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Conte: “Ho già le mie certezze in vista dell’Europeo. Voglio essere schietto nelle convocazioni…”

Ormai ci siamo quasi, manca davvero poco ad Euro2016 ed è il momento per Antonio Conte di cominciare a pensare alle scelte definitive dei 23 da portare in Francia. Il Ct però sembra già avere le idee chiare e queste ultime amichevoli servirano a dargl qualche certezza in più. Ecco le sue parole ai microfoni di Rai Sport: “Ho 16 certezze per adesso. In questi giorni qualcuno ha guadagnato terreno, altri lo hanno perso. Quando farò le convocazioni sarò schietto e non guarderò in faccia nessuno. Non saranno scelte politiche. Chi ha voluto mettermi contro Tavecchio è fuori strada perché il presidente mi ha sempre sostenuto, per quanto possibile. Noi dobbiamo essere squadra. Bisognerà lavorare su queste basi. Sarebbe un peccato sprecare questo lavoro, indipendentemente da chi verrà dopo di me“. Tra le certezze di mister Conte sembrano esserci sicuramente Antonio Candreva e Marco Parolo, 2 tra gli uomini più utilizzati dal Ct in queste amichevoli: dall’inizio dell’era Conte, infatti, non sono mai rimasti fuori, nonosante il campionato poco brillante che stanno facendo con la Lazio, segno della stima che il tecnico italiano nutre nei loro confronti.

 

La Lazio guarda in Serie B per il difensore

Continuano ad accavallarsi vari nomi di difensori che nel prossimo mercato potrebbero suscitare l’interesse della Lazio, sempre alla ricerca di elementi che possano rinforzare un reparto disastrato come quello biancoceleste. Ora gli occhi di Tare sembra si siano posati su un giocatore che sta facendo molto bene nella serie cadetta. A quanto riportato da Bergamonews infatti l’uomo che sta attirando su di se l’attenzione di tanti club maggiori è Franck Yannick Kessié, classe 1996, giovane ivoriano ben si sta comportando con il Cesena. Kessié ha stupito tutti per la personalità messa in campo e, inoltre, dote non semplice da trovare in un giocatore, può giocare ovunque: sia in difesa come centrale, che a centrocampo o come trequartista. In questa stagione nella compagine emiliana è stato titolare inamovibile, 25 gare su 33 finora giocate, con un bottino di 3 gol e 2 assist. Per l’Atalanta, proprietaria del cartellino, si prevede l’ennesima plusvalenza da mettere a bilancio, infatti  l’ivoriano è arrivato a Bergamo a costo zero (poco meno di 300mila euro) e oggi vale già circa 3 milioni. Nell’ultimo periodo hanno chiesto notizie del giocatore diverse squadre della serie maggiore: oltre alla società biancoceleste anche Fiorentina, Inter, Juve, Milan e Roma si sono mostrate interessate. Ma non solo, anche all’estero diversi club hanno iniziato a far seguire il talento atalantino, Borussia Dortmund e Manchester United su tutti. Difficilmente però il club nerazzurro cederà il ragazzo in estate senza averlo mai fatto scendere in campo a Bergamo, ma forse di fronte a un’offerta irrinunciabile i bergamaschi potrebbero anche farci un pensierino.

