Il 4 luglio 2003 a Los Angeles muore Barry White, grande voce soul e uno dei più rappresentativi artisti della musica leggera americana, dal rhythm &blues alla disco. Il cantante americano si è spento all’età di 58 anni dopo essere stato per mesi ricoverato all’ospedale Cedar Sinai per una grave forma di insufficienza renale. A dare notizia del decesso è stato il suo portavoce.
Nato il 12 settembre del 1944 a Galveston nel Texas, a 11 anni si guadagnava la vita suonando il pianoforte nei locali della sua città. Negli anni Sessanta incise dischi con varie formazioni usando il suo vero nome che era Barry Lee. Nel 1969 prese il nome di Barry White mettendo al suo fianco le Love Unlimited, trio vocale femminile composto da Diana Taylor, Glodean James (che in seguito sarebbe diventata sua moglie) e la sorella di lei Linda. Fondò anche una orchestra di 40 elementi, la Love Unlimited Orchestra, che aveva il compito di accompagnare lui e il suo trio. Il successo arrivò nel 1972 con “Walking in the rain with the one I love”. Molti altri brani finirono in classifica, tutti sempre con titolo lunghissimo come “I’m gonna love you just a little more baby”, “Can’t get enough of your love babe”, “Your’re the first, the last, my everything”.
Vendette almeno cinquanta milioni di dischi. Ebbe vari ritorni discografici, nel ’78 con un brano di Billy Joel “Just the way you are” e nel 1987 con “Sho’ your right”. Nel ’99 aveva pubblicato “The longer we make love” con la partecipazione di Lisa Stanfield e Chaka Khan. Sempre nel ’99 si era esibito a Milano con buon successo. Nel 2001 era venuto al Pavarotti &Friends e aveva duettato con il tenore in “The first, the last, my everything”. Negli ultimi anni accusava vari problemi di salute in parte legati al suo peso, che è arrivato a toccare i 160 chili. Soffriva di pressione alta ed era in dialisi.

Dopo alterne vicende il progetto venne affidato a Dante Giacosa che realizzò la 500 A, ribattezzata “Topolino“. Fu un successo nonostante il prezzo tutt’altro che popolare e la semplicità meccanica dell’auto. Grazie al peso contenuto in 535 kg e al cambio manuale a 4 rapporti raggiungeva gli 85 km/h. Venne declinata nelle versioni berlina due porte, berlina due porte trasformabile – vale a dire dotata di tetto apribile – e furgone, destinata al Regio Esercito. La successiva 500 B uscita nel 1948 aveva prestazioni superiori e il riscaldamento nell’abitacolo. La versione più amata della 500 B fu la Giardiniera Belvedere, prima wagon al mondo a quattro posti dotata di portellone e fiancate rivestite in listelli di legno. Nel 1949 l’uscita della 500 C introdusse elementi stilistici “moderni” quali i fari incassati nella carrozzeria e la ruota di scorta a scomparsa.
Il “Cinquino” più famoso, vale a dire la Fiat Nuova 500, nacque nel 1957. Più economico della 600 era l’auto del popolo, destinata alle famiglie operaie. Venne progettata dallo stesso Dante Giacosa padre della Topolino. Spartana nelle dotazioni, i finestrini erano fissi, fatta eccezione per i deflettori laterali apribili a compasso che, una volta azionati, disturbavano l’azione delle mani sul volante; la strumentazione era essenziale e mancava il divanetto. Le portiere erano incernierate posteriormente e il tetto in lamiera sostituito da una capote in tela estesa sino al limite del cofano motore. Troppo povera e costosa per l’epoca a soli tre mesi dal lancio, alla Nuova 500 “Economica” venne così affiancata la versione “Normale“. Fu l’inizio dell’epopea della 500!
Nel 1958 nacque la versione Sport in configurazione Berlina e Berlina Tetto Apribile mentre nel 1959 arrivarono l’omologazione per quattro persone e un divanetto degno di questo nome. L’anno della definitiva consacrazione fu il 1960, con il debutto della wagon Giardiniera, e della Commerciale, vale a dire l’allestimento furgoncino. Entrambe erano più lunghe di 20 cm rispetto alla city car, che nel frattempo si era evoluta attraverso le serie D e F. 500 F che, per la prima volta, presentò le portiere incernierate anteriormente e alcuni componenti in plastica in sostituzione del metallo.
Una novità assoluta, tanto rivoluzionaria da fornire la base per la L del 1968, detta Ercolino per i tubi di rinforzo cromati ai paraurti; una delle 500 più raffinate mai costruite, forte di sedili reclinabili, rivestimenti in moquette nonché plancia e tunnel ricoperti in plastica. Nel 1972 arriva la R – ossia “Rinnovata” – che raggiungeva, finalmente, i 100 km/h. Sebbene destinata a essere sostituita dalla 126, la 500 non è mai uscita dal cuore degli Italiani. Ma ora dopo tanti anni e tante versioni, dal 4 luglio 2007, la 500 è tornata a splendere. L’attuale modello è il vero erede dell’auto progettata da Giacosa.