Questa volta sembra che ci siamo. Per il tanto agognato nome del tecnico che rimpiazzerà Antonio Conte dopo l’Europeo alla guida degli azzurri la tanto attesa decisione sta finalmente per arrivare e presto la situazione potrà ritenersi conclusa.
Ieri a Roma il presidente Carlo Tavecchio dovrebbe aver incontrato Giampiero Ventura. Il condizionale è d’obbligo in quanto le fonti federali smentiscono perché il presidente si è sentito braccato da telecamere e giornalisti ma, sono sempre loro a rilevare di un colloquio diretto fra le parti per sancire l’accordo raggiunto. Comunque sia andata veramente il senso della questione non cambia. Ventura – ieri a Roma veramente – non ha smentito né confermato lasciando aperte tutte le ipotesi di un probabile incontro. Il tecnico ha parlato con il presidente federale dell’accordo: un contratto biennale, che però potrà essere stilato solo dopo il 7 giugno, quando si terrà il consiglio federale e nel corso del quale Tavecchio dichiarerà il nome dell’erede di Conte.
Il presidente dopo il rientro a Roma da Venezia – dove era stato per seguire l’Under 21 -, il pranzo con Lotito, l’incontro con una delegazione cinese, ha trovato il tempo per l’incontro con il prossimo commissario tecnico. Ventura, come si vocifera da qualche giorno firmerà un contratto biennale con opzione (federale) per il rinnovo, la cifra dell’accordo dovrebbe essere di 1,5 milioni netti più bonus, a cui si andranno ad aggiungere il mezzo milione per i tre collaboratori che accompagneranno il tecnico nella nuova avventura: il vice Sullo e i preparatori Innocenti e Zinetti.
Il tecnico genovese – ha ricevuto anche il gradimento dei “senatori” azzurri – è conosciuto come un insegnante di calcio, sempre pronto a cambiare gli schemi di gioco adattandosi agli uomini a disposizione. Solo un paio di settimane fa in occasione della consegna del Premio Calabrese a Soriano nel Cimino aveva dichiarato: “Non è un buon momento per la Nazionale perché ci sono meno giocatori italiani. Bisogna avere il coraggio di puntare su di loro. Credo che ci siano più calciatori giovani di talento di quanti crediamo, giocatori in grado di creare lo zoccolo duro dell’Italia. Quando si lavora per una squadra di club si cercano calciatori che si adattino al tuo gioco, in Nazionale invece bisogna scegliere i migliori e costruire attorno a loro un sistema portando quell’organizzazione che deve dare qualcosa in più. La prima arma è la tattica, ma sotto questo aspetto l’Italia sta messa meglio di altre Nazioni”.

Grande interprete della commedia all’italiana, Manfredi ha rappresentato una delle maschere più amate e comunicative del cinema nostrano. Insieme a Gassman, Mastroianni, Sordi e Tognazzi, ha condiviso il viaggio che aveva reso grande e popolare il cinema italiano. In cinquantacinque anni di carriera ha interpretato oltre 110 film, diretto da Alessandro Blasetti, Vittorio De Sica, Nanny Loy, Luigi Magni, Antonio Pietrangeli, Dino Risi, Ettore Scola e Luigi Zampa.
A sedici anni, nel 1986, vince la medaglia di bronzo in discesa libera ai Mondiali juniores e, nell’edizione successiva, l’oro in slalom gigante e un altro bronzo in discesa. Due anni dopo subisce il primo dei suoi gravi infortuni, la rottura del ginocchio destro, seguito da un grave blocco intestinale che ne mise a rischio la vita. Una volta ripresasi, nel 1989, vince la medaglia d’oro in tutte e quattro le specialità dello sci alpino moderno ai Campionati Italiani. Nel 1991 nella Coppa del Mondo ottiene il primo podio nel gigante di casa, a Santa Caterina di Valfurva e la prima vittoria nel supergigante di Morzine nel 1992. Al debutto ai XVI Giochi olimpici invernali di Albertville 1992 conquista una medaglia d’oro nel supergigante, ma il giorno dopo in una scivolata di poco conto subisce un altro dei suoi infortuni alle ginocchia.
Quando ha potuto dimostrare il suo talento e la sua classe la sciatrice valtellinese ha sempre dominato la scena agonistica internazionale, specialmente nello slalom gigante dove tra il 1994 e il 1998 ha conquistato tutti gli ori tra Olimpiadi e Mondiali. In Coppa del Mondo ha raccolto sedici vittorie in singole gare (tredici in slalom gigante, due in supergigante e una in slalom speciale) e nel 1997 una Coppa del Mondo di slalom gigante. La Compagnoni però a causa dei suoi ricorrenti infortuni ha disputato poche stagioni complete. Tra le sue imprese una striscia di nove vittorie consecutive in slalom gigante nel 1997-1998 (otto in Coppa del Mondo più una ai Mondiali di Sestriere) e il distacco abissale di 3″41 inflitto alla Alexandra Meissnitzer nel 1997 al gigante di Park City.
Una volta ritiratasi dalle competizioni sposa Alessandro Benetton, da cui ha avuto tre figli. Nel 2002 insieme ad alcuni amici fonda a Bormio l’associazione filantropica “Sciare per la vita”, dedicata alla lotta contro la leucemia. A febbraio del 2006 è protagonista della parte finale della staffetta della fiamma olimpica all’interno dello Stadio Olimpico nella cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Ricevette la torcia da Piero Gros e dopo un tratto la consegnò nelle mani della fondista Stefania Belmondo.