Germania-Italia, rivalità eterna

Questa sera all’Allianz Arena di Monaco andrà in scena l’ennesima puntata di una delle rivalità calcistiche più sentite al mondo, quella tra Germania e Italia. Dal 17 giugno 1970, dalla “partita del secolo” disputata all’Azetca di Città del Messico, da quello storico 4-3, nulla poteva essere più come prima. Il piattone di Rivera che spiazza Sepp Maier, al 111′ di quella semifinale mondiale, innesca una faida destinata a non avere più termine. Da allora le strade delle due nazionali continuano a incrociarsi e tutte le gare sono un concentrato di adrenalina allo stato puro e continue rivalse. I tedeschi ancora hanno nelle orecchie il grido liberatorio – “non ci prendono più” – eslamato con la consueta eleganza dall’allora Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, dalle tribune del Bernabeu, dopo il terzo gol di Altobelli nella finale dell’82, che assegnerà agli uomini di Bearzot il terzo titolo mondiale. Eterna rivalità che continua impietosa contro i giocatori e i tifosi tedeschi come quando il 4 luglio 2006, prima per il gol di Grosso e poi per quello di Del Piero, che portarono l’Italia alla finale di Berlino, si rivelò forse come il colpo più duro da digerire per loro. Un Mondiale, disputato tra le mura amiche, semifinale al Westfalenstadion, dove 65.000 cuori battono all’unisono facendo sentire invincibile la nazionale tedesca e invece, di fronte, ancora una volta gli azzurri che riportano sulla terra coloro che erano ritenuti “invincibili” e invece un nuovo rospo da ingoiare. Dopo di allora per i teutonici l’occasione per vendicarsi si presenta nella semifinale dell’Europeo 2012 ma ancora una volta va male: questa volta tocca a Mario Balotelli punirli, l’italiano fino al giorno prima dell’incontro sbeffeggiato dai media tedeschi per la sua vita privata e poi sul campo imprendibile e impietoso come non mai. Ora ci risiamo, eccoci di nuovo una di fronte all’altra per quella che per tanti motivi non sarà e non potrà mai essere una semplice gara amichevole perchè quando queste due nazionali si incontrano in palio c’è in ballo tutto, c’è la Storia in palio e non una semplice rivalità fra sportivi… e la Storia dice Italia!

SOCIETA’ – Come spiegare ai bambini le immagini di violenza di questi giorni?

Gli attentati terroristici che si stanno susseguendo in questi giorni sono negli occhi di tutti, tanto più negli occhi dei bambini che assistono a scene drammatiche e chiedono spiegazioni su quanto si stia verificando. Ma come spiegare loro tutta la violenza che ci circonda senza mettere loro ulteriormente paura? La prima e fondamentale “regola” è quella di dire sempre e comunque la verità, senza nasconderla o travisarla, magari però confezionandola su misura per loro. Questa almeno è la posizione condivisa da Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, e da Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap).

Come spiega Mazzone: “E’ sempre meglio dire la verità con parole semplici. Ad esempio, dicendo che un uomo può fare del male ad altri uomini, che ciò è una cosa cattiva ma quando si verifica può portare ad eventi come questi. Naturalmente il tutto va calibrato in base all’età del bambino ed anche al suo carattere; di fronte ad un bimbo molto emotivo o ansioso, ad esempio, bisogna dare al contempo forti rassicurazioni circa il fatto che questo pericolo non è immediato e che la famiglia è al suo fianco”. Mai dimenticare, inoltre, che i piccoli “sono delle spugne e assorbono le ansie degli adulti: dunque è importante anche dare il messaggio con la giusta pacatezza e nel luogo opportuno, ovvero non in situazioni di fretta ma dedicando al piccolo tutto il tempo di cui ha bisogno”. Ma c’è un altro aspetto: ”Al bambino non va spiegato troppo o troppo dettagliatamente: bisogna invece attenersi alle sue domande, mantenendosi dunque su quelle che sono le sue esigenze di conoscenza”. Praticamente, non esagerare con le spiegazioni, nella convinzione di fare meglio, se il piccolo non le richiede.

Al neuropsichiatra infantile fa eco la Vinciguerra: “I bambini si lasciano influenzare da ciò che viene detto o che sentono dai mass media e ciò può generare in loro confusione e paura. Per fronteggiare queste emozioni è di fondamentale importanza che gli adulti riescano a trasmettere loro gli strumenti necessari per decodificarle, esprimerle e fronteggiarle. Nel caso in cui i piccoli chiedano ai genitori di spiegare loro la guerra o il terrorismo, è preferibile utilizzare termini diretti e concreti piuttosto che cercare di trovare parole più dolci o addirittura fuorvianti. Il linguaggio utilizzato si deve modellare alla psiche cognitiva del bambino, occorre utilizzare parole adeguate alla sua età, tenendo ben presente che tutti i messaggi trasmessi devono corrispondere a verità. In questo modo i bambini avranno un quadro generale corrispondente alla realtà e non una visione distorta degli eventi”. Mentre, aggiunge, un discorso diverso, ”va fatto per gli adolescenti, poiché alla loro età hanno già acquisito la capacità di affrontare a livello cognitivo ed emotivo gli eventi tragici o violenti. Tuttavia, il periodo adolescenziale è un momento delicato e ciò potrebbe far scattare in loro il bisogno di esprimere convinzioni o emozioni anche con modalità molto forti rispetto a determinati fatti”. In questi casi “il compito degli adulti è di aiutarli a ridimensionare la loro reazione emotiva rispetto all’evento, facendoli sentire comunque compresi”.

POLISPORTIVA – Chilelli, calcio a 5 Femminile: “Se non raggiungiamo i play-off la stagione sarebbe da 5”

Dopo la sconfitta con il Montesilvano la Lazio è tornata ad allenarsi per preparare nel miglior modo possibile le ultime due giornate di campionato. Le biancocelesti, dopo la sosta per le festività pasquali, scenderanno in campo il 3 aprile a Milano per giocare in casa della Kick Off. Il 6-0 rimediato in terra abruzzese è un brutto passo indietro rispetto alle prestazioni precedenti, perché se anche una sconfitta con il Montesilvano si può mettere in preventivo, è la prestazione sotto tono a lasciare molti dubbi e molte perplessità al tecnico laziale Daniele Chilelli: “Non è tanto la sconfitta in sé a far male ma il modo in cui è maturata. In questa sconfitta, a differenza di tante altre volte, non c’è niente da salvare. Perdere ha compromesso gran parte del nostro futuro che già era difficile da affrontare”. Quali sono i motivi del ko con il Montesilvano? “E’ un discorso ampio: se fra Girone B e Gold Round non abbiamo raccolto punti con le grandi – a parte i recenti pareggi con Ternana e Statte – un motivo ci sarà. A parte quella con il Montesilvano, gara che non fa testo, siamo usciti sconfitti in tante partite all’ultimo minuto e ciò significa manchiamo di personalità. Le motivazioni fanno la differenza: quando riusciamo a trovarle possiamo giocare alla pari con tutti, ma in caso contrario questi sono i risultati. Abbiamo meno qualità di tante altre squadre, noi puntiamo sul gruppo e non sulla giornata di grazia di qualche elemento. Non si possono trovare sempre stimoli maggiori come nel caso della Coppa, per questo motivo la sconfitta di Montesilvano è stata brutta e particolare”. La Lazio in classifica è all’ultimo posto, con solo due punti all’attivo, come Statte e Ternana. Anche le Lupe, tre punti sopra, ancora sono in lotta per un posto ai playoff. La Lazio che affronterà Kick Off e Isolotto nelle ultime due giornate è ancora in gioco ma saranno gli incontri dell’ultima giornata a decretare la griglia playoff: Se non dovessimo raggiungere i playoff scudetto sarà un anno da 5. Una finale di Coppa Italia è bella da vivere ma non porta a nulla. Dobbiamo raggiungere la fase finale del campionato altrimenti sarà stato un anno mediocre. Dipende tutto dal turno del 3 aprile, dovremo preparare la gara come fosse una finale. Solo dopo penseremo all’Isolotto. Non fare punti al PalaCaviaga significherebbe restare fuori dalla corsa ai playoff e a quel punto sarebbe giusto. Abbiamo due settimane per preparare l’incontro nei minimi dettagli, se dovesse servire ci alleneremo anche di notte. Nulla dovrà essere lasciato al caso. Siamo consapevoli che non sarà una gara come quella di Coppa e che i nostri avversari avranno una grande voglia di rivalsa nei nostri confronti, ma vogliamo prendere i tre punti per continuare a sperare. Anche se le speranze sono ridotte al lumicino ci proveremo fino alla fine”.

Mihajlovic-Lazio, a Milano dicono che l’affare…

La stagione negativa della Lazio è ormai senza obbiettivi, i tifosi però chiedono a gran voce una prova d’orgoglio nell’importante derby che si giocherà domenica 3 aprile allo stadio Olimpico. Nonostante questo già da diverse settimane, la società sembra proiettata verso quella che potrà essere una vera e propria rivoluzione nel prossimo mercato estivo. Per parlare di questo il giornalista di Repubblica Giulio Cardone è intervenuto ai microfoni di RadioSei: “Mi risulta che Pioli la prossima stagione non sarà più l’allenatore della Lazio, ma andrà a sostituire Di Francesco al Sassuolo, con il giro di allenatori che si andrebbe a completare proprio con l’attuale mister dei neroverdi pronto a vestire il ruolo di allenatore del Milan e Mihajlovic potrebbe quindi diventare il nuovo mister biancoceleste. Per l’ex difensore della Lazio, sarebbe questa una scelta di cuore, a Milano danno l’operazione fatta al 99%. 

LAZIONALI – Nigeria, Onazi sfida l’Egitto: “Sono pronto per giocare”

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Ci sarà anche lui tra i giocatori laziali impegnati oggi con le rispettive nazionali: Eddy Onazi ha scontato le due giornate di squalifica rimediate lo scorso 13 giugno ed è a disposizione del ct della Nigeria Siasia per la gara di ritorno, valida per le qualificazioni alla Coppa d’Africa 2017, che questo pomeriggio alle 17 la selezione africana disputerà contro l’Egitto. Una partita avvincente, visto l’1-1 dell’andata, a cui il 23enne si sente prontissimo, come ha dichiarato ai microfoni di ‘Fcnajia.com’: “Ho scontato la squalifica e mi sento in forma. Sono pronto per giocare, anche se decidere se scenderò in campo spetterà al mister. Loro favoriti? Non mi importa, se giochiamo bene come sappiamo possiamo batterli. L’importante sarà l’atteggiamento con cui scenderemo in campo“.

Viareggio Cup, sarà Valeri di Roma ad arbitrare la finalissima di domani

Sarà Paolo Valeri a dirigere la finalissima della 68ª Viareggio Cup di mercoledì 30 marzo allo stadio “dei Pini” di Viareggio fra Juventus e Palermo (fischio d’inizio alle 15). L’arbitro classe 1978 della sezione di Roma 2, internazionale dal 2011, vanta più di 120 direzioni in Serie A.
A completare la terna designata dalla C.A.N. A per Juventus-Palermo ci saranno gli assistenti di linea Francesco De Luca di Pescara e Gianluca Vuoto di Livorno.

Infortunati: Milinkovic fiducioso per il derby. E De Vrij…

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Se ce la faccio? Sì sì…“: ha risposto così questa mattina Sergej Milinkovic-Savic a chi gli chiedeva delle possibilità di un suo recupero per il derby di domenica prossima. Il centrocampista serbo ha una voglia matta di scendere in campo nella stracittadina e non nasconde la sua speranza di potercela fare. Tutto però dipenderà dall’esito degli accertamenti cui si sta sottoponendo in questi minuti in Paideia. Insieme a lui anche Basta, Kishna Gentiletti, con quest’ultimo che è stato il primo a presentarsi in clinica, intorno alle 9.30.

E restando in tema di infortunati, prosegue il percorso riabilitativo di Stefan De Vrij: il difensore olandese, operato al ginocchio lo scorso novembre, nelle scorse ore ha svolto, presso il centro sportivo di riabilitazione ortopedica ‘Move to Cure’ in Belgio, alcuni esercizi di velocità accelerazione, come testimonia un post corredato da un video pubblicato sulla sua pagina Twitter. È questo solo l’ultimo step di una tabella di marcia che dovrà riconsegnare alla martoriata difesa biancoceleste la propria colonna già a partire dal prossimo ritiro estivo.

Cristiano Sandri: “La Lazialità è sotto anestesia. Emozione Lazio? C’è un difetto di legittimazione…”

Cristiano Sandri è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“. Parlando di Lazio a trecentosessanta gradi alla vigilia dell’importantissimo derby di domenica prossima.

Il momento è brutto perché sto notando come un appassire del tifoso laziale, una desertificazione delle emozioni che non dovrebbe mai avvenire. La lazialità dei tifosi che hanno sempre preso iniziative a difesa della Lazio è ancora viva, ma il nostro mondo è come se fosse sotto anestesia e dovremmo riuscire a reagire in qualche modo. Il problema è che non si vedono gli strumenti per mettere in atto questa reazione.

Si è parlato in questi giorni della consulta “Emozione Lazio“, costituita da circa cento tifosi vip per sensibilizzare l’ambiente biancoceleste in un momento difficile. Si è letto però anche il nome di Cristiano Sandri tra i partecipanti e di altri personaggi che hanno affermato di non essere stati avvertiti di essere inseriti dell’iniziativa. “Personalmente non ne sapevo niente e non sono mai stato contattato. Ma al di là dei commenti sull’iniziativa ritengo che ci sia un difetto di legittimazione. Non sono questi i personaggi che possono riportare la Curva Nord a tifare e ad essere presente allo stadio. Soprattutto non vengono considerate minimamente le motivazioni che hanno portato i ragazzi ad attuare le loro proteste. Io voglio pensare che chi ha avuto questa idea si sia sentito stremato da un periodo di mediocrità infinita che dura ormai da anni e abbia voluto avere un sussulto. Bisogna però fare i conti con la realtà: in questo momento c’è chi potrebbe parlare realmente, ma non lo fa o non vuole farlo. La Lazio è la prima società della Capitale e non può essere portata avanti in maniera poco ambiziosa: bisogna guardare al futuro superando questo corto circuito che l’ambiente Lazio sta vivendo.”

Quali potrebbero essere le soluzioni? “Posso ipotizzare l’annuncio di sei campioni per poter contare su una squadra davvero competitiva, una dichiarazione di intenti per far diventare di nuovo il Flaminio la casa dei biancocelesti ed un mea culpa su come il tifoso laziale è stato trattato negli ultimi anni. Decisioni radicali, ma in questo momento serve qualcosa di forte per cambiare la situazione: questi tre punti possono essere fantascientifici ma non dovrebbero esserlo. La società spesso trova nell’allenatore il capro espiatorio, ma non vedo mai assunzioni di responsabilità.

Ma i fini pratici di questa iniziativa andranno in porto? “Non credo che idee di questo tipo possano far cambiare il modo di agire alla società. Si rischia solo di accavallare propositi su propositi senza partorire qualcosa di concreto. La gente allo stadio si riporta con azioni reali e non solleticando la pancia del tifoso, io non so quanta reale voglia ci sia di riqualificare uno stadio contro il Flaminio, che pure riporterebbe la Lazio nella zona di Roma dove è nata e far nascere una nuova realtà anche sul piano del merchandising e della crescita societaria. Questa stagione purtroppo è il frutto di tante altre precedenti, si è affrontato un preliminare di Champions League senza attaccanti e non si è sostituito il miglior giocatore della propria difesa, infortunato fino a fine stagione. Queste sono le prove che non c’è voglia di emergere e forse è ora di capire che non vale più la pena continuare sulla stessa strada.

Fabio Belli

Vespa, il ‘mito intramontabile’ compie ’70 anni

Buon compleanno alla due ruote più famosa delle storia: La Vespa. Il nome datogli da Enrico Piaggio, in virtù della somiglianza con il noto insetto e del rumore del motore, ha portato nel corso dei decenni ad iconografare la Vespa come il modello di eleganza e semplicità da seguire, la tendenza e l’essenza italica.

A rendere famosa la due ruote ci ha pensato il ‘capolavoro‘ e campione d’incassi Vacanze Romane, film del 1953 diretto da William Wyler ed interpretato da Gregory Peck e un’inarrivabile Audrey Hepburn. Oggi compie settant’anni, era il 29 Marzo del 1946 e nonostante tutti i cambiamenti della società, la Vespa ha saputo rinnovarsi e deliziare i clienti con continui rinnovamenti che hanno tenuto sempre alto il marchio di questo motoveicolo, pur mantenendone inalterati fascino e prestigio. Un mito intoccabile.

Ne sa qualcosa il sindaco di Genova, Marco Doria, che nel gennaio scorso ha dovuto fronteggiare quella che è passata alle cronache come la battaglia delle Vespe. A scatenarla un’ordinanza che vietava la circolazione degli scooter ‘Euro 0’ a due tempi dalle sette di mattina alle sette di sera in un’ampia area cittadina. Appena i vespisti hanno saputo della misura antismog, si sono subito mobilitati al grido di #lamiavespanonsitocca e #genovasu2ruote, con tanto di hashtag.

L’iniziativa è rimbalzata di città in città e, complice la celebrità della Vespa, ben presto ha fatto il giro del mondo. Tanto da costringere il sindaco al passo indietro perché, come recita l’hashtag e conferma la storia, la vespa non si tocca.

Egitto, dirottato un volo della Egyptair. Passeggero con cintura ‘esplosiva’

Un Airbus dell’Egypt Air con circa 80 passeggeri a bordo è stato dirottato da Alessandria d’Egitto verso Larnaka (Cipro)”: lo riferiscono fonti aeroportuali al Cairo. Il velivolo è atterrato sull’isola di Cipro e si sospetta che a bordo ci sia una bomba. I sequestratori hanno accettato subito di liberare donne e bambini. Successivamente anche gli altri a bordo sono stati fatti scendere.

La tv Al Jazeera, citando proprie fonti, dice che “un passeggero sospettato di portare una cintura esplosiva ha dirottato l’aereo verso Cipro”.

I dirottatori hanno contattato la torre di controllo di Larnaka alle 7.30 ora italiana, ricevendo l’autorizzazione all’atterraggio venti minuti più tardi; al momento i dirottatori – il cui numero è imprecisato – non avrebbero trasmesso alcuna richiesta alle autorità cipriote, che hanno inviato all’aeroporto un’unità di crisi.

Strage Bruxelles – Attentatore in Italia nel 2015. Rubava identità di un giocatore dell’Inter

La notizia che è trapelata rende ancora più assurda una vicenda che già di per sé provoca sgomento e sdegno, per tutto quello che si sta ascoltando in queste settimane tramite i giornali. Pare infatti che uno degli attentatori che si è fatto ‘esplodere’ nella stazione metropolitana di Maelbeek di Bruxelles, Khalid El Bakraoui, sia passato dall’Italia nell’estate del 2015 per poi spostarsi ad Atene. La notizia divulgata da Sky Tg24 ha avuto il riscontro tramite un dossier antiterrorismo consultato.

Il terrorista ha usato falsa identità per entrare nel paese, spacciandosi per Ibrahim Maaroufi, un ex calciatore belga dell’Inter. Il giocatore naturalizzato marocchino, militò nel club nerazzurro per due stagioni totalizzando sei presenze tra Coppa Italia e Serie A.

Il furto dell’identità sarebbe servito per affittare un appartamento trasformato poi nel covo del commando delle stragi di Parigi. Appartamento che si trova in Rue de Fort a Charleroi. La notizia che Khalid El Bakraoui avesse sfruttato il nome di Maaroufi circola da tempo, ma nessuno fino a oggi lo aveva collegato a quello del giocatore.

Cataldi al miele: “La mia vita calcistica è rinchiusa in quei colori…”

Danilo Cataldi ai microfoni di Raisport parla della sua più grande passione che poi è diventata un ‘lavoro’, il biancoceleste“Sono entrato alla Lazio che avevo 12 anni, è stata tutta la mia vita calcistica, rinchiusa in quei colori”.

Sulla fascia di capitano: “Ho fatto il capitano e c’erano in campo Klose, c’era Biglia. E’ stato bello e anche un po’ pesante”. Sorride il ragazzo, non nascondendo tutta la spensieratezza ed il candore di chi ha vent’anni, ma che ricorda i sacrifici dei suoi genitori, che adesso in qualche modo ripaga: “So i sacrifici che hanno fatto per me e mia sorella. Vedo quando è allo stadio e faccio una bella partita, o comunque ha solo un attimo per vedermi, vedo che è felice e che è orgogliosa di me”.

 

RASSEGNA STAMPA – Biglia chiama la Lazio: «Voglio restare in Italia»

«Voglio giocare un altro paio d’anni in Europa e proseguire la mia carriera in Italia. Mi trovo molto bene in serie A». Queste le parole del centrocampista della Lazio Lucas Bigliarilasciate subito dopo la vittoria della sua Argentina contro il Cile. Il centrocampista laziale ha poi risposto ad una domanda circa la prossima Coppa America che si terrà dal 3 giugno negli Stati Uniti: «Ragioniamo una gara alla volta. Per il momento meglio pensare alla Bolivia, poi una volta terminati gli impegni anche in campionato cominceremo a concentrarci sulla Coppa America. L’obiettivo dell’Argentina è chiaro: vogliamo raggiungere un’altra finale. Aguero ha detto che potrei tornare con lui all’Indipendiente? Ripeto, per ora la mia intenzione è quella di giocare un altro paio di anni in Europa e in Italia». I tifosi della Lazio sperano nel rinnovo del loro campione.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – L’Olimpico vuoto non fa più notizia

Un altro derby senza curve, un’altra storia che ormai sembra aver preso i contorni di una consuetudine. Domenica all’Olimpico il derby romano lascerà spazio soltanto al giudizio del campo, quello che per tanti anni non poteva comunque fare a meno del fascino e dello spettacolo che veniva registrato sugli spalti. La protesta delle tifoserie romane invece continuerà anche nel secondo appuntamento più sentito della capitale, unita dalla volontà di non scendere a compromessi con le istituzioni italiane, ree di aver inasprito senza evidenti motivazioni le norme di sicurezza all’interno dell’Olimpico. Come nell’ultimo derby quindi, entrambe le curve rimarranno semi deserte, lo stadio perderà il volume del tifo durante la gara limitandone così anche le aspettative. Per questo la città si muove stancamente verso il record minimo di presenze della storia del derby capitolino: a meno di una settimana dal calcio di inizio sembra già un miracolo l’ipotesi di raggiungere quota 30000 tra gli abbonati e chi si sta presentando alla vendita libera. Dai circa 14500 abbonati biancocelesti dovranno essere escluse almeno 5000 presenze sparse, considerando i «disertori» della curva nord e il resto degli altri settori (in protesta tra l’altro anche con la gestione del presidente Lotito).

Un dato a cui aggiungere la parte romanista, che finora è riuscita a staccare poco meno di 6000 tagliandi. La possibilità di acquistare il posto non confermato in prelazione dagli abbonati non è stata al momento esercitata come accaduto invece nella sfida di andata degli ottavi di Champions League con il Real Madrid, quando l’Olimpico si riempì nonostante la mancanza del tifo organizzato. Il derby evidentemente continua a perdere il proprio appeal, meno amato di una partita europea di primo livello e abbandonato a causa dell’obbligo di non poterlo vivere come in passato. Un triste epilogo che continua a seguire i numeri e la linea della stagione attuale in cui il derby di andata giocato nello scorso novembre registrò appena 35253 spettatori paganti. Un totale a cui sottrarre dalle 4 alle 5 mila presenze in curva sud, rimaste a casa per la protesta. Se nei prossimi giorni quindi non avverrà una poderosa (ma improbabile) accelerata, non è esclusa la possibilità di assistere alla prima stracittadina con poco più di 20000 spettatori.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Biglia annuncia: «Resterò in Europa per altri due anni»

Aspettando il rientro dei giocatori impegnati con le rispettivi nazionali, la Lazio riprenderà ad allenarsi nella giornata di domani a Formello. Pioli inizierà le prove anti-Roma, sperando di ricevere buone notizie dall’infermeria. Konko, Basta, Radu e Kishna non giocheranno il derby del 3 aprile per problemi muscolari, mentre Milinkovic-Savic potrebbe recuperare. Il serbo domani effettuerà dei controlli strumentali per monitorare la sospetta lesione al polpaccio, rimediata nella gara di andata di Europa League contro lo Sparta Praga. Senza di lui, il tecnico parmense potrebbe affidarsi a uno tra Cataldi e Onazi per il match contro i giallorossi.

Intanto, dall’Argentina, Lucas Biglia ha rivelato i suoi progetti per il futuro. A poche ore dalla sfida con la Bolivia, valida per le qualificazioni sudamericane ai Mondiali del 2018, il numero 20 biancoceleste ha rivelato: «La mia intenzione, al momento, è quella di giocare un altro paio di anni in Europa e di proseguire la mia carriera in Italia, dove mi trovo bene».

Fonte : Il Messaggero

Sorpresa Ibrahimovic: “Potrei ritirarmi”

A giugno le strade tra Ibrahimovic e il PSG si divideranno. Scade il contratto, ma il club parigino, in comune accordo con lo svedese, non gli offrirà il rinnovo. Molte le voci sul suo conto: dalla Premier League, al Real Madrid, passando per un’avventura in America. Ma a sorpresa lo svedese non ha escluso un’altra possibilità: “Potrei anche ritirarmi. A giugno vedremo cosa sia meglio fare. Certo, se uno lascia il calcio quando è ancora al top della forma, verrà ricordato in eterno dai tifosi“. Queste le parole di Ibra dal ritiro svedese.

SERIE B – Un ex laziale nuovo allenatore del Modena

A Modena non si è passata una Pasqua tranquilla. Sabatao è avvenuto l’esonero di Hernan Crespo, a cui sono seguite polemiche con le forti dichiarazioni della moglie dell’argentino (LEGGI QUI). I canarini, con il ds Taibi, hanno deciso di affidare la squadra ad un altro ex laziale. Il prescelto è stato Cristiano Bergodi. L’ex biancoceleste si è detto entusiasta di questa nuova avventura, ma in sala stampa ha così dichiarato: “Nutro affetto e rispetto verso questa piazza e questo club, ma sono consapevole che la situazione è difficile, ma non impossibile. Abbiamo 9 match per decidere il nostro destino“. Buona fortuna mister.

CONFERENZA – Conte: “Germania? Rispetto, ma nessuna paura. Domani cerco conferme”

Domani a Monaco di Baviera ci sarà la classica Germania – Italia, una partita che non può essere considerata una semplice amichevole. Infatti, le due Nazionali, sono nemiche storiche per essersi contese il dominio in Europa e nel Mondo. Indimenticabili sfide nel passato che sono ancora negli occhi di tutti i tifosi. ma domani non ci sarà spazio per i ricordi e per il sentimentalismo e il CT Antonio Conte vuole una vittoria. In conferenza stampa l’ex bianconero è stato chiaro: “Non abbiamo nessuna paura della Germania. Domani voglio una grande prestazione e cerco conferme da molti giocatori. Ho già in mente la formazione., Rivoluzionerò l’attacco con Insigne – Zaza – Bernardeschi. Anche a centrocampo ci sarà spazio per Jorginho“. Poi sul suo futuro: “Ho già scelto di lasciare l’Italia dopo l’Europeo, poi vedremo se arriverà la chiamata di un club. Ora voglio solo essere concentrato sull’Italia“. Il match si disputerà domani sera (martedi’ 29 marzo) alle ore 20.45 all’Allianz Arena, casa del Bayern Monaco.