzo molto intelligente, i suoi problemi e quelli della Lazio sono dovuti soprattutto agli infortuni. Colantuono è arrivato in un ambiente particolare, ha avuto alti e bassi incredibili. Ad inizio campionato il suo andamento è stato molto positivo mentre adesso sta attraversando una fase difficile. La cosa più preoccupante non è la mancanza di risultati, ma l’atteggiamento che ha la squadra in campo. Quest’aspetto mi lascia piuttosto perplesso. Evidentemente ad Udine speravano di aver allestito un gruppo per raggiungere una salvezza tranquilla, ma i fatti dicono che l’organico è piuttosto modesto”.

Da una parte Klose, dall’altra Di Natale, i due uomini simbolo delle due squadre. Ti aspettavi un campionato così dei due?

Purtroppo l’età è quella che è. Di Natale quest’anno ha avuto molti problemi fisici ed è un peccato per un giocatore come lui che fa sempre la differenza. Klose non sta trovando la via del goal, non è più puntuale in zona rete come era prima. La mia impressione è che nessuno dei due giocherà domenica.”.

Cosa manca alla Lazio, per fare il definitivo salto di qualità?

Manca sicuramente la continuità, questa squadra alterna dei momenti di brillantezza a momenti di apatia totale. Se dovesse ritrovare la giusta continuità che ha già avuto nei momenti passati penso che possa tranquillamente lottare per la zona Europa League, i primi tre posti credo siano ormai non raggiungibili”.

C’è un giocatore che ti piace particolarmente nella rosa biancoceleste?

Felipe Anderson assolutamente. E’ un giocatore fantastico, possiede cambio di passo, rapidità, palleggio, tutte caratteristiche di un grande giocatore. Lo scorso anno ha fatto vedere cose incredibili, quest’anno mi pare che sia lui che la Lazio, vadano di pari passo. Non riesce a mantenere quella continuità che farebbe di lui un vero campione. Però devo dire che nelle ultime prestazioni sta tornando quello che tutti noi conosciamo. Poi devo aggiungere che alla Lazio servirebbe un po’ di tranquillità ambientale, questa lotta tra il presidente Lotito e la tifoseria non giova a nessuno ed è un vero peccato”.

C’è un aneddoto della sua lunga carriera da telecronista legato al mondo Lazio?

“Ce ne sono veramente tanti. Ricordo con piacere l’episodio della finale di Champions League disputata a Roma, tra i giallorossi e il Liverpool. Dopo la fine della partita che ha visto trionfare la squadra inglese, la città di Roma era divisa in du: da una parte il silenzio da funerale dei tifosi romanisti, dall’altra la festa dei tifosi biancocelesti che mi hanno riconosciuto all’uscita dello stadio e portato con loro a festeggiare nei locali per tutta la notte. Un altro è la finale di Coppa Uefa, a Parigi tra Lazio e Inter. Prima della partita ero con alcuni amici e parlando anche con qualche giocatore biancoceleste vedevo la loro convinzione di poter vincere il trofeo, erano quasi spavaldi in questo. Poi però il campo ha detto altro, con i nerazzurri che hanno trovato in Ronaldo l’uomo in più per vincere quella coppa”.

Il giocatore più forte della storia della Lazio secondo te?

“Io impazzivo per Vincenzo D’Amico. Siamo amici tutt’ora. Per me era un genio, aveva una tecnica da grande campione. Ricordo un episodio con lui. Una volta stavo pranzando con il presidente della Roma Viola, in un ristorante si era appena ritirato dal calcio giocato Pele, appena mi vide venne vicino a noi e disse: “A dottò, ora che si è ritirato lui sono io il più forte”. Era un ragazzo con tanta autostima di sé, devo dire che era veramente un grandissimo giocatore”.

Berisha – Marchetti: A Pioli l’ultima sentenza

Il rientro in gruppo di Federico Marchetti, dopo lo stiramento procuratosi durante l’esultanza contro la Sampdoria, potrebbe creare uno di quei grattacapi che tutti gli allenatori vorrebbero, soprattutto Stefano Pioli, che quest’anno di esuberi ne ha avuti veramente pochi.

