L’effetto Bielsa sta già dando i suoi frutti. Dopo l’ultimatum dato alla società, la Lazio ha accelerato tutte le trattative. L’obiettivo è di avere per il ritiro di Auronzo almeno due innesti nuovi.
CAPITOLO PATO
Bielsa l’ha chiesto espressamente, la Lazio ha approfittato del gelo tra il giocatore e il Corinthias e ha messo sul piatto 5 mln. Il club brasiliano ha subito accettato, contento di potersi sbarazzare di un “cattivo affare”, come l’aveva definito il patron Roberto de Andrade qualche giorno fa. Ieri pomeriggio c’è stato un colloquio a villa San Sebastiano tra l’agente del papero Gilmar Veloz con Lotito e Tare. Secondo Premium Sport è stato raggiunto l’accordo (leggi qui i dettagli dell’accordo). Si attendono conferme nelle prossime ore.
CAPITOLO VALENCIA
In cima alla lista di Bielsa pare ci sia proprio lui, Enner Valencia, ala destra del West Ham. Gianluca Di Marzio a Sky Sport ha detto che i due club stanno trattando da giorni e sembrano molto vicini all’accordo: 3 mln il prestito e 13 mln il diritto di riscatto. La Lazio vuole chiudere il tutto entro venerdì in modo che il giocatore possa prendere parte al ritiro ad Auronzo (che inizierà domenica 10 luglio) fin da subito.
CAPITOLO RODRIGO CAIO
Qui la situazione si complica. Il San Paolo vuole 15 mln per il difensore, la Lazio ne ha offerti 10 mln + 2 mln di bonus. La distanza non è incolmabile ma il club paulista ha chiesto tempo per non dare distrazioni a Rodrigo Caio impegnato nelle semifinali di Coppa Libertadores (stanotte si è giocata la semifinale d’andata, mentre il ritorno è previsto il 14 luglio). Probabili sviluppi verso fine mese.
Fabrizio Piepoli

Per Hank Pfister, sconfitto da Becker al primo turno, Bum Bum vale già, nonostante l’età, più di Borg e McEnroe alla stessa età. Al terzo turno affronta lo svedese Joakim Nystrom, testa di serie numero 7, e il tennista tedesco si rende protagonista di un’esibizione di coraggio e personalità che lo conduce alla vittoria. Una grande soddisfazione per chi all’età di dieci anni era stato cacciato dal centro tecnico della federazione perché considerato una testa “troppo calda”. Agli ottavi contro Tim Mayotte, scivola e la caviglia gli si torce. Boris, che l’anno precedente proprio a Wimbledon si è rotto i legamenti della caviglia, si siede e dice all’arbitro di non poter continuare.
Mayotte però non sente, l’arbitro non ferma il match e Ion Tiriac, il suo allenatore, gli dice di stringere i denti, Becker prosegue e si impone. In semifinale la favola sembra doversi arrestare, di fronte a Becker la testa di serie numero cinque, lo svedese Anders Jarryd, ma ciò non frena la sua corsa e vince. Becker arriva così a giocarsi il primo titolo a Wimbledon contro un altro outsider, Kevin Curren, giunto in finale dopo aver sconfitto Edberg, McEnroe e in semifinale Connors. È il primo in grado di superare Jimbo e Superbrat in uno stesso Slam. Ma contro Bum Bum c’è ben poco da fare: 6-3, 6-7, 7-6, 6-4 è il risultato della finale che consegna Boris Becker alla storia.
Nato in una famiglia di umili origini De Sica studia a Napoli fino a quindici anni quindi si trasferisce a Roma con la famiglia dove consegue il diploma di ragioniere. Inoltre inizia a frequentare l’ambiente teatrale e a misurarsi come attore. Nel 1926 esordisce nel cinema dove recita e si afferma nelle parti del conquistatore galante. Di questi anni sono i film “Gli uomini che mascalzoni!” del 1932 e “Grandi Magazzini” nel 1939. Malgrado le umili origini è stato un personaggio assai distinto, dotato di grande talento anche nella recitazione. Insieme a Roberto Rossellini viene considerato il caposcuola della corrente cinematografica del neorealismo, periodo in cui escono “I bambini ci guardano” (1942), “Sciuscià” (1946) e, due anni dopo, “Ladri di biciclette”. Con le ultime due pellicole il grande regista vince l’Oscar.
In seguito gira “Miracolo a Milano” e “Umberto D.”, pellicola amara considerata come il suo vero capolavoro. Più tardi De Sica si dedica a film più disimpegnati come lo straordinario “L’Oro di Napoli”. Tra questi ricordiamo anche “La Ciociara” nel 1961, “Ieri, Oggi e Domani” e “Matrimonio All’Italiana” nel 1964, “Il giardino dei Finzi Contini”, con il quale vince un altro Oscar nel 1971. L’ultimo film realizzato è “Il Viaggio” del 1974. Il 13 novembre dello stesso anno il regista si spegne a Parigi all’età di 72 anni.