Etrit Berisha, secondo portiere della Lazio ultimamente ha convinto un po’ tutti, con delle prestazioni di spessore, nonostante alcuni momenti di incertezze difensive.
Il portiere albanese era dato in partenza per Giugno, con l’ingresso al posto suo di Lovre Kalinic dell’Hajduk Spalato, ma le ultime partite giocate con autorevolezza e determinazione, lo stanno facendo rientrare di diritto tra i preferiti del Mister.

Resta il fatto che il numero uno rimanga Federico Marchetti, Berisha dal canto suo parando l’ultimo rigore, per nulla facile ad Alberto Paloschi domenica contro il Chievo, ha almeno lasciato uno spiraglio per la permanenza nel club biancoceleste.

Tounkara, una cena che sa di addio?

“Grazie di tutto ragazzi”, con questa frase il giovane e promettente Mamadou Tounkara saluta i tifosi della Lazio, pubblicando una foto sul suo profilo Facebook, che lo ritrae in compagnia di amici e persone a lui vicine, durante una cena di saluti. L’incontro si è svolto ieri sera, ed era presente anche il primavera Luca Germoni, suo compagno ed amico.

Il classe ’96 approderà presto a Salerno, dove vestirà la maglia granata e ritroverà il difensore Franjo Prce e Oikonomidis, entrambi ex compagni di squadra.

#ultimacena #graziedituttoragazzi ✌🏾️

Una foto pubblicata da Mamadou Tounkara (@tounkara_9) in data:

RASSEGNA STAMPA – L’ex Siviglia è il nuovo club manager della Ternana

La Ternana calcio ha annunciato di aver sollevato dall’incarico di direttore sportivo Gugliemo Acri ed il suo staff. Contestualmente la società ha reso noto di avere affidato l’incarico di Club manager all’ex difensore della Lazio Sebastiano Siviglia.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Klose chiede più cross: e Candreva lo accontenta

Una settimana fa, subito dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia contro la Juve, il centravanti della Lazio Miro Klose aveva lanciato l’allarme: “Da quattro anni e mezzo (ossia da quando si è trasferito in biancoceleste, ndr) sono abituato ad avere pochi palloni per segnare. Se siamo già in vantaggio bisogna crossare e avere almeno 2-3 giocatori in area. Noi non crossiamo mai, forse abbiamo paura di sbagliare e ricevere i fischi dello stadio”. Studia già da tecnico, il tedesco. Che ha posto in evidenza le difficoltà della Lazio in fase di costruzione della manovra.

LAZIO GUARITA DAL “MAL DI CROSS” – Contro la Juve la squadra di Pioli ha chiuso con zero tiri in porta e appena 13 cross, tutti totalmente inefficaci. Troppo poco per un quarto di finale di Coppa, in cui la Lazio si giocava gran parte delle sue chance di conquistare l’obiettivo Europa. Le parole di Klose hanno risuonato forte e chiaro all’interno dello spogliatoio e, a giudicare dalla successiva partita con il Chievo, sono state anche recepite dai suoi compagni. Già, perché nell’ultima gara di campionato – anche se Klose è partito dalla panchina – la Lazio ha chiuso addirittura con 40 cross, di cui 8 andati a buon fine.

Fonte: La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Salvate il soldato Felipe Anderson

Recuperatelo, fatelo giocare, dategli una chance. Deve ritrovare il sorriso, ha bisogno di divertirsi, non può finire così. E’ l’unico che può riaccendere l’entusiasmo, trascinare la Lazio in Europa e salvare la stagione. Chiede spazio Felipe Anderson, non ha intenzione di mollare, vorrebbe ripartire dall’Udinese. Il brasiliano cercherà di mettere in difficoltà Pioli, proverà a soffiare il posto a Keita, farà l’impossibile per evitare l’ennesima panchina consecutiva. Nel 2015 esplose definitivamente alla quarta di ritorno, un anno dopo sogna il riscatto e una maglia da titolare: il Pipe non aspetta altro, ha spazzato via il Manchester Utd, resterà a Roma almeno fino a giugno, ha deciso senza ascoltare nessuno. Per la società rappresenta un patrimonio prezioso, Lotito e Tare non lo hanno mai abbandonato, ci puntano fortemente. Anche mister Pioli è consapevole di allenare un potenziale top-player: sei gol e quattro assist in trenta presenze (tra campionato, Europa League e Coppa Italia), può fare di più, non c’è dubbio, deve solo sbloccarsi, basta una giocata. Anderson paga l’andamento negativo di tutta la squadra, caratterialmente è molto debole, nelle difficoltà (a volte) affoga senza reagire.

Fonte : Il Tempo

Tavecchio sull’inchiesta “Fuorigioco”: “Prima di agire voglio vedere gli atti”

L’inchiesta di Napoli? Risponderò dopo che ho visto di cosa si tratta. Se sono deluso? Bisogna vedere gli atti e poi faremo quello che dovremo fare“. Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, si esprime così in merito all’inchiesta ‘Fuorigioco‘ che vede indagati 64 tra calciatori, procuratori e dirigenti di club di serie A e B per reati tributari, dall’evasione fiscale alle false fatturazioni.

Non si sbilancia nemmeno il presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta, a Roma per il consiglio Figc: “In questa fase dobbiamo vedere cosa accade. C’è un’inchiesta in corso e in questo momento non è appropriato fare nessun tipo di commento“, si limita a dire il numero uno della Lega di serie A.

Fonte: Adnkronos

COPPA ITALIA – La Juve annienta l’Inter e ipoteca la finale

E sono 14 le vittorie consecutive della Juventus. Che non si ferma più in campionato e sfreccia anche in Coppa Italia. Nell’andata delle semifinali si è mangiata in un solo boccone l’Inter in piena crisi di identità, tanto cambiata da Mancini rispetto allo sciagurato 1-1 con il Carpi, ma altrettanto molle e inconcludente, e poi rimasta in 10 per l’espulsione di Murillo. I bianconeri sono già praticamente in finale: che l’Inter ribalti tra poco più di un mese la batosta di questa sera è quasi fantacalcio. Allegri, dopo avere risistemato tante cose, ha ritrovato questa sera l’unico che era ‘disperso‘, quel Morata a digiuno di gol da tanto tempo e spesso intristito in panchina. Lo spagnolo ha reagito con una doppietta, dopo un inizio di partita nervoso, tra calci presi e dati e poco altro.

LA RINASCITA DI MORATA – Il penalty segnato ad un pararigori della fama di Handanovic lo ha sbloccato mentalmente, Morata si è ripetuto spedendo al volo un rinvio infelice di Pogba ed ha avuto altre due nitide palle-gol, di piede e di testa. Ma può accontentarsi, felice anche della grande festa che gli hanno fatto i compagni, più ancora che i tifosi. Morata aveva segnato un solo gol in campionato, al Bologna, due in Champions, pesanti, a Manchester e con il Siviglia, ma ormai lontani nel tempo. Allegri ha scelto l’occasione giusta per il riscatto di Morata, alla disperata ricerca del gol perduto, in coppia con Mandzukic lasciando in panchina Dybala; il forfait dell’ultima ora è stato quello Sturaro, influenzato, e a centrocampo c’è stato posto per Asamoah, con Pogba spostato interno a destra, al fianco di Cuadrado. L’Inter era quasi completamente diversa rispetto a quella che ha pareggiato con il Carpi: solo 4 (Handanovic, Murillo, Melo e Ljajic) i confermati della formazione iniziale di domenica. Felipe Melo, ex bersagliato dai fischi, ha provato a scuotere l’Inter ed è stato il primo tiro, ma Neto ha bloccato con facilità. Sarebbe stato l’unico tiro in porta dei nerazzurri in 90′.

LE AZIONI SALIENTI – Un rasoterra di Cuadrado, in gran forma, ha scaldato la Juve, che al 10′ aveva protestato per un mani di Medel in area, una girata di testa di Jovetic lontanissima dalla porta ha chiuso i tentativi dell’Inter. E la Juve è passata con il rigore di Morata per il contatto tra Murillo e Cuadrado, tra le proteste dei nerazzurri. Il raddoppio di Morata (18’st) ha depresso ancora di più l’Inter rimasta con un uomo in meno al 25′: scatto e progressione di Cuadrado ed Inter nel pallone: D’Ambrosio e Nagatomo si sono arresi, non Murillo, ma con un fallo al limite: seconda ammonizione e partita finita. Il tecnico nerazzurro, sfottuto dalla curva sud bianconera che ha esibito il cartello “Mancini, l’8 marzo cosa fai?”, ha provato ad evitare il tracollo mettendo forse un altro difensore, Juan Jesus, ma Dybala ha affondato ancora il coltello nella piaga: 3-0 e per l’Inter la Coppa Italia sfuma.

Fonte: Ansa

 

Il killer del carabiniere confessa: “Dovevo vendicare i miei figli…”

AGGIORNAMENTO delle 20:30 – Si è costituito e ha confessato l’omicidio, organizzato per vendicare i figli, il killer del maresciallo dei carabinieri Antonio Taibi, 47 anni, in servizio presso la caserma di Carrara, ucciso stamani intorno alle ore 7,30, sulla porta della sua abitazione, in una palazzina di via Monterosso, nella zona vicino all’ospedale. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo fermato, Roberto Vignozzi (72 anni, residente Carrara, un ex postino in pensione) avrebbe suonato il campanello della casa del militare presentandosi come un musicista. Appena Taibi ha aperto la porta, è stato assassinato con un colpo di arma da fuoco. Poi il killer è fuggito portando l’arma con sé. Sentendosi senza via di scampo, vista la mobilitazione delle forze dell’ordine, avrebbe deciso di costituirsi. L’ipotesi è quella della vendetta per i guai giudiziari dei figli di Vignozzi: “Ha rovinato la vita a me e ai miei figli, mi sono vendicato“, avrebbe detto l’uomo fermato e sentito in caserma.
Sembra che Taibi abbia avuto a che fare con i figli di Vignozzi quando era in servizio al nucleo operativo di Carrara, dove seguì una serie di vicende che li avrebbe coinvolti. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal sostituto procuratore Alberto Dello Iacono. Gli investigatori hanno sentito diverse persone e testimoni per far luce sulla dinamica dell’omicidio. Si stanno facendo anche verifiche per capire se Roberto Vignozzi ha agito da solo oppure se ha potuto contare su alcune complicità. Il sottufficiale dell’Arma, 47 anni, aveva il grado di maresciallo aiutante. Lascia la moglie e due figli, 16 e 21 anni.

Il premier Matteo Renzi, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, ha chiamato il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette per esprimere il profondo cordoglio e la vicinanza del governo per la morte del maresciallo.

Fonte. Adnkronos

Un carabiniere è stato ucciso stamane nella sua abitazione, nel centro di Carrara, a pochi passi dall’ospedale. L’assassino prima è fuggito a piedi poi si è costituito. Ora è sotto interrogatorio in procura. Ancora sconosciuti i motivi del gesto.

La vittima, secondo l’Ansa,  ha 47 anni, ed era in servizio a Massa (Massa Carrara). La strada dov’è avvenuto l’omicidio è stata chiusa. L’assassino, avrebbe suonato alla porta dell’abitazione del militare (sposato e con due figli), e avrebbe fatto fuoco appena lui è apparso sul pianerottolo. Il cadavere è stato trovato dalle donne delle pulizie dopo aver udito dei colpi di arma da fuoco.

Non si conosce ancora il motivo che ha spinto l’uomo a freddare il carabiniere che prestava servizio nella caserma di Massa.

ROMA – Rinviato lo sciopero del 28 gennaio

AGGIORNAMENTO DELLE 20:15 – Sciopero 28 gennaio 2016 rinviato
Dopo un incontro in Campidoglio durato fino alla tarda serata di martedì, la segreteria provinciale di Roma Orsa Tpl ha rinviato la protesta a data da destinarsi. Niente sciopero quindi giovedì 28 gennaio. Bus, tram, metropolitane e le ferrovie Termini-Centoecelle, Roma-Lido e Roma Civitacastellana-Viterbo funzioneranno regolarmente.

Fonte: Romatoday.it

Nuovi possibili disagi per il trasporto pubblico romano. La sigla sindacale Or.Sa. Tpl ha indetto uno sciopero dei mezzi che è stato poi confermato da Atac. Giovedì 28 gennaio gli autisti incroceranno le braccia per quattro ore, dalle ore 10.30 alle 14.30. A rischio le corse di autobus, tram, filobus, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Viterbo. Nel week end, invece, Atac aveva comunicato l’avvio della revisione speciale quinquennale degli ascensori situati nelle stazioni Casal Bernocchi, Lido Centro, Stella Polare, Castel Fusano e Cristoforo Colombo.

Corino: “Continuiamo a dare troppo campo agli avversari. Le esultanze contro il Chievo? A me hanno dato fastidio…”

L’ex giocatore della Lazio Luigi Corino è intervenuto alla trasmissione Il Nido delle Aquile trasmessa sulla web-radio Radio Roma Futura per parlare della vittoria in rimonta della Lazio contro il Chievo Verona:

LAZIO DOMINATRICE? –Quando mi metto a vedere una partita di solito, innanzitutto inizio a vedere l’atteggiamento e la predisposizione ad andare alla riconquista della palla…e ancora a differenza dell’anno scorso siamo un po’ indietro. Su tutte le seconde palle arrivavano sempre gli avversari, sopratutto il primo tempo. E li è questione di atteggiamento di come vai ad aggredire la partita, abbiamo dato un po’ troppo campo agli avversari, eravamo un pò troppo lunghi e larghi. Ad esempio: rinviavano loro e la prendevano sempre gli attaccanti avversari, rinviamo noi e sempre i difensori avversari arrivavano sulla palla prima dei nostri attaccanti o dei centrocampisti. Ecco, lì secondo me concediamo ancora troppo, così come regaliamo i calci d’angolo a favore nostro, le punizioni, i falli laterali, ecc… Sono tutte situazioni che ti portano dei vantaggi…ma che oggi alla Lazio questi vantaggi non li stanno portanto perchè non riusciamo, o per un motivo o per un altro, a renderci pericolosi su tantissimi calci d’angolo: il primo tempo gli angoli erano 6 a 0 per la Lazio, non abbiamo mai tirato in porta…
Si vincono anche i campionati in questo modo, curando o sbagliando poco i calci piazzati. Dopo cambia tutto l’aspetto della partita, perchè se riesci a fare gol…la partita cambia, e noi abbiamo delle difficoltà”.

LA CRISI DI PAROLO – “Marco Parolo io ho avuto la fortuna di allenarlo a cesena. Lui una volta che entra in condizione dopo, per tutta a stagione, difficilmente sbaglia le partite così come è successo quest’anno. Secondo me l’infortunio con la Nazionale l’ha condizionato tantissimo e dopo ha fatto fatica a riprendersi, ma è chiaro che è un giocatore di sicuro affidamento e tornerà il Marco Parolo che abbiamo conosciuto l’anno scorso, ne sono certo“.

VINCERE EUROPA LEAGUE – “Io me lo auguro. Ci sono squadre forti, però se la Lazio gioca da Lazio io non mi preoccupo di nessuno. Ma è chiaro che fino adesso io la Lazio dell’anno scorso non l’ho mai vista, nemmeno nelle vittorie di Firenze, di Milano, ecc. Facciamo troppa fatica, ci sono troppe cose che non quadrano: come il fatto di subire gol “strani” e di farne pochi, è anche vero che purtroppo gli infortuni sono stati troppi e gravi…e da questo si capisce l’importanza di de Vrij: l’anno scorso con gli stessi difensori, a parte Bisevac, sembravamo una difesa affidabile.

BISEVAC – “Appena era arrivato io avevo qualche dubbio perchè veniva da 2 anni in cui aveva giocato pochissime partite per infortunio e per altri motivi che non conosco. Però devo dire la verità...sta dando dimostrazione di uno che sa quello che deve fare in ogni situazione, sia in fase difensiva che propositiva. E’ un uomo di esperienza e si nota…insomma se dovesse continuare così può darci sicuramente una mano, anche se io dopo la delusione “Gentiletti” sto attento nel giudicare (ride ndr). Sì ci sono delle caratteristiche che possono tornarci comodo, però…aspettiamo ancora qualche partita per poterlo giudicare a 360°“.

LE “PARTICOLARI” ESULTANZEA me hanno dato fastidio, anche perchè credo che la Lazio è partita con obiettivi diversi, ma al di là di questo il giocatore deve fare il professionista. Così come prendi gli applausi quando le cose vanno bene, ci sta pure che prendi qualche fischio. Che cosa si aspettavano? Perdi in casa con il Chievo 1 a 0 tra prima e secondo tempo…cosa si aspettavano? Gli applausi? Ci sta che il pubblico insoddisfatto di questa stagione e di come sta andando ti possa fischiare o dire qualche parolina o parolaccia, sempre nei limiti ovviamente. Tu calciatore da buon professionista non puoi assumere determinati atteggiamenti nei confronti del pubblico, non li accetto“.  

BERISHA – “Secondo me è un buon secondo portiere, anche se come primo preferisco un portiere più affidabile. Purtroppo per quello che ha fatto in altre occasioni o comunque per come lo vedo per me non è affidabile come portiere. Ha sempre la “cavolata in canna”, da un momento all’altro può fare la cavolata e far prendere gol e spesso è capitato purtroppo. Mi dispiace, magari sarà anche un buon portiere però io non lo ritengo affidabile. E’ un grande secondo, diciamo così…ma come primo no”. Viene fatto un paragone con Fiori: “E’ vero, doti importanti però…a volte anche Valerio mancava di concentrazione nei momenti in cui avevamo bisogno e magari lui veniva meno. Grande portiere, grandi doti fisiche però…un portiere non può permettersi distrazioni. Ecco la stessa impressione me la da Berisha. Magari perchè è ancora giovane, non so, può crescere ma…anche Marchetti fa le cavolate però non so, mi fido più di Marchetti che di Berisha“.

GUERRIERI“Visto l’ndamento della squadra, probabilmente non lo ritengono ancora pronto per responsabilità così importanti. La Lazio non sta andando benissimo, dietro purtroppo abbiamo delle mancanze. Berisha avengo già una certa esperienza magari le critiche le assorbe in un certo modo, ma con Guerrieri rischi di bruciarlo. Sappiamo benissimo come funziona qui no? Se Guerrieri fa una cavolata è finito…Ha 19 anni Guerrieri eh. Secondo me è un portiere di prospettiva, un portiere forte…però è un po rischioso in questa stagione buttarlo nella mischia, rischi di bruciarlo. Il portiere che mo sta al Como (Scuffet) l’anno scorso semrbava destinato all’Atletico di Madrid, adesso fa fatica a giocare nel Como. Non è facile con i portieri, bisogna stare tranquilli, farlo lavorare in un certo modo. Secondo me abbiamo uno dei migliori preparatori dei portieri in Italia (Grigioni) e pian piano lo faremo crescere Guerrieri. In una squadra come la nostra in cui dietro tutte le domeniche rischiamo di prendere gol spesso e in qualsiasi momento, mettere un portiere giovane secondo me lo metti i difficoltà. Io mi auguro possa essere il portiere della Lazio per il futuro, sa fare grandi cose. Io lo darei in prestito in serie B“.

Mauricio: “Klose è un grande professionista. Mi alleno anche nel tempo libero”

E’ fermo ai box a causa di una lesione al bicipite femorale dalla notte della sfida di Tim Cup contro la Juventus. Ma Mauricio sta provando a bruciare le tappe e ad essere a disposizione di Pioli già domenica ad Udine. E intanto il centrale brasiliano concede un intervista ad una radio del suo Paese, Jovem Pan, parlando del suo rapporto con Klose e della sua passione per il cibo italiano. Klose è un ragazzo fantastico, sempre cordiale ed è un professionista esemplare. Gli sono grato per l’aiuto che mi ha dato quando sono arrivato in Italia. Ho dovuto affrontare tante difficoltà e i primi mesi non sono stati semplici. Klose si è sempre preoccupato di aiutarmi nella vita di tutti i giorni. È sempre il primo ad arrivare a Formello e l’ultimo ad andarsene. Con gli anni diventa sempre più forte. Se non curo l’alimentazione prendo subito peso (ride, ndr), ma io sono sempre attento a questo aspetto. Mi alleno anche nel tempo libero per tenermi sempre in forma e rendere al meglio in partita“.

Tissone-Lazio, parla l’agente

Fernando Tissone è il nome per il centocampo della Lazio. A Milano è arrivato Lino Tissone, padre e agente del centrocampista. Queste le sue parole a Tuttomercatoweb: “Fernando vuole l’Italia e vuol tornare qui per provare a vincere qualcosa. Spera di togliersi questa soddisfazione. Lazio o Atalanta? Stanno lì sullo stesso piano, come anche altri club dall’estero, in particolare uno dalla Germania. Vediamo chi lo vuole di più, speriamo che sia in Italia. Si può chiudere prima di lunedì”.

Torna l’appuntamento con “Dalla scuola allo stadio”

Domani secondo appuntamento stagionale con l’iniziativa “Dalla scuola allo stadio“. L’incontro avrà luogo presso l’Istituto San Giuseppe al Trionfale in Via Girolamo Savonarola 36, Roma.

Questa la presentazione dell’iniziativa, pubblicata sul sito ufficiale biancoceleste:

“Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”. L’iniziativa consiste in un vero e proprio “tour biancoceleste” all’interno delle scuole elementari e medie inferiori di Roma e provincia e vedrà il coinvolgimento dei rappresentanti della squadra, di Olympia, simbolo della società biancoceleste.

Tale iniziativa è tesa alla promozione della formazione della cultura sportiva, i cui valori sono sanciti nella Carta Olimpica, diffondendo ed incrementando i principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani, a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni.

Carlos Gonçalve (ag. Mauricio): “Ha un contratto con la Lazio, ma…”

Si parla sempre più insistentemente di una cessione di Mauricio, autore di prestazioni poco soddisfacenti in questa prima metà di stagione. Il difensore brasiliano, ad un anno dal suo arrivo a Formello, avrebbe suscitato l’interesse di varie squadre di Bundesliga: Schalke 04, Stoccarda e Amburgo sembrerebbero le squadre più attente nel monitorare la situazione, pronte a chiedere il giocatore alla Lazio sulla base di un prestito oneroso con diritto di riscatto. A tal proposito, la redazione di Tuttomercatoweb ha contattato l’agente del giocatore, Carlos Gonçalve, per cercare di fare chiarezza sulla situazione del suo assistito: “Le voci di mercato? È un aspetto che riguarda il club, Mauricio ha un contratto con la Lazio. Bisognerebbe chiedere al club“. Una risposta poco chiara, che comunque non spegne le voci riguardanti una cessione del numero 33 biancoceleste.

Inzaghi: “Dispiace per come sia finita, avremmo meritato di più”

Al termine della semifinale di Tim Cup che ha visto l’Inter avere la meglio sulla Lazio è intervenuto ai microfoni di Sportitalia il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi: “Dispiace per come è finita. I ragazzi hanno disputato una buona partita, fa male perdere in questa maniera. L’Inter è una squadra forte ma ai punti avremmo meritato noi, il calcio è questo. Forse potevamo concretizzare meglio ed essere più cattivi. Matosevic non è mai stato impegnato, poi al primo tiro abbiamo subito il gol. Di più non si poteva chiedere ai nostri ragazzi; c’è ancora il ritorno ma per oggi c’è solo tanto rammarico”.

Pavoletti-Lazio: parla il padre-agente del giocatore

Leonardo Pavoletti non si muove, almeno per ora. A parlare è il padre del giocatore, suo agente, che ai microfoni di Lady Radio ha dichiarato: “Leonardo resta al Genoa, ha la fiducia di tutti e si trova molto bene con Gasperini”. L’attaccante dei Grifoni si è guadagnato l’attenzione di tutti grazie alle sue reti e alle sue ottime prestazioni. Nei giorni scorsi si era parlato di una chiacchierata interlocutoria tra Lotito e Preziosi, più per giugno, quando la Lazio dovrà scegliere il nuovo attaccante titolare per sopperire al probabile addio al calcio di Miroslav Klose. Gli ottimi rapporti tra i due presidenti potrebbero tuttavia dare slancio all’operazione, anche se al momento la trattativa sembra molto difficile